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Autore: Iteh in heaven    31/08/2015    0 recensioni
Cassandra è una studentessa universitaria ventitreenne , oppressa dai genitori. Cerca in tutti i modi di fuggire da ogni distrazione -compreso l'amore- che non mancano, dato l'impegno del fratello e dell'amica che cercano in ogni modo di portarla in giro. Durante una vacanza a Los Angeles però non può fuggire dall'incontro con un famoso cantante che cercherà in tutti i modi di conquistarla, nonostante i suoi continui rifiuti.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Mancava un esame e avrebbe avuto abbastanza tempo per recuperare tutte quelle notti in bianco. Un esame e finalmente tre settimane di vacanza senza cercare di declinare tutti gli inviti delle sue amiche che non badavano all'università, per l'arrivo dell'ultimo mese di estate che sapeva sarebbe finito troppo presto.

Il cellulare vibrò per l'ennesima volta, mise la matita in mezzo al libro e scosse la testa disperata per l'ennesimo tentativo di Anne di persuaderla ad uscire, mandò un "no" in risposta e si dedicò di nuovo allo studio. Suo padre era stato chiaro, niente divertimenti fino a quando non si sarebbe laureata, stessa regola per suo fratello che era rimasto molto seccato da quella notizia che aveva interrotto ogni suo contatto con feste e discoteche varie, ma non poteva nascondere il suo divertimento quando usciva dalla finestra durante la notte e quando imprecava per essere caduto su qualche pianta con le spine, ma non poteva fare altro che nascondere tutto ai suoi genitori, anche se lui era più grande.

Un secondo dopo aver finito un paragrafo, il fratello entrò con il casco in mano e con aria sospetta, le fece un sorriso, si passò una mano fra i capelli biondo cenere, nettamente opposti ai suoi, di un castano scuro.

-Ciao piccola, stai ancora studiando? Sai che potresti sgattaiolare via quando papà è al lavoro vero?-le disse aprendo il frigorifero e prendendo una bottiglietta di acqua, si grattò la guancia e incrociò le braccia al petto.

-Ci tengo a laurearmi entro l'anno, non a farmi tutte le ragazze che ballano in discoteca-rispose la sorella appoggiandosi allo schienale e incrociando le gambe sfoggiando una finta superiorità.

-Sai che non mi faccio le ragazze della discoteche, mi faccio le ragazze che portano i miei amici. Il fascino è di famiglia, ma tu non lo sai usare-le disse mentre smanettava con il cellulare fra le mani, scosse la testa e lo girò verso di lei.

-Cosa sarebbe?-

-Un applicazione per rintracciare i GPS dell'auto di papà, per sapere quando devo tornare o che strade evitare. Vedi, è sempre più facile, papà invecchia e la tecnologia avanza-le disse e scoppiò a ridere, non potendo credere che era arrivato fino a quel punto pur di uscire.

-Sei molto disperato, vai in camera a studiare per  mezz'ora Daniel, almeno non mentirai del tutto-gli disse congedandolo con un gesto da teatro.

-Ah, ho incontrato Anne in centro, stava facendo shopping con le altre tue amiche e mi ha detto di salutarti e di dirti che è arrabbiata perchè non uscite da un mese-le comunicò mentre si dirigeva verso la sua stanza con passo lento e menefreghista, sicuramente non aveva intenzione di studiare neanche per dieci minuti, scosse la testa e ricominciò il suo studio sperando di poter finire prima di cena.

-Su, Cassandra, rimettiti a studiare-si ammonì da sola e ricominciò a sottolineare il suo libro di storia.

Rimase sui libri fino a dopo cena, dopo Daniel si infilò in camera sua impedendogli di continuare, le comunicò che quella sera non doveva uscire e poteva passare del tempo insieme, si misero sul suo letto e misero un dvd di qualche cartone Disney visto che nella sua camera non c'era altro.

