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Autore: Horse_    31/08/2015    14 recensioni
Sono passati quasi sette anni dall'ultima stagione di The Vampire Diaries, precisamente la settima. Ogni attore ha intrapreso la propria via da percorrere, cercando di vivere al meglio la propria vita, così come hanno fatto Ian e Nina.
Ian si è sposato con Nikki Reed, storica attrice di Twilight, mentre di Nina si sono perse le tracce. Nina, in realtà, ha proprio voluto sparire dal mondo che l'aveva aiutata a diventare famosa e ben amata da tutti perchè si porta dietro un segreto troppo importante da proteggere. Due bambini con gli occhi azzurri come il mare da tenere al sicuro da chi non li vuole e non si è mai interessato a loro.
Le cose tra Ian e Nikki, intanto, vanno sempre peggio e sono più i giorni in cui litigano che quelli in cui sono felici.
La ripresa dell'ottava stagione porterà tanti guai e a galla cose non dette, ma forse aiuterà due persone che si amano ancora alla follia a ritrovarsi dopo tanto -troppo- tempo.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Candice Accola, Ian Somerhalder, Nina Dobrev, Nuovo personaggio, Paul Wesley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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                                                        I had to do it.




Fortieth-Second Chapter.

Pov Nina.

Lo rincorro e prima che entri lo blocco. Che diavolo ha? Gli ho solo chiesto perché è così strano con me, non è una cosa importantissima, almeno credo. Perché fa così il riservato?

 

“Sei ritornato a guardarmi in cagnesco per caso?”- gli domando aspra.

“No.”- mi dice duro scrollandosi la mia mano dalle spalle. -“Devo andare.”

“Che cosa ti ho fatto adesso?”- gli domando quasi urlando. -“Mi sembrava andasse tutto bene.”

Andava tutto bene. Poi ti sei messa a fare domande stupide!”- mi dice.

“E’ stupido domandarti il perché sei cambiato così tanto?”- gli domando cercando di non alterarmi ancora di più.

“Si, perché non sono cambiato affatto.”- mi dice serio per poi entrare nel set.

 

Vorrei corrergli dietro di nuovo e capire il perché di questo suo comportamento, ma vedo Candice che ci sta venendo incontro con il piccolo Daniel* tra le braccia e capisco che non è il momento adatto per litigare. Ian saluta Candice con un bacio sulla guancia e se ne va, mentre io rimango davanti alla porta.

Candice mi viene incontro e mi abbraccia, stando comunque attenta al piccolo pargoletto che tiene tra le braccia. Questo bambino è adorabile. Ha tanti capelli biondi sulla piccola testolina, sembrano quasi bianchi, e gli occhi chiari. E’ un piccolo angioletto.

 

“Cos’è successo tra voi due?”- mi domanda senza giri di parole.

Niente.”- le rispondo con un’alzata di spalle, poi mi faccio passare il bambino avvolto in una copertina azzurra. -“Perché deve essere successo qualcosa?”

“Vi ho sentiti urlare. Tanto. Paul mi ha detto che a Londra sembravate tanto tranquilli e ora… Siete incazzati.”- mi dice.

“Paul ti ha detto cosa?”- le domando accigliata.

“So… Che avete passato molto tempo insieme.”- mi dice allusiva.

“Mi ha aiutato su alcune cose.”- le dico mordendomi il labbro a sangue. Cullo piano il bambino che sta chiudendo gli occhi stanco. -“Niente di che.”

 

Solo adesso noto che tra le mani tiene qualcosa. Sembra un giornale di gossip. Quando Candice se ne accorge mi guarda imbarazzata, poi scuote la testa.

 

“C’è… C’è una cosa che devo dirti…”- mormora continuando ad alternare lo sguardo da me al giornale.

 

Ora mi sto seriamente preoccupando. Che cosa c’è?

 

“Candice, che cosa c’è?”- le domando infatti.

“Credo che tu debba vederlo da sola.”- mi dice porgendomi il giornale.

 

Ridò il piccolo Daniel a Candice e afferro il giornale. Non serve nemmeno aprirlo per capire che cosa sta succedendo.

Oh mio Dio. No, non è possibile. Sulla prima pagina, bella in grande, c’è una foto mia e di Ian che usciamo dal taxi ridendo. E’ una foto che ci hanno scattato la mattina dopo la mia epica sbronza. Mi porto entrambe le mani tra i capelli lasciando cadere il giornale. Il titolo è piuttosto allusivo: Ian e Nina complici. La serie è iniziata ormai da qualche mese, anche il loro amore è tornato?

 

“Chi altro lo sa?”- domando nervosa.

“Io, Paul e… Un po’ tutti. Mi dispiace Nina, io…”- balbetta.

“Non è colpa tua.”- le dico sospirando. -“Come farò adesso?”

“E’ successo qualcosa tra di voi?”- mi domanda.

“Certo che no!”- ribatto troppo in fretta, poi cerco di calmarmi. -“Quella mattina eravamo in ritardo… La sera prima ho bevuto qualche bicchiere di troppo ed ero un po’ brilla. Ian mi ha accompagnato all’albergo. Non trovavo le chiavi, così sono rimasta nella sua stanza, ma non è successo niente, te lo giuro. La mattina dopo siamo andati alla Convention insieme, io… Ero convinta che nessuno ci avesse visto.”

 

Candice mi fissa con la bocca spalancata cercando di assimilare tutto quello che le ho detto, poi mi guarda grave.

 

“Sai che Londra è piena di paparazzi. Qui è diverso, abbiamo tutta la tranquillità del mondo. Non è molta, ma c’è. Londra è diversa.”- mi dice cercando di consolarmi.

