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Autore: ale_lu_maguire    03/09/2015    3 recensioni
Lana. Lana Parrilla, che sin dall'età di 16 anni ha avuto una vita difficile, non credete che sia giunto il momento di regalarle qualche gioia? non credete sia giunto il momento di dare una svolta alla sua vita? tutto può cambiare, devi solo cogliere l'attimo, e forse lei lo sta cogliendo in questa storia.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Lana Parrilla, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo II
 
“Allora. Sono tornata con il  secondo capitolo
della storia Flana. Il primo capitolo l'ho scritto in 
terza persona . Ma questo ho intenzione di scriverlo dal punto
di vita di Lana. L'inizio sarà in terza ma poi capirete subito quando
sarà in prima persona.
Questo capitolo lo dedico alla mia puffa. Nonostante la
Lontananza ci vogliamo bene e i nostri scleri sono unici.
Beh detto questo buona lettura.
Lana_parrilla”

 
 
 
Aspettava la chiamata del proprio volo, dio era piu di mezzora che era seduta la e nessuno si degnava a chiamare il volo per Vancouver. Non face altro che pensare a quell'uomo, a quell'uomo che si era dimostrato tanto gentile nei suoi confronti, avevano parlato per pochi minuti ma era già qualcosa. Guardava quel cellulare da tanto e sperava che lui la chiamasse, o anche solo un messaggio, aspettava, aspettava e aspettava finché la ragazza non chiamò il suo volo.
-Si prega i gentili passeggeri del volo diretto a Vancouver di dirigersi verso il tunnel grazie- disse la ragazza iniziando a controllare per la seconda colta i biglietti. Mi alzai dalla sedia e presi la borsa che avevo appoggiato al mio fianco, e in quell'istante il cellulare suonò. Un messaggio, si era un messaggio. Sbloccai il cellulare e aprì quel messaggio che mi era appena arrivato. «Voltati» il testo del messaggio era proprio questo. Istintivamente mi voltai, ma non sapevo nemmeno chi avesse mandato quel messaggio con quell'unica parola, si mi voltai istintivamente non appena lessi il messaggio e chi mi ritrovai davanti?
-Miss Parrilla! Sorpresa di vedermi?- mi chiese Fred avvicinandosi per poi prendermi la mano e premere delicatamente le sue labbra contro la mia pelle.
-Sinceramente credevo che non mi avreste cercata più. Dopo aver visto che razza di manager ho scelto credevo che non volessi più avere a che fare con me- risposi ironicamente ma con un filo di tristezza, perche era davvero quello ciò che stavo pensando.
-E perché mai! E beh riparlando del vostro manager dubito che si avvicini di nuovo a voi- rispose lui guardandomi con un piccolo sorriso per poi avvicinarsi.
-Davvero? Anche se l'ho licenziato qualcosa mi dice che romperà ancora- aggiunsi sistemando il vestito.
-Se si avvicina lo uccido- disse lui assumendo un’espressione seria, era strano il modo in cui aveva cambiato espressione.
-Ehi é successo qualcosa? Avete letteralmente cambiato espressione- chiesi cercando di non immischiarmi in affari che non mi riguardassero.
-Nulla state tranquilla. Solo che non mi va molto a genio quell'uomo sempre attaccato a voi- rispose. Non ne so pienamente il motivo ma qualcosa mi diceva che stava mentendo, sorvolando il fatto che con lui ogni paura, ogni insicurezza svanivano nel nulla. Mi sentivo pienamente a mio agio con lui, ed era molto strano. Che fosse amore? Ma non credo che qualcuno fosse capace di amarmi. No, appunto per questo non era amore, era semplicemente affetto, almeno credo, é semplicemente affetto verso qualcuno con la quale ti trovi a tuo agio.
-Ma se ci diamo del tu?- chiesi un pò imbarazzata.
-Certo! Per me va benissimo Lana- rispose lui ritornando a sorridere.
