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Autore: Eisen im Blut    02/09/2015    1 recensioni
Qual'è stato il tuo sogno quando eri bambino ?
Furono queste le parole che gli rivolse all'improvviso un pomeriggio, come tanti altri dov’erano insieme a dirla tutta, Alfred osservandolo con evidente curiosità negli occhi azzurri che si nascondevano dietro le lenti dei medesimi occhiali che portava come il gemello canadese.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Canada/Matthew Williams
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Autore : Eisen im Blunt
Titolo : What are you dream ?
Fandom : Axis Power Hetalia
Personaggi : Canada/ Matthew Williams
Pair : Nessuno
Genere : Introspettivo  





 
Qual'è stato il tuo sogno quando eri bambino ?

 
Furono queste le parole che gli rivolse all'improvviso un pomeriggio, come tanti altri dov’erano insieme a dirla tutta, Alfred osservandolo con evidente curiosità negli occhi azzurri che si nascondevano dietro le lenti dei medesimi occhiali che portava come il gemello canadese. Il biondo dopo aver sgranato per l'evidente sorpresa gli occhi a quella domanda, che dettata dall’innocenza era riuscita al contempo a mettere a nudo una parte dell’animo che fin troppo spesso le altre persone si dimenticavano, si rese effettivamente conto che oltre alle guerre e la sua vita come nazione aveva anche altri sogni. Altri sogni che nascondeva fin da bambino e soprattutto che con il passare del tempo aveva dimenticato e perso come tanti minuscoli fili di lana nella sua memoria. Quel giorno non seppe dare una risposta all’americano che imbronciato, come un bambino e come solo lui riusciva a fare, lasciò cadere il discorso, forse per rispetto nei confronti del fratello e della fragilità di quell’argomento, distraenedolo con la sua consueta finezza pachidermica ed impegnandolo con videogiochi che il canadese non riusciva mai a finire nonostante tutta la buona volontà con i quali si applicava sotto le risate allegre e divertite del fratello.  
 

<...>

 
Si alzò sulle punte e portò lo sguardo oltre le chiome ancora rigogliose degli alberi, seppur i segni dell'autunno iniziavano a far capolino tra le foglie ancora verdi colorandole di rosso e d'oro, che circondavano quello che allora era tutto il suo mondo. Una piccola radura rispetto alla vera grandezza di quello che adesso è tutto il suo territorio. Ma per il piccolo ai suoi occhi tutto ciò restava comunque sempre grande e pieno di meraviglie ancora sconosciute per lui.
Strinse le piccole mani prima di lasciarle mollemente cadere lungo i fianchi mentre portava le sue ametiste al cielo violaceo striato di rosso, un chiaro segno che il sole stava ormai tramontando e sarebbe dovuto tornare a casa, rabbrividendo per una folata improvvisa, ma restando fermo in attesa di qualcosa.
Dopo diversi minuti in silenzio si sedette tra l'erba fresca attento a non sporcarsi la candida tunica, che il suo Papa /Francis/ gli aveva fatto indossare quel giorno, mentre socchiudeva gli occhi ed alzava una mano a proteggerseli dagli ultimi raggi di sole chiedendosi se fosse meglio tornare un altro giorno. Stava per alzarsi ormai rassegnato e in larga misura sconsolato con lo sguardo basso quando un'improvviso starnazzare ruppe il silenzio quasi irreale della radura portandolo ad alzare nuovamente lo sguardo.
Finalmente erano arrivate anche in quel pezzo di cielo le oche migratrici dirette verso il sud, e quello che conosceva come suo fratello, passando per quel tratto sopra la sua casa. Le loro ali ricoperte di lucide piume brune, il candido collo flessuoso e la testa nera. Il bambino osservò il loro lento fluire con gli occhi che brillavano stupefatti e conquistati come ogni volta da quello spettacolo mentre alzava una manina verso il cielo convinto di riuscire a sfiorare quelle morbide piume per poi ritrarla altrettanto stupito di non esserci riuscito.
Continuò finché non sparirono all'orizzonte ed anche dopo sussultando all'improvviso quando si rese conto del buio che aveva iniziato a ricoprire il cielo ed allungare le ombre al suolo. Anche quella volta sulla strada di ritorno recuperò qualche piuma sparsa tra l'erba e la sera una volta essersi messo il pigiama recuperò da sotto il letto un quaderno di pelle scura e macchiata in più punti che gli aveva donato Dad /Arthur/ questa volta e vi sistemò tra le pagine consunte le piume raccolte quel giorno assieme alle altre raccolte nel corso degli anni.
Un giorno anche lui si sarebbe librato tra le nuvole esattamente come quegli uccelli, avrebbe visto il mondo dall'alto e tutti l'avrebbero finalmente visto invece d'ignorarlo come accadeva ogni volta.