“Non oso immaginare la bufera che ci sarà su Internet.”- le dico sedendomi sul divanetto.

“Cerca di non entrare da nessuna parte oggi, va bene?”- mi consiglia. -“Ora concentrati sul lavoro, poi ci penseremo.”

 

Annuisco sconsolata, poi mi abbasso per prendere il giornale e mi incammino a fianco di Candice verso il mio camerino. Butto il giornale sul primo bidone che trovo, non voglio infierire più di quanto abbia già fatto.

Questo è un disastro. Tra me e Ian non c’è niente, ma gli altri non lo sanno. Gli altri non sanno parecchie cose a dir la verità, ma ora… Ora succederà il finimondo. Non voglio finire su giornali e programmi televisivi, non voglio che gli altri facciano insinuazioni su quello che è realmente successo, semplicemente non voglio essere argomento di dibattito. Quando ho scelto di fare l’attrice sapevo che, oltre alla fama, mi sarebbe spettato questo, ma ho già sopportato dicerie per così tanto tempo, non voglio farlo anche ora. 

Sono persa così tanto sui miei pensieri che mi accorgo solo in un secondo momento della figura di Ian appoggiata sulla mia porta.

Sa anche lui?

 

“Hai saputo?”- inizia. -“Riguardo il giornale intendo.”

“L’ho appena… Letto.”- gli dico sconsolata. -“Non voglio pensarci ora.”

“Dovremo smentire, credo.”- mi dice passandosi una mano tra i capelli. -“Insomma… Questo è solo uno dei tanti giornali con le nostre foto, sono tutti impazziti.”

“Lo sospettavo, ma possiamo pensarci dopo?”- gli domando.

 

Ian annuisce, poi lascia passare me e Candice.

 

 















 

                                                                              * * *
















 

 

Come avevo previsto -e come mi avevano detto Candice e Ian- Facebook, Instagram, Twitter e tutti gli altri Social Network sono completamente impazziti per questa nuova notizia. Ho letto molti commenti, tra una pausa e l’altra, di fan felicissimi per questo presunto ritorno che sostengono di non aver mai perso la speranza in noi e altri commenti cattivi da parte di chi ha sempre sostenuto che Ian e Nikki fossero la coppia del secolo. Certo, quelli positivi sono molti di più di quelli negativi, ma ci sono anche questi. Molti hanno gioito, altri mi hanno dato della traditrice o del traditore a Ian con solo una foto. Figuriamoci se fosse sbucato dal nulla un intero servizio fotografico, non oso nemmeno immaginare. Ecco cosa fa il mondo dello spettacolo: può proteggerti o accusarti, oppure entrambi.

Ian ha scritto un post su Facebook, Twitter e Instagram dicendo che era tutto programmato per la Convention e che, siccome dovevamo entrare in scena più tardi, siamo andati insieme. Ha ribadito di essere felice con la moglie e altre cavolate varie che mi hanno dato il voltastomaco e che non ho letto.

Perché dopo aver letto tutte quelle frasi smielate il mio umore è peggiorato? Forse perché so che non è vero e che Ian non sta più bene con sua moglie. Oppure c’è dell’altro?

Sicuramente per il primo motivo, si. Io non me la sento di scrivere un post ora, lo farò nei giorni seguenti. Ora come ora cercherò di uscire sempre di meno e mai con i bambini, se si scoprisse ora la verità sui gemelli sarebbe veramente la fine. Sono troppo uguali a Ian, non ci sarebbero dubbi sulla paternità -solo Ian ha dubitato, ma penso che lui sia un caso patologico e si è lasciato influenzare.

 

“Non volevo che succedesse tutto questo.”- dice una voce alle mie spalle facendomi sobbalzare.

“Vuoi farmi prendere un infarto?”- gli domando con il respiro corto.

“Scusami, non volevo attentare alla tua vita.”- mi dice passandosi una mano tra i capelli. -“Volevo solo dirti che mi dispiace.”

“Non è colpa tua, e nemmeno mia.”- preciso mentre afferro il giubbotto.

“Lo so, ma… So che non hai mai apprezzato il fatto che la tua vita pubblica fosse sbandierata a tutti.”- mi dice Ian comprensivo.

“Sono un’attrice, questo è un effetto collaterale. L’importante è che non scoprano dei bambini, voglio che loro vivano la loro infanzia senza preoccupazioni.”- gli dico.

“Lo so, faremo di tutto per proteggerli. So quanto possa essere cattivo il mondo dello spettacolo.”- mi dice comprensivo.

“Tra qualche settimana tutti si dimenticheranno di quello che è successo.”- gli dico. -“Andrà tutto bene.”

 

 

Una settimana dopo.

Quello che ho detto a Ian sostanzialmente non si è avverato. I giornali, sebbene in maniera meno intensa, vanno ancora avanti sulla nostra storia sostenendo che siamo ritornati insieme e la cosa mi pesa parecchio, ma devo conviverci. Era questioni di tempo, solo che è arrivato tutto prima del previsto. Con Eric le cose stanno diventando sempre più serie e la cosa mi fa stare bene. Ho parlato con lui di quello che è successo, in qualche modo sentivo che dovevo dargli una spiegazione, e lui ha ascoltato pazientemente -più volte ha tentato di fermarmi e dirmi che non erano affari suoi- e ha capito dicendomi che anche se non gli spiegavo nulla era lo stesso.

Ian, invece, per confermare la tesi espressa nei vari social ultimamente è uscito molto spesso con Nikki e spero che prima o poi li fotografino insieme. La cosa mi brucia parecchio, ma non capisco il perché.

