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Autore: BALERION1    02/09/2015    4 recensioni
Dopo alcuni anni dalla fine della loro grande avventura Inuyasha, Kagome e i loro amici vivono la loro vita tranquillamente e allegramente. Ma non durerà a lungo. Un nuovo e potente nemico sta per fare la sua comparsa. La più grande sfida per il gruppo di eroi sta per cominciare. Una sfida che li porterà a scoprire nuovi mondi, combattere avversari forti e micidiali, e svelare antichi misteri.
Questa è la mia primissima fanfiction. Spero che vi piaccia e che commentiate in molti.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango, Rin/Sesshoumaru
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: Incompiuta
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Il sole sorge dando inizio a un nuovo giorno. I suoi raggi si posano sulle foglie e l’erba nei pressi del pozzo Mangia-ossa.
Lo stesso che ha permesso a una ragazza di viaggiare attraverso il tempo e una volta terminata la sua avventura scelse quale epoca sarebbe stata la sua casa.
Da allora il pozzo si è chiuso per sempre.
O almeno così si ritiene.
Da qualche parte, in un luogo imprecisato, qualcuno sta cercando di usare il pozzo per tornare in questo tempo.
Un fatto inatteso che darà inizio a una nova grande battaglia. E quel giorno, solo un gruppo di eroi potrà sconfiggere il male.
 
Un giorno speciale
 
E’ una giornata splendida al villaggio di Musashi: il sole splende, soffiano da Est i venti primaverili e la vita procede spensierata per gli abitanti.
Poco lontano, nel bel mezzo della foresta, qualcosa si sta preparando per la caccia. Appostato tra gli alberi, il cacciatore cerca di individuare la sua preda e di rimanere nascosto, cosa non facile con quel suo abito rosso vivo e i lunghi capelli bianchi. Un movimento rapido tra l’erba attira la sua attenzione e immediatamente scatta all’inseguimento.
L’inseguitore riesce a stare al passo, seppur eccezionalmente rapido, di quella macchia color viola che continua a saltare di ramo in ramo, tentando di confonderlo per poi sparire nel folto dell’erba alta. La piccola creatura viola sembra averlo seminato e si mette a correre a grande velocità nella parte più profonda della foresta, fino a raggiungere un piccolo spiazzo erboso dove si trova il grande albero secolare, Goshinboku. Senza esitazione, partì di corsa per poi sferrare un salto poderoso dritto sull’enorme albero. Poco prima che potesse solo sfiorarlo con un dito, sentì qualcosa afferrarla per i fianchi, ritrovandosi immobile a mezzaria.
“Mettimi giù! Questo non è leale!”.
Il ragazzo girò la sua piccola preda, per potergli parlare a quattrocchi. Con quegli occhi color ambra e le orecchie da cane, poteva essere solo Inuyasha. Lei lo folgorò con uno sguardo adirato, per poi distoglierlo altrove in modo da non incrociare il suo.
“Hai imbrogliato! Ti ho detto che non dovevi trattenermi così.”.
“Se non ti avessi afferrata, saresti sicuramente andata a sbattere contro l’albero.”.
“Non è vero!”.
“Invece si!”.
“Invece no!”.
Continuarono a discutere per qualche secondo. Finche, mentre si guardavano negli occhi, ringhiando scontrosi, pian piano sui loro volti s’intravide l’ombra di un sorrisetto. Continuo a crescere, accompagnato da alcuni sogghigni, fino a divenire in un’allegra risata. Il mezzo-demone si mise a girare su se stesso, ridendo all’unisono insieme a lei: la piccola Aiko.
Anche lei è un mezzo-demone, ma non una qualunque: essa è l’ultima arrivata nella famiglia di Inuyasha. Proprio come lui ha lunghi capelli bianchi, orecchie da cane, e un carattere irrequieto, che si scalda facilmente. L’unica differenza tra i due è il colore dei suoi occhi, simili a due topazi viola.
Dopo qualche minuto, passato a stuzzicarsi a vicenda, i due udirono da lontano la voce di Kagome.
“Inuyasha, Aiko. E ora, venite!”.
“Arriviamo! Andiamo piccola.”.
“Si papà”.
E così padre e figlia, che si era messa sulle sue spalle, si diressero verso il villaggio, la loro casa, avvolti nei raggi del sole mattutino.
