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Autore: NickyLaudass    01/09/2015    2 recensioni
Avete mai pensato che Elizabeth possa avere una sorella? Una ragazza in grado di rapire il cuore del famigeranto Capitan Jack Sparrow? Questa, miei cari, è come mi immagino siano andate le cose nel primo capitolo di questa grandiosa saga.
Tratto dalla Storia:
"Era mattina presto, il sole stava nascendo, ed io ero lì, ad ammirare quello spettacolo. Da sopra un albero. Beh, dovete sapere che io non sono mai stata la classica ragazza di 16 anni aristocratica."
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jack Sparrow, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 5 – Idee Stupide
 
Il giorno dopo arrivammo all’Isla de Muerta, dove avremmo trovato mia sorella e la Perla Nera.
Non ci eravamo avvicinati di molto, perché dicevano fosse pericoloso, ed avevano ragione. Se la loro ciurma era così forte come dicevano era meglio tenersi preparati alla fuga.
Del bacio di ieri sera avevamo deciso di non parlarne a nessuno, soprattutto a Will, se lo avesse saputo non l’avrebbe presa molto bene, e io non volevo rovinare la nostra amicizia.
Però avevo paura che lo scoprisse. Si, lo so che è stato solo un bacio, ma ricordando che la sua reazione quando stavo scappando con Jack da Port Royal non era stata proprio il massimo, e non era nemmeno molto entusiasto di fare questo viaggio con lui, figuriamoci se sapeva che mi ero innamorata di lui!
“Il giovane Turner e io scendiamo a terra.” annunciò Jack, facendomi tornare con i piedi per terra. “Vengo anch’io.” dissi avviandomi alla scialuppa, ma il pirata mi fermò prendendomi il braccio. “Non mi sembra di averti detto che puoi venire.”
“Io vengo eccome, ti ricordo che state andando a salvare MIA sorella!”
“E io ti ricordo che IO sono il capitano, e IO ho deciso così. È troppo pericoloso, non posso permettere che ti succeda qualcosa.” nei suoi occhi si vedeva che era preoccupato, ma non pensavo di tenere così tanto a lui. “Io e Turner andiamo, mentre tu resti sulla nave al sicuro, ci siamo capiti gioia?” annui e lui si diresse da Will, che lo attendeva sulla scialuppa.
“Jack” lo chiamai, facendolo girare. “Stai attento.” mi fece uno dei suoi sorrisi per nulla rassicuranti.
Seguii la piccola barchetta che entrava dentro una caverna, finché non ne scomparve all’interno, lasciandomi tra mille pensieri.
 
*
 
Erano passate tre ore, e di loro non c’era traccia. Iniziavo a preoccuparmi, e molto. Facevo avanti e indietro sul ponte, mangiandomi le unghie della mano sinistra per lo stress. Gibbs era seduto e ogni tanto beveva del rum dalla sua fialetta. Il resto della ciurma faceva lo stesso, aspettavano il loro capitano bevendo.
“Gibbs dobbiamo andare a cercarli, è passato troppo tempo!” esclamai con i nervi tesi.
“Mi dispiace, miss Teresa, ma il Capitano ha dato l’ordine di rimanere sulla nave.”
Mi arrampicai su una corda, per avere una visuale migliore, ma dalla grotta non usciva nessuno. Delusa, decisi di tornare sul ponte, quando sentii un marinaio gridare “Guardate!” ed intravidi una scialuppa uscire dalla caverna, sorridendo dalla felicità.
Tornarono a bordo Elizabeth e Will, dovetti scavalcare molti uomini per riuscire a vedere meglio. Speravo che Elizabeth fosse felice di vedermi, invece mi tirò uno schiaffo sulla faccia, arrabbiatissima. “Tu sei matta! Hai idea di cosa ha passato nostro padre quando te ne sei andata?!”
“Un grazie sarebbe stato più che sufficiente.” commentai massaggiandomi la guancia dolorante, guardandomi intorno come se mancasse qualcosa, o meglio, qualcuno. “Dov’è Jack?” chiesi preoccupata a Will, senza ottenere risposta. “Will, dov’è Jack?” ridomandai, ma nulla.
“WILL!” esclamai con tono isterico, a quel punto mi guardo un attimo, poi prese Elizabeth e si diresse verso le cabine. “È rimasto indietro.” E sparì all’interno della nave.
Mi venne un colpo al cuore, non potevo e non volevo lasciarlo con quei pirati assassini. Corsi verso il parapetto e stavo per saltare, ma Annamaria me lo impedì, bloccandomi per il braccio. “Cosa fai?! Lasciami! Non possiamo lasciarlo lì!” le urlai, ed a quel punto intervenne Gibbs.
“Dobbiamo rispettare il codice.” disse con calma, facendo calmare anche me.
“Cosa dice il codice?”
“Ogni uomo che indietro rimane, indietro viene lasciato. Mi dispiace, ma non possiamo perdere altri uomini.”
Salì sul ponte e diede l’ordine di partire e io rimasi lì, ferma come una pietra. Ogni uomo che indietro rimane, indietro viene lasciato. Era una legge stupida. E poi da quando in qua i pirati seguivano le leggi? Ripensandoci, io non ero un pirata, perciò io non ero costretta a seguire quella regola.
Mi buttai in acqua e nuotai sino alla caverna, sperando che nessuno mi vedesse. Mi nascosi dietro una parete della grotta, e, attraverso un buco vidi la ciurma, Jack e Barbossa. Tutte le pistole erano puntate su di lui e quando il loro capitano disse “Uccidetelo” mormorai un no, tappandomi subito la bocca, ma oramai avevano sentito. Cercai di nascondermi meglio, ma feci cadere delle monete e vennero subito verso di me due uomini, uno alto, magro e con un occhi di legno e uno basso, robusto e molto brutto, mi presero e mi portarono allo scoperto.
Mi ritrovai davanti a Jack e ad un altro uomo, deducendo fosse Barbossa. Era un uomo alto, capelli e barbetta erano rossicci, aveva un enorme cappello ed una scimmia sulla spalla.
“Vedo che non hai perso il vizio Jack!” commentò sarcastico costui facendo ridere tutta la ciurma, mentre il pirata faceva un sorrisetto nervoso. “E tu chi saresti?” mi domandò. Io deglutii, cercando di nascondere la mia paura dietro a una maschera che non tralasciava nessuna emozione. “Ce l’avete un nome?” lo guardai dritto negli occhi, non rispondendo alla domanda, facendomi guadagnare uno schiaffo sulla guancia sinistra. Caddi a terra, mentre con la mano destra mi massaggiavo la zona dolorante, Barbossa mi puntò una pistola sulla testa.
La maschera si ruppe, lasciando mostrare tutta la paura che avevo. Sarei morta, questo era certo. Intravidi Jack, dovette capire che cercavo aiuto quando mi guardò negli occhi.
“Non ha funzionato il sangue della ragazza, eh?” chiese, avvicinandosi sempre di più, mentre l’altro mi tolse la pistola dalla testa. “Tu sai chi serve a noi.”
“So chi vi serve, sì. Ma se vuoi il nome, non devi uccidere la ragazza.”
 