A me della vita privata di Ian non interessa niente, giusto?

Tra cinque giorni sarà il suo compleanno e i bambini vogliono fargli un regalo. Sto tornando a casa e mi hanno detto che me lo diranno non appena arriverò. Stiamo -stanno- organizzando una festa a sorpresa per lui per il sette dicembre, il giorno prima del suo compleanno, perché il giorno dopo ha detto di volerlo festeggiare in famiglia, gemelli compresi. Io non ci sarò, il giorno del suo compleanno intendo, perché ho un servizio fotografico a Toronto e credo che non mi avrebbe invitato chiunque, non con Nikki -o comunque io non ci sarei andata. 

Non appena metto piede in casa i bambini mi corrono incontro felici di rivedermi e mi trascinano in sala dove mio fratello sta finendo di colorare un… Albero?

 

“Hai deciso di dedicarti all’arte?”- lo schernisco.

“Ma che simpatica che sei sorellina!”- mi dice. -“Sto finendo questo disegno.”

“E perché?”- gli domando continuando a ridacchiare.

“E’ per scuola.”- mi dice Stefan. -“Ma mi ero stufato di colorarlo.”

“E’ tuo amore, non di zio Alex. Forza, finisci di colorarlo che poi andiamo a letto.”- gli dico.

 

Il compito è suo e deve finirlo lui. E’ in prima, non oso immaginare più avanti. Sono cose sue, non degli altri, quindi deve farle lui.

Mio fratello si alza e lascia il posto a Stefan che continua a colorare il disegno sbuffando.

 

“Tu hai finito?”- domando a Joseph che mi sta ancora abbracciando una gamba.

“Si, stavo finendo un disegno per conto mio.”- mi dice, poi si stacca da me e corre verso il tavolino per portarmi il suo disegno. -“Io e Stefan abbiamo pensato parecchio per il compleanno di papà. Potremo regalargli questo.”

“Mi sembra un’idea carina regalargli un vostro disegno!”- sorrido guardando il buffo gatto rossiccio disegnato da mio figlio.

 

E’ qualcosa che hanno fatto loro, a Ian piacerà sicuramente.

 

“No mamma, cos’hai capito!”- mi rimprovera Stefan distogliendo l’attenzione dal suo disegno. -“Vogliamo regalare a papà un gatto!”

“Un gatto?”- domando sorpresa.

“Papà ci ha raccontato che qualche anno fa aveva un gatto.”- mi spiega Joseph. Mi si stringe il cuore ripensando al buon vecchio Moke. Ero legatissima a quella palla di pelo. Lui e Lynx erano legatissimi. -“Si chiamava Moke ed era arancione. Vogliamo regalare un gattino arancione a papà, così non sarà più triste per Moke!”

 

Stefan annuisce concorde alla spiegazione del fratello e quasi mi commuovo nel vedere come pensano agli altri, come pensano a Ian. Ormai è loro padre e lo adorano. Ogni volta che lo vedono i loro occhi si illuminano ed è sempre quello che ho desiderato per loro, che fossero felici con il loro papà.

Certo che un gatto è un’impresa ardua. Ha così tanti animali Ian che uno in più lo manderebbe fuori di testa, ma sono sicura che lo terrà comunque. Lui adora gli animali, non potrebbe mai abbandonarlo.

 

“Mamma, ti prego!”- mi pregano entrambi.

“Va bene, cercheremo un gattino per Ian.”- dico ad entrambi. -“Forza, andate a lavarvi i denti e andiamo a letto.”

 

I bambini corrono in bagno per lavarsi i denti, mentre Alex mi aiuta a sistemare.

 

“Sono contento di come stiano andando le cose.”- inizia mio fratello mentre mi passa un astuccio pieno di colori. -“Per i bambini intendo.”

“Le cose non potrebbero andare meglio.”- dico.

“La faccenda con i giornali si è sistemata?”- mi domanda curioso.

“Si è calmata un po’, ma sistemata no. Per quanto possiamo ribadire che non ci sia nulla nessuno ci crederà. In questo momento mi interessa dei bambini e che non finiscano loro sui giornali.”- rispondo.

“Certo, si.”- borbotta. -“Sicura che tra te e Ian non ci sia niente?”

“Siamo amici, Alex.”- gli dico voltandomi verso di lui. -“Che cosa stai insinuando?”

“Il vostro rapporto è molto più sciolto di qualche tempo fa. Ogni volta che vi vedete vi guardante in modo strano.”- mi dice allusivo.

“Siamo amici, punto.”- sbotto irritata. -“Lui sta con sua moglie, io sto provando qualcosa con il tuo amico, ti ricordi di Eric, vero?”

 

Alex alza le mani in segno di resa.

 

“Non volevo farti irritare, scusami!”- mi dice sulla difensiva. -“I bambini mi hanno detto che una volta ha dormito qui, quindi…”

“Alex, basta!”- lo blocco. -“Era qui per i bambini, tra me e lui non ci sarà mai niente. Lui ha la sua vita, io la mia.”

“Certo, va bene, non uccidermi!”- ribatte afferrando il giubbotto. -“Toglimi una curiosità, però. Perché ogni volta che ti faccio domande sul rapporto tra te e Ian ti scaldi così tanto? E poi ogni volta che parliamo di Nikki esci di testa. Non sarai mica gelosa?”

“Ritieniti fortunato di essere mio fratello, altrimenti ti avrei già ucciso!”- lo minaccio aggirando le sue insinuazioni. -“Ora puoi pure andare a casa.”

“Va bene, va bene, me ne vado.”- mi dice con uno strano sorrisetto.

