Fanfic su artisti musicali > R5 (family band)
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Autore: alinonalice    02/09/2015    3 recensioni
Tra la famiglia di Martina e quella dei Jefferson, non corrono buoni rapporti. Un giorno i Jefferson traslocano e la famiglia Lynch prenderà il loro posto. Questa volta, le cose saranno diverse, Martina troverà in loro degli amici e incontrerà il primo amore.
Ma quando tutto sembra andare per il meglio, il ritorno a casa del padre di Martina sconvolgerà la situazione. Nel momento in cui i due padri delle due famiglie si incontreranno, si rivelerà l'esistenza di un'eterna rivalità tra i due, che cercheranno di ostacolare i due "Romeo e Giulietta" della situazione.
Solo che nessuno morirà, i due innamorati troveranno una soluzione meno tragica...
Dal capitolo 1:
“È… È la cosa giusta?” chiedo.
“No, certo che no…” risponde, un attimo prima di mettere in moto “Ma è la nostra unica possibilità”
Sospiro.
“Ma se non te la senti…”
“No, hai ragione tu…” lo interrompo “Non sarà la cosa giusta per loro, ma lo è nei nostri confronti… E la colpa è solo loro, quindi perché dovremmo fare qualcosa di corretto nei loro confronti, se questo significherebbe rinunciare a ciò che è giusto dal nostro punto di vista?”
“Quindi… Vado?”
“Si, vai”
Attenzione: In questa ff gli R5 non sono famosi.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 6
Ieri sera è stato incredibile… Prima la cena dai Lynch, poi tutto quello che è successo con Ross… Wow è la parola giusta.

“Mamma mi devi comprare una chitarra.” grido entrando in cucina.

“Come si dice?” fa lei.

“Per favore…” sbuffo.

“Va bene, appena posso. Non in questi giorni però, perché ho cose da fare”

“Uff…”

Stamattina ho guardato di nuovo Ross mentre dormiva… Sembra diventare ogni giorno più bello…

Torno nella mia stanza e mi lascio cadere sul letto, cercando di sentirmi un tutt’uno con il materasso.
Non riesco a smettere di pensare a quell’abbraccio, a come mi infondesse un senso di protezione, di sicurezza e allo stesso tempo debolezza e incertezza, il cuore a mille, tutto il corpo in fiamme. Già, in effetti sentivo caldo, ma era come se non mi desse fastidio.

“Allora, sei pronta per la lezione di chitarra di oggi?” mi chiede Ross dalla sua stanza.

“Si, non vedo l’ora!” rispondo sollevandomi.

“Vieni alla stessa ora di ieri?” propone.

“Ok, perfetto!” acconsento “Ora mi metto a leggere un po’, così mi sbrigo e possiamo cominciare la … Nostra lettura…”

“Si, infatti…”

“In ogni caso, mi… Faresti compagnia lo stesso?”

“Certo, con piacere!”

Quindi, prendiamo le nostre solite posizioni sul davanzale e inizio a leggere, lui invece prende la sua chitarra e comincia a suonare sia melodie che conosco che sconosciute, saranno altre canzoni scritte da lui e i ragazzi…
Se penso che ieri sera c’ero io al posto di quella chitarra…
Ma perché deve essere così strano? L’amore nei libri delle favole è sempre così semplice, così perfetto, non c’è da essere confusi o indecisi, perché il sentimento è sempre corrisposto e ricambiato. Invece la vita vera non ti può dire da subito se quella persona prova lo stesso. E io non capisco se lui mi tratta da amica o qualcosa di più…
Forse la cosa migliore sarebbe parlare con Rydel. Fatto sta che comunque devo fare qualcosa, e alla svelta, perché più lo guardo, più mi viene difficile scollargli gli occhi di dosso…
Oh, ma seriamente, come si fa a non rimanere incantati da quei capelli, quel fisico, quegli occhi? Meno male che dovevo leggere…

“Mi mancano solo 50 pagine!” esclamo soddisfatta.

Contando che una volta sono riuscita a leggerne 100 in meno di due ore…

“Allora sei a buon punto…” risponde sarcasticamente.

“… Vedi che sono veloce a leggere…”

“… Io no… Divertente, dovremmo leggere insieme…”

“Tranquillo, so essere lenta, non ti costringerò ad andare troppo veloce”

Sorride.

“Pensi di finire ora o ti prendi una pausa?” mi domanda.

“Vorrei provare a finire adesso, così mi tolgo il pensiero…” rispondo.

“E allora resto qua anche io”

“Ok, grazie”

“Di nulla”

Che carino, sta rimanendo qui solo per me… O forse vuole semplicemente stare seduto sul davanzale a prendere quel poco di fresco che potrebbe esserci in un’estate californiana suonando la sua chitarra. No, non avrebbe detto ‘allora’. O forse mi faccio troppi film mentali… A proposito di film mentali, chissà che succederà oggi pomeriggio, saremo solo io, Ross, la chitarra e i suoi fratelli che ci spieranno… L’attesa mi sta uccidendo, evviva.