 
Sono passati otto anni da quando Kagome ha attraversato il pozzo per l’ultima volta, decidendo di vivere nel passato al fianco di Inuyasha per sempre.
Dopo il suo ritorno, lei e lui si sono sposati e adesso vivono al villaggio, insieme ai loro tre figli.
Masaru, il figlio maggiore di otto anni. Con i suoi capelli corti e neri e gli occhi castani, ha lo stesso aspetto di Inuyasha in forma umana, tuttavia è più simile a Kagome nel carattere. Gli piace imparare tutto il possibile sul mondo che lo circonda, e per questo fa molte cose insieme a sua madre: che sia raccogliere le erbe medicinali, aiutare gli abitanti del villaggio o preparare pranzi deliziosi. Ha ereditato i poteri spirituali di sua madre. Solitamente veste: giacca verde, pantaloni marroni, calze, sandali e un borsello sotto il braccio sinistro.
Yoshihiro, per gli amici Yoshi, sei anni. I suoi occhi color ambra e l’olfatto sviluppato sono tipici di Inuyasha, mentre da Kagome ha ereditato il colore dei capelli e il dono della chiaroveggenza. Ha una personalità allegra e spensierata, adora mangiare e divertirsi in compagnia degli amici. Indossa camicia gialla a maniche corte, pantaloni arancioni, calze e sandali.
In fine c’è la piccola Aiko, la più giovane di quattro anni ma, nonostante sia piccola, ha un carattere irascibile e permaloso, tipici di qualcuno che tutti conoscono. Essendo una mezzo-demone vera e propria possiede sia la forza, l’agilità e gli artigli, come Inuyasha, sia la perdita dei poteri nelle notti di luna nuova, in cui il suo aspetto è più simile a quello di Kagome.
Tutti insieme ora vivono le loro giornate allegramente e finalmente Inuyasha ha trovato la sua famiglia. Tutti nel villaggio lo considerano una specie di protettore, e grande amico. Quando non è impegnato a sconfiggere altri demoni o a proteggere il villaggio, passa il tempo giocando con i bambini e dedicando il suo affetto a Kagome.
La vecchia Kaede, dopo aver insegnato tutto quello che Kagome doveva sapere sugli esorcismi, le erbe curative e altre cose essenziali per vivere nella nuova epoca, è partita per un ultimo viaggio, assieme a Kikyo. Adesso la ragazza è la nuova sacerdotessa del villaggio. Tutti la amano, la rispettano, quasi come facevano sessant’anni fa con Kikyo. Non essendoci più stati attacchi al villaggio negli ultimi tempi, lei non si occupa più dello sterminio di demoni. Pero si tiene in forma, esercitandosi con l’arco in una sorta di poligono di tiro costruito poco lontano dalle case. E’ anche una buona occasione per far imparare a Masaru a scagliare le frecce magiche.
“Ah, eccovi qua. Allora chi ha vinto?”.
Inuyasha rispose per primo, alzando orgogliosamente il braccio destro e indicando se stesso.
“Due volte la piccola, ed io quattro. Non c’è alcun paragone.”.
“Solo perché hai imbrogliato!” ringhio la piccola, mentre fulminava con lo sguardo suo padre, per poi rivolgersi alla madre con una faccia triste e sconsolata.
“Lui mi ha afferrata in volo, mentre stavo per toccare l’albero. E ha detto che mi sarei di sicuro schiantata contro il tronco.”.
La ragazza prese in braccio la piccola, che mugugnava malinconica, per consolarla. Poi rivolse contro il marito uno sguardo feroce che lo fece indietreggiare dalla paura.
“Inuyasha sei proprio perfido! Prendertela così con una piccola, povera bambina indifesa.”.
“Ei!! Guarda che non c’è una regola che dice che non posso afferrarla al volo.” le rispose, mentre cercava di riprendersi, dopo essere stato spiazzato in quel modo “E comunque lei si è divertita lo stesso.”.
In quel momento Kagome rabbonì il suo carattere, come se la reazione di prima fosse solo una messa in scena per stuzzicarlo.
“Ma certo, so che non faresti una cosa simile a un bambino.”.
Lei gli si avvicinò lentamente, con fare affettuoso, quasi lo avesse subito perdonato di tutto. Restarono impassibili, l’uno a guardarsi negli occhi dell’altra, come sul punto di baciarsi, quando sentirono una voce ridacchiante provenire sopra di loro.
