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Autore: Love_in_idleness    05/02/2009    11 recensioni
"Mu, non mi riconosci?"
Questa notte è venuto da me un fantasma.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Aries Mu, Aries Shion
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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dissolversi

Dissolversi

̴

 

 

“Mu, non mi riconosci?”

Questa notte è venuto da me un fantasma.

“Mu –“

Cado in ginocchio.

 

Ricordo la sensazione che provavo quando mi abbracciava. Ricordo di come potevo stringermi e raggomitolarmi ed essere perfettamente incastrato al suo petto. Emanava un calore stupendo. Avvolgente. Io ero davvero piccolo, il suo petto davvero enorme. Quando non mi prendeva tra le sue braccia, e i miei piedi si posavano per terra, davanti a lui, alzavo lo sguardo e per raggiungerlo dovevo inclinare la testa all’indietro.

Era solenne e maestoso. Questo ricordo.

Ricordo il colore dei suoi occhi, e l’impressione che mi fece fin dal primo giorno. Era un uomo rigido e allo stesso tempo dolce. Per secoli era stato costretto a portare una maschera – maschera inflessibile, fredda, e forse aveva dimenticato, sotto strati di metallo, quante espressioni potesse assumere il suo viso.

La prima volta che lo incontrai avevo appena tre anni, e non sapevo niente delle stelle e della predestinazione. Non sapevo chi fossero gli dei, chi fosse il resto del genere umano, quanto possano essere deboli gli uomini… ero seduto sul prato e giocavo con l’erba appena cresciuta sotto strati di neve. Lui arrivò con un passo silenziosissimo.

Era vecchio, e con la vecchiaia si trascinava sulle spalle il peso e l’esperienza di innumerevoli anni. Aveva vissuto una vita lunghissima e conosciuto in tutto quel tempo un enorme dolore. Io, invece, avevo vissuto una vita estremamente breve. Eppure già condividevo con lui un dolore molto simile. Per questo potevo capire il suo bisogno di contatto e dolcezza, quando prendeva le mie piccole mani  nelle sue, quella dolcezza che non sapeva esprimere col volto, ma che gli sentivo calda nel petto e negli occhi. Era solo, sconfitto. Dissolto.

Shion sempre camminava a testa alta. Ma io sapevo che il suo petto era tremendamente stanco.

 

Mi sembra di vedere un fantasma…

 

Ho alzato la testa per un secondo. Non so che fare. È tutto sbagliato. Sono in ginocchio di fronte all’uomo che mi ha educato alla giustizia e al bene supremo e che adesso, in un ultimo disperato gesto, vuole distruggere tutto ciò che mi resta.

Ora che non devo più reclinare la testa così all’indietro per vederlo, ora io fisso la terra.

 

Mi sembra quasi di piangere un fantasma.

 

Una mattina di molti anni fa ho scoperto di essere in qualche modo debole. Sono un essere umano. Per quanta potenza e forza dimorino dentro di me, io rimango un essere umano. Un essere fragile. Un uomo che ama. E se ami una persona, dopo, non riesci più a vivere senza.

Tredici anni fa, quando mi sono svegliato, ho scoperto di essere ritornato solo, solo e nudo come una mattina di primavera quando giocavo con l’erba su un prato appena nato. Ma allora ero abbastanza piccolo da poter dimenticare, e abbastanza selvaggio da poter voltare le spalle a tutto il mio dolore, chiudendomi in un mondo fatto per me.

Tredici anni fa, quando mi sono svegliato e ho capito della sua morte, non ho potuto fare a meno di piangere.

Pure questo giorno ricordo alla perfezione. Ricordo l’adunata ad un’ora improbabile e il senso di angoscia che bruciava nel mio petto. Ricordo di aver visto un cielo nero, nero e fumoso oltre ogni limite, anche se l’aria era chiara. Ricordo cosa pensavo mentre salivo le scale. Qualcosa non andava. Non sapevo che fare. Era tutto sbagliato. Avevo bisogno di parlargli.

E quando davanti al Sacerdote mi sono presentato, con le mie angosce, i miei timori, e la notizia della morte di Aiolos per la testa, io ho capito il punto in cui il filo era stato reciso.

Lui era… morto.

Nessuno avrebbe potuto ingannarmi. Nessuno.

Allora che per vederlo non dovevo più reclinare la testa all’indietro, allora io guardavo attraverso la maschera una figura sconosciuta e scura.

Dov’era? Dissolto?

Le sere che mi addormentavo stanco tra le sue braccia e tutte le volte che non riuscivo a capire cosa volesse ottenere da me – la frustrazione, la rabbia, i momenti di sole, niente di questo, nessuno di questi giorni era destinato a tornare.

Eri…

dissolto.

Ero dissolto un po’ con lui.

 

Mi sembrava di essere diventato un fantasma.

 

Mi aveva allenato per anni all’insensibilità. Alla forza. Alla fermezza.

E le mie gambe cedevano.