-Non capisco perchè ancora a ventitré anni guardi i cartoni della Disney. Capisco perchè non hai nessun ragazzo-le disse sistemandosi meglio e facendo quasi cadere giù dal letto Cassandra, che gli assestò una gomitata e un'occhiataccia.

-Non sono affari tuoi e almeno non mi devo preoccupare di passare malattie veneree-sbottò facendolo ridere.

-Non ho nessuna malattia venerea. Se papà sapesse che scopo ogni giorno con ragazze diverse mi rinchiuderebbe in una cella-disse divertito guardando il soffitto della camera e sospirando.

-Cosa c'è?-gli chiese senza guardarlo tenendo gli occhi fissi sul televisore.

-Stavo pensando a quanto non mi senta ancora pronto a fare qualcosa della mia vita, papà ha preso questa decisione per colpa mia, perchè sono un nullafacente e sarà così per sempre. Non troverò una ragazza da sposare, non mi laureerò e non troverò un lavoro che possa farmi vivere senza problemi, sarò un punto interrogativo e tu ne pagherai le conseguenze-spiegò Daniel con un tono malinconico, come se stesse pensando alla situazione da troppo tempo, osservò i suoi occhi leggermente lucidi e ricordò quando ancora era piccolo e le tirava i capelli o le rompeva i giocattoli solo per farla piangere e poi negava tutto davanti ai loro genitori, sorrise e gli tirò una ciocca di capelli facendolo sussultare.

-Che ore sono?-gli chiese, Daniel stranito prese il cellulare e le rispose, l'altra balzò giù dal letto e aprì il suo armadio iniziando a cercare, poi lo guardò interrogativa -Allora? Va a vestirti, usciamo!-

Poco dopo sfrecciano per le strade con la Ducati di Daniel dopo essere usciti nonostante le proteste del padre che non era affatto d'accordo, si fermarono vicino ad un parco e si sedettero sulle altalene iniziando a dondolarsi, beandosi quell'aria leggermente fresca dell'ultimo mese di estate.

-Non pensavo che saresti andata contro gli ordini del grande capo-le disse Daniel portando la testa indietro e sorridendo libero.

-Tutto per un fratello così speciale!-gli disse continuando a dondolarsi sempre più veloce come facevano da piccoli.

-Pensavo che dopo che ci diamo l'ultimo esame della sessione estiva, potevamo chiedere una serata fuori, fino a tarda mattina-le propose il fratello sapendo che già stava progettando qualcosa.

-Prima diamoci questo maledetto esame e poi andremo in qualsiasi posto a qualsiasi ora!-sbottò scendendo con un balzo e mettendosi di fronte al fratello -Chi arriva prima alla moto guida!-

-Stronza!-le urlò dietro essendo in svantaggio, ma con poche falcate, essendo anche più alto, la superò, poi si voltò di scattò e la prese in spalla continuando a correre fino alla moto, si infilarono i caschi e ritornarono a casa.

Era arrivata quella mattina, Daniel e Cassandra avevano entrambi l'esame alle otto di mattina, come di rito prepararono solo il caffè, non avendo tempo per mangiare e si divisero ognuno verso la propria sede, lei in auto e lui in motore, entrambi ansiosi di godersi un mese pieno di divertimento e di relax.

Cassandra si fermò sotto casa di Anne che l'aspettava giù, si infilò in macchina facendolo un piccolo cenno e continuarono per la loro strada, dopo dieci minuti si ritrovò all'università, si diresse verso l'aula e si appoggiò al muro in attesa di essere chiamata, mentre Anne cercava di distrarla raccontando le sue giornate e dei ragazzi incontrati in quel mese. Il tempo passava velocemente e il suo telefono vibrò nel momento in cui fu chiamata dentro, passò il cellulare all'amica ed entrò nell'aula con le gambe tremanti, si sedette accuratamente davanti il professore e respirò profondamente scrollandosi l'ansia di dosso. Non riuscì a capire quanto rimase seduta a parlare, ma dopo il professore soddisfatto le diede il massimo e la congedò con un sorriso mentre Cassandra ancora non ci credeva, si catapultò fuori dall'aula e trovò non solo Anne ma anche Daniel appoggiato al muro vicino a lei, quando la vide uscire si mise dritto inarcando un sopracciglio per sapere.