*
 
Una cella. Ero finita dentro a una cella. Mentre Jack dov’era? Nella cabina a parlare con Barbossa! Voleva provare a convincerlo a lasciarci andare, riferendogli così il nome che voleva. Ma chi voleva? Ero solamente riuscita a capire che a Barbossa serviva il sangue di qualcuno per sciogliere la sua maledizione, ma di chi? Mi sedetti, borbottando fra me e me, quando sentii la porta aprirsi. Era Jack, due uomini lo chiusero nella cella dove c’ero io. “Allora?” domandai. “Sei riuscito a convincerlo?”
“Si certo, l’ho convinto. Ci ha solo chiuso qua dentro per la nostra sicurezza.” Affermò sarcastico e seccato. “Si può sapere cosa ci facevi sull’isola? Ti avevo detto di rimanere al sicuro sull’Interceptor!”
“Ti volevo aiutare! Lo so, è stata un’idea stupida. Ma quando Will mi ha detto che eri rimasto indietro non ho ragionato... ho agito d’impulso...” finii a parlare più con me stessa che con lui, stavo guardando un punto nel vuoto, mentre nella mia mente rivivevo quella scena. Dovevo dedurre che Jack avesse tutto sotto controllo, e io sono andata a rovinargli i piani, proprio una stupida ero. “Mi dispiace...” mormorai, andandomi a sedere in un angolino della cella.
“Mio padre ha ragione, sono una ragazzina irresponsabile.” Si sedette accanto a me, aprendo la bocca un paio di volte per poi richiuderla, e gesticolando com’era suo solito. “Tuo padre si sbaglia. Cioè, non si sbaglia sul fatto che sei una ragazzina, e che sei irresponsabile, ma hai dimostrato di avere coraggio. Io, al tuo posto, me la sarei data a gambe.” alzai lo sguardo, rincontrando i suoi occhi stupendi, e capii che era sincero, non mi stava mentendo.
“Il famigerato Capitan Jack Sparrow mi ha appena fatto un complimento?” domandai ironica.
Stava per ribattere, quando mi accorsi che per terra era tutto bagnato, ci saranno state due dita d’acqua. “Jack, guarda.” gli feci guardare a terra.
“Ci deve essere una falla.” commento.
Dopo qualche minuto sentimmo una cannonata, poi un’altra ancora. Ci fulminammo con gli sguardi, avevamo capito tutto. Jack andò a guardare attraverso un foro, ed intravide l’Interceptor che era al fianco della Perla Nera. “È l’Interceptor?” sapevo già la risposta.
Barbossa aveva intenzione di affondare la nave più veloce della Marina Britannica.
Dovevamo pensare ad un modo per evadere, e anche alla svelta.
 
 
 
 
 
   
 
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