Forse, se si fosse spento lentamente adagiato sul suo letto, e io avessi potuto guardare il suo viso – senza dover reclinare la testa – non mi sarei sentito così male. Sono sicuro che per una volta Shion avrebbe riscoperto la dolcezza nei suoi lineamenti. E io l’avrei accompagnato oltre la soglia. L’avrei lasciato andare. Sarebbe stato un morto. Non un fantasma.

Ho raccolto le mie cose poco dopo la cerimonia per commemorare Aiolos. Presentivo un’aria irrespirabile, un senso stupefacente di rovina. Non funzionava nulla.

Anche Saga era un fantasma. Il Santuario sembrava popolato di fantasmi.

Con le gambe che ancora mi tremavano tornai nello Jamir.

 

Con le gambe che mi tremavano sono tornato al Santuario.

 

Con le gambe che mi tremano poso le ginocchia a terra. Non capisco. Non ho nemmeno il coraggio di reclinare la testa e guardarlo negli occhi. Chiedergli: perché? Perché ho ucciso due miei vecchi compagni e perché altri devo combatterne? Perché ancora guerra?

Perché quella mattina non mi hai lasciato giocare con l’erba appena spuntata da sotto la neve? 
 
Perché proprio tu sei diventato un fantasma?

Camus, Shura e Saga procedono oltre. Passano accanto a me come vento, e come vento scompaiono. Forse dovrei fermarli. Forse dovrei. Ma qui c’è Shion, e le mie gambe tremano e i miei occhi non si decidono a salutarlo.

“Mu,” Dice. “Mi hai disobbedito molte volte questa sera. Spero tu sia pronto.”

Forse mi ucciderà.

Mi ucciderà senza farmi provare dolore, se mai per un solo istante mi ha davvero amato.

 

Shion si fa avanti lentamente. Lo scintillio della luna colpisce la Surplice rendendola quasi argentea. Si avvicina e allunga le braccia fino a sfiorarmi il viso. Ha sempre avuto mani delicate. Posso quasi sentire l’antica intimità di questo gesto. Appoggio i miei palmi sulle sue mani, lo guardo negli occhi.

Mi sembra quasi di vedere un fantasma.

Ma lui è davanti a me, è vivo. È fatto di carne e muscoli, e respira. È fatto della malinconia e della sofferenza che ho imparato così tanto a conoscere. È fatto di più di due secoli di lotta e saggezza. È ancora fatto di solitudine, dell’amore per me, per il vecchio Maestro Dohko, per Athena, per il mondo intero.

Un fantasma trasparente.

Shion, è questo che vuoi dirmi?

Non ho la forza di combatterlo.

Cosa stai facendo?                                                                                                                                  

Mi guarda negli occhi, mi sfiora il viso con mani delicate.

Ora capisco. Ora che posso guardarti negli occhi senza reclinare la testa, ora capisco.

 

***

[COMMENTI RANDOM –]

 
Che disastro YwY… sapete, io avevo un programma. Io dovevo studiare. Studiare nel vero senso della parola. Ed ero lì, con la mia dispensa rilegata malissimo che perdevo fogli da tutte le parti e Mu mi guardava dalla scrivania, e aveva quei capelli lilla, e i puntini! I puntini! *w* Lo odio. Prendetevela con lui. Io non gli ho parlato per un giorno ù.ù.
Cioè, nella mia vita avevo previsto tutto, tranne di cominciare a scrivere fic su Saint Seiya. Martina, concentrati sull’essenziale ;O; e studia.
Ah, per la cronaca: sto amando Shion a livelli che sono veramente ridicoli <3

 
Non so se qualcuno che ha letto Starlit passerà da queste zone, ma io rispondo lo stesso:

Genshi: in realtà non sono sicura che sia Shion. Cioè, in Lost Canvas effettivamente è Sion. Non ho idea nella serie classica di come sia stato traslitterato. Però ti posso dire che in Hades, anche nel doppiaggio giapponese dicono Shin. O Shion. Non ho capito se c’è la vocale, ma di sicuro c’è una palatale ù.ù

 
Ren_chan, LeFleurDuMal: Ma io vi <3. No, sul serio grazie. YwY piango. Sono commossa. Vi offro un pezzo di cuore, lo volete? *stack* *porge pezzo di cuore, anzi, manciata di frammenti, anzi, pugnetto di sabbia* Quando vincerò il nobel sarà dedicato a voi. Proprio così, sono molto seria ù.ù. A parte questo, siete due autrici fantastiche e mi avete fatto tornare la voglia di scrivere dopo voragini di nulla, per questo avete tutta la mia stima e il mio amore, grande cosìììììììììììììììì *O* ecco. <3

 
HarleyQuinn: è ufficialmente bandita dalle mie pagine fino al momento in cui smetterà di considerarmi un animaletto a cui schiacciare la pancia. Io non sono un pet. Non ho il naso umido e i polpastrelli soffici. Mi lavo da sola e mi nutro tre volte al giorno ù.ù. E se proprio non riesce a pensare a me come un essere umano, almeno dovrebbe grattarmi dietro le orecchie più spesso >O

   
 
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