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Autore: ghepy    30/08/2015    2 recensioni
Sapete...
Gli stregoni del cerchio nero non sono poi così male...
O almeno per me.
Ma prima di parlarvi di loro, forse dovrei prima parlarvi di me.
Mi presento sono Susan. Una semplice cameriera, niente di speciale.
Che cosa posso dire? Ho i capelli lunghi e lisci di un bel color platino. Occhi azzurri...
Sono alta si e no un metro e settanta, credo...
Non mi misuro più da un bel pezzo... forse sono cresciuta in questi ultimi tempi.
Forse vi starete chiedendo del perchè una semplice umana sia entrata in contatto con gli stregoni del cerchio nero...
Beh ve lo dirò io!
Sapete tutti del perchè gli stregoni del cerchio nero siano venuti sulla terra, prendere la fata terrena bla bla, impossessarsi del cerchio bianco e bla bla...
Ma sapete... una cosa che non sono mai riuscita a capire è stata il perchè mi sia ritrovata faccia a faccia proprio con uno di loro. Insomma... non ho niente di speciale... eppure...
Quella sera di tanti secoli fa...
Ho trovato la mia via.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Duman, Nuovo personaggio, Stregoni del Cerchio Nero
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ed eccoli lì.

Neanche cinque ore prima Susan lo aveva insultato e picchiato a sangue, ed ora erano lì.

Uno accanto all'altro a ridere senza un motivo. Era così strano.

Anzi...

A dirla tutta era ancora più strano che Duman non sapesse neanche il nome della ragazza.

Per tutto il tempo non avevano fatto altro che insultarsi l'un l'altra, senza chiamarsi con i rispettivi nomi.

Tra una risata e l'altra Susan era riuscita a medicare Duman.

Non era stato affatto facile, ridendo e scherzando non era semplice concentrarsi sul da farsi, ma alla fine ce l'aveva fatta.

Il giovane punk era distrutto. Aveva riso di quel tanto che ora le guancie gli facevano davvero male.

<< dimmi te... >> asserì Duman dopo l'ultima risata << ... picchiato da una ragazzina! >>

Susan drizzò lo sguardo arrabbiata.

<< ragazzina!??!? >> scoppiò lei << guarda che ho la tua stessa età! >>

Duman piegò la testa divertito.

"non credo che tu abbia 1536 anni" ghignò lui

<< o ma davvero? e allora com'è che sei alta un metro e un tappo, mentre io solo quasi due metri? >>

Susan stava di nuovo per esplodere.

<< grazie al cavolo! il tuo bel mezzo metro ce l'hai in testa! >>

Si fissarono a lungo, per poi scoppiare dinuovo a ridere come degli scemi.

<< te lo devo concedere... sei simpatica per essere umana >> l'ammutolì lui.

Per la prima volta, sul volto della ragazza si dipinse uno dolcissimo sorriso, accompagnato da guance rosse come pomodori.

<< t-ti ringrazio D-Duman >> balbettò lei abbassando il volto.

Duman la osservò, incuriosito da tale reazione.

Allungò la mano e le sollevò il mento, guardandola meglio.

Per essere una femmina era davvero carina...

Anche se a dirla tutta non è che Duman ne avesse chissà quale esperienza...

Era stato rinchiuso in una cella di isolamente per centinai d'anni.

A causa di quegli stupidi cowatishi il piano di ogron era andato in fumo, e lui ne aveva pagato le conseguenze con gli altri stregoni del cerchio

nero.

Finalmente... dopo tanti secoli era riusciuto ad evadere con i suoi amici.

Dopo tanto tempo poteva dinuovo sentirsi vivo, e questa volta non avrebbe commesso errori.

"ora sei nella mia trappola!" pensò lui gettandosi sulle labbra della ragazza.

Susan era sconvolta, ma questa volta sapeva bene che fare, non si sarebbe fatta prendere in giro per la seconda volta in un giorno.

Duman cercava di assaporare le labbra della ragazza, ma qualcosa lo fermò.

Si sentì preso per i capelli. aprì gli occhi, ma ciò che vide non gli piacque.

Susan era furiosa. Lo teneva sollevato con una mano, mentre con l'altra era pronta a sfoderare un pugno, poi...

Lo lanciò in aria, poi lo colpì, un primo colpo nel bel mezzo delle gambe e con il secondo lo sparò dritto dritto nella baracca, distruggendola.

