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Autore: Diana924    01/09/2015    2 recensioni
Blaine Anderson amava tutte le feste, tranne una: San Patrizio.
Dove un arrivo indesiderato si trasforma in qualcosa di atteso, dove c'è una chiacchierata padre- figlio e dove san Patrizio non è proprio la festa preferita di Blaine
accenni di Klaine in quanto non è il romanticismo il tema della OS
Genere: Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Autore: Diana924
Fandom: Glee
Titolo:It's not easy to be green, o Blaine e i problemi di san Patrizio
Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Pam Anderson, Andrew Anderson ( OMC ), nominati Artie Abrams, Sam Evans, Cooper Anderson
Pairing: Blaine/Kurt
Rating: NC15
Note: E' passato del tempo ma non me la sento ancora di abbandonare questo fandom che mi ha dato così tanto, inoltre questa la pensavo da mesi
Note2: Tra la 5x13 e la 5x14, siccome non si sa in che periodo comincia la 5x14 potrebbe andare bene qualsiasi data
Note3: Pam Anderson appare nella 6x08, e da sola, e siccome io dopo tanti anni volevo vedere anche mr Anderson ... voilà
Note4: Anderw Anderson ha il volto di Denis O'Hare, da quando due estati fa ho scoperto True Blood ho desiderato che Ryan lo scegliesse per intepretare il padre di Blaine, invano. Non so da dove mi derivi questo mio headcanon ossia che Blaine abbia origini irlandesi ma sono anni che volevo scriverci sopra, lo si può considerare un missing moment
Note5: Tutto questo è venuto fuori di getto, sembra strano ma è così
Note6: è una Klaine un po' anomala dato che isi concentra di più sulla famiglia Anderson che sulal Klaine in sè, ma è anche una Klaine






Blaine Anderson  amava tutte le feste, tranne una: San Patrizio.
Era singolare a pensarci bene perché era vissuto in una casa dove san Patrizio veniva preso sul serio fin da quando era bambino. Primo perché i suoi genitori erano di origine irlandese e dunque san Patrizio aveva un posto speciale in casa Anderson, un po’ perché Andrew Anderson suo padre fedele al cliché tipico dell’irlandese era un poliziotto e non disdegnava di bere e quindi durante quella festività si sentiva in diritto di smettere l’uniforme e darsi alla pazza gioia insieme alla sua dolce metà.
E finché aveva cinque anni a Blaine Anderson andava bene vedere i propri genitori che canticchiavano e ballavano o alla festa della polizia o in casa, quando ne aveva quindici era semplicemente imbarazzante, sua madre aveva il suo lato … il suo lato, e suo padre poteva bere galloni di alcool senza ubriacarsi.

Per quello era stato felice di trasferirsi a New York, primo perché così lui e Kurt sarebbero stati insieme, secondo perché avrebbe evitato il deprimente spettacolo dei coniugi Anderson a san Patrizio. Certo, a New York san Patrizio era una questione seria ma lui aveva fatto capire a Kurt e soprattutto a Sam che non voleva averci nulla a che fare, che loro uscissero pure a bere, erano liberissimi di farlo ma lui non li avrebbe seguiti.
A quello stava pensando quella mattina mentre si dirigeva assonnato verso la porta, dovevano fare qualcosa per la privacy in quel loft fu il suo ultimo pensiero prima di aprire la porta.

