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Autore: Alise13    02/09/2015    0 recensioni
Ho deciso di rendere questa OS una piccola raccolta per descrivere degli episodi riguardanti questi personaggi. Queste OS non avranno per forza un ordine cronologico, saranno sprazzi di vita.
" Il rosso aveva appena finito di giocare un due contro due a basket al parco vicino a casa.
«Grande partita!» Esclamò Dajan, l’amico d’infanzia del rosso, facendo rimbalzare la palla arancione a terra.
Avevano tutti il fiatone, ma erano soddisfatti lo si poteva vedere dagli occhi che ridevano.
Eveleen osservava la scena dalle gradinate soprastanti il campo. Teneva in mano un libro con il dito incastrato tra le pagine a tenere un segno che, non era cambiato durante tutta la durata della partita."
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dajan, Nuovo personaggio
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Evee se ne stava rannicchiata sulla sedia con le mani allungate sul banco caldo. Il suo posto era proprio nella traiettoria di un raggio di sole che pestifero filtrava dalla finestra un po' polverosa.

Osservava quei piccoli puntini ondeggiare nel fascio di luce, sembrava danzassero, poi il flash di quello che era successo poco prima in corridoio le pervase la mente stanca. Ancora non ci credeva che Castiel l'avesse tratta in quella maniera. La rabbia racchiusa in quel gesto, i suoi occhi grigi che le rompevano il cuore in mille pezzi.

Non pensava che si potesse star così male. Il pensiero le attanagliò la bocca dello stomaco. Possibile che le sue paure si stessero avverando così velocemente? Possibile che essersi fatta trasportare da quei sentimenti avesse incrinato il rapporto che avevano?

Non aveva una risposta, solo il confronto con Castiel avrebbe potuto donarle un po' di pace mentale.

Le lezioni si susseguirono ad un ritmo così regolare che la ragazza non potè che essere assalita da mille pensieri. Uno di quelli riguardava la posizione attuale del rosso. Varie volte lo sguardo di Evee era gravitato, ai cambi dell'ora, dentro l'aula di Castiel, si perché lui era un anno più grande di lei. Ogni volta vedeva quel banco in fondo all'aula vuoto e la sua reazione era sempre la stessa, testa bassa e sguardo deluso. Quei suoi continui sguardi però non erano sfuggiti a Natahaniel che fiducioso tutte le volte sperava di incrociare lo sguardo della ragazza, ma lei si arrendeva tutte le volte che non vedeva l'oggetto del suo desiderio e continuava la sua avanzata nei corridoi affollati del liceo.

Stava male per lei, non accettava di non vedere quel suo sorriso. Aveva mille motivi per odiare Castiel, ma nemmeno uno era valido quanto quello che gli balenava in testa da quella mattina. Come aveva potuto trattarla così si domandava. Lui di certo non l'avrebbe mai fatto, nemmeno nel suo momento più buio, no perché lui l'avrebbe saputa rispettare, Nathaniel era sempre più convinto di essere lui, quello giusto per lei.

Evee ripensò all'ultima volta che da amici avevano litigato, ma non gli veniva in mente nulla, di solito erano discussioni stupide che sfociavano sempre in una risata fragorosa, o perché il rosso la prendeva in giro per la musica che ascoltava, o perché non condivideva la sua passione per i film romantici, cavolate, che però in quel momento la ferivano, ma rispetto a come si sentiva in quel momento, quelle piccole discussioni le mancavano.

A parte Debrah, Castiel, aveva sempre trattato con poco riguardo le ragazze, tutte tranne lei e la sua ex ragazza che Evee si era sforzata di accettare e sopportare per il bene dell'amico, quella spocchiosa era un aggroviglio di menzogne e cattiverie che aveva portato Castiel all'isolamento, alla continua ricerca di discussioni con gli amici, perché anche se lui non lo ammetteva, lei lo sobbarcava di rabbia che inevitabilmente lui doveva scaricare. Lo trattava malissimo e da lei aveva imparato questa raffinata tattica di tortura che poi usò con tutte le povere vittime di sesso femminile che gli gravitarono attorno dopo la rottura.

Tutte tranne lei. E come da copione ora anche lei era finita sulla lista, era stata trattata a pesci in faccia come le altre, come se non fosse diversa da tutte quelle che erano state solo di passaggio. Sentirsi così, una delle tante la fece sentire piccola, minuscola, insignificante. Come poteva aver pensato anche solo per un secondo che con lei potesse essere diverso? Era una stupida ingenua.

E a questo mondo l'ingenuità non ripaga mai, l'aveva capito bene.

Le lezioni finirono e la campanella fece l'ultimo rintocco.

Evee cercò con lo sguardo Castiel, ma non avvistò nessuna chioma rossastra aggirarsi per la scuola.

«Pronta?» Le domandò Nathaniel che era sbucato con la testa dalla sala delegati.

Evee non si accorse di lui subito, ma quando lo vide riuscì solo a borbottare un si molto incerto.

Camminavano per il corridoio semi vuoto, Evee non poté che notare lo sguardo delle ragazzine del primo anno che si struggevano d'amore per il bel biondino. Ancora non si capacitava che Nathaniel non fosse impegnato con nessuna, era bello, affascinante, galante ed educato, la lista delle sue qualità era infinita, eppure lui era come se si conservasse per una particolare ragazza. Bè alla fine lui era la rincarnazione del principe azzurro perché non attendere l'arrivo della principessa?