Appena toccato terra, la bionda si sistemò il pesante giaccone nero, togliendo i rimasugli di sporcizia.

Dall'ammasso di travi sbucò il ragazzo, incredulo che ciò che aveva appena visto e sentito fosse reale.

<< si può sapere che ti è preso zucchero? >> borbottò lui

"ancora?!!? "

Nello sguardo di Susan si accese una luce terrificante.

<< come mi hai chiamato!? >>

Si avvicinò con aria di sfida...

Per tutti gli shinigami! aveva un nome! perchè tutti continuavano a chiamarla con quei gnomicoli orribili!?!?

<< f-f-f-ferma! >> la implorò.

<< ti scongiuro! ho capito! non ti devo più chiamare per gnomicoli, vero?!? vero ?!?! >> indietreggiò spaventato.

<< andiamo! parliamone! prendiamoci un caffè, eh? >>

Duman era terrorizzato.

Sapeva bene che in quel momento era praticamente un fuscello d'erba nelle mani di un lottatore di sumo.

Susan era sempre più vicina. Riusciva a sentirne il battito del cuore.

Lo prese per il retro della schiena e lo sollevò come niente.

<< il mio nome è susan, quindi vedi di fartelo entrare in testa! va bene? >> disse dolcemente.

Lo appoggiò delicatamente a terrà facendolo poggiare in piedi.

Duman non si muoveva, quasi avesse paura che la ragazza ci ripensasse sul dargliele.

<< vedi di non combinare altri guai >> gli voltò le spalle e si allontanò indifferente.

<< hey! dove vai? >> la fermò lui.

Susan si voltò stranita.

<< ma come? non te l'ho detto? >>

<< ... >>

<< devo andare al canile municipale per il turno di notte, se fai il bravo un giorno ti ci porto! ci vediamo! >> e prima che il punk potesse

rispondere la ragazza si era già volatilizzata.

<< che serata ragazzi! >> disse fra sè e sè Duman, lasciandosi cadere sulle dure tavole di legno, distrutto per tutta quella fatica.









Dopo una veloce corsetta, Susan giunse finalmente a destinazione.

Appena entrò nel canile venne accolta da un coro di abbai, miagolii ed altri versi.

Come solito, Susan venne accolta dal suo collega che le lanciò chiavi e torcia, per poi schizzare via più veloce della luce.

Charlie, l'altro guardiano, non sopportava proprio gli animali, ma per sua sfortuna non aveva trovato altro impiego se non quello.

Impugnata la torcia la ragazza percorse il lungo corridoio dove vi erano tutte le gabbie.

Al suo passaggio gli animali si zittirono.

La giovine prese posto alla scrivania e osservò il lungo corridoio.

Quel posto sì che le piaceva, era il suo passatempo preferito.



Al di fuori del canile, all'ombra di un grattacielo, vi erano quattro loschi figuri.

<< eccola qui >> asserì Ogron.

<< perfetto >> disse eufurico il biondo << entriamo a prenderla? >>

<< certo che sei proprio uno stupido Gantlos! >> disse il rosso tirando l'orecchio al suo amico.

<< se entriamo lì dentro si scatenerà un putiferio e il nostro piano andrà a monte! ci serve un diversivo! >>

Il quartetto osservò l'edificio.

<< io avrei un'idea >> ghignò Duman sfregandosi le mani.




Nel canile regnava il silenzio assoluto, poi le luci si spensero, e come per magia, tutte le gabbie si aprirono.

Gli animali schizzarono fuori dalle loro gabbie, correndo a destra e a manca.

Quello che prima era il silenzio assoluto, si era tramutato in un terribile caos.

Poi, come un'onda, gli animali si lanciarono su Susan, leccandola a più non posso.

Susan scoppiò a ridere, divertita da quell'orgia di peli.

Diversamente da quanto avevano sperato gli stregoni, gli animali non si erano affatto ribellati alla ragazza, anzì! Era contentissimi di poterla

leccare e ricevere affettuose coccole.

Dopo quasi mezz'ora, senza che Susan dicesse nulla, gli animali tornarono nelle loro gabbie, stanchi per l'emozione e per la lunga giornata.

<< buona notte ragazzi >>

Evidentemente le luci si erano bruciate, perciò Susan si limitò a lasciar che quella splendida notte si impossessasse del canile, cullando dolcemente

il suo sonno e quello dei suoi amici pelosi.
 
 
 
  
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