 

Se ne va chiudendo la porta, ma non prima di avermi salutato con un Buonanotte schizofrenica.

Perché ho un fratello così idiota? E’ idiota forte per dire che io sia gelosa di Ian. Ma non scherziamo! Io non sono gelosa di Ian, no.

Ian è Ian, è sua moglie che non mi è mai stata simpatica, io non sono gelosa di lei. Perché dovrei? Okay, forse ha avuto tutto quello che Ian mi aveva messo su un piatto d’argento, ma la scelta è stata mia. Certo che non posso non dire di godere un po’ sui vari problemi che hanno, non perché io sia cattiva, ma avevo sempre detto a Ian che sposarsi dopo così poco tempo era come andare incontro alla morte, ma lui non mi ha mai ascoltato. Il matrimonio è stato posticipato un po’ a causa dei nostri legami, ma dopo mi ha lasciato e si è sposato.

Scelta sua. Solo… Non so neanche io come mi sento. Certo che se potessi tornare indietro molte scelte e sbagli non li avrei fatti e magari la situazione sarebbe diversa.

Decido di non pensarci più e vado di sopra dai bambini per vedere se hanno finito. Appena entrata in bagno noto che hanno fatto un disastro per terra. Il pavimento è pieno d’acqua. Cerco di trattenere un sorriso quando i bambini mi guardano colpevoli e con i capelli tutti bagnati -e sparati in ogni lato.

 

“Chi è stato?”- domando fingendomi arrabbiata.

“E’ stato lui!”- entrambi si puntano il dito contro.

“Non è vero, sei stato tu!”- ribadisce Joseph.

“Non dire bugie!”- sbotta Stefan. -“Sei stato tu Jo.”

“Va bene, basta così!”- fermo il loro battibecco. -“Venite qui che vi asciugo i capelli e andiamo a letto.”

 

Afferro un asciugamano alle mie spalle e faccio segno loro di avvicinarsi.

 

“Non sei arrabbiata mamma?”- mi domanda Stefan.

“Vediamo…”- trattengono entrambi il respiro. -“No, non sono arrabbiata, ma cercate di non farlo più. Potevate farvi male.”

“E’ solo un po’ d’acqua.”- mi dice Joseph.

“Ma il pavimento è scivoloso, potevate cadere e sbattere la testa da qualche parte.”- ricordo loro.

 

Entrambi annuiscono, poi si siedono sulle mie gambe e inizio ad asciugarli i capelli. Joseph si gira verso di me e mi da un bacio sulla guancia facendomi sorridere.

 

“Mamma, la vuoi sapere una cosa?”- mi domanda dopo.

“Certo amore, dimmi.”- lo invito dolcemente a parlare.

“Oggi ci hanno chiesto a scuola che lavoro fanno i nostri genitori.”- inizia Joseph facendomi trattenere il respiro. -“Io e Stef abbiamo detto che tu e papà siete due attori.”
 

Ora sto pregando in tutte le lingue del mondo che nessuno ci abbia riconosciuti. E’ una scuola privata, certo, ma c’è un grande via vai di genitori e qualcuno potrebbe averci visto.

 

“Però non ci ricordavamo il nome di quello che fai.”- mi dice Stefan sinceramente.

“Della serie TV dici?”- domando e li vedo annuire. Meno male. -“So che siete felici del lavoro che facciamo, ma cercate di non dire mai ai vostri amici chi siamo e che facciamo uno show di vampiri.”

“Perché?”- mi domanda innocentemente Joseph.

“Perché… Diciamo che io e Ian dobbiamo mantenere una specie di identità segreta. Altrimenti non potremo vivere la nostra vita tranquillamente.”- cerco di spiegarmi il meglio possibile.

 

Della mia vita sostanzialmente non mi importa, mi sto preoccupando per loro.

 

“Come un agente segreto?”- mi domanda Stefan ricordano un film che hanno visto un po’ di tempo fa.

“Una specie. Parlatene il meno possibile, va bene?”- domando loro.

 

Entrambi annuiscono convinti e gli do un bacio.

 

“Andiamo a letto, forza!”- dico.

“Mamma, possiamo dormire con te?”- mi domanda Joseph.

“Va bene, andiamo.”- rispondo loro prendendoli per mano.

 

 



Un mese dopo.

Non ascolterò più i miei figli, lo giuro. Comprare un gatto? Bella idea, ma ha già distrutto metà casa. E’ piccolo, ha tre mesi, ma a quanto pare questa notte si è divertito a farsi le unghie sul mio divano sotto lo sguardo indisturbato di Spike. A differenza di quello che mi aspettavo, Spike è andato parecchio d’accordo con quella palla di pelo, anzi, ha tentato parecchie volte di giocarci finendo sempre con il naso graffiato.

Il gattino ha un bel carattere. I bambini sono già sul set, li ho accompagnati questa mattina, e io sono venuta a prendere palla di pelo. Si, insomma, non ha un nome e questo gli si addice proprio.

Vado alla ricerca del gatto e lo trovo sopra il ripiano della cucina -così questa sera, stanca morta, dovrò pure pulire per togliere il pelo del gatto- e riesco ad afferrarlo prima che tiri fuori le unghie. Metto il gattino dentro una gabbietta, così in macchina non andrà ovunque, e, dopo aver accarezzato Spike esco di casa e mi dirigo verso il set. 

Ian non c’è per tutto il giorno, ha una scena questa sera che ovviamente verrà rimandata, quindi abbiamo avuto tutto il tempo del mondo per sistemare e addobbare la sala riunioni.

Arrivo dopo dieci minuti e quando entro dentro lo studio mi trovo davanti Matt e Michael Malarkey con uno strano cartellone in mano. 