<< Sorpresa!!! >> urlarono due voci che conosceva fin troppo bene e mentre bruscamente passava dal dormiveglia alla veglia completa con la certezza che avrebbe riportato seri danni all’udito vide chiaramente Andrew e Pam Anderson entrare rumorosamente nel loft. Andrew Anderson e Pam Anderson. I suoi genitori, i più grandi fan di san Patrizio che avesse mai conosciuto … la sua vita era appena finita.
Sua madre Pamela indossava un miniabito verde e aveva tirato fuori dal suo portagioie la collana con il quadrifoglio che lui e Cooper le avevano regalato per i venticinque anni di matrimonio e che da allora aveva un unico significato: “ voglio ubriacarmi ma tieni a posto le mani perché sono sposata e mio marito è un poliziotto “ . Suo padre Andrew invece indossava il suo cappello verde portafortuna che lui e Cooper non avevano mai avuto il permesso di toccare, una camicia verde con i quadrifogli che avrebbe fatto venire a Kurt un infarto solo a vederla e entrambi i coniugi Anderson avevano tra le mani una cassa di birra.
<< Cosa … cosa ci fate qui?>> chiese mentre li osservava spaventato, e perché non siete da Cooper a rovinare la giornata a lui pensò per un istante, non era un pensiero carino ma i suoi genitori quel giorno diventavano ingestibili per chiunque, lui compreso.
<< Ma honey, non ci chiami mai, non scrivi mai e usare SKYPE due volte a settimana non vale, così io e tuo padre abbiamo pensato di venire a trovarti, pensa che tuo padre ha chiesto le ferie al dipartimento per stare con te, è dal tuo diploma che non stiamo tutti insieme e … >> tipico di sua madre pensò Blaine rassegnato, complici gli anni passati come venditrice di cosmetici porta a porta sua madre aveva una parlantina invidiabile e la capacità di convincere un esquimese a comprare ghiaccio.
<< Ti ricordo cosa è successo alla mia festa del diploma >> replicò approfittando di un secondi di pausa di sua madre, soltanto Andrew Anderson era capace di organizzare una festa del diploma alla centrale di polizia di Westerville, lo aveva fatto anche per Cooper, e … ogni occasione per i suoi genitori era buona per alzare il gomito.

<< Bere un po’ non ha mai ucciso nessuno figliolo, noi Anderson abbiamo lo stomaco forte, tua nonna Shannon, pace all’anima sua,
era capace di bere undici bottiglie di whiskey di fila senza sembrare ubriaca >> intervenne suo padre.
Andrew Anderson credeva nelle cose semplici: il football in televisione, legalità e illegalità ma soprattutto che gli uomini dovessero andare con le donne e le donne con gli uomini, e quello per Blaine era sempre stato un problema, fin dal momento in cui aveva fatto coming out in famiglia. Suo padre era ormai rassegnato ma era evidente che se fosse stato per lui le cose sarebbero andate diversamente, non avevano mai avuto chiacchierate sull’argomento specialmente perché Andrew Anderson niente voleva sapere e niente voleva vedere.
<< La nonna è morta dieci anni fa di cirrosi, non è un buona argomentazione >> rispose Blaine ormai rassegnato alla presenza molesta e ingombrante dei suoi genitori, sapeva per esperienza diretta che era impossibile liberarsi di loro.
<< Può essere, ora vestiti che usciamo … o forse anche da qui si vede la parata? >> chiese suo padre prima di dirigersi verso la finestra mentre Blaine provava l’impellente desiderio di sbattere la testa contro il muro fino a perdere conoscenza.

<< Blaine, si può sapere cosa … signori Anderson buongiorno >> e nel sentire quella voce che pure solitamente amava Blaine si sentì in trappola, il suo piano di invitare i suoi genitori in qualche bar e tenerli lontani dal loft era appena fallito, non doveva prendersela con Kurt si disse, Kurt non poteva sapere inoltre avendo passato pochissimo tempo assieme ai suoi genitori non sapeva quanto suo padre sapesse essere irlandese a comando e come sua madre riuscisse a convincere la quasi totalità della popolazione grazie alla sua parlantina.
<< Kurt! È bello rivederti mio caro ragazzo, chissà perché Blaine non ti mai invitato, per una cena, un pranzo della domenica o qualcos’altro … ci vediamo solo in occasioni formali. E comunque fermi tutti, preparo io la colazione, faccio il miglior irish coffee del vicinato, vedrai che ti piacerà >> e con un sorriso a trentadue denti Pam Anderson si mise tranquillamente a rovistare nella loro cucina come se vivesse da sempre lì.
Blaine alzò le braccia sconfitto prima di fare cenno a Kurt di limitare le effusioni, non viveva più con i suoi ma era suo padre che pagava la NYADA e conosceva la politica di Andrew Anderson: finché io controllo i soldi tu fai quello che dico io. Quando Cooper aveva annunciato di voler intraprendere la carriera di attore si era visto tagliare i fondi ma per fortuna le pubblicità e il resto pagavano bene si era detto Blaine, e quello che era peggio suo padre raramente cambiava opinione e mai di prima mattina.