-Il massimo!-urlò mentre il fratello apriva le braccia sorpreso e l'abbracciò sollevandola, poi fu il turno di Anne che lo scompigliò i capelli urlando tanti "te l'avevo detto" che la fecero ridere -Come è andato il tuo?-

-Il minimo, ma almeno l'ho passato-le disse prendendo il casco da terra e facendole un cenno -Ho già chiamato papà, gli ho detto che entrambi l'abbiamo passato io con il minimo e tu con il massimo, vai a farti un giro e non pensare di tornare a casa prima di cena!-

-Ma come facevi a saperlo?-quasi rise aggiustandosi i capelli castani e guardandolo con i suoi occhioni azzurri, lui scosse la testa.

-Perchè quando tu studi dai sempre il massimo, era scontato che fosse così anche questa volta. Ci vediamo stasera, piccola. Ciao Anne!-le salutò dirigendosi verso l'esterno, con la solita aria solitaria.

-Se non fosse tuo fratello starei pensando a come scoparmelo-sbottò Anne sospirandosi beccandosi una gomitata da Cassandra scioccata, mentre l'amica scoppiava a ridere e la trascinava fuori.

-Domani mia madre ritorna dal viaggio di lavoro, ci saranno di nuovo due cani sopra me e Daniel. La mia estate sembra essere già finita-sbottò salendo in macchina, inforcò gli occhiali da sole, mentre Anne accendeva la radio e partì verso la gelateria per un frappè prima del pranzo.

-Le altre vogliono andare in discoteca per festeggiare il tuo ritorno, ovviamente questa è una comunicazione e non una richiesta. Non sei uscita con noi per un mese, meritiamo questa uscita- Anne parlò così velocemente che l'altra faticò per capire ogni parola e annuì sapendo che non poteva fare in altro modo, l'aveva in pugno.

-Mi stavi parlando di un ragazzo che hai conosciuto?-le chiese fermandosi al semaforo rosso e guardandola.

-Sì, non so se è ancora qualcosa di serio. Ci siamo incontrati ad un compleanno, mi ha fatto compagnia tutta la sera e c'è stato un bacio, ci sentiamo ogni giorno, ma stasera non ci sarà perchè la guest star sarai tu!-quasi urlò come una fangirl, aumentando il volume della radio e cantando una canzone di Taylor Swift coinvolgendo anche Cassandra.

Durante il pranzo il suo cellulare vibrò varie volte, quando si decise a controllarlo vide che suo padre, sua madre e Daniel le avevano mandato molti messaggi, per informarla che il volo era stata posticipato all'indomani, che suo padre non sarebbe tornato a cena e che Daniel sarebbe rimasto tutta la notte fuori e la pregava di divertirsi e di coprirlo con il padre, scosse la testa non sapendo come facesse il fratello a continuare in questo modo.

-Ottimo! Shopping matto e poi ci prepariamo per la discoteca, ceni a casa mia-programmò tutto stringendole la mano e si sentì come una bambola fra le sue mani esperte.

Come previsto, passarono tutto il pomeriggio fra i grandi negozi di Chicago, comprando vestiti di ogni genere e costumi e verso ora di cena tornarono a casa, Cassandra era più che stremata per questo tour folle e scatenato dell'amica, che sembrava invece avere un'energia inesauribile.

Anne la squadrò diverse volte per cercare di capire il motivo di quell'abbigliamento, ma l'altra non aveva nulla di strano se non una camicia bianca, jeans e tacchi.