 

“Finalmente sei arrivata Dobreva.”- mi saluta ridacchiando Michael. -“Cos’è quel coso che si muove?”

“E’ un incrocio tra una tigre ed un gatto, penso.”- ridacchio.

 

Matt si avvicina e mette un dito dentro la gabbietta del gatto, che puntualmente lo graffia.

 

“Si, è una tigre in miniatura!”- borbotta.

“E’ stata un’idea dei gemelli, vero?”- mi domanda Michael.

“Certo che si. E spero che in futuro non ne abbiano altre di uguali.”- sospiro.

 

Dal corridoio vedo arrivare Candice, con il piccolo Daniel in braccio, seguita da Stefan con una bomboletta in mano. Non appena mi vede mi corre incontro e mi abbraccia.

 

“Joseph è con Paul e Rachel.”- mi rassicura Candice vedendo il mio sguardo leggermente spaventato. -“Quello che cos’è?”

“Il regalo per papà!”- le spiega Stefan. -“Un gattino arancione.”

 

Candice mi fissa sconvolta e io in risposta alzo le spalle. 

 

“Avete finito?”- domando.

“Praticamente si. Stefan, dai la bomboletta a Matt.”- dice Candice e mio figlio porge gentilmente la bomboletta al mio amico. -“Dobbiamo finire il cartellone e sistemarlo in sala. Joseph sta aiutando gli altri a sistemare le cose da mangiare e da bere.”

“Perfetto, vado da loro così metto giù la tigre.”- dico a Candice che annuisce.

 

Do un bacio al piccolo Daniel, che sta dormendo placidamente in braccio alla sua mamma, e poi, insieme a Stefan, vado nella sala riunioni. Non appena entro anche Joseph mi corre incontro e gli do la gabbietta con il gattino.

Mi guardo attorno e noto uno striscione con scritto Happy Birthday Ian che va da una parete all’altra, tanti tavolini con bibite alcoliche e analcoliche -in modo particolare per i bambini-, altri tavolini con del cibo e al centro, messo ben in mostra, un tavolo con sopra una torta. Mi avvicino e noto che sopra c’è stampata una foto con tutto il cast, bambini compresi. L’abbiamo scattata un mese fa, se non ricordo male.

 

“E’ stata un’idea dei bambini regalare un gatto a Ian, vero?”- mi domanda Paul alle mie spalle.

 

Mi volto verso il mio amico e gli sorrido.

 

“Si, hanno visto una foto di Moke e hanno deciso di regalare a Ian un gattino uguale.”- gli dico sedendomi su un divanetto.

“E’ stata un’idea carina.”- mi dice Paul, poi si siede accanto a me. -“I bambini mi hanno detto che domani andranno da Ian, ma che tu non ci sarai.”

“E’ una cosa loro, non mia.”- gli dico guardandolo.

“I gemelli mi hanno detto che l’invito era rivolto anche a te.”- continua Paul.

“Io… Domani ho un servizio fotografico a Toronto, non sarei potuta andare comunque.”- gli spiego. -“Devo partire domani mattina alle cinque.”

“Potevi rinviarlo, a parer mio.”- mi dice tranquillo. -“A Ian avrebbe fatto piacere.”

“Non mi sarei sentita a mio agio.”- gli dico sbrigativa.

 

Paul, dove vuoi arrivare?

 

“Sai che la famiglia di Ian ti adora.”- mi dice sincero.

 

Oh, questo lo so. Penso di aver recuperato il rapporto con Edna, Robyn e Robert. Siamo ritornati quelli di un tempo, più o meno. Non mi aspettavo l’accoglienza che mi hanno riservato e i bambini adorano l’altra parte della loro famiglia, non potrebbe andare meglio di così.

Ma domani, essendo il compleanno di Ian, ci sarà anche lei, in quanto sua moglie, e io non ho voglia di vederla. Voglio stare tranquilla, con la mia piccola e strana famiglia, non voglio avere problemi. Ian non mi ha detto come ha reagito Nikki per quanto riguarda la storia delle foto dei giornali, ma i gemelli mi hanno detto che era leggermente arrabbiata -penso che sia stata molto più che arrabbiata, ma fortunatamente non ha fatto scenate davanti ai bambini.

 

“Lo so, ma io non sono una di famiglia. Sono soltanto la madre dei gemelli.”- mormoro.

“E ti sembra poco?”- mi domanda.

“No, certo che no.”- gli rispondo. -“Solo che… Senti, Paul, io non voglio creare problemi tra lui e Nikki. So che non ha reagito molto bene con le foto sul giornale. Ian non me l’ha detto, ma i gemelli si. Il loro rapporto è burrascoso, non voglio peggiorare la situazione.”

“Nina, non è colpa tua se il loro rapporto sta andando a rotoli!”- mi rimbecca Paul. -“Non è colpa di nessuno. Questa situazione dura già da qualche anno.”

“Ma è peggiorata da quando sono arrivata io.”- gli faccio notare. 

“Ma non è comunque colpa tua.”- mi dice Paul.

“Non lo so se è colpa mia o meno, ma”- mi blocco un attimo prima di continuare. -“io non voglio stare lì in disparte beccandomi magari qualche frecciatina da parte sua.”

“Ian non glielo permetterebbe mai!”- ribadisce.

“Perché dovrebbe farlo? Lei è sua moglie, io sono una qualunque.”- gli dico amareggiata.

“Tu non sei affatto una qualunque per Ian, e questo lo sai bene. Ci tiene a te in un modo che neanche immagini.”- mi spiazza.

 

Lei, comunque, è pur sempre sua moglie. Avrà sempre priorità, come giusto che sia.