<< Come mai … come mai siete a New York? >> chiese Kurt mentre Sam appariva in intimo, si dava un’occhiata attorno e veloce tornava verso il divano a cercare indumenti più coprenti.
<< Ma per san Patrizio ragazzo mio, quest’anno ero stato assegnato alle scartoffie al dipartimento così ho chiesto due settimane di ferie e dopo New York io e Pam ce ne voliamo a Dublino … grazie tesoro >> rispose Andrew con fare distaccato osservando deluso il suo caffè mentre Pam con fare esperto serviva lui, Kurt e Rachel che era apparsa in quel momento ancora semi addormentata, Blaine dimenticava che i suoi genitori si erano conosciuti quando suo padre era alla scuola di polizia e sua madre lavorava in un pub irlandese.
<< Whiskey irlandese, appena poco zucchero, panna, cannella, e di nuovo whiskey, dove la tieni la melassa honey? >> chiese Pam prima di rivolgere un gran saluto a Rachel che ricambiò ancora assonnata mentre anche Sam e Artie si facevano vivi.
<< Non abbiamo melassa mamma, e mi sembra ci sia troppo alcool >> le rispose Blaine mentre Kurt gli mostrava con una faccia a metà tra l’orripilato e il rassegnato una tazza praticamente trasparente a causa del troppo whiskey.
<< Sciocchezze Blaine, e ora bevete adagio, un sorso alla volta e quando avrete finito il mondo cambierà prospettiva >> disse Andrew Anderson che aveva appena finito il suo caffè, caffè corretto al whiskey o meglio whiskey corretto col caffè pensò Blaine sconsolato.

<< Si, ne vedremo due >> fu la replica di Blaine mentre sua madre lo ignorava e rivolgeva sorrisi a tutti, Blaine era sicuro che stesse osservando Rachel e che di lì a poco le avrebbe proposto i suoi prodotti, persino al funerale della nonna sua madre era riuscita a fare ottimi affari.
<< Non comprotati come al solito, allora, da qui si vede la parata? >> chiese sua madre con il sorriso da san Patrizio che lui consoceva fin troppo bene.

Sarebbe stato un giorno lungo, molto lungo si disse.

***

Era il giorno peggiore dalla sua vita a New York, Blaine Anderson ne era sicuro.
Ne aveva avuto il sentore quando i suoi avevano osservato la parata con una bottiglia di birra ciascuno, con Artie e Sam che li guardavano ammirati, Artie gli aveva detto che suo padre sembrava uscito da un film anni’60 e Blaine sapeva che era fin troppo vero.
Per questo ora era lì, in quel pub a cercare di ignorare sua madre che ballava semi ubriaca su uno dei tavoli mentre suo padre  dietro di lei si comportava come se avesse vent’anni; e lui voleva solo morire per la vergogna, Kurt prima gli era stato vicino poi si era lentamente allontanato e Blaine non riusciva a fargliene una colpa, se lui avesse visto Burt e Carole comportarsi così avrebbe avuto la stessa reazione dell’altro. Rachel era tornata a casa perché il giorno dopo aveva le prove insieme ad Artie che aveva un seminario importante, oltre a loro era rimasto solo Sam che osservava il tutto con aria disincantata e ubriaca.