Nel presente

Saranno circa dieci minuti che siamo svegli, ormai, forse posso provare a parlargli con la certezza di essere ascoltata…

“Quanto ancora dobbiamo andare lontano? Dobbiamo arrivare fuori dalla California?” chiedo.

“… Per me possiamo anche rimanere qui per sempre…” risponde stiracchiandosi.

Gli do un pugnetto sul braccio, sbadigliando.

“Ok, va bene…” sbuffa “Ehm… Penso che l’ideale sia uscire dalla California e magari trovare una sistemazione provvisoria in un posto a basso costo…”

“Ok… Il che significa che devi alzarti ADESSO perché dobbiamo partire più o meno SUBITO”

Comincia a lamentarsi come un bambino quando la mamma lo vuole svegliare contro la sua volontà.

“Dai, muoviti!” esclamo.

“Come vuoi tu, padrona…”

Nel passato

“Allora, sei pronta?” mi chiede, prendendo la chitarra e sedendosi accanto a me, sul suo letto.

“Si, prontissima!”

“Dunque… Si comincia dalle note, ovviamente.”

Annuisco, mentre mi spiega come suonare il Sol.

“Dai, prova tu!” mi incita, porgendomi la chitarra.

“Ok, ci provo…”

Ok, mi sta prendendo un po’ il panico… E se non sono abbastanza brava? Cioè, non ho mai toccato una chitarra prima d’ora, è normale che io non sappia suonare, ma se non dovessi essere abbastanza brava lo stesso? E se invece la smettessi di complessarmi e mi concentrassi?
Prendo lo strumento e mi rendo conto di non ricordarmi niente di quello che ha detto.

“Ehm… Come hai detto che si fa il Sol?” gli chiedo un po’ imbarazzata.

“Aspetta…” sorride, avvicinandosi “Alzati un attimo…” dice.

Mi sollevo immediatamente, senza chiedere spiegazioni.

“Ok, ti puoi sedere”

Obbedisco. No, non ci credo, sono seduta su di lui. Penso di avere un sorriso da ebete stampato in faccia.

“Allora…” mormora, spostando il braccio destro sul mio e poggiando la mano sinistra sulla mia “Devi premere qui…” spiega, posizionando le mie dita sulla tastiera della chitarra; esercita una lieve pressione con le dita, mentre con l’altra mano prende la mia e mi fa pizzicare la corda giusta.

Ok, ora so come fare, ma come dovrei riuscire a concentrarmi? Non so se lui si sta accorgendo di quanto sia romantica questa cosa…

“Proviamo un’ultima volta insieme e poi fai da sola, ok?”

“Ehm… Ok”

Alla fine di questa lezione di chitarra alla ‘Ok, facciamo finta che tutto ciò non sia estremamente romantico e dolce, e soprattutto non facciamo capire niente a Ross’, ho imparato la scala.

“Te la sei cavata bene, complimenti!” esclama.

“Oh, beh, detto da te che sei un esperto…” dico, ridiamo entrambi.

Per un istante infinito, ci guardiamo negli occhi. Mi perdo nelle sue iridi color nocciola, analizzando il modo in cui il castano, colore predominante, si amalgami a una piccola sfumatura di verde. Mi sento come se non avessi più alcun legame col mio corpo, proprio non lo sento più.
… Eccetto il cuore, che batte decisamente troppo veloce.
E penso proprio di avere il luccichio di cui parlava mia madre l’altra sera, e ho l’impressione di averlo visto anche a Ross. E se c’è qualcosa che la televisione mi ha insegnato, è che quel bagliore che fulmineamente ti attraversa gli occhi quando pensi o guardi quella persona, ha un significato parecchio importante.
Allora quello che raccontano è sbagliato… Non è vero che la magia è solo frutto dell’immaginazione degli scrittori di avventure Fantasy, l’amore è una cosa di tutti i giorni…
Purtroppo però, questo istante infinito è solo un istante. Improvvisamente piombiamo giù dalle nuvole. Sorrido, temo di essere arrossita in modo troppo evidente… Anche lui mi sorride, avrà un significato? Non so, mi sembra un sorriso troppo vero per non averne…
No, no, no, ci stiamo ricadendo.

“Ahi!” si sente da fuori la camera, come un bisbiglio urlato.

Entrambi abbiamo la stessa reazione immediata: girarci verso la porta.
Sorride, questa volta con un sorta di accenno di rassegnazione, come a dire “… Poveri scemi…”.
Quindi immagino ci siano un paio di persone dietro la porta, chissà chi, me lo chiedo proprio… I quattro geni non ci mettono molto a cadere tutti quanti l’uno sopra l’altro come dei sacchi di patate.

