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Autore: Anna    01/09/2015    1 recensioni
Portò una mano tra gli umidi e lunghi riccioli castani, così simili a quelli di sua madre da giovane, e li spostò indietro lasciando che l'aria fredda la investisse senza ostacoli.
Da sempre si era sentita ripetere quanto le somigliasse, dall'aspetto fisico a quell'esasperante carattere orgoglioso che non tutti erano in grado di sopportare, alla forma del viso, delle labbra... era la sua copia perfetta, tranne per la forma e il colore degli occhi azzurri presi da suo padre.
Ciechi come i suoi...
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Rose Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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Il segreto di mia madre

 

 

Il cuore se potesse pensare si fermerebbe.

(Fernando Pessoa)

 

Quel pomeriggio la pioggia cadeva incessante rendendo indistinguibili i profili degli edifici.

Dal portico della casa in cui era cresciuta, ormai letteralmente in pezzi come tutto il resto della struttura, le gocce insistenti continuavano ad inzuppare il suo cappotto con un ritmico tintinnio.

Era arrivato l'inverno ormai e le giornate come quelle erano fredde e buie, ancora di più se pensava a quanto era stata cieca in tutti quegli anni, in tutta la sua vita...

 

Portò una mano tra gli umidi e lunghi riccioli castani, così simili a quelli di sua madre da giovane, e li spostò indietro lasciando che l'aria fredda la investisse senza ostacoli.

Da sempre si era sentita ripetere quanto le somigliasse, dall'aspetto fisico a quell'esasperante carattere orgoglioso che non tutti erano in grado di sopportare, alla forma del viso, delle labbra... era la sua copia perfetta, tranne per la forma e il colore degli occhi azzurri presi da suo padre.

Ciechi come i suoi...

Hermione Jean Granger era morta improvvisamente pochi giorni prima lasciando la sua famiglia sconvolta e addolorata.

Suo padre ora si trovava a casa di suo zio Harry insieme al suo fratellino, ancora studente di magia e stregoneria ad Hogwarts.

Chiuse gli occhi cercando di dimenticare le urla di Hugo mentre il corpo della loro madre veniva deposto sotto una patetica lastra di marmo bianco.

Non aveva pianto molto quel giorno, aveva consolato quello che rimaneva della sua famiglia e rifiutato l'aiuto degli altri, perchè lei poteva farcela.

Era la figlia di Hermione Granger ed era forte come lei, che aveva affrontato una guerra appena diciassettenne, sconfiggendo il male insieme al padre e allo zio già ad undici anni e dimostrando una notevole abilità nel tirarsi fuori dai guai e una spiccata qualità nel saper affrontare e risolvere tutte le situazioni.

Era una di quelle donne che non si abbattevano mai, forte, decisa... felice...

un singhiozzo le aprì le labbra mentre posava lo sguardo sulla lettera che aveva sconvolto il suo mondo appena poche ore prima.

 

 

Cara Rose,

quando leggerai questa lettera, io sarò morta.

Non so quando questo avverrà, forse sei ancora una bambina o forse già madre, ma se per quando sarà giunta la mia fine io non avrò strappato questa pergamena, significa che i sentimenti che mi hanno spinto a scriverla sono ancora così forti come adesso.

Ti scrivo mentre ti guardo, piccola di appena tre anni prenderti cura di tuo fratello Hugo di due.

Non serve rammentarti quanto io voglia bene ad entrambi, sono sicura che lo sai bene, ma so anche quanto il contenuto di questo baule ti sconvolgerà.

Vorrei poter dire che sono i lieti ricordi di una ragazzina, che qui vi sono rinchiuse le mie più rosee speranze per il futuro...

invece vi ho racchiuso il mio più bramato e oscuro segreto.

Un segreto che avrebbe fatto soffrire talmente tante persone... me compresa, che ho cercato di cancellarlo con tutte le mie forze.

Probabilmente ti starai chiedendo perchè l'ho conservato, perchè ora voglio che tu lo scopra: ed hai ragione!

E' insensato, masochista… ma per quanto mi ferisse, avevo bisogno di questo dolore che mi sono inflitta da sola, crogiolandomi in questa sofferenza come unica testimonianza di essere ancora viva e di essere capace di provare qualcosa.

 

A volte per il bene della mente sacrifichiamo i desideri del cuore.

E quando alla fine ci accorgiamo di essere avvelenati dai rimpianti…

di solito è troppo tardi.*

 

Per tutta la vita mi sono lasciata condizionare e frenare dal mio famigerato orgoglio grifondoro, agendo solo nel modo che era più giusto e facendo solo quello che gli altri avrebbero approvato.