-Allora dimmi, che ci fai qui?- chiesi un po' curiosa, ma la mia curiosità era un po' fuori luogo.
-Ma nulla ti stavo riportando la borsa e beh devo partire anche io per il Vancouver- rispose porgendomi la mano con la borsa.
-Oh grazie!- afferrai la borsa ma notai qualcosa di strano nella sua mano, precisamente sulle nocche, si erano un po spaccate e rosse.
-Ti fa male?- chiesi appoggiando la borsa sulla sedia per poi tirar fuori una piccola scatolina dove tenevo i cerotti e un po' di disinfettante.
-Cosa?- chiese lui confuso alla mia domanda.
-La mano. Ti fa male? Se hai fatto a pugni non é affar mio ma é rossa e anche un po' spaccata dammi disinfetta un po'- gli dissi. Lui non fece obiezioni e mi diede la mano senza dire una parola, iniziai a passare il disinfettante cercando di non fargli male.
-Ah- gemette appena dal bruciore del disinfettante.
-Scusa non volevo- dissi allontanando il cotone imbevuto di disinfettante dalla sua mano.
-Ma no tranquilla. Grazie- disse infine guardandomi sorridendo.
-Aspetta metto una piccola benda cosi non si sporca e evitiamo che prenda infezione- ripresi la scatolina e tirai fuori la benda, per poi fasciargli la mano.
-Ecco fatto. E adesso meglio salire altrimenti perdiamo l'aereo- dissi mettendo tutto dentro la borsa in fretta e furia.
-Eh Lana- disse lui non appena mi voltai per andare verso il tunnel.
-Si? Dimmi- dissi per poi fermarmi e voltarmi verso di lui. Rimase in silenzio, come se volesse dirmi qualcosa ma non riusciva a pronunciare quelle parole.
-Grazie per la medicazione- disse con un piccolo sollievo.
-Nulla. Sei mio amico giusto?- chiesi.
-Certo! E me lo chiedi!- rispose avvicinandosi.
-Allora non devi ringraziarmi. É questo che fanno gli amici- risposi per poi avviarmi verso il tunnel seguita da Fred. Camminai lungo il corridoio dell'aereo e stranamente Fred era sempre dietro di me, non che la cosa mi desse fastidio anzi mi faceva piacere, forse avevamo i posti quasi vicini o chi lo sa, il destino a volte si prende gioco delle persone, e sinceramente ero stufa delle prese in giro del destino. Dopo un po' trovai il mio posto e sistemai la borsa nel posto accanto, tanto come al solito sarei stata sicuramente sola.
-Mi dispiace signorina ma devo chiederle di togliere la sua borsa da questo posto- disse Fred.
-Perché?- chiesi ridendo e incrociando le braccia.
-Perché mi sa che questo é il mio posto- rispose ridendo.
-Bene allora prego accomodatevi- dissi prendendolo un pò in giro.
-Grazie signorina- rispose per poi accomodarsi al mio fianco.
-Si prega i gentili passeggeri di allacciare le cinture di sicurezza stiamo per iniziare il decollo- disse il pilota. Allacciai la cintura di sicurezza per poi tornare a guarda Fred, era cosi carino, cioé non che provassi qualcosa per lui, ma stranamente al suo fianco avevo dimenticato la paura che ho sempre provato non appena salita su un aereo.
-Allacciata la cintura?- mi chiese sorridendo .
-Certo! E tu?- risposi con una domanda, spostando dietro l'orecchio una piccola ciocca di capelli.
-Certo, non vorrei ritrovarmi dall'altro lato dell'aereo- rispose lui ridendo, una risata che contagiò anche me. L’aereo iniziò il decollo, mi limitai a guardare fuori dal finestrino e iniziai ad ammirare il paesaggio, le case e la pista allontanarsi sempre di più fino a scomparire del tutto sotto le nuvole.
-Lana, se ti va perché non mi parli un po’ di te?- mi chiese Fred con un tono per nulla invasivo.
-Beh non ho molto da raccontare, la mia è una vita alquanto comune-  risposi continuando a guardare fuori dal quel piccolo finestrino dell’aereo.
-Comune non direi, sei un’attrice e anche molto brava- mi voltai verso nella sua direzione, e iniziai ad osservarlo mentre leggeva, o faceva finta di leggere quel giornale che gli aveva dato pochi secondi prima l’hostess.
