Fumetti/Cartoni europei > Winx
Segui la storia  |       
Autore: ghepy    02/09/2015    1 recensioni
Sapete...
Gli stregoni del cerchio nero non sono poi così male...
O almeno per me.
Ma prima di parlarvi di loro, forse dovrei prima parlarvi di me.
Mi presento sono Susan. Una semplice cameriera, niente di speciale.
Che cosa posso dire? Ho i capelli lunghi e lisci di un bel color platino. Occhi azzurri...
Sono alta si e no un metro e settanta, credo...
Non mi misuro più da un bel pezzo... forse sono cresciuta in questi ultimi tempi.
Forse vi starete chiedendo del perchè una semplice umana sia entrata in contatto con gli stregoni del cerchio nero...
Beh ve lo dirò io!
Sapete tutti del perchè gli stregoni del cerchio nero siano venuti sulla terra, prendere la fata terrena bla bla, impossessarsi del cerchio bianco e bla bla...
Ma sapete... una cosa che non sono mai riuscita a capire è stata il perchè mi sia ritrovata faccia a faccia proprio con uno di loro. Insomma... non ho niente di speciale... eppure...
Quella sera di tanti secoli fa...
Ho trovato la mia via.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Duman, Nuovo personaggio, Stregoni del Cerchio Nero
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Era ancora buio quando Susan riaprì gli occhi.

La luce della luna filtrava dalla piccola vetrata del canile, illuminandone il corridoio.

C'era qualcosa che non andava...

Chissà, per qualche strano motivo, Susan non si sentiva a suo agio.

Qualcosa non andava, sì! Ma cosa?

Con scatto felino, Susan si alzò alla sedia e si diresse verso la porta.

L'aprì e uscì fuori.

Era a dir poco strano...

Sebbene Susan lavorasse in quel canile da diversi mesi, non si era mai accorta dell'enorme piazzale che circondava il canile.

I grandi grattacieli si inalzavano verso il cielo, oscurando le vie dei dintorni.

Nell'aria c'era uno strano odore.

Come un segugio, Susan alzò il naso e cominciò ad annusare...

Nell'aria si poteva percepire una forte puzza di smog, sigarette ancora mezze accese che bruciavano il loro veleno, rieccheggiando nell'aria e

penetrando nei polmoni.

Ma c'era qualcosaltro... si! Un odore quasi familiare...

Poi un rumore attirò lo sguardo della ragazza.

Veniva da dietro il canile.

Passo dopo passo, Susan si avvicinò sempre più al retro del piccolo edificio.

L'odore era sempre più forte, quasi da dare la nausea, tanto era intenso.

Ora che lo sentiva bene, sapeva perfettamente dire che cos'era.

Pelle. Pelle intrisa di nero. Nero pece.

Ora si ricordava perfettamente su dove avesse già sentito quell'orribile fetore.

L'aveva avuto sotto il naso per tutta la sera, l'odore era rimasto impresso sugli abiti di Duman.

<< che ci fai qui? non lo sai, che non è sicuro girare da soli nel cuore della notte ? >> sorrise Susan parlando al vento.

Dalle spalle della ragazza si percepì una piccola risata e un silenzioso battito di mani.

<< i miei complimenti biondina, sei davvero incredibile per essere umana >>

Dall'ombra comparve Ogron, con un sorrisetto malefico disegnato sul viso.

Da Susan ci fu un piccolo sospiro di sollievo, girandosi verso il ragazzo. Quasi come se temesse di trovare qualcosa di peggio.

<< sbaglio o abbiamo già avuto l'onore di conoscerci io e te?... >> Susan si portò la mano sotto il mento, come per pensare << ... AH SI! mi hai

fatto volare per una decina di metri! >>

Quel dannato sorrisetto non accenava a sparire dal volto del rosso.

<< oh andiamo Susan! non mi dirai mica che serbi rancore nei miei confronti, non è vero? >> asserì lui passandole le mani tra i lunghi capelli della

ragazza.

Con un colpo di mano, Susan si scostò dal tocco del 'lanciatore di ragazze'.

<< come sai il mio nome? e piuttosto... chi sei tu?! >>

Non si sentiva a suo agio. In quel ragazzo c'era qualcosa di orribile. Qualcosa di spaventoso.

<< questo non ha importanza... o ma che maleducato! mi presento, io sono Ogron! piacere di conoscerti ... >>

Ogron le prese la mano e fece per baciargliela, ma Susan fu più veloce di lui e ritrasse la mano, disgustata.

Deluso da quell'atteggiamento ribelle, Ogron incominciò a girarle intorno, confondendola.

