Libri > Cronache del mondo emerso
Segui la storia  |       
Autore: AlnyFMillen    03/09/2015    2 recensioni
||Spoiler "Le storie perdute"||
La sua anima era come il sole al crepuscolo, oscurato da una spessa coltre di nebbia e rugiada.
"Ricordi quella sera nel santuario di Tarephen? Ricordi?" urlò Nihal mentre altre lacrime sgorgavano inarrestabili dai suoi occhi viola.
"Ricordi?" gridò ancora non ricevendo alcuna risposta.
Sennar la guardò confuso e pensieroso.
"No" rispose infine.
Bastò quella semplice sillaba.
No. Non stava mentendo, lo vedeva dall'espressione sul suo viso.
Nihal cadde in ginocchio e la spada gli scivolò dalle mani per la prima volta di quella nuova vita, tintinnando lontano da lei.
Anche i singhiozzi che la scuotevano fino a poco prima tacquero.
"No" sussurrò lei.
"No! No!" Nihal urlò.
Si rannicchiò a terra serrando le mani sulle orecchie, gli occhi pieni di immagini che lui non avrebbe mai ricordato. Improvvisamente volle strapparsele dalla mente, per non poter più soffrire.
Non si ricordava di lei.
Sennar non si ricordava di lei.
Non c'era più niente da fare: l'aveva perso, e stavolta per sempre.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Aster, Nihal, Sennar, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAP. 1: IN VIAGGIO





 
Fu all'alba del sedicesimo giorno di cammino ininterrotto che giunsero a Serefedi. Nihal e Ren avevano percorso la Grande Terra, proseguendo poi verso la Terra dei Giorni.
La sua terra.
Il viaggio ricordò alla mezzelfo quello che aveva intrapreso più di cento anni addietro assieme a Sennar.
A quei tempi la Rocca del Tiranno svettava sull'intero Mondo Emerso e le Terre libere erano ridotte a poco più di due.
A quei tempi, lei combatteva per poter trovare uno scopo alla propria esistenza e, allo stesso tempo, per poter porle fine.
A quei temp, Nihal non capiva l'importanza di avere Sennar accanto a sè, non con il giusto peso. 
Il viaggio assieme al suo nuovo compagno d'armi era stato lungo e stancate, ma non aveva voluto darsi un attimo per respirare.
'Cammina, corri, controlla le carte. Bevi, mangia, dormi.'
Semplici comandi da eseguire che si costringeva ad attuare. 
'Lo stai facendo per tornare da Sennar e da Tarik. Loro sono lì, devi solo trovarli' si ripeteva.
Non c'era tempo per nient'altro.
A volte sul loro cammino si presentavano dei briganti e allora era costretta a combattere, proteggendo sia lei che Ren, il quale non era ancora molto propenso alla guerra. Ma a Nihal andava bene così, non voleva che quel ragazzo si sporcasse le mani col sangue più di quanto fosse indispensabile per la sopravvivenza. Così lo lasciava nelle retrovie, limitandolo agli incantesimi, ed anche lui non osava intromettersi. 
'Cammina, corri, bevi. Mangia, dormi, colpisci. Schiva!' 
Una sera, accampati attorno al fuoco, il mago aveva preso coraggio e aveva parlato alla sua amica. 
"Nihal?" l'aveva chiamata dal suo sacco a pelo.
La mezzelfo si era voltata nella sua direzione, interrompendo per un attimo il suo lucidar la spada.
"Non credi che... Beh, ecco dovremmo rallentare un po' la marcia? Sono giorni che non ci riposiamo come si deve." provò, ma lei lo incenerì con uno sguardo.
"Non possiamo fermarci e questo è quanto" disse freddamente, tornando poi ad osservare il panno di stoffa che teneva tra le mani.
"Se solo potessimo restare qualche giorno in più, io..." continuò lui non volendo arrendersi. 
"No" ribatté l'altra. 
"Ma perchè, sai che se..." cominciò, ma non riuscì a concludere la frase.
L'eroina si alzò di scatto e, con un gesto secco, piantò l' arma che teneva fra le mani nel terreno arido, secoli fa rigoglioso e fertile.
Erano esistiti giorni, giorni felici nei quali quei territori erano stati occupati da popoli. Dal suo popolo.
Null'altro che passato, ecco di cosa si trattava.
"Ho detto di no, dannazione. I morti hanno aspettato fin troppo. Tutto il Mondo Emerso ha atteso per decenni che tornassi. Sennar e Tarik hanno atteso fino a l'ultimo dei loro giorni. Che diritto ho io, dimmi, di farli trepidare ancora, eh?" gridò con rabbia. 
L'eco della sua voce si perse nella landa desolata nella quale erano accampati. 
"Non riuscirai a raggiungerli se continui a spremerti fino al midollo!" ribbattè Ren. 
Alchè, quella sfilò la spada in uno scatto d'ira e la puntò alla gola dell'altro.
"E tu cosa ne sai, come puoi tu dirmi cosa devo fare?!" gridò.
Dopo pochi secondi ritirò l'arma, si voltò, incamminandosi a grandi falcate verso l'esterno del loro cerchio luminoso creato dal fuoco ed addentrandosi nell'oscurità sempre più fitta e densa.
Ren la seguì con lo sguardo fin quando la sua figura non scomparve e si fuse con la notte.
Quella donna si stava trasformando in una vera e propria macchina da guerra, utilizzabile al solo scopo di combattere. Non dormiva, non mangiava. Era divorata dal pensiero della propria missione. Forse proprio come descriveva Sennar ne "Le Cronache del Mondo Emerso".
Ma il ragazzo sapeva che sotto la sua dura scorsa di drago, risedieva un cuore pulsante. Non di un' eroina, non di un guerriero, non di una leggenda ma di un' essere umano estremamente sofferente, consumato dal proprio passato. Di una madre e di una moglie che avrebbe potuto compiere a termine qualsiasi compito pur di riavere ciò che aveva perso.



 
Lo stai facendo solo per te stessa. 
Continui a ripeterti che lo fai per loro ma sei un' egoista.


No, questa volta Nihal aveva un motivo per combattere. Forse, però, sarebbe stato proprio quello a farla sprofondare nell' abisso da cui provenivano i suoi demoni.
 
La tua sete di sangue è insaziabile.  
Non puoi controllarla.


Erano tornati. Da quando aveva lasciato i ruderi della foresta della Terra del Vento assieme a Phos, i suoi incubi erano tornati.
Da quando aveva inzuppato la sua lama e la sua anima di altro sangue elfico, seppur colpevole. E sta volta, tra i cadaveri ed i fantasmi, spiccavano volti troppo conosciuti storpiati dal tempo.

 
Sangue. 
Ucciderai, sentirai le viscere dei tuoi avversari trapassati a fil di spada scorrerti tra le dita. 
E