Non ho mai sbagliato, forse ho fatto alcune cose riprovevoli per altri, ma per me quello era l'unico modo giusto di agire...

Oh Rose, mentre ti guardo so che la maledizione del mio carattere troppo forte si è già abbattuta su di te, vedo lo stesso sguardo ambizioso in ogni cosa che fai, vedo che cerchi di metterti in mostra facendo cose che non ti spettano solo per essere lodata.

Per tutta la vita è quello che ho fatto anch’io, sicura che comportandomi in questo modo sarei arrivata alla felicità, a sposarmi, ad avere dei figli, costruirmi una famiglia ed avere un lavoro ed una vita appagante...

per quanto possa essere piacevole essere invidiati dagli altri, per quanto continui sempre più testardamente a comportarmi come prima, c'è una piccola parte di me che freme incontrollabile ed indomita.

E' quella parte di me che ho messo sempre a tacere, perchè non potevo ascoltare cosa mi suggeriva, cosa mi pregava di fare:

...vivere...

...sbagliare...

 

Questa probabilmente è la cosa più egoista che io abbia fatto nella mia vita: rovinare la tua confidandoti questo mio segreto, poggiare sulle tue spalle questo peso insostenibile che ho portato da sola, affinchè tu possa capire i miei errori e rimediare ai tuoi; sbagli che non sono quelli che disapprova la gente, ma sono solo quelli che ti impediscono di essere felice.

Essere felice Rose, è la cosa più importante di questo mondo, non importa cosa tu debba fare per esserlo, ma fallo!

Ti lascio con una supplica: Abbi il coraggio di essere felice, sii migliore di me.

Ti amerò per sempre, tua madre.

 

 

Le lacrime trattenute nelle palpebre le oscuravano la vista, ma non aveva intenzione di dar sfogo a quel dolore impossibile.

Non poteva essere vero.

Chiuse gli occhi alzando la testa al soffitto cercando di calmarsi con lunghi e profondi respiri e, quando credette di esserci riuscita si alzò in piedi entrando in casa.

Nell'oscurità riusciva ancora a vedere la confusione che aveva creato aprendo quel dannato baule, cercando con frenesia tra quei fogli piegati accuratamente.

Non vi rivolse lo sguardo ma camminò dritta davanti a sé fino al tavolo dove prese la borsetta e le chiavi prima di uscire.

Aveva bisogno di capire, si disse mentre con una giravolta si smaterializzava.

 

 

Disegni...

articoli di giornale...

schizzi di un volto che non aveva mai visto, ma che era fin troppo familiare.

 

Bussò forte alla porta del grande maniero aspettando che qualcuno le venisse ad aprire mentre sentiva nelle ossa il freddo della pioggia che l'aveva inzuppata.

 

Aveva preso un giornale, quello più spiegazzato che ritraeva una bellissima coppia accecata dai flash.

Sopra, il titolo citava: Matrimonio dell'anno.

 

Un maggiordomo la fece entrare prendendole il cappotto bagnato e conducendola davanti ad un caldo camino che sembrò riscaldarla.

 

Schizzi di occhi chiari, intensi… e l'immagine della giovane Hermione poggiata su un banco a scuola che scarabocchiava sul foglio la colpirono violentemente.

 

Tremò quando avvertì dei passi risuonare sul pregiato pavimento in marmo raggiungendola in quella stanza.

 

Disegni di labbra con una strana piega

...un ghigno...

 

Si voltò con il cuore a mille e quando incrociò dal vivo quegli occhi e quella bocca, uguali a quelli che avevano tormentato sua madre.

Le ginocchia cedettero.

-Signorina Weasley, sta bene?- chiese subito al suo fianco

 

Di nuovo occhi, la linea della mascella con l'accenno del collo, ancora quelle labbra, sopracciglia inarcate...

 

Non lo udì quando chiamò un elfo domestico e la fece condurre al piano di sopra per fare un bagno caldo, non riuscì a capire nulla di quello che successe quella sera.

Mentre la schiuma le accarezzava la pelle delicatamente non riusciva a spostare il suo pensiero dal baule lasciato nel bel mezzo del salotto di casa sua.

E se qualcuno fosse entrato e lo avesse visto?

Se qualcuno avesse letto quelle lettere che lei era stata la prima ad aprire?

 

L'acqua ormai fredda le fece capire che era ora di uscire da quella vasca e, quando finalmente trovò il coraggio di farlo, trovò un'elfa ad aspettarla con in mano un morbido e caldo accappatoio.

