Libri > Shadowhunters
Segui la storia  |       
Autore: xX__Eli_Sev__Xx    01/09/2015    0 recensioni
Incredibile quanto la guerra e la perdita possano sconvolgere la vita delle persone.
Ellie Nightshade e Henry Faircross lo sanno bene.
Nella prima guerra contro Valentine entrambi hanno perso tutto: la propria famiglia, la propria casa, le proprie certezze...
Quando Magnus Bane li porta via da Idris diretto all'Istituto di New York, sono ben consci che l'unica cosa su cui potranno fare affidamento sono loro stessi.
Per questo decidono di diventare Parabatai.
Perché avere un Parabatai vuol dire proteggersi a vicenda, amarsi incondizionatamente, essere amici, fratelli ed essere pronti a sacrificare tutto per la felicità dell'altro: essere una famiglia.
Quando la guerra mortale minaccerà di distruggere ogni cosa ancora una volta, i Cacciatori dell'Istituto di New York si ritroveranno a combattere non solo contro i Demoni evocati da Valentine e Sebastian - intenzionati a creare una nuova stirpe di Shadowhunters - ma anche contro quelli che si annidano nelle loro anime e dovranno essere pronti a perdere tutto pur di proteggere coloro che amano.
Genere: Angst, Avventura, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Love Turns to Ashes

XXI
Trappola
 
 Apro gli occhi e la prima cosa di cui mi rendo conto è che ho un gran mal di testa. Non so dove sono e non so come ci sono arrivata. Ricordo solo che sono andata a letto per ultima a casa Penhallow e poi… il vuoto.
 Mi metto a sedere lentamente, reprimendo la nausea che mi ha colta all’improvviso.
 Sembra… una grotta.
 - Ben svegliata. -  dice una voce alle mie spalle.
 Mi volto di scatto con il solo risultato di aumentare il dolore alla testa  - Tom? -  chiedo perplessa, poi ad un tratto ricordo.
 Ho chiesto a Tom di passare la notte con me.
 Mi ha baciata.
 Ho chiamato il nome di Henry.
 Mi ha picchiata.
 E mi ha detto di volermi uccidere.
 Mi si gela il sangue nelle vene. Vuole uccidermi. Tom vuole uccidermi. Mi ha portata via da casa Penhallow e sono sola e disarmata. Non so nemmeno dove mi trovo, non potrei nemmeno scappare.
 - Come ti senti, tesoro? -  chiede con il suo ghigno tremendo ancora dipinto sul volto. Avanza, ma rimane comunque a distanza.
 Sento la rabbia crescere dentro di me.  - Perché mi hai portata qui? -  chiedo mettendomi in piedi e reggendomi alla parete rocciosa che ci circonda.
 Lui ride.  - Per ucciderti, ovvio. -  risponde con ovvietà.
 - Allora fallo. -  lo sfido avanzando verso di lui.
 Scuote il capo.  - No. -  ribatte  - Non è ancora il momento. -
 Aggrotto le sopracciglia, ma prima di poter chiedere spiegazioni, vengo interrotta da qualcuno.
 - Ah, bene! -  dice un’altra voce alle mie spalle  - Vedo che anche Ellie si è unita a noi. -
 Mi volto di scatto e sgrano gli occhi.  - Sebastian? -  esclamo incredula trovandomi davanti il cugino di Aline.  - Cosa fai qui? -  chiedo e poi noto che è diverso. I suoi capelli non sono più neri come prima, ma bianchi, quasi argentei.
 Lui sorride e indica Tom.  - Stiamo aspettando il momento opportuno per cominciare. -
 Scuoto il capo. Ma che cosa sta dicendo? È diventato matto? Tom deve averlo convinto, deve averlo plagiato, non c’è altra spiegazione. E poi cominciare cosa?
 - Sebastian, che stai…? -  comincio.
 Lui mi interrompe sollevando una mano e scuotendo il capo per zittirmi  - Chiamami pure Jonathan Christopher Morgenstern. -
 Jonathan Christopher…?
 Non sto capendo nulla. Non è il nome di Jace? Cosa sta succedendo? Valentine ha un altro figlio? Ma non è possibile. E poi perché dovrebbe chiamarsi come Jace?
 Vedendo il mio sguardo perplesso lui continua.  - Sono il figlio di Valentine. -  spiega  - Il figlio legittimo. -  precisa alla fine.