“Uffa, Rocky! È colpa tua, se mi avessi fatto guardare, invece di farmi lo sgambetto, non saremmo caduti!” si lamenta Delly, in cima al… Posso chiamarlo ‘mucchio’?

“Ma zitta! Se tu non ti ostinassi a mettere i tacchi quattrocento centimetri anche quando sei a casa, eviteresti di cadere ogni volta che qualcuno ti sfiora!” risponde lui leggermente esasperato.

“Ha ragione…” annuisce Ross facendo spallucce.

Intanto restano così, il povero Riker sotto tutti a soffrire…

“Scusate se vi interrompo, ma vorrei farvi presente che a me piacerebbe continuare a vivere!” grida “Ryland, almeno tu!”

“Come cavolo pensi che io possa alzarmi con questi due di sopra?!” risponde lui.

Beh, in effetti…

Alla fine, dopo che Delly riesce a rimettersi in piedi, si alzano tutti, eccetto Riker, che è leggermente a pezzi.

“Per colpa vostra mi toccherà strisciare al posto di camminare!” si lamenta.

In tutto questo, le risate che ci siamo potuti fare io e Ross…
Ci accorgiamo di non esserci mossi da questa posizione solo quando i quattro hanno “lasciato” la stanza. Quindi poggio la chitarra a terra e mi alzo, per spostarmi subito dopo alla sua sinistra.
Oh no, ecco l’imbarazzo. Non so cosa dire, non riesco a proferire parola. E sento anche che la barriera dell’amicizia è vicina alla rottura.
Fortunatamente, o sfortunatamente, sinceramente non so che pensare, veniamo interrotti e distolti l’uno dall’altra da un urlo di Rydel.

“Marty, puoi venire nella mia stanza?”

Continuo a rimanere in silenzio, vorrei risponderle, gridare “Si, Delly, arrivo subito!”, ma non ci riesco, non mi esce la voce, sto tenendo la bocca aperta a vuoto, probabilmente gli starò sembrando una stupida.
Alla fine, tento un “si”, che esce più come un mormorio strozzato.
Mi alzo, diretta verso l’uscita della stanza. Mi giro o non mi giro? Lo farei, ma la questione è che mi sento osservata, quindi probabilmente lui sta già guardando me, quindi se lo facessi lui lo saprebbe. Meglio andare e basta, che già Delly mi aspetta…

La porta della camera di Rydel è chiusa, entro senza bussare e la trovo in mutande e reggiseno.

“Oh, tranquilla, puoi entrare, non mi vergogno” mi invita lei, vedendomi in difficoltà.

“Ok” mi richiudo la porta alle spalle, facendo spallucce.

“Allora, c’è un problema, ho bisogno di aiuto urgentemente!” esclama allarmata.

“Spara”

“Il punto è che devo uscire per la prima volta da sola con Ellington e ho paura. Non so come vestirmi, che fare…”

“Beh… Posso provare ad aiutarti, ma… Ecco… Non sono molto esperta su queste cose…”

“C’è… Una cosa in particolare che volevo chiederti, perché in realtà una mezza idea mi è venuta…”

“… Ovvero?”

“Ho pensato… Dato che tu e Ross avete questo ehm… Legame così particolare, potreste venire con noi per fare tipo… Un’uscita a quattro…”

“… Cosa?”

“Ti prego! So che Ross sarebbe d’accordo, lui ci sta sicuro. Ho bisogno di te!”

“Mmh… Per me va bene, spero anche per mia mamma…”

“Grazie!!!!!” dice dopo un gridolino, venendomi ad abbracciare “Sei la mia salvezza!”

“Figurati”

“Senti, a proposito di questo legame con Ross…”

“… E ti pareva...”

“Dai!”

“Il punto è che tuo fratello mi confonde…”

“Tu provi qualcosa per lui?” mi chiede, mentre comincia a rovistare nel suo armadio, tirando fuori diversi capi e lanciandoli sul suo letto.

Sbuffo “Non lo so… Cioè… Credo di si… Ma non lo so…”

“Capito cosa intendevi… Sei agitata per stasera?”

“Abbastanza…”

Non so come farò a non morire… Però lo faccio per Delly, quindi vale la pena sacrificarsi…
Anzi, sono contenta che nonostante ci conosciamo da così poco tempo si fidi di me a tal punto da chiedermi di aiutarla per qualcosa di così tanto importante… A proposito, avevo notato che c’era una piccola elettricità tra Rydel e Ellington, ma pensavo fosse stata solo una mia impressione. Effettivamente, sarebbero perfetti insieme…

“Facciamo così, appena finisco di prepararmi vengo da te e ti aiuto a scegliere con tutto, va bene?” mi dice Rydel.

“Perfetto!” rispondo.

“A dopo!”

“A dopo!”
   
 
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