-Cosa c'è di strano?-chiese Cassandra guardandosi nello specchio vicino alla porta, l'amica scosse la testa leggermente muovendo i suoi capelli biondi lunghi e mossi naturalmente, afferrò le chiavi della macchina e la invitò ad uscire fuori.

Dopo che salirono in macchina e aver scelto la stazione radio adatta a quella sera, mise in moto diretta verso la discoteca, avendo appuntamento lì con le altre amiche.

Lo Skyline era affollato, la fila di gente riempiva tutto il marciapiede e la musica si sentiva fino a fuori pur se attutita, Anne uscì spedita verso il buttafuori che l'accolse con un gran sorriso e le fece passare, Cassandra arrivò a tutte le conclusioni possibili e arrivò a quella giusta quando lo accennò l'amica.

-Sì, ci sono andata a letto. Ma è stata una cosa fra amici, niente rancori-spiegò lei sbarazzina congedandola.

-E precisamente, con quanti buttafuori vai a letto?-le urlò all'orecchio Cassandra per sovrastare il frastuono della musica e della folla che urlava le parole, da lontano vide il privè verso cui erano indirizzate e notò anche le atre ragazze sedute che le aspettavano. Quando entrarono venne accolta da troppe braccia che la strinsero e le urlavano "Mi sei mancata" "Complimenti" creando una sorta di atmosfera imbarazzante, questo ovviamente lo notava solo lei che ringraziava. Constatò che Isabelle era entrata nel club delle ragazze con lo shatush, Clare aveva perso ancora qualche chilo facendo risaltare i suoi occhioni castani, Lucy era più sistemata rispetto alle altre volte e non aveva nessuna espressione triste o lo sguardo attaccato al cellulare e poi c'erano loro due Anne, che non era mai cambiata da quando la conosceva e lei, Cassandra la solita ragazza studiosa del gruppo che spesso si alienava per poter procedere lungo il suo percorso senza ostacoli, ma nessuno aveva nulla da ridire su questo.

-Allora sei tornata nel mondo dell'alcool e della discoteca-quasi urlò Clare alzando il suo bicchiere mentre Isabelle ne spingeva uno verso lei ammiccando.

-Tranquilla, non è nulla di forte!-la rassicurò Isabelle ridendo, alzò il bicchiere e brindò con le sue amiche volendo concedersi un po' di tempo per rilassarsi e anche perdere la testa visto che quel che c'era nel bicchiere era molto, molto forte.

-Dai divertiti, ti prometto che sarò tanto lucida da portarti a casa senza fare alcun tipo di incidente. Prometto!-la spinse Anne ridendo e bevendo solo una birra per cercare di convincerla, ma non c'era bisogno visto che aveva deciso che ormai si sarebbe divertita, e sarebbe iniziata la sua stata anche se breve.

-Un altro!-urlò Cassandra poggiando il bicchiere vuoto, scatenando le urla generali delle sue amiche più felici per quell'iniziativa che seguirono.

-Questa si che sarà una bella serata fra donne!-rise Lucy mentre chiamava il cameriere per un altro giro e probabilmente neanche l'ultimo.

A fine serata Cassandra aveva le scarpe in mano ed era appoggiata ad un muro fuori dalla discoteca, aveva perso di vista tutte le ragazze e la confusione dentro quella era troppa e la sua testa stava scoppiando, aveva preso automaticamente il cellulare e senza accertarsi che fosse il numero giusto chiamò il fratello che rise anche se preoccupato. Dopo circa dieci minuti sentì il rombo della moto e aprì gli occhi rabbrividendo, si infilò di nuovo le scarpe e accettò il casco da Daniel sedendosi dietro di lui e stringendolo potendo finalmente chiudere gli occhi.

-Non mi fare vomitare sul tappeto-sussurrò senza forze per tenere ancora gli occhi aperti e crollò.

 

 

 

 

Spazio autrice: 

Salve! Ecco qua il primo capitolo, spero che vi piaccia e che tutto vada per il mento. Aspetto di leggere quello che pensate!

  
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