 Scuoto il capo.  - Jace è figlio di Valentine. -
 Ride e anche Tom fa lo stesso.  - Davvero lo hai creduto? -  chiede Sebastian o come si chiama  - Io sono suo figlio e fratello di Clary. Valentine ha cresciuto Jace, è vero. Ma lui è figlio di Stephen e Celine Herondale. -  conclude.
 Rimango spiazzata. Jace è un Herondale? Quindi l’inquisitrice era sua nonna. Per questo l’ha salvato sulla nave di Valentine, durante la battaglia sull’Hudson.
 Un brivido mi attraversa la schiena.  - Tu sei il cugino di Aline… -
 - No. -  ribatte  - Ho solo finto di esserlo. Ancora mi chiedo come abbia potuto non capire che non ero il vero Sebastian. -  dice.
 Scuoto il capo, disorientata da tutte quelle informazioni e rivelazioni. Quindi è stata tutta una farsa. Fin dall’inizio.
 - Lavorate per Valentine… -  sussurro  - Entrambi. -  era solo una recita per poter entrare a Idris indisturbati. Ecco perché le Torri Antidemoni hanno ceduto. Le hanno fatte cedere dall’interno. Loro due, insieme.
 - Cento punti a Ellie. -  ghigna Sebastian e in quel momento vedo la somiglianza che c’è tra lui e Valentine. Il padre aveva lo stesso ghigno quando era entrato all’Istituto.
 Mi volto verso Tom.  - Era tutta una presa in giro? -  chiedo  - La nostra storia, la nostra amicizia… -
 Fa spallucce e a quel punto non riesco più a trattenermi.
 Mi muovo verso di lui e gli do uno schiaffo talmente forte da farlo indietreggiare.
 - Schifoso traditore! -  grido, ma prima che possa sferrargli un pugno, Sebastian mi afferra per le braccia e mi trattiene.  - Lasciami, sei disgustoso! -  grido furiosa.
 Tom si ricompone e poi ride.  - Sei stata facile da adescare. -  fa notare  - Avevi così tanta voglia di trovare qualcuno che ti amasse dopo la morte dei tuoi genitori, che sono bastati pochi complimenti per ammaliarti. -  
 - Bastardo! -  gli grido contro e sento Sebastian ridere dietro di me.
 Anche Tom ride, sinceramente divertito.  - Solo Henry aveva capito che c’era qualcosa di strano. È un ragazzo sveglio. Ma non abbastanza. -
 Scuoto il capo. Come ho potuto essere così cieca? Come ho potuto non credere a Henry? Lui aveva capito tutto. Lui sapeva e io non gli ho creduto, anzi l’ho anche insultato perché non accettava che potessi amare qualcuno.
 Sento le lacrime premere contro i miei occhi.  - Come hai potuto? -  chiedo.
 - Come hai potuto tu essere così ingenua? -  domanda di rimando.
 - Credevo di potermi fidare! -  urlo  - Credevo che fossi nostro amico! -
 - Hai creduto male. -  ribatte.
 Vorrei rispondergli per le rime, ma un attacco di tosse me lo impedisce. Mi piego in due e mi porto le mani alla bocca.
 Sebastian molla la presa sulle mie braccia e io cado a terra in ginocchio. Tossisco sempre più forte e sento il sangue macchiarmi le mani e la camicia bianca che Tom mi ha fatto indossare dopo che sono svenuta.
 - Quel veleno funziona davvero. -  sento dire da Sebastian.
 Veleno? Quale veleno?
 - Sì, è portentoso. Anche se ci ha messo un po’ ad entrare in azione. -  afferma il mio ex-ragazzo.
 Quando la tosse si calma, sollevo lo sguardo verso Tom, che mi sorride.
 - Mi hai dato del veleno? -  chiedo con voce strozzata.
 - Sì. Più o meno dalla prima volta in cui ci siamo conosciuti. -  afferma  - Non ti sei chiesta perché ero sempre io a prepararti il tè? -
 Oh, per l’Angelo. Mi ha avvelenata. Non ci posso credere.
- È il veleno di un Demone Superiore. -  spiega Sebastian  - Debilita l’organismo e lo corrode dall’interno. Per questo i tuoi polmoni sanguinano. Ed è anche la causa degli svenimenti. -  spiega.
 Scuoto il capo. Sono stata così stupida a fidarmi di un ragazzo che avevo appena conosciuto. Sono stata avventata e ingenua. E adesso ne sto pagando le conseguenze. Me lo merito.
