Nik è nella stessa stanza con lei. Stesso letto, stessa coperta, stesso buio. Stesso profumo sulla pelle, dopo che se lo sono scambiati in una sessione di tenerezza e sesso. Nik la guarda dormire per un po', giusto il tempo per accorgersi della sua pelle d'oca e posarle la coperta sulle spalle in un gesto lento ed estraneo.
Il letto sembra diventare più grande ma non per questo più confortevole. L'unico rumore che sente sono due respiri. Nik ha involontariamente sincronizzato il suo su quello regolare di lei, come se stesse già dormendo, quando invece non potrebbe essere più sveglio di così.
Si alza lentamente per non muovere troppo il materasso e recupera ai piedi del letto il posacenere tra briciole di cioccolata e mezza fragola dimenticata e posa tutto sul tavolo.
Nel frattempo la stanza è diventata più lunga.
È triste, Nik, mentre la loro distanza si allarga sempre si più, perché la guarda e non la riconosce, addormentata. C'è una sconosciuta sul suo letto, è la donna della sua vita.
Cammina, Nik, cerca di tornare verso il letto mentre la stanza diventa fredda e, invece di avvicinarsi, si allontana. Per quanti passi compia, raggiungerla sembra impossibile. Ma a Nik non importa.
Sa già che è così quando si separano, sa bene che non gli sembrerà mai di poterla toccare perché persino quando è dentro di lei, non è mai abbastanza vicino. Nemmeno nel momento più intenso dell'orgasmo, tra parole sussurrate e le anime fuse, la starà davvero sfiorando, come due atomi vibranti in un solido.
Ma a Nik non importa. Gli basta sapere che continuerà ad avvicinarsi, sempre di più. Anche nel caso in cui ci fosse un parsec tra di loro, a Nik andrebbe bene, perché per quanto possano essere lontani, quella distanza è un numero finito e lui la potrà colmare.