“Sembrate proprio una coppia di sposini. Quand’è che fate le cose che fanno i grandi quando sono soli?”.
Entrambi si allontanarono di due metri l’uno dall’altro in preda all’imbarazzo. Solo dopo qualche secondo di titubanza Kagome si degnò di rispondere.
“Yoshihiro! Ma chi ti ha insegnato queste cose?!”.
Il ragazzino saltò giù dalle travi del tetto atterrando in piedi, lui amava arrampicarsi ovunque.
“E’ stato lo zio Miroku. Mi ha spiegato che quando un uomo e una donna si amano, fanno alcune cose insieme. Pero non ha detto cosa.”.
Rispose con aria innocente, come se non sapesse nulla di tutto ciò. Inuyasha storse il labbro, nervosamente, mentre nella sua mente pensava al monaco con quel suo vecchio vizio.
“Quel Miroku. Ma quando si deciderà a cambiare.” pensava fra se e se.
Poi una seconda voce si fece sentire, interrompendo quel momento imbarazzante.
“Mamma! E’ quasi pronto.”.
Era Masaru. Si era offerto di aiutarla per i preparativi, insieme al fratello minore.
“Sì, arrivo!”.
 
Oggi è un giorno speciale per il vecchio gruppo di amici: hanno deciso di organizzare un raduno per ricordare lo stesso giorno, undici anni fa, in cui si sono incontrati per la prima volta. Kagome ha preparato un pranzo con i controfiocchi, utilizzando alcune delle sue ricette più deliziose. Era un po’ di tempo che pensava di utilizzarle per un’occasione speciale, come questa. C’è aria di festa, resa ancora più evidente dalle decorazioni appese qua e là.
I primi ad arrivare sono Miroku e Sango con i loro tre figli: le gemelle Nanami e Nozomi, entrambe di undici anni, e Touya, il fratellino di otto anni.
“Inuyasha, divina Kagome. Che bello rivedervi.” salutò il monaco con un caloroso saluto, che solo i veri amici sanno riconoscere.
“Buon giorno Sango, e anche a tè Miroku.”.
“Sai, stavamo giusto parlando di te. Di quello che insegni ai nostri ragazzi.” aggiunse, mentre lo puntava con una faccia da rimprovero.
Miroku restò di sasso, cercava di nasconderlo, ma sapeva bene di cosa si trattava. La sua dolce moglie non disse nulla, bastò guardarle in viso la sua espressione imbronciata per capire cosa pensasse “Miroku sei sempre il solito!”.
I ragazzi non si accorsero di nulla, mentre salutavano i loro amici, che consideravano come parte della famiglia, tipo dei cugini.
Le gemelle, come loro abitudine quando venivano a far visita, cominciarono a stuzzicare la piccola Aiko.
“Come sta la nostra Aiko?” inizio la frase una, “Facciamo una pettinatura nuova oggi?” per poi finire l’altra.
“Ei! Io non sono una bambola!!”.
Ogni volta, non sanno resistere alla vista di quel suo visetto dolce e di quelle orecchie.
Sono la copia esatta della mamma, ma al suo contrario non hanno lo stesso carattere forte e agguerrito. Preferiscono fare le cose con calma, controllo e giudizio, cercando di risolvere i problemi senza ricorrere alla violenza, come il loro padre. Hanno anche una grande stima per Kagome, per via dei suoi grandi poteri e della sua alta posizione di sacerdotessa. Di fatti, vorrebbero essere come lei da grandi, due sacerdotesse.
Mentre il piccolo Touya è ben diverso da loro: ha preso da Miroku l’aspetto fisico, mentre da Sango una personalità ribelle, impavida e sempre pronta all’azione. Sfortunatamente, sembra aver ereditato da suo padre anche l’interesse per le ragazze, specialmente se più grandi. Se si considera che ha come padre un vero e proprio donnaiolo, sono previsti battibecchi all’orizzonte. Data la sua natura incline all’azione, è desideroso di crescere e diventare uno sterminatore, come suo zio. Quando Miroku o Inuyasha sono chiamati per risolvere alcuni problemi con i demoni, lui tende a seguirli di nascosto per vederli all’opera.