<< Non era così che volevi passare la giornata vero? >> gli chiese una voce, quando suo padre era sceso dal tavolo si chiese, sua madre, si era persino tolta le scarpe e si stava esibendo in una versione scoordinata della giga.
<< Cosa te lo fa credere?>> chiese, lui e suo padre non avevano mai avuto un buon rapporto, era Cooper il preferito di Andrew, era sempre stato così e lui con gli anni l’aveva accettato.

<< Figliolo, sono ubriaco e quindi sincero e domani dimenticherò tutto. Non sono stupido come credi, solo … a me da bambino sono state insegnate poche cose perché il nonno era di poche parole: sii rispettoso, non parlare troppo, non bere dalla bottiglia, gli uomini vanno con le donne e le donne con gli uomini, il resto è una fase>> rispose suo padre, ecco dove voleva arrivare si disse Blaine, a onor del vero avevano evitato quella conversazione per oltre quattro anni, solo che avrebbe preferito che suo padre fosse sobrio.
<< Ammetto di aver pensato che la tua fosse una fase … prova qualche ragazzo e poi ci porta a casa una ragazza mi sono detto, capita a tutti, Souza … hai presente quel latino che rispondeva alle chiamate e che hanno trasferito a Columbus? Beh una volta ci siamo ubriacati e mi ha raccontato che da ragazzo ha avuto diverse … storie con uomini ma poi si è sposato ha tre figli e sappiamo tutti che si sbatteva Christine dell’amministrazione >> e Blaine cominciava ad intuire cosa volesse dirgli suo padre.
<< Hai pensato che fosse una fase? >> chiese.
<< Ammetto di si, ma poi non sei cambiato. Non accetto tutto questo ma rispetto che tu abbia proseguito infischiandotene di tutto e tutti, non ti darò la mia benedizione ma sono felice che tu sia felice anche se non comprendo la tua felicità. Inoltre sei troppo giovane per sposarti, io e tua madre ci siamo sposati presto ma perché lei rimase incinta di Cooper altrimenti avremmo aspettato almeno tre anni>> ammise suo padre.
<< Quindi mi stai dicendo che mi accetti ma che non mi capisci? >> era già qualcosa rispetto all’iniziò pensò Blaine, era qualcosa.
<< Più o meno si. E ci ho provato, come quando abbiamo aggiustato la macchina del nonno … prima e dopo che il nonno ci si schiantasse contro l’albero. Ti sei mai chiesto chi abbia ricevuto la chiamata dalla tua vecchia scuola? Quella che frequentavi prima di quel posto pieno di fighetti in blazer? Ero di servizio e non sai com’è brutto sentire da una voce impersonale di una receptionist stanca che tuo figlio è finito all’ospedale perché l’hanno picchiato? E tu ti fai delle domande, ti chiedi che se le cose fossero state diverse, se fossi stato più presente, se avessi portato anche te a pesca invece di andarci solo con tuo fratello, se ti avessi aiutato con i compiti invece di chiedere gli straordinari, se ne avessimo parlato forse … forse ora non dovresti ascoltare deposizioni di qualche coglione convinto che tuo figlio se la sia cercata, e ricorda che io te l’avevo detto di non andarci con quel ragazzo … andate pure insieme ma non entrate insieme ti ho detto ma tu … sei sempre stato testardo, anche da bambino>> , il punto era pensò Blaine, il punto era … francamente non lo sapeva ma sentiva che suo padre era sincero, a modo suo, solo che … non si era mai aspettato sostegno assoluto da suo padre, da sua madre e da Cooper si ma suo padre … quello era un altro discorso.