 - E poi è stato facile somministrartelo durante tutte le notti che abbiamo passato insieme, abbracciati… -  dice con tono melenso  - È bastata una siringa e voilà. -  conclude.
 Scuoto il capo e vengo scossa da un altro attacco di tosse.
 Li sento ridere entrambi.
 Sono disgustosi.
 Un grido tremendo lacera l’aria.
 Sollevo lo sguardo di scatto.
 Cos’è stato?
 - Ah! -  esclama Sebastian  - La battaglia deve essere cominciata. -
 Ho un tuffo al cuore. Quanto sono rimasta priva di sensi se la battaglia è cominciata? Credevo che fosse l’alba, ma forse è già il tramonto. Spero che Henry e Alec stiano attenti. Spero che riescano a sconfiggere i demoni e Valentine.
 - Padre, finalmente. -  dice Sebastian.
 Io inorridisco. Padre? Valentine è qui?
 Mi volto e lo vedo. Capelli chiarissimi, occhi altrettanto chiari ed espressione seria e determinata. Sorride al figlio poggiandogli una mano sulla spalla.
 - La battaglia è cominciata. -  annuncia e poi volge lo sguardo verso di me.
 - Ah, questa dev’essere la tua amica, Thomas. -  mi esamina, percorrendo il mio corpo con il suo sguardo penetrante.
 Tom avanza e sorride.  - Esatto. -
 Valentine annuisce e si avvicina.  - Portala via. Noi dobbiamo cominciare. -  conclude.
 Cominciare cosa?
 Tom annuisce, si avvicina a me e mi solleva per le braccia. Tento di dimenarmi, ma gli accessi di tosse e tutte queste rivelazioni mi hanno reso debole, infatti riesce e tenermi ferma senza problema.
 Senza nessuno sforzo, il mio ex-ragazzo mi solleva sulle spalle, tenendomi ferma per le gambe. Usciamo dalla caverna e vedo che ci troviamo in una piccola radura. Poco lontano vedo un gruppo di alberi e capisco che ci troviamo vicino alla foresta di Brocelind.
 - Lasciami. -  ringhio muovendomi.
 Lui aumenta la pressione sulle mie gambe.  - Dai, Ellie. -  mi dice  - Adesso andiamo a divertirci un po’. -
 
 Tom mi lascia cadere a terra sulla schiena e per un momento mi si mozza il respiro. Quando riesco nuovamente a respirare, mi sollevo sulle braccia e tento di mettermi in piedi.
 Lui mi blocca, spingendomi nuovamente a terra.  - È inutile che ti ribelli. -  mi fa notare  - Sei troppo debole. Mentre eri priva di sensi ti ho iniettato una dose doppia di veleno. -
 Ci mancava anche la dose doppia di veleno.
 Idiota. Lo penderei a calci molto volentieri, ma devo ammettere che ha ragione, sono troppo debole per fronteggiarlo da sola. È più alto di me e per quanto possa essere allenata, lui è molto più forte di me.
 Tento di trascinarmi lontano da lui, ma mi afferra per una caviglia e mi trascina accanto ad un albero.
 - Dove credi di andare? -  chiede.
 - Se vuoi uccidermi, fallo subito. -  affermo quando mi ha lasciata andare.
 Lui ride.  - No. -  dice  - Voglio che lui ti veda morire. -
 Aggrotto le sopracciglia.  - Lui? -  chiedo. Di chi sta parlando?
 Annuisce.  - Henry. Chi, altrimenti? -
 Il mio cuore si ferma. Vuole che Henry…?
 - Tu sei pazzo. -  ho ancora una carta da giocare.
 Devo provarci, non posso lasciare che faccia del male a Henry attirandolo qui  - Lui mi odia. Non vuole più vedermi, me lo ha detto chiaramente. E odia anche te. -  spiego con amarezza  - Non verrà. -  non so se quello che dico è vero, non so se Henry mi odi davvero o se mi abbia cacciato in un momento di rabbia. L’unica cosa che so è che in questo momento vorrei che mi odiasse davvero. Vorrei che non venisse.