 

“E’ sua moglie, Paul.”- gli ricordo.

“Ma tu sei ancora la donna che a-”

 

Paul si blocca perché Phoebe entra come una furia in sala urlando ‘Ian sta arrivando’. Ci mettiamo tutti in posizione, io mi metto vicina a Paul,e Kat, la più vicina all’interruttore, spegne la luce. Aspettiamo alcuni secondi, che sembrano ore, poi finalmente la porta si apre. Le luci si accendono un attimo dopo e ci alziamo tutti insieme urlando Tanti auguri. Mi accorgo solo in un secondo momento della figura affianco a Ian e ovviamente anche questa volta il karma mi è contro, come sempre. E’ una festa di Ian, da una parte avrei dovuto aspettarmelo, ma lui non sapeva niente quindi l’ha portata qui di proposito. Perché? 

Cerco di ricompormi e, come tutti, mi avvicino a Ian per fargli gli auguri. Non appena gli vado davanti porgendogli la mano e dicendogli, quasi a denti stretti, tanti auguri mi guarda quasi triste. Sembra quasi che si stia scusando con me. 

Perché?

 

 

Pov Ian.

Non me l’aspettavo, davvero. Sapevo di aver rovinato i piani a tutti dicendo loro che volevo passare il compleanno con i miei genitori e il resto della famiglia, ma non mi sarei mai immaginato questo. Hanno organizzato una festa a sorpresa per me un giorno prima e ci sono anche i miei figli, che per adesso non mi hanno mollato un secondo. E’ un po’ come sta facendo Nikki perché da quando è venuta a sapere, tramite il giornale, delle foto tra me e Nina ha praticamente deciso di seguirmi ovunque e la cosa mi pesa, ma non posso farci niente. Oggi ha deciso di venire con me e, per non destare sospetti, l’ho fatta venire, ma non mi sarei mai immaginato di portarla qui con una festa organizzata. L’ho visto lo sguardo di Nina, però. Un misto tra uno sguardo pieno d’accusa e uno di comprensione, forse. Quello che mi ha fatto più male non è stata la parte colpevole, ma quella di delusione.

Perché è rimasta delusa da me? Io ho fatto quello che ho potuto, ma non penso di darle una spiegazione. Sto cercando, per il suo bene, di non intromettermi o di non mostrarmi geloso -si, okay, sono forse un po’ troppo geloso della sua nuova relazione- sulla sua nuova storia d’amore, perché finalmente sembra che stia respirando un po’ di più e, anche se questo mi fa male, lo sto facendo per lei. E Nikki è mia moglie, quindi se lei chiede io faccio. Ma dallo sguardo che mi ha rifilato ho percepito qualcosa, come se ci tenesse a me. Non in senso platonico o da montata di testa, ma come se provasse ancora qualcosa di parecchio forte, ma magari me lo sono solo immaginato. Tutti stanno sospettando qualcosa, più da parte mia, quindi ho portato mia moglie qui per far cadere i sospetti, gesto codardo, lo so, ma non sapevo che altro fare.

 

“Papà! Papà!”- urlano i bambini tirandomi la maglietta.

“Devi sederti qui!”- mi dice Stefan indicandomi una sedia.

“E devi chiudere gli occhi!”- continua Joseph.

“Cosa volete farmi?”- domando preoccupato, ma con una nota di divertimento nella voce.

 

Faccio come mi dicono e mi siedo su una sedia con gli occhi chiusi. Tento di dare una sbirciata, ma Paul fa la spia. Matt afferra un nastro nero e me lo mette sugli occhi impedendomi così di vedere.

 

“Dobbiamo darti il regalo!”- mi dice Joseph.

“Ma non avrei guardato…”- mi lamento io.

“Non è vero papà!”- mi rimbecca Stefan.

 

E sorrido, come ogni volta, quando pronunciano la parola papà. Ogni volta che mi chiamano così potrei toccare il cielo con un dito.

Sento i gemelli allontanarsi sotto i risolini di tutti e ritornano un attimo dopo. Sento qualcuno trafficare con qualcosa di metallico, poi uno dei bambini si avvicina a me e mi appoggia qualcosa di morbido sulle gambe. Con le mani vado a tentoni e riesco a toccare il mio regalo. E’ morbido. Continuo a toccare e sento del pelo.

Pelo?

 

“Posso vedere quello che mi avete regalato?”- domando curioso.

 

Forse, ma proprio forse, ho capito cosa possa essere.

 

“Va bene.”- mi dice Joseph.

 

Sento qualcuno togliermi il nastro e quando apro finalmente gli occhi mi guardo le gambe. Un tenero gattino rossiccio mi sta osservando e mi morde un dito facendomi sorridere.

Lo prendo subito in mano, piccolo com’è ci sta tranquillamente, e lo accarezzo piano.

 

“E’ davvero per me?”- domando stupito ed emozionato.

 

Non pensavo che i miei figli potessero farmi un regalo del genere. E’ il più bel regalo che abbia mai ricevuto.

 

“Si papà!”- mi dice Stefan. -“L’abbiamo preso con la mamma!”

 

Nina mi rifila uno sguardo parecchio imbarazzato, mentre Nikki, accanto a me, si irrigidisce, ma non me ne preoccupo. 

 

“E’ bellissimo, davvero.”- dico loro dando un bacio ad entrambi.

“Potresti aprire uno zoo, Som!”- scherza Michael facendomi ridacchiare.

“Sarebbe un’idea fantastica!”- continua Zach.

“Niente zoo.”- decreto serio.

“Papà, potresti chiamarlo Moke!”- mi dice Joseph.