Non voleva che quella piccola schiava dovesse lavorare per lei, ma, senza forze, lasciò che l'aiutasse a mettere un grazioso abito di lana bianca e che le asciugasse i capelli insieme alle lacrime che non ne volevano sapere di fermarsi...

Quando credette di essersi finalmente calmata riuscì a trovare la forza di scendere.

-il padrone ha fatto preparare la cena- le aveva detto la piccola elfa con un inchino prima di sparire a fare chissà quale lavoro.

Con un profondo respiro mise un passo avanti all'altro fino a raggiungere l'uomo di spalle nel salotto dove prima era crollata.

Era difficile scorgere da quell'uomo dal profilo austero e pensieroso, il bambino acerbo e arrogante di quelle foto che l'avevano sconvolta poche ore prima, così simile al figlio che l’aveva tormentata per anni a scuola.

 

Non era possibile che fosse proprio lui quello delle foto, l'uomo che suo padre più di tutti aveva sempre detestato.

Ma quando incrociò gli occhi grigi di Draco Lucius Malfoy tutto prese spaventosamente senso.

 

-Si sente meglio?- chiese cortese facendola annuire -Ho fatto preparare la cena, venga.- sussurrò mostrandole la sala da pranzo e scostandole la sedia per farla accomodare al suo fianco

Imbarazzata portò un bicchiere d'acqua alle labbra per far scendere quel groppo in gola che le impediva di respirare.

-La prego di scusare la mia presenza qui, io...- iniziò senza sapere cos'altro dire ma lui la interruppe

-Non si preoccupi.- sospirò prendendo anche lui il bicchiere -ho saputo della sua perdita e mi dispiace immensamente.- disse fissandola negli occhi come suo figlio Scorpius aveva fatto molte volte, ma non c'era derisione nei suoi occhi, solo un tale dolore da lasciarla senza parole. -Anche per noi, quando è morta mia moglie è stata dura.- abbozzò un sorriso prima di affondare senza entusiasmo la forchetta nel suo piatto di pasta e mangiare silenziosamente insieme a lei.

 

Durante la cena aveva voltato più volte la testa nella sua direzione sentendosi osservata, ma quando lo guardava lui sembrava perfettamente assorto nei suoi pensieri. Lontano da lì.

Eppure riusciva a sentire i suoi occhi carezzare la sua figura ogni volta che distoglieva il suo sguardo.

Non sapeva se la stava osservando con ironica, con disgusto, ma la cosa la metteva a disagio; forse lo stesso disagio che aveva spinto sua madre ad odiarlo già dal primo giorno ad Hogwarts...

Odio...

quante cose vi erano state celate dietro.

 

Stanca del silenzio prese fiato per parlare, ma lui la precedette.

-La cena è finita, le va di farmi compagnia a bere qualcosa in salotto?- chiese fissandola intensamente e lei non trovò le parole per rifiutare.

Così, silenziosi, si sedettero sul morbido divano davanti al fuoco mentre un domestico porgeva loro del bourbon.

Non le piaceva molto bere, ma quella sera aveva bisogno di qualcosa di forte che le bruciasse la gola, risvegliandola.

-Scorpius non è in casa?- chiese mentre il silenzio assordante dell'enorme casa le faceva fischiare le orecchie

-No, ha preso una casa nel centro di Londra per seguire i corsi di alchimia. Se vuole lo faccio chiamare.- aspettò che lei scuotesse il capo, probabilmente confuso del perché si trovasse lì se non per parlare col figlio. Prese una pausa facendo roteare il liquido scuro nel suo bicchiere senza alzare gli occhi su di lei prima di aggiungere -e lei? Di cosa si sta occupando?-

-Medimagia, come mia ma...- aveva iniziato a dire col tono fiero di sempre, orgogliosa di aver intrapreso la stessa carriera di sua madre, ansiosa di diventare come lei...

tacque improvvisamente abbassando lo sguardo e sentendo quello insistente dell'uomo su di sé.

Era stanca di quel gioco, perchè se doveva guardarla non lo faceva e basta? Perché si comportava come se non potesse permettersi di poggiare gli occhi su di lei? Era questo che aveva fatto impazzire sua madre?

Alzando la testa di scatto incrociò i suoi occhi, pronta a combattere e a rifilargli qualche frecciatina, ma quando vi scorse solo disperazione, rimase senza parole.

Non era riuscito a mascherare i suoi sentimenti questa volta, ma non abbassò lo sguardo, anzi le fissò insistentemente il viso, soffermandosi sugli indomabili ricci castani e sulle labbra piene.