La mora lo stava fissando mentre il suo monologo interiore stava ancora avendo luogo nella sua bacata testolina.

«Ho qualcosa in faccia?» Domandò lui incuriosito.

Evee scosse la testa stringendo più forte il libro al petto.

A Nathaniel si dipinse in volto una smorfia preoccupata.

«Stai bene?»

«Sto benissimo» mentì spudoratamente, sperando che non se ne accorgesse, ma il delegato ormai la conosceva abbastanza bene da distinguere un sorriso falso da uno sincero. Di sicuro non avevano la stessa intensità o lo stesso candore.

«Farò finta di crederti solo perché rispetto i tuoi spazi» Era una frase abbastanza forte per essere uscita dalla bocca del biondo pensò Evee, ma d'altro canto non aveva voglia di parlare di ciò che era successo prima, almeno così credeva.

«Mi dispiace» sbiascicò a disagio lei.

«Perché ti scusi?» erano arrivati davanti alla porta della biblioteca, ma il biondo non si mosse, non cercò nemmeno di aprire la porta.

«Per quello che è successo stamani. Mi dispiace che Castiel ti sia saltato al collo»

«Non ti devi scusare, tanto meno farlo per lui. Prima o poi dovrà prendersi qualche responsabilità anche è inutile che ti faccia sempre avanti te, non sei il suo scudo, ne tanto meno lo dovresti fare.»

C'era una vena di predica in quel discorso, ma alla fine Evee era d'accordo con lui, non poteva sempre fare da porta pace per il rosso.

«Lo so, ma è più forte di me. So che è buono, solo non lo sa dimostrare, figuriamoci scusarsi, ha troppo orgoglio» fece una pausa. «Ma è buono e non voglio che le persone fraintendano »

«Fraintendere cosa Evee? E' dura fraintendere i suoi gesti, sono sempre insulti o peggio...»

Cercò di calmarsi, la ragazza lo stava guardando con le lacrime agli occhi, non voleva questo, non voleva essere come Castiel che si faceva governare dagli impulsi e finiva sempre per ferirla.

«Evee?» Allungò una mano verso la ragazza che goffamente cercava di asciugarsi qualche goccia scappatagli dagli occhi arrossati.

Nathaniel si fece coraggio e l'abbracciò, Evee era sconvolta, il calore di quell'abbraccio la inondò, le lacrime aumentarono i singhiozzi non accennarono a diminuire.

«Perché mi tratta così?» Chiese lei supplicante come se lui avesse le risposte.

«Non lo so, so soltanto che io non lo farei mai» L'aveva detto, stava cercando di farle capire quanto fosse importante per lui.

La mora esterrefatta si staccò da quell'abbraccio ridacchiando come una scema.

«Come sei gentile Nathaniel, tu cerchi sempre di consolarmi»

Ma Nathaniel non la stava "consolando" si stava dichiarando, ma lasciò perdere di certo approfittare del momento non gli avrebbe fatto onore, non voleva cavalcare quel tipo di opportunità.

«Ti accompagno a cercarlo. Su andiamo!» Era stupito anche lui di quella proposta, ma sapeva che se Evee non l'avesse affrontato sarebbe stato inutile stare chiusi in quel loro luogo magico.

«Ma i libri?»

«Saranno lì anche domani mattina non ti preoccupare»

Le porse un fazzoletto con cui la ragazza si asciugò le lacrime, la scintilla della speranza le illumino gli occhi verdi.

Vagarono per un po' per il parco della scuola, ma niente, un altro posto che venne in mente ad Evee fu proprio il parco a metà strada tra la scuola e casa del rosso.

Quando arrivarono ciò che le si parò davanti le spezzò il cuore una volta per tutte, Castiel era avvinghiato in un abbraccio intimo con Ambra.

Sentì le gambe tremare e poi cedere al peso della sconfitta, i suoi sentimenti non erano stati abbastanza forti da far redimere Castiel. Non gli erano arrivati al cuore come lei sperava. Era a tutti gli effetti una delle tante, ma sta volta lui, non aveva fatto nemmeno lo sforzo di dirglielo in faccia, si era andato a rifugiare tra le braccia della persona che più la maltrattava e lui lo sapeva bene, fu la goccia che fece traboccare il vaso.

Nathaniel la sorresse cercando di non farla cadere a terra e gli si strinse il cuore per quella scena e si sentì in colpa che la ragazza in questione fosse proprio sua sorella.

«Evee...»

«Ti prego Nath, portami a casa, sono stanca, non ce la faccio più a sorreggere il peso di questo amore non corrisposto»

Senza replicare Nathaniel la portò via, senza sapere che in quel momento Castiel si girò vedendoli andar via.

Si accorse solo in quel momento di cosa avesse potuto pensare Evee, ma non sapeva che fare, non poteva correrle dietro, sapeva che se avesse continuato a star con lei l'avrebbe fatta soffrire e quella era una cosa che non si sarebbe mai potuto perdonare. Forse la scelta migliore era lasciare che si innamorasse di Nathaniel e si scordasse di lui...per sempre.

   
 
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