<1940>

 
Quando i sogni si avverano nel proprio cuore si avverte incredibile senso di gioia e di euforia accompagnato anche da un brivido di paura dettato dalla necessità di ricercarne uno nuovo. Ma per il canadese già esser riuscito ad ottenere il brevetto di volo ed aver la possibilità di realizzare quello che era uno dei suoi più grandi sogni d'infanzia era già una gioia incommensurabile.
Quella mattina quando aprì i suoi occhi violacei al mondo la prima cosa che vide oltre la montagna di lenzuola e di coperte fu il suo vecchio quaderno e raccoglitore dimenticato la sera prima sul comodino, e con un gesto lento, ancora intontito dal sonno, lo prese tra le mani stringendoselo al petto in un moto di tenerezza prima di ricordarsi che giorno era quello e con uno scatto degno di un corridore olimpico saltare giù dal letto preparandosi in fretta e furia cercando di riuscirci nel minor tempo possibile prima di precipitarsi fuori casa e preso un tram dirigersi verso il piccolo aeroporto fuori città.
Avrebbe volato per il semplice piacere di farlo realizzando così il sogno che aveva coltivato fin dall'infanzia.
Si sistemò meglio il cappotto beige sopra le spalle e gli occhiali da aviatore tra i capelli biondi mentre avanzava con passo sicuro verso il mezzo che giaceva addormentato al lato del magazzino una volta aperto il portellone di quest'ultimo. Tremava dall'emozione. Fece un grosso respiro mentre si sedeva al posto del guidatore e si sistemava gli occhialoni davanti al viso mentre prendeva confidenza con i comandi e lo spazio angusto dell'aereo. Dopo un minuto di religioso silenzio girò la manopola nel quadro e lo azionò iniziando tutte le fasi del decollo mentre usciva lentamente dal magazzino ed iniziava a guadagnare velocità lungo tutta la pista.
L'aereo si staccò dal suolo e librò in volo alzandosi oltre le nuvole nivee che giocavano nel cielo con un rombo potente e rumoroso e le ali che frusciavano sferzate dall'aria gelida.
Matthew stava volando in quell'azzurro che aveva sempre pensato troppo lontano per lui e guardava il mondo che aveva sempre visto dal basso allontanarsi e farsi sempre più piccolo ed indistinto nei suoi colori. Sabbia, marrone, azzurro, bianco e verde. Mentre volava i suoi pensieri erano diventati come dei palloncini e si erano liberati in aria lasciandolo solamente rilassato. Non gli interessava più se le persone ed i suoi stessi famigliari facevano solitamente fatica a vederlo, se erano delle rappresentazioni e non avrebbero mai potuto avere una vita come un normale essere umano.
Lui amava la sua terra e le sue persone.
Amava essere il Canada.
E nonostante quello che stava facendo fosse pressoché inutile o "sbagliato" visto che in poco tempo avrebbe dovuto lasciarlo per non destare sospetti sulla sua natura di Nazione il canadese non vi avrebbe rinunciato per niente al mondo. Sembra buffo e crudele allo stesso tempo nel ripensarci adesso, soprattutto alla luce dei voli successivi della giovane nazione, dettati più dal sangue che doveva versare nella Battaglia d'Inghilterra1 che alla gioia di librarsi in volo. Finì per passare l'intera mattinata in volo prima di decidere di tornare a casa su di giri per il suo solito prima che la realtà della WWII gli piombò addosso come un falco sulla preda.


 <Oggi>

 
Quella mattina dopo settimane a rimandare l'inevitabile aveva deciso di sistemare la sua casa ed il caos che vi regnava sovrano -Chiunque avrebbe potuto dire conoscendolo che l'ordine ed il ragazzo erano distanti anni luce- quando in un vecchio scatolone nascosto in fondo all'armadio attirò la sua attenzione. Dopo eleganti acrobazie tra i vestiti , ancora per lo più ammassati in montagnette indefinite di tessuto, ed i libri riuscì a raggiungerlo ed una volta aperto vi ritrovò al suo interno tutto quello che riguardava quel sogno realizzato e che in parte aveva cercato di dimenticare. Tuttavia adesso rileggendo quelle vecchie emozioni mai sopite e nascoste con cura sul carta e vestiti si risvegliarono in lui ritrovandosi seduto sul divano della propria casa con quel quaderno tra le mani a sorridere con dolcezza mentre le dita sfioravano quelle piume ancora integre.

Era riuscito a realizzare il sogno di librarsi in cielo diventando un aviatore per il breve periodo che gli è stato concesso, ma ancora non era riuscito a realizzare quello di esser ricordato da chiunque e non solo dalla sua famiglia.
Il canadese sorrise ancora di più mentre stringeva a se quel quaderno ed alzava lo sguardo davanti a se.
Aveva ancora da lavorarci.


 

1. Battaglia d'Inghilterra (1940) 
E' il nome storico della campagna completamente aerea svoltasi nella seconda guerra mondiale e combattuta dalla aeronautica militare tedesca, la Luftwaffe, con il Regno Unito ed i suoi alleati tra l'estate e l'autunno del 1940. Inizialmente presente come fornitore di beni bellici vi partecipò anche il Canada con l'invio di numerosi volontari e principalmente il pattugliamento dell'Ocano Atlantico fino al bombardamento su suolo tedesco nelle ultime fasi del conflitto che decretò il prossimo avvicinarsi della caduta tedesca. 




Spazio invisibile dell'autrice :
Salve a tutti !
Rieccomi con un nuovo scritto, per anticipare il mio grande ritorno a casa, questa volta legato ad un altro personaggio che trovo sinceramente carino e poco ricordato, con rammarico, se non per dire __Who?__ nel fandom. Gioite con me per il Canada dove hanno lo sciroppo, i pancakes e le alci. Comunque chiudendo la parentesi di follia questo è stato uno scritto nato di getto da un ispirazione momentanea dove appunto si parlava dei sogni che potrebbero coltivare i nostri amati personaggio oltre la loro natura di nazioni.

Come al solito ringrazio dal profondo sempre tutti quelli che leggeranno, ricorderanno e recensiranno la storia.
Alla prossima

Eisen
  
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