Negli ultimi tempi, Sango si è lasciata alle spalle il suo passato di sterminatrice, per fare la madre a tempo pieno. Con tre figli, la vita in famiglia è abbastanza impegnativa. Ciò nonostante, sa ancora cavarsela con Hiraikotsu, l’enorme boomerang fatto in ossa di demone.
Al contrario, Miroku continua a usare i suoi poteri per aiutare le persone, naturalmente a pagamento. E, ogni tanto, il suo vecchio vizio da donnaiolo si ripresenta. Ovviamente non chiede più alle belle donne di fare un figlio con lui, ma le vecchie abitudini sono dure a morire.
“Allora Yoshi, giochiamo?!”.
“Puoi scommetterci!” rispose, contraccambiando il suo sguardo ardito.
I due andavano molto d’accordo insieme. Il loro gioco preferito, oltre a nascondino, era la finta lotta con i giocattoli di legno intagliato, raffiguranti vari tipi di demoni.
Mentre tutti erano distratti, d’improvviso Masaru scorse all’orizzonte una piccola nuvola di fuoco verde, che si stava avvicinando a grande velocità. Il naso di Inuyasha fiuta l’aria, scorgendo un odore famigliare. Anche senza di esso, sia lui che i presenti sapevano bene di chi si trattava. Fermatasi a meno di un metro da loro, dalla nuvola iniziarono a uscire tante piccole scintille, come fuochi d’artificio, per poi esplodere in una coltre di coriandoli colorati.
Alle loro spalle sentirono la voce di un loro amico che non vedevano da un pezzo “Ciao a tutti!”.
Videro un ragazzo alto e bello, sui diciotto anni, con i capelli arancioni avvolti in una lunga coda con un fiocco blu. Portava una giacca azzurra con ricamate delle foglie argentee, sotto l’armatura, e pantaloni blu. Aveva anche dei parastinchi, alti metà gamba, con calzature da ninja azzurre e bracciali del medesimo colore con guanti bianchi. Solo il viso e la lunga coda da volpe erano gli stessi di quando Shippo era piccolo.
Voleva offrire un piccolo spettacolo ai bambini, con uno dei suoi trucchi. Il suo intento riuscì perfettamente, guadagnandosi un meritato applauso da parte loro. Anche se questo era solamente un assaggio dei suoi nuovi poteri di demone. Difatti in tutto questo tempo ha continuato ad allenarsi per diventare un potente demone volpe. Ora che ha terminato tutti i suoi esami, viaggia in lungo e in largo, dove gli pare, in cerca di nuove avventure da vivere. Senza perdere l’occasione di offrire un bello spettacolo o dare lezioni ad altri piccoli demoni.
A volte torna al villaggio, e quando succede Inuyasha è sempre pronto a litigare, ma adesso ha imparato a difendersi, e non è più tanto indifeso quanto prima.
Mentre si faceva congratulare da tutti, Inuyasha non perse l’occasione di prenderlo in giro.
“Fai ancora questi giochetti da bambini? Vuol dire che non sei poi così cresciuto, come dici.”.
Il ragazzo si girò irritato verso di lui. Tirò fuori un flauto di legno intagliato, e ci soffiò dentro. Tuttavia nessuno sentiva niente, nemmeno una nota, a parte Inuyasha: di punto in bianco si era messo a fare una sorta di danza strampalata.
“Ma che diavolo?! Ei Shippo falla finita, o giuro che ti spezzo in due!” gli ringhiava mentre non capiva cosa stesse succedendo al suo corpo.
“Inuyasha non parlare in questo modo di fronte ai bambini!” lo rimproverò Kagome all’istante.
Miroku fece un sospiro annoiato “E’ inutile, ogni volta con quei due è sempre la stessa storia”.
“Ho l’impressione che non la finiranno mai di litigare.” aggiunse Sango.
I bambini stavano morendo dalle risate nel vedere Shippo manovrare Inuyasha come fosse una marionetta. La scena terminò quando gli fece fare un salto mortale all’indietro, che pero sbagliò atterrando di testa. Così Shippo allontanò il flauto dalle labbra per restituire al ragazzo la battuta sogghignando.
“Almeno io non mi metto a fare cere stupidaggini davanti a tutti.”.
Tutto quel clamore s’interruppe bruscamente, quando si udì un gran tonfo. In men che non si dica Inuyasha si era già rimesso in piedi, ora si ergeva sul quel ragazzino burlone che lo aveva ridotto a una marionetta, e gli diede un pestone in testa.