<< Come quando da bambino ho insistito che potevo mettere le dita sul fornello? >> chiese, ricordava ancora come si erano svolti gli eventi, sua madre che tentava di dissuaderlo con ragionamenti sensati e suo padre che alla sua ennesima richiesta aveva acceso il fornello e gli ci aveva praticamente sbattuto la mano ignorando le urla di sua madre e Cooper che era appena rientrato a casa da scuola e aveva creduto di trovarsi in manicomio.
<< Esatto, e ricordi cosa ti dissi? “ Per capire qualcosa devi sbatterci la testa “, poi però non hai più fatto quella domanda, la testardaggine ti fa onore figliolo ma …sei anche timido, sfacciatamente timido, il ragazzo si accorgerà che tutto quello che chiedi è che qualcuno ti dica quanto sei stato bravo, o di ispirazione e quella è tutta colpa di tua madre >>, bene, il momento serietà era appena finito pensò Blaine, e da quel ricordava quella era la conversazione padre – figlio più lunga che avesse mai avuto.
<< Inoltre dovevo farmi perdonare per averti messo il nome che hai …mai scommettere con tua madre>> aggiunse suo padre prima di fare cenno che gli fosse servita dell’altra birra, e Blaine fece cenno a Kurt di avvicinarsi a Sam sperando che l’altro capisse.

<< Quale scommessa? >> chiese sorpreso.
<< Io e tua madre quella settimana eravamo andati al cinema dove proiettavano “ L’Esorcista “ dopo aver messo a letto Cooper. Facemmo una scommessa e … il resto è storia >> ammise suo padre ridacchiando divertito.

<< E … mi chiamo come Linda Blair? >> chiese mentre si appuntava mentalmente di eliminare “ L’Esorcista “ dai film da vedere, per sempre, sta a vedere che ora era stato concepito sui sedili posteriori della macchina.
<< Più o meno si, eravamo indecisi se chiamarti Blaine o Lankaster , tua madre ha detto che il secondo era assurdo e abbiamo deciso il primo, poi ci ho infilato Devon, il tuo secondo nome doveva essere Damien, sai quanto io e tua madre amiamo i film horror. E no, sei stato concepito nel bagno del cinema tra il primo e il secondo tempo, non sul sedile posteriore >> e quelle furono le ultime parole di Andrew Anderson prima di addormentarsi.

<< Tutto bene, sembrava una discussione interessante >> gli disse Kurt mentre lui si apprestava a pagare il conto.
<< In parte, credo che mio padre sia stato sincero anche se ubriaco >> rispose sfiorandogli la mano in un gesto tenero e distratto allo stesso tempo.
<< In vino veritas, per lo meno ti ha detto la verità, domani lo dimenticherà ma almeno tu lo ricorderai>> replicò Kurt con un sorriso mentre nell’aria alleggiava musica tradizionale e tutto era così verde e peggio ancora si sentiva sua madre che ancora ballava sul tavolo.
<< Quello è sicuro, se non ti ho mai invitato a casa per cena è perché i miei ti avrebbero messo a disagio>> ammise, doveva riprendere la conversazione con suo padre da sobrio il prima possibile.

<< Lo sospettavo, hanno bisogno di tempo, ognuno ha i suoi tempi per queste cose Blaine, un passo alla volta, ora cosa facciamo? >> gli chiese Kurt all’orecchio, se non fosse stato per l’alcool Blaine aveva in mente una o due cose che potevano fare insieme ma era semi ubriaco e soprattutto c’erano i suoi genitori.
<< Ora tu prendi Sam, poi io prendo mio padre, faccio scendere mia madre dal tavolo prima che lo rompa e a casa li sistemiamo sul divano. Poi … per allora dovrei aver smaltito abbastanza la sbornia >>  rispose malizioso e Kurt gli diede un bacio sull’angolo della bocca, tenero e malizioso come solo Kurt sapeva essere pensò prima di fare cenno a suo padre di svegliarsi.

Blaine Anderson amava tutte le feste, tranne una: San Patrizio ma ci stava lavorando, lentamente e con pazienza, e stranamente la presenza dei suoi genitori era stata d’aiuto.






Per info/spoiler e/o quattro chiacchere:

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