Ad ogni suo passaggio le sfiorava i capelli, innervosendo sempre più la ragazza.

<< avrei un paio di domande da farti se non ti dispiace >>

<< che tipo di domande? >> Susan si tenne sulla difensiva, doveva assolutamente trattenersi o sarebbe finita malissimo per lei.

<< so che viaggi spesso, non resti mai nello stesso posto per troppo tempo... come mai? stai scappando da qualcosa? >>

<< detesto la monotonia, per questo mi sposto sempre >> rispose lei spiccia

La risposta sembrò non soddisfare il mago.

<< e come mai sei venuta proprio qui? in un posto così monotono, mia cara? >> chiese lui insistente.

La ragazza fece spallucce << non è poi così male qui... c'è il mare, per raggiungere le montagne non bisogna fare troppa strada e il clima è mite! se

non c'è altro io me ne andrei >>

Susan non ne poteva più, era tardi e lei doveva tornare a controllare i cani.

Si girò in direzione del canile, ma Ogron la prese per un braccio seccato.

<< ne ho abbastanza di te ragazzina! dammi subito il cerchio! >>

Con un movimento lesto Ogron fece per prenderle il colletto della maglia, ma Susan, girandosi, gli cambiò la traiettoria.

Ciò che ora Ogron si ritrovò nelle mani lo lasciò a dir poco basito.

Ora le stava stringendo il seno, sprofondando le dita in quella candida pelle.

Susan e Ogron restarono senza parole. Essendo lui un essere con diversi secoli alle spalle, era ancora abituato alle abitudini antiche, quasi

medievali, perciò quello era a dir poco inaccettabile per un cavaliere.

Dopo un nanosecondo, sul volto del nostro mago si impresse un gran bel segno di una mano.

Quella era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso, e Susan si era sfogata tirandogli una bella sberla sul muso.

<< prova ancora a palparmi e giuro che ti farò vedere le stelle in pieno giorno! maiale! >>

Con le fiamme che le uscivano dalle orecchie, Susan, con passo deciso, rientrò nel canile e sbattè la porta.

Era fuori di sè!

Cosa avrebbe dato in quel momento per un sacco da box su cui potersi accanire.

Doveva calmarsi!

La rabbia non si addiceva affatto ad una lady, e lei lo sapeva bene.

Eppure quando era in compagnia di altre persone andava sempre a finire così.

Non riusciva neanche lei a spiegarselo.

Mentre rifletteva, qualcosa la riportò nel mondo reale.

Un piccolo cagnolino le stava tirando il giaccone.

Quella era l'unica cosa a cui non sapeva resistere.

Gli animali, così belli, così puri.

Ora che lo guardava bene, doveva ammettere che era adorabile.

Era come una sorta di lupacchiotto, con il pelo grigio lungo e degli occhi viola.

Occhi viola? Poteva sembrare strano, ma Susan non ci fece caso.

Insomma... dopo aver visto delle ragazze vestirsi con vestitini ristretti per combattere, ragazzi che con una sola mano ti facevano entrare nel

guinnes dei primati, lanciandoti per una decina di metri o che si trasformano in strane creature, direi che quella era la normalità assoluta.

Intenerita da quel piccoletto, Susan se lo prese in braccio e tornò al suo posto, dietro alla scrivania.

Se lo appoggiò sulle gambe e iniziò a compilare pile e pile di moduli, come di consueto.

Era così bello sentirsi una piccola palla di pelo che si strofinava sul ventre dolcemente.

<< sia chiaro... >> disse Susan al cucciolotto << ... solo per sta sera... pulcino >>.









Arrivò il mattino.

Susan aveva appena terminato di firmare l'ultimo modulo.

Era distrutta, chissà per quale motivo, gli umani si complicavano la vita scrivendo moduli su moduli per poi farli firmare ad altri umani.

Mah! I misteri della vita!

Essendo finito il suo turno, Susan lasciò il canile, con una dolce compagnia.

Quel piccolo lupacchiotto non accingeva a voler lasciare da sola la ragazza. Quasi come se ne fosse il protettore.





Dopo un po' di strada, giunsero finalmente alla spiaggia.

Non avendo altro posto dove andare, decise di sedersi sulla battiggia della spiaggia.

Il piccolo lupacchiotto non faceva altro che fissarla, ne era ammaliato.

Con un piccolo gesto, Susan fece cennò al piccolo di saltarle sulle gambe, e così fece.

Di tutta risposta, il cucciolo cominciò a leccarla in faccia, facendo sdraiare la ragazza sulla sabbia.

Con la mano, Susan lo accarezzava dolcemente, mentre lui si strofinava sul viso dell'amica.