Si sollevò una strana nube di fumo verde, che quando si diradò rivelò un grande segreto: in realtà Shippo era veramente ancora un bambino, aveva usato la magia per apparire più grande. Nessuno ricorda più quando ha cominciato, ma da allora non ha potuto fare a meno di apparire in questa forma. Probabilmente, stanco di essere sempre trattato da bambino, ha pensato che sembrando cresciuto avrebbe ottenuto quello che gli mancava: reputazione, rispetto e, possibilmente, una ragazza.
Ancora intontito dal colpo in testa, Inuyasha lo prese per la coda, in modo che potesse dargli anche il resto della lezione.
“Inuyasha!!”.
Come un fulmine a ciel sereno, Kagome lo interruppe prima che potesse compiere la sua vendetta. Lui si girò lentamente con aria impaurita, ben sapendo cosa stava per succedere. Rimase però sorpreso nel vedere la sua espressione calma e soave. Si aspettava di vedere nei suoi occhi la furia di una belva inferocita, invece niente. Rimase totalmente spiazzato.
Lei gli si avvicinò tranquilla e inizio a parlargli gentilmente.
“Per favore non fargli del male, era solo un gioco. Cerca di perdonarlo, almeno per questa volta.” insistette, prendendolo delicatamente per mano.
“Ok. Va bene.” annui lui, ancora confuso da quella reazione.
Mise a terra Shippo. Anche Miroku e Sango rimasero stupiti nel vedere quella scena. Erano convinti che Kagome si sarebbe avventata sul ragazzo come un tornado impetuoso. Il monaco ebbe un dubbio: che il loro amore fosse così grande, che persino Kagome ha cambiato il suo modo di fare nei confronti di Inuyasha. Intanto il mezzo-demone si voltò rilassato, pensando di averla scampata.
“Però. Pensavo che ti saresti arrabbiata, come al solito, in vece…”.
Non ebbe il tempo di finire la frase che la voce di Kagome tornò a tuonare, pronunciando due sole parole: “A CUCCIA!!!”.
Il rosario mistico si attivò facendo schiantare a terra il povero ragazzo, che rimare rantolante di dolore, mentre si sollevava una nube di polvere. A quel punto sui volti dei presenti l’espressione sorpresa di poco fa svanì in una smorfia sarcastica, e Miroku dovette ricredersi sul suo pensiero.
“Ma che razza di modi! E pensare che poco fa avevo detto che non avresti potuto fare male a un bambino! Inuyasha sei uno stupido!!”.
Terminò il discorso, distogliendo lo sguardo irritato da quella macchia rossa stesa al suolo.
“Kagome, che sta succedendo?”.
Una voce femminile si fece avanti, interrompendo quella spiacevole situazione. Era diversa, e anche il suo aspetto era cambiato negli anni, ma tutti seppero riconoscerla: Rin. In attesa che tutto fosse pronto si era recata in un prato di fiori, nelle vicinanze del villaggio, pensando di coglierne qualcuno e usarli per decorare la tavola.
La sacerdotessa la salutò allegramente la ragazza, per poi rispondere annoiata alla domanda.
“Ah, ciao Rin. Ehm, niente di particolare.”.
Poi la ragazza notò una figura rossa infossata nel terreno e capì subito.
“Ho raccolto questi fiori, per abbellire il centro del tavolo.”.
Le fecero tutti i complimenti per l’idea e la scelta dei fiori. Quando poi Kagome si ricordò che era ormai l’ora, e invitò tutti a entrare. Tutti a parte Inuyasha, ancora con la faccia a terra che tentava di rialzarsi.
Si misero a contemplare il duro lavoro di Kagome. Aveva preparato le sue specialità più prelibate insieme a Masaru, mentre Yoshi si era occupato di sistemare la tavola insieme a Rin.
Adesso lei ha diciotto anni, ed è diventata una splendida giovane donna: alta, ha lineamenti eleganti e raffinati, corpo magro e snello, capelli piuttosto lunghi e un fiore bianco al posto della ciocca di capelli. Vivere al villaggio le ha permesso di imparare a comportarsi educatamente. Di tanto in tanto assiste Kagome nella preparazione di medicine e nelle pratiche di esorcismo. Le sole due cose cui non ha rinunciato sono l’abitudine di andare in giro scalza e i sentimenti per una persona a lei molto cara.
   
 
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