 

Ci penso un attimo e ora capisco perché l’hanno fatto. Ho detto loro di Moke e di come mi mancasse e loro mi hanno regalato un gattino -rossiccio tra l’altro- per farmi più felice. Amo troppo questi bambini, più di me stesso.

 

“Io stavo pensando che potreste voi dargli un nome.”- dico loro. -“Moke era Moke, lui è diverso!”

 

I bambini iniziano a parlottare tra di loro e in pochi minuti arrivano ad una conclusione.

 

“Chiamiamolo Klaus!”

 

Tutti nella sala scoppiano a ridere e guardiamo automaticamente Joseph che si finge offeso.

 

“Credevo di essere più spaventoso di un gattino!”- borbotta incrociando le braccia al petto. -“Al limite è un nome per un cane.”

“A me Klaus piace.”- intervengo. -“Infondo ora sei tanto dolce.”

“Somerhalder, dopo facciamo i conti!”- mi minaccia Joseph Morgan.

“Allora si chiamerà Klaus!”- decreta Stefan felice.

 

 















 

                                                                         * * *

 















 

Non so come definire l’andamento di questa serata. Da una parte sta andando bene, ho tutti i miei amici attorno, i miei figli, tutto quello che potessi desiderare -più un gattino rossiccio che sta andando in giro per la stanza e che ogni tanto si struscia sulle mie gambe alla ricerca di qualche carezza. Da una parte, ed è quello che mi fa più soffrire, sta andando male. Nikki è sempre accanto a me, ma sostanzialmente non è per questo… Nina mi sta evitando e ci sta riuscendo bene. Non posso sbilanciarmi più di tanto, visto che ci sono anche gli altri, ma ogni volta che mi avvicino anche di poco a lei se ne va. E questo mi irrita, parecchio. Capisco che non sono solo, ma almeno guardarmi per qualche secondo, scambiare qualche parola in modo innocente mi farebbe bene. Sembra quasi che voglia scappare da me, che non mi voglia vedere. Sto diventando logorroico, ma… Mi fa male non averla vicino, almeno un po’.

La serata sta quasi giungendo al termine quando Nina va fuori dalla sala. Sta andando via?

Con la scusa di andare in bagno mi assento anche io e, una volta assicuratomi che nessuno in particolare mi stia seguendo, vado fuori anche io. La trovo lì, seduta di spalle su un muretto con una nuvola di fumo che si sta ingrandendo sempre di più.

Fuma ancora?

Mi siedo accanto a lei, ma Nina continua a guardare dritto tenendo stretta la sigaretta tra le mani.

 

“Fumare fa male, Nina.”- la rimprovero.

“Non dovrebbe importarti della mia salute.”- mi dice pungente.

 

Perché questo tono? Io l’ho detto solo per il suo bene.

 

“Mi preoccupo per te, non voglio che tu stia male.”- le dico sincero.

“Si, certo.”- borbotta.

 

Fa per portarsi la sigaretta sulle labbra ma io, più veloce di lei, l’afferro e la getto distante da noi. Nina mi guarda accigliata.

 

“Era mia, quella.”- sputa.

“Che cosa ti ho fatto per meritarmi questo trattamento?”- gli domando.

“Hai gettato la mia sigaretta!”- mi ricorda furiosa.

“Da quando in qua fumi?”- gli domando. -“Mi ricordavo che avessi smesso.”

“L’avevo fatto. E’ la prima questa.”- mi dice.

“Perché hai iniziato?”- le domando cercando di addolcire il tono della voce. -“Sai quanto odio il fatto di vederti fumare.”

“Il tuo parere non dovrebbe interessarmi, credo.”- mi risponde.

“A me il tuo interessa, però.”- le dico. -“Ma non sono venuto per parlare di questo. Perché sei così scontrosa? E’ il mio compleanno.”

“Domani è il tuo compleanno.”- mi dice voltandosi dall’altra parte. -“Non sono scontrosa.”

“Tra poco è il mio compleanno.”- le dico guardando l’orologio. -“Sono le 11.51 pm. E comunque si… Ti stai comportando diversamente da come ti comporti di solito. Sei più distaccata. Io non ti ho fatto niente.”

“No, certo. Prima mi dici che con Nikki siete ai ferri corti e poi la porti qui a gironzolare sul set.”- mi dice puntandomi il dito contro.

 

Non faccio nemmeno in tempo a ribattere che si alza allontanandosi di qualche passo da me. 

Ma che problemi ha? Credevo che in qualche modo tentasse di aiutarmi con Nikki. Le ho spiegato i miei problemi, credevo capisse.

 

“E qual’è il problema?”- le domando alzando la voce di un tono.

“Non c’è nessun problema!”- sbotta.

“Certo che c’è!”- sputo avvicinandomi di qualche passo a lei. -“Qui mi sembra che qualcuno, tipo tu, mi stia rinfacciando qualcosa.”

“Non è vero!”- ringhia.

“No, certo che no. Che problemi hai se la porto qui?”- le rispondo con lo stesso tono. -“Tu hai la tua vita con quel principino uscito dalle favole, io ho la mia!”

“Non parlare di Eric in questo modo!”- mi accusa. -“Ma se devi inventarti mille cose sulla tua vita privata non venire da me.”

“Credevo mi capissi! Credevo che parlarne con te mi aiutasse!”- le dico nervosamente.

“A me non interessa di Nikki! Sai quanto mi faccia male questa cosa eppure tu continuavi a sbattermela in faccia!”- urla.

 

Questo… Mi lascia basito. Davvero stava male quando le parlavo di Nikki? Io credevo… Che fosse superata questa cosa. Credevo che parlarne con lei fosse un bene per farle capire che niente funzionava, che in qualche modo mi ero pentito, ma io non volevo ferirla, davvero.