<< peccato... c'eri quasi riuscito... Duman! >>

A quelle parole, il piccolo la fissò senza parole.

<< e va bene.... mi hai beccato... >>

Un lampo viola colpì il piccolo lupo, facendolo tornare al suo aspetto originario.

In neanche due giorni, Duman l'aveva assalità nello stesso modo e con lo stesso travestimento.

<< questa volta potevi cercare di essere più orginale! >> lo riprese lei, togliendoselo dal ventre.

Il ragazzo dai capelli fucsia cadde su un fianco, sdraiandosi accanto alla ragazza.

<< dov'è che ho sbagliato? dovevo per caso trasformarmi in un gatto? >> domandò confuso lui.

<< uno... se volevi passare la notte con me bastava che me lo chiedessi, e due... devi imparare a camuffare il colore della tua cresta, tutte le

volte che ti trasformi hai sempre qualcosa colorato di viola o fucsia, credevo fossi un professionista... ahaha >> disse lei sfottendolo.

<< non hai risposto alla mia domanda... >> notò lui.

<< te l'ho detto, impara a camuffare il colore della tua cresta, e poi non devi necessariamente trasformarti in gatto per essere credibile... >>

Duman si avvicinò pericolosamente al viso di Susan, facendola diventare rossa.

<< dovrei trasformarmi in un bravo ragazzo per poter essere credibile ai tuoi occhi? >>

Con la mano, si portò il viso di Susan ancora più vicino.

Le difese di Susan era crollate.

Di norma, avrebbe risposto in malo modo o avrebbe colpito ripetutamente il viso dell'avversario, ma questa volta no.

Si sentiva distrutta, come se la sabbia le stesse risucchiando via le energie. E il suo sguardo...

il suo sguardo era incatenato a quello color ambra del ragazzo, quasi ipnotico.

<< puoi sempre provarci... >> disse Susan con un filo di voce.

Duman si avvicinò alle sue candide labbra, stava quasi per baciarla, ma si fermò prima del tempo.

Susan crollò.

Il suo sguardo si spense, precipitando nell'oblio.

Lì per lì Duman le pose delle domande, ma non ebbe risposta.

Un po' allarmato, Duman la prese in braccio e si teletrasportò.








Dopo diverse ore, Susan si risvegliò.

Aveva un gran malditesta. Era confusa e intontita, come se l'avessero drogata.

Ma... aspetta un momento... cos'era quella terribile puzza?

Disgustata dal quell'odore, Susan riuscì finalmente a svegliarsi per bene.

<< ma dove sono finita? >> si chiese guardandosi intorno.

Una sorta di fiume verdastro le passava proprio accanto.

Dovevano essere le fogne... e come ci era finita lei lì?

Era sdraiata sopra un vecchio materasso con una coperta di lana che le ricopriva il corpo.

Quando si tirò sù, si accorse di essere completamente nuda.

Presa dall'imbarazzo, si ricoprì, come meglio poteva, con la pungente coperta.

Poi sentì delle voci.

Provvenivano da un tunnel lì vicino.

Non avendo altra scelta, si limitò a seguirle, fino ad arrivare in una sorta di stanza.

Vi sbirciò dentro e quello che vide la fece andare su tutte le furie.

A terra vi erano i suoi indumenti, e ciò che la lasciò ancora più stupita fu il vedere i tre ragazzi, Ogron, Duman e un ragazzo dai capelli scuri,

intenti nel cercare qualcosa tra i suoi oggetti personali.

<< hey! si può sapere che state fancendo con la mia roba?!?! >> disse lei infuriata, entrando nella stanza.

Duman scattò in piedi e l'accolse.

<< oh! vedo che ti sei ripresa! in riva al mare sei crollata come un sacco di patate... >> disse lui controllandola.

<< sacco di patate o no, ti sarei grata se mi restituiste i miei abiti! e poi... per che cavolo me li avete tolti?!!? >> si impuntò la ragazza.

Qui intervenne Ogron, infastidito da tutto quel trambusto.

<< stiamo cercando il cerchio grigio, e sono certo che tu ce lo stai nascondendo! >>

<< cerchio grigio? e cosa sarebbe? >> chiese Susan piegando la testa su un lato.

<< non fare la finta tonta! sappiamo per certo che ce l'hai tu! >> urlò Ogron furioso.

Duman era in mezzo ai due, e a essere sinceri, non sapeva bene di chi aver più paura.