-Somigli davvero molto a tua madre...- sussurrò dandole del tu senza nemmeno rendersene conto, e finalmente Rose riuscì a scorgere il bambino che era stato tanto tempo prima, sotto quel viso indurito dagli eventi, con quelle piccole rughe ai lati degli occhi che lo rendevano molto più affascinante di quanto lo fosse mai stato.

Respirò pesantemente quando avvertì il tocco delle sue dita sulle labbra prima di fissarla negli occhi con una smorfia amara. -Tranne che per gli occhi... quelli li hai presi da tuo padre.-

 

Improvvisamente sentì qualcosa nascerle nello stomaco, una rabbia per l'uomo che si trovava ora davanti a lei, soffrendo per la morte della madre.

Come poteva anche solo nominare suo padre? Solo Ron Walsey poteva stare male per Hermione Granger, solo lui, perchè lui era stato il solo ad amarla davvero!

Quell’uomo davanti a lei non aveva fatto altro che far sentire inappropriata e inferiore sua madre… e allora perché nonostante tutto, lei aveva trascorso il resto della sua vita a pensare a lui?

Perché, dannazione?

Perché lui?

 

Si avventò sulle sue labbra prima che le lacrime potessero rigarle le guance e lo sentì trattenere il fiato sorpreso, prima di stringerle la nuca con delicato bisognoso.

Doveva esserci una ragione se sua madre aveva scelto lui per tutta la vita.

 

Si erano mai baciati?

Pensò mentre con rabbia saliva a cavalcioni sul suo corpo, facendo cadere sul tappeto pregiato i bicchieri ancora pieni di liquore.

Si erano mai toccati?

Portò le mani alla sua camicia sbottonandola con rabbia mentre lui faceva lo stesso con il suo abito.

Lo odiava per quello aveva fatto a sua madre, lo odiava per il dolore inconsapevole che aveva arrecato a suo padre, lo odiava!

Si ritrovò bruscamente spinta sul tappeto davanti al camino mentre con le lacrime agli occhi sentiva la sua bocca carezzarle il collo e annusare il suo profumo.

Lo avvertì farsi strada in lei con gesti frenetici e disperati mentre ripensava alle tante lettere scritte da sua madre.

Calde lacrime di dolore e rabbia le scivolarono lungo le tempie riempiendole le orecchie e facendole perdere la cognizione della realtà, risvegliata solo dal piacere lancinante che prese vita in lei.

Il corpo di quell'uomo che aveva rovinato la vita di sua madre, così stretto al suo...

Quando con un grido lasciò scivolare tutta la rabbia e l'adrenalina dal suo corpo, avvertì piccole gocce d'acqua bagnarle il collo e i capelli...

-Hermione…- lo sentì sussurrare

Stava piangendo...

 

Anche lui la amava? Anche lui era dilaniato dallo stesso segreto?

Si… realizzò mentre il respiro le si fermava nel petto, troppo doloroso.

 

Ma allora... dannazione perchè?

Scappò via prima di lasciarsi sopraffare da quella disperazione, prima di poter leggere il dolore su quel viso invecchiato, prima di impazzirne… perché la sua vita era stata tutta una finzione… sua madre non era mai stata felice.

Desiderò di non aver mai aperto quelle maledette lettere, ma poi il significato del gesto di sua madre le tornò in mente, insieme alle sue parole.

 

Si lasciò ricadere sull’acciottolato fuori dal maniero, sotto l’acqua scrosciante…

 

Non lo farò mamma, non lascerò che nessun senso di dovere o di colpa mi impedisca di essere felice…

Te lo prometto…

 

 

Quando la mattina dopo Draco Malfoy si alzò dal letto, dopo una notte insonne, i suoi domestici gli portarono una lettera... e un baule...

 

Era la cosa giusta da fare:

Il segreto di sua madre, lo avrebbe custodito lui… nel suo cuore…

Per sempre…

 

 

Spazio Autrice:

Ok! Va bene. Amo scrivere ed è una delle poche cose che mi fa stare bene e che mi rende davvero felice. Ma oggi sto un po’ esagerando!

Un’altra fic melodrammatica su Draco ed Hermione.

L’avevo scritta un po’ di tempo fa, oggi l’ho riletta e corretta appena, quindi scusatemi se non è granchè.

Grazie per la lettura, e a presto!

 

A volte per il bene della mente sacrifichiamo i desideri del cuore.

E quando alla fine ci accorgiamo di essere avvelenati dai rimpianti…

di solito è troppo tardi.* frase non mia, anche se ignoro di chi sia.

   
 
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