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Autore: Jales    01/09/2015    0 recensioni
M. Shadows, the Rev, Synyster Gates, Zacky Vengeance, Johnny Christ, Arin Ilejay. Avenged Sevenfold.
Esprimeva un'unità incredibile, la loro, e quel messaggio era cucito in ogni lettera. A volte veniva da chiedersi chi era chi tanto le cose si facevano vicine e mescolate fra loro.
Ma c'era un filo rosso, legato stretto ai loro polsi, che li collegava minacciandoli di penetrare la carne se lasciato senza controllo.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fear will find you

#1. M. Shadows

E adesso?
Matt alza gli occhi sulle tre figure che, insieme a lui, si sono chiuse nella stanza: in un angolo c'è Johnny, buttato su una sedia con gli occhi rossi fissi sul pavimento, e dall'altra parte invece Zacky sta in piedi appoggiato alla parete. Non sa come lui faccia a stare su.
Brian sembra un fantasma che minaccia di essere inghiottito prima da se stesso e poi dal divano su cui si è seduto, e Matt non si sente molto meglio.
Sa che bisogna prendere una decisione, una qualsiasi decisione, ma per la prima volta M Shadows ha veramente paura.
Lui, Matt, semplicemente Matt, è terrorizzato.
Non doveva andare così.
Ci sono i ragazzi, la famiglia, gli Avenged Sevenfold e i fan -e Rev, Rev invece non c'è più e tutto questo non ha senso.
Bisogna prendere una decisione. Una qualsiasi, per ricominciare e per spingersi avanti. Per vivere.
Eppure…
E adesso, cosa dovrei fare?

#2. The Rev

Un genio, quasi un visionario.
Sono questi i colori con cui viene più spesso dipinto, che a farlo siano le parole degli altri o le stesse parole che butta giù con la matita su un foglietto spiegazzato anche alle tre di notte dopo un sogno che deve imprimere sulla carta.
Jimmy sembra avere le note nel sangue, nella testa, scritte addosso e stampate a fuoco sull'anima.
E si sente davvero bene, dietro la batteria, in cima al palco che sembra la cima del mondo anche per sole poche ore, a fare quello che più ama al mondo.
Essere se stesso.
Ma a volte, quando si alza dopo le interminabili sedute con quei fogli davanti a creare la sua musica, a volte passando davanti allo specchio vede la sua immagine riflessa.
E se così non fosse?
Tutte quelle immagini nella sua testa.
Un genio, quasi un visionario. Forse, quasi un folle.

#3. Synyster Gates

«Ma tu guarda che facce da cazzo che fai!»
Brian non guarda mai le foto degli show. In compenso, a volte lo fanno i ragazzi ed è un po' come se lo facesse anche lui. E sbuffa, non dice una parola, non si avvicina al computer per vedere nemmeno una sola di quelle immagini.
Non perché non ci sia nulla da vedere, ma perché per lui da vedere c'è anche troppo.
Quegli occhi, il mezzo sorriso, sicurezza che sembra permeare ogni sua singola fibra del suo essere.
Scrivono di lui che si dà delle arie, che a volte sembra fin troppo cosciente della sua bravura ai limiti dell'arroganza.
La verità, però, è un'altra. Ed è ben più amara.
Chitarra in spalla, cinque minuti e si va in scena.
Non guarda mai nessuno, si aggiusta la tracolla, guarda le scalette del palco. E quella dannata domanda che lo divora scava sempre un po' di più in profondità.
Sei abbastanza?

#4. Zacky Vengeance

Sembri più maturo.
Ha perso il conto di tutte le volte che se l'è sentito dire, e sono ancora di più le volte che si è morso la lingua per non parlare.
Gli è capitato di dover firmare alcune foto, e di vedere la sua perfetta copia sorridergli dalla carta e trafiggerlo con le iridi celesti.
Copia perfetta, o quasi.
I capelli lisci sulla fronte a coprire gli occhi, i piccoli anellini alle labbra e al naso, i guanti dalle dita tagliate. Il sorriso è lo stesso, certo, ma il resto?
Il tempo passa per tutti.
Fa scorrere il pennarello sulla carta e se è troppo immerso nei suoi pensieri gli altri concludono semplicemente che gli è girata la luna, è diventata giornata no.
Lui non dice né fa nulla per smentirli, lascia andare la foto e si ferma qualche istante.
Sembri più maturo, e quasi non sembri più te stesso.

#5. Johnny Christ

Sono determinato a vivere fino ad avere i capelli grigi, perché Jimmy non ha potuto farlo.
È il suo modo di ricordarlo, Johnny questo pensa sia chiaro, ma non è semplice come può sembrare dalle sue parole.
Non lo è mai, a dire il vero, e lui lo sa bene.
Sono determinato ad essere fiero di me.
Vuole poter guardarsi allo specchio e vedere riflessa nelle proprie iridi la soddisfazione di una vita lunga e felice, qualcosa di cui essere orgogliosi. Di cui Jimmy potrebbe esserlo a sua volta.
Ma quando alza gli occhi su se stesso e trova i suoi occhi pensa a molte più cose.
E se morissi ora?
La vita non aspetta nessuno, non rallenta né torna indietro. L'avevano imparato tutti quanti, e avevano pagato un caro prezzo per diventarne consapevoli.
Sono determinato a vivere fino ad avere i capelli grigi, perché potrei non poterlo fare nemmeno io.

#6. Arin Ilejay

Ufficialmente nella band.
Non potrebbe essere più felice, quanti possono dire di vedere i propri sogni realizzati dopo anni di dolore, sudore e fatica?
Ed esserci, esserci davvero lí con loro, lui in persona e nessun altro.
Ma loro, loro cosa vedono quando ti vedono? I fan cosa vedono quando ti guardano?
Non era lí per riempire il posto di nessuno, l'avevano messo tutti in chiaro, i ragazzi in primis.
Ma per lui, per lui la storia era un po' diversa.
A volte quando saliva gli pareva di vederlo, con il grande zero tatuato sulla schiena nuda appena sotto il suo cognome, i colori che si intrecciano dal petto alle braccia e una ribelle goccia di sudore che scivola dai capelli sulla pelle.
Un'ispirazione, un maestro. Un amico, in fondo.
I ricordi non si possono istruire, e la mente viaggia nel tempo come se non avesse quasi più significato.
Sei così sicuro di essere te stesso, nei loro occhi?

#7. Avenged Sevenfold

Avenged Sevenfold.
Un po' si perdeva la loro individualità, in quel nome: “Avenged Sevenfold” non poteva essere ognuno di loro allo stesso tempo, e in quelle due parole veniva a concentrarsi un po' dell'essenza di tutti quanti loro.
Lo sguardo di qualcuno, il sorriso di un altro, la voce di un altro ancora.
Esprimeva un'unità incredibile, la loro, e quel messaggio era cucito in ogni lettera. A volte veniva da chiedersi chi era chi tanto le cose si facevano vicine e mescolate fra loro.
Ma c'era un filo rosso, legato stretto ai loro polsi, che li collegava minacciandoli di penetrare la carne se lasciato senza controllo.
Avenged Sevenfold…
Non si trattava di una strada in discesa quella che avevano preso, ma assomigliava più ad un salto nel vuoto ad occhi chiusi. Non sapevano cosa avrebbero trovato, o chi avrebbero dovuto guardare negli occhi.
...chi sono, gli Avenged Sevenfold?


Note: titolo della flash preso dall'omonima traccia della colonna sonora di The Dark Knight Rises di Hans Zimmer.
  
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