 Tom ride e si inginocchia davanti a me.  - Credi davvero che ti lascerebbe qui? -  chiede  - È innamorato di te. Non ti abbandonerebbe mai, non se sapesse che sta per succederti qualcosa. -
 Scuoto il capo.  - E allora che vuoi fare? Correre nel campo di battaglia e attirarlo qui? Bel piano. Auguri, spero ti uccidano nel tragitto. -
 Ride ancora.  - Pensavo più a qualcosa di diverso. -  affermo  - Voi siete parabatai. Ciò significa che, se dovessi farti del male, anche lui ne risentirebbe. -  conclude.
 Sento il sangue gelarsi nelle vene. Non ero preparata a questo. Credevo che volesse fare del male solo a me. Non a Henry.
 - Perché lo fai? -  chiedo esasperata, non c’è modo per fargli cambiare idea. Non è stupido.
 Increspa le labbra.  - Sì, credo che una spiegazione sia d’obbligo. -  poi continua  - Voglio vendicarmi. -
 - Vendicarti? -  domando perplessa  - Nessuno di noi ti ha fatto un torto. -
 - È qui che ti sbagli. -  afferma  - È vero, forse tu e i Lightwood non avete fatto nulla, ma la famiglia Faircross ha fatto un torto a noi Greenstorm. -  spiega  - Uno di quelli che non si dimenticano facilmente. -
 Scuoto il capo.  - Non capisco. -
 - Non importa. Quello che devi sapere è che questa notte morirete entrambi. Ucciderò te per prima, così che lui ti veda morire. -
 Scuoto il capo e prima che possa alzarsi in piedi gli sferro un calcio dritto sul naso. Non era molto potente, ma grazie all’effetto sorpresa riesco comunque a farlo cadere a terra.
 Geme dal dolore e poi scatta in piedi.  - Piccola puttana! -  grida e si scaglia su di me, premendomi una mano sul collo e costringendomi a sdraiarmi sulla schiena.
 Mi manca l’aria, ma non imploro. Non voglio dargli questa soddisfazione. Lascerò che mi uccida, piuttosto.
 In ogni caso non lo farà adesso, vuole che ci sia anche Henry.
 - La pagherai per questo. -  ringhia.
 Vedo un rivolo di sangue colare dal suo naso. Probabilmente gliel’ho rotto. Tento di sferragli un pugno allo stomaco, ma lui mi blocca con il suo corpo, mettendosi a cavalcioni sopra di me.
 - Adesso -  sbotta  - È meglio invitare anche Henry, altrimenti si offenderà! -  esclama con un ghigno stampato in faccia.
 Scuoto il capo.  - Non provare a toccarlo! -
 - Altrimenti? -  domanda  - Mi uccidi? La vedo complicata, dato che non riesci nemmeno a liberarti dalla mia presa. -
 Odio ammetterlo, ma ha ragione.
 Muove un braccio e lo porta alla cintura, dietro la schiena. Vedo luccicare qualcosa nella sua mano, appena prima di sentire il filo della lama contro la mia gola. Trattengo il respiro.
 - Potrebbe farti un po’ male, amore. -  sussurra chinandosi su di me.
 Con la mano libera mi sbottona la camicetta. Non posso fare nulla o mi taglierà la gola. Non posso ribellarmi. Odio non poter fare nulla.
 Scosta un lembo macchiato di sangue e scopre la runa parabatai posta appena sopra al cuore, a sinistra. Rigira più volte la lama tra le mani e poi lentamente la fa scorrere sulla runa.
Grido di dolore.
 - Stai ferma, tesoro. -  mi dice dolcemente.
 Mi dimeno, ma il solo risultato che ottengo e far aumentare il dolore. Sento il sangue scorrere sul mio petto imbrattando ulteriormente la camicetta.
 Quando ha finito sorride soddisfatto.  - Così è molto più bella. -  afferma rigirandosi il coltello tra le mani.
 - Sei… un… bastardo… -  ansimo, quando le lacrime mi rigano le guance.
 Lui ride a squarciagola.  - Forse. -  
 
 
ANGOLO DEL MOSTRICIATTOLO CHE SCRIVE
Ciao a tutti! Scusate, lo so, sono imperdonabile, ma l’università e lo studio si intrometto sempre nei miei progetti e hanno il potere di togliermi l’ispirazione. Grrrr
Comunque, rieccomi qui con il 21esimo capitolo.
Spero che vi piaccia, anche se è breve e rapido! ;D
Fatemi sapere! :)
A presto,
Eli
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Shadowhunters / Vai alla pagina dell'autore: xX__Eli_Sev__Xx