<< sentimi bene pallone gonfiato! >> susan si drizzò sulle mezze punte e puntò il dito contro il mago dai capelli rossi << non ho idea di che cosa tu

stia parlando, ma ti posso assicurare che se non mi restituite i miei indumenti seduta stante, ti trasformò in un ammasso di carne informe! HAI

CAPITO BENE?!! >>

Duman intervenne tra i due, per cercare di raffreddare gli umori.

<< ascolta susan... >> Duman le prese le mani nelle sue e la fissò negli occhi << ... abbiamo solo bisogno di controllare una cosa, ma purtroppo uno

di noi quattro non è ancora arrivato e senza di lui non possiamo fare niente... potresti aspettare almeno che il nostro amico ritorni? ti prometto

che dopo ti restituiremo i tuoi indumenti >>

Quel modo di fare...

Quegli occhi così sinceri...

Quella voce così suadente...

<< e va bene! fate pure >> disse Susan diventando rossa per la vergogna << ma gradirei avere almeno qualcosa con cui coprirmi! >>

Duman si guardò attorno, alla ricerca di qualcosa per poter soddisfare la richiesta della ragazza.

Lanciò un'occhiata al suo amico Anagan come per chiedregli  "mi presteresti il tuo cappotto? "

Ma dal ragazzo dai capelli scuri arrivò un immediato "no" con la testa.

Sconsolato, si guardò ancora intorno, poi si guardò le gambe.

Duman era sempre stato un grande freddoloso, infatti, oltre al paio di pantaloni neri, si era messo una sorta di lunga gonna, per fasciare i

suddetti, proteggendosi dal freddo.

<< vediamo un po' se questo ti può andare... >>

Duman si sfilò la strana gonna e la porse alla ragazza.

<< ti ringrazio... >> Susan la prese e arrossì.

Duman era diverso dagli altri...

Era così gentile con lei, e anche piuttosto affettuoso...

Susan uscì dalla stanza per provarsi quella strana gonna.

Essendo molto lunga, Susan decise di usarla a mo di vestito.

Se la portò fin sopra a seno, ora l'unico problema era il come legarsela...

Duman sbucò da dietro l'angolo, avvicinandosi a lei.

<< aspetta... faccio io... >>

Passò la cintura tra gli anelli della gonna e la tirò leggermente, facendola aderire al corpo della ragazza.

<< devo dire che sta meglio a te che a me... >> sorrise lui.

Ora che Susan non aveva addosso tutta quella roba, Duman notò il quanto fragili erano i suoi arti.

La sua pelle era così candida, sembrava quasi neve.

I lunghi capelli le incorniciavano il viso, facendole risaltare gli occhi.

Era così esposta...

Duman sentiva che avrebbe potuto distruggerla anche solo sfiorandola.

Sembrava quasi fatta di porcellana.

" se le cose non stessero così... io... potrei...magari... " pensò Duman, ma il suo pensiero fu bloccato.

Susan, vendendolo con lo sguardo fisso nel vuoto, si decise a finire ciò che lui aveva iniziato sulla spiaggia.

Lo baciò.

Duman arrosì di colpo.

Non si aspettava di certo una cosa del genere in un momento come quello.

<< devo ammeterlo duman >> disse lei staccandosi da lui << sei un bravo ragazzo infondo >>

'sei un bravo ragazzo in fondo...'

Quella frase... quella piccolaM insignificante frase, disintegrò il cuore del ragazzo.

Da quanto tempo non provava più un'emozione come quella.

Non l'aveva più provata da quando...

Da quando...

"GISELLE!"

Come un lampo a ciel sereno, nella sua mente era apparso quel nome.

Dagli occhi del mago iniziarono a scendere fredde lacrime di nostalgia.

<< duman? va tutto bene? >> chiese Susan prendendogli una mano.

Ed ecco che la rivide.

Dopo tanti secoli, Duman aveva rivisto la sua Giselle. La rivedeva in Susan.

Con la voce tremante, Duman abbracciò Susan << finalmente ti ho ritrovata! >> le sussurrò all'orecchio.

Duman tremava come una foglia, stringeva Susan sempre più, accarezzandole la testa e ripetendo continuamente << ti ho ritrovata! sono qui! sono qui!

>>

Era una situazione a dir poco insolita.

L'unica cosa che venne in mente a Susan fu quella di accarezzargli la schiena.

Alla fine si ritrovarono per terra.

Le gambe di Susan avevano ceduto al peso dei due ragazzi.

Duman la stringeva sempre più forte.

Susan non riusciva più a respirare.

<< duman... mi fai male... >> lo implorò lei << ti prego... lasciami! >>

Il ragazzo non sembrava sentirla.

<< duman... così mi soffochi! >>
 
 
 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni europei > Winx / Vai alla pagina dell'autore: ghepy