 

“Io non volevo ferirti!”- le dico sinceramente.

“Ma l’hai fatto! Continui a farlo!”- afferma convinta.

“Anche tu lo fai!”- le dico serrando la mascella. -“Pensi che io non ci stia male quando te ne esci così? Un momento va tutto bene, l’altro va male. E io non ti capisco.”

Allora non cercare di capirmi!”- urla esasperata.

 

Non mi sono nemmeno accorto di essermi avvicinato completamente a lei ed averla quasi costretta ad appoggiarsi al muro dietro alle sue spalle. 

 

Non posso!”- urlo anche io. -“Non posso, Nina. Non posso continuare così, io non ce la faccio. Pensi che non mi senta in colpa per tutto quello che è successo tempo fa? Sono stato costretto.”

“Mi stai dicendo che ti ho costretto a lasciarmi?”- mi domanda ilare. -“Ridicolo.”

“Tu mi costringi a fare cose che nemmeno immagini!”- la rimbecco.

“Certo, si. Devo scusarmi, allora?”- mi ringhia contro.

“No, sono io a dovermi scusare.”- le dico sorprendendola.

 

Ormai ha la schiena completamente appoggiata al muro. Posso sentire la sua pelle tremare, il suo cuore battere velocemente, posso vedere come continua a chiudere la mano a pugno nervosamente, ma sebbene sia agitata -lo percepisco- continua a tenermi testa e a far valere le sue ragioni. Lei è una che non molla e forse è proprio per questo che la amo. 

 

“Per avermi abbandonata?”- mi domanda.

 

Finalmente non urla più, sembra solo sorpresa, spaesata. Ha le guance rosse per lo sforzo, i capelli ormai completamente in disordine. Mi perdo ad osservare le sue labbra carnose e messe sotto tortura dai suoi denti e quasi cedo all’istinto di assaggiarle. 

Non posso, continuo a ripetermi.

Ma devo farlo, mi autoconvinco.

 

“No, per questo.”

 

Afferro il suo viso con le mie mani fredde, che a contatto con la sua pelle calda mi fanno tremare leggermente, e la bacio.

Semplicemente, la bacio.

 

____________________________________________________________

 

*ecco il nome del bambino di Candice finalmente ahahahah



No, non ci vedete male o avete le visioni, questo capitolo è effettivamente lunghissimo. Mea culpa, comunque. Ero veramente convinta di aver scritto 44 capitoli, ma alla fine nella mia cartella questi arrivavano solo al 43, quindi mi ero riconvinta di averne scritto uno in meno. Ho trovato però un capitolo 42 in più con accanto copia, l'ho aperto ed ho visto che erano completamente diversi :')
Mio fratello, sistemandomi il computer, ha fatto un po' di casini e si è cambiato il nome di un capitolo ahahaha
Ma vi avevo promesso una determinata cosa, credo abbiate capito a cosa mi sto riferendo, quindi ho preferito mettere insieme due capitoli facendone uno chilimotrico, spero non vi dispiaccia troppo e che non sia stato pesante da leggere!
Buon inizio di settimana, comunque ^^
Ringrazio subito le fantastiche 11 ragazze che hanno recensito lo scorso capitolo, siamo ritornate quelle di una volta, più o meno, e spero che anche questo capitolo riaccenda il vostro interesse, ma tenetevi comunque forte per l'ultimo, lungo anch'esso, tipo 17 pagine.
Andiamo per gradi, visto che ci sono parecchie -tante- cose da dire.
Abbiamo finalmente scoperto il nome del bambino di Candice, Daniel. E' un nome che mi ha sempre affascinata e poi è in onore del nostro Daniel Gillies, spero che appreziate!
Il fatto imporante, oltre a quello finale del capitolo, è l'uscita nei giornali di Ian e Ninainsieme. La cosa ha fatto parecchio scalpore, tutti i Social sono andati in tilt, fan compresi (magari accadesse una cosa così *__*) e alla fine tutto si è calmato, anche se di poco, con l'interento falso di Ian nel quale dice di amare la moglie e altre cavolate e la cosa punge veramente a Nina. No, ma lei non è gelosa, no no.
I bambini poi hanno un'idea carina per il compleanno di Ian e alla fine gli regalano un gattino arancione, Klaus. All'inizio avrei voluto chiamarlo Moke, sinceramente, ma sono dell'opinione che ogni animale, o persona, debba avere un nome diverso e quindi Klaus sia. Ma ve lo immaginate Joseph Morgan gatto mannaro? No, okay, battuta fuori luogo ahahahaha
Il cast, come hanno sempre fatto, ha organizzato una festa a sorpresa per il compleanno di Ian e lui si è portato dietro Nikki, ma non serve che vi ripeta i motivi, le si è appicciato addosso come una cozza.
La parte finale, credo, si possa commentare da sola. Nina, non sopportando la situazione, è corsa fuori per schiarirsi le idee e Ian l'ha seguita. Hanno litigato, ancora, ma alla fina Ian l'ha baciata. E' stato lui a fare il primo passo signori e signore, credo che possa meritare un premio :)

Con questo credo di aver detto tutto, il prossimo, il 43°, sarà l'ultimo capitolo e... Avrò tempo di dirvi altre cose :)
Grazie ancora, alla prossima <3
(L'aggiornamento dovrebbe arrivare tra sabato 5 settembre e domenica 6 settembre!)

PS: Ho appena scoperto che Candice è incinta, non avete idea di quanto sia felice per lei, se lo merita *____*
  
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