-Beh la mia vita fino ad adesso ha fatto letteralmente schifo- aggiunsi abbassando lo sguardo.
-Se non vuoi parlarne non fa nulla- disse lui posando il giornale.
-Siamo amici no?- chiesi guardandolo appena.
-Beh dopo tutti questi incontri credo proprio di si- rispose lui sorridendo.
-Avevo sedici anni…- dissi appena quando un nodo alla gola mi bloccò.
-Ehi sul serio se ti fa male parlarne non voglio che dici una parola in più. Sul serio non voglio che tu stia male- ripete lui.
-Avevo sedici anni quando mio padre è morto. È morto ucciso da un maledetto colpo di pistola- qualcosa dentro di me diceva che di lui potevo fidarmi e potevo dirgli tutto.
-Oddio mi dispiace Lana, non avrei mai dovuto farti questa domanda- mi stava osservando con uno sguardo, uno sguardo di chi voleva dare un abbraccio a una persona che ne sentiva il bisogno, e in quel momento ne sentivo davvero il bisogno.
-Lana sul serio. Ti fa male parlarne- sussurrò lui per poi stringermi in un tenero abbraccio. Qualcosa stava cambiando, ritrovarmi tra quelle braccia mi ha fata sentire al sicuro da tutto e da tutti come se niente e nessuno mi  avrebbe mai fatto del male se ci fosse stato lui a proteggermi.
-Va meglio?- mi chiese staccandosi per poi prendere un fazzoletto e asciugarmi la guancia. Ebbene sì avevo iniziato a versare lacrime senza nemmeno accorgermene.
-Credo di si- risposi con un filo di voce.
-Su adesso cambiano discorso- propose accarezzandomi la guancia. Perché la sua mano mi stava facendo sentire così bene? Mi sentivo bene accanto a lui era tutto così strano e sinceramente anche nuovo per me, non avevo mai provato quello che stavo provando in quell’istante.
-Bene raccontami un po’ di te se ti va- chiesi accennando un piccolo sorriso.
-Beh che dirti di me ho tre figli e sono divorziato da un anno se non di più- concluse con un piccolo sorriso.
-Oh mi dispiace- sussurrai dispiaciuta per la sua situazione.
-Beh all’inizio andava tutto bene ma poi dopo la nascita di Matt abbiamo iniziato a non andare molto d’accordo e ovviamente facevamo soffrire anche i ragazzi. Quello che ci soffriva di più essendo il più grande era Jack-  era così triste, si era decisamente triste quello che gli era successo insomma lo conoscevo ancora da un giorno ma da come si dimostrava e dal suo comportamento cosi gentile, si capisce che è una brava persona, per non dire ottima. Per un attimo mi accorsi dei suoi occhi che mi fissavano, mi voltai verso di lui per poi guardarlo negli occhi, erano cosi dolci, e quel sorriso era così dolce che aveva quasi la capacità di sciogliermi, o forse mi ero già sciolta.
-Ehi sei stanca?- mi chiese continuando a guardarmi negli occhi.
-N-no sto bene, non sono affatto stanca- risposi trattenendo uno sbadiglio e per poco gli occhi non si appannarono per la stanchezza.
-Su appoggiati alla mia spalla se vuoi. Sei stanca e beh il viaggio è lungo e devi essere in forze per iniziare le riprese- continuò lui.
-No davvero sto bene- e fu così che sbadigliai in quell'istante e lui non fece altro che sorridere dolcemente.
-Dai ti si legge in faccia che sei stanca- aggiunse.
-E va bene. Ma solo perche sei mio amico- risposi ridendo per poi appoggiare la testa sulla sua spalla. Pochissimi secondi dopo mi ritrovai avvolta da un braccio, il suo braccio. Mi sentivo al sicuro e protetta fra quelle braccia che riuscivo quasi a sentire il calore del suo corpo contro il mio, e quel calore era capace di farmi addormentare cosi, su due piedi. Mi addormentai appoggiata a lui, e l'ultima cosa che ricordo e il suo braccio che mi stringeva e le luci dell'aereo che si spegnevano.
 
[x]
-Lana, Lana svegliati- sussurrò qualcuno scuotendomi leggermente. Non sapevo da quanto tempo mi fossi addormentata, ma una voce dolcissima e una mano che mi sfiorava la spalla erano riusciti a darmi il più dolce dei risvegli, per non parlare della fonte di calore che mi stava riscaldando molto.
-Su vostra maestà e ora di svegliarsi- mi sussurrò Fred con una voce tanto dolce.
-Mm. Quanto tempo ho dormito?- chiesi mezza assonnata alzando la testa.
-Direi per quasi tutto il viaggio, siamo quasi arrivati- rispose lui sorridendo.
-Perché ridi? Si avrò un aspetto orribile, ma sopportami- ero consapevole del mio aspetto da mezza addormentata ma forse era leggermente accettabile.
-Beh rido perché sei letteralmente carina appena sveglia- mi veniva da ridere ascoltando quelle parole, ma era la cosa più dolce che mi sia mai stata detta.
-Ma scherzi? Avrò i capelli a pazza! E sulla mia faccia sarà stampata la tua spalla- la sua ridata contagió anche me, vidi la sua mano avvicinarsi al mio viso e in quell'istante lo guardai negli occhi come se qualcosa, anzi come se provassi qualcosa di piu a semplice affetto. Con la sua tenera mano maschile spostò una mia ciocca di capelli dietro l'orecchio.
-Ehm, non credi che dovremmo allacciare le cinture?- chiesi interrompendo quel semplice ma allo stesso tempo fantastico contatto.
-Credo di si- rispose lui mettendosi comodo per poi allacciare la cintura.
-Bene credo che stiamo per atterrare- dissi per poi fare lo stesso.
-Si hai ragione- rispose lui. Non feci molto caso all'atterraggio, anzi era stato piu veloce del solito.
-Credo sia ora di scendere- dissi slacciando la cintura per poi afferrare la borsa. Mi diressi verso il solito tunnel per poi sbucare dentro l'aeroporto dove trovai la solita security che mi avrebbe scortata fino al mio Hotel dove sarei rimasta per i primi tre giorni.
-Allora, ci si vede?- chiesi a Fred prima di andare.
-Certo ci sentiamo-  rispose lui sorridendo. Ci scambiammo un tenero bacio tra amici, uno tra amici nulla di pretenzioso.
-Ciao!- lo salutai alzando la mano in lontananza, lui rispose con un sorriso e credo che fosse rimasto li a fissarmi finché non fossi uscita dall'aeroporto.
-Prego miss Parrilla- disse l'uomo dalla quale non rammento il nome, per poi aprire la portiera dell'auto.
-Grazie- risposi semplicemente. Il sorriso di Fred mi era rimasto impresso nella mente, come se non riuscissi a staccare  il pensiero da quel sorriso, forse stavo iniziando a provare qualcosa di piu che semplice amicizia, o forse no. “Devo solo aspettare un segno. Si un segno che mi dica se lui è l'uomo giusto” pensai. Si dovevo solo aspettare un segno che mi dimostri che siamo destinati. Mi addormentai ammirando il paesaggio che spariva man mano che andavamo verso l'hotel.



Nda. Salve miei prodi u.u sorry il ritardo ma ho avuto imprevisti <3 vi amo tutti e spero presto di iniziare il terzo <3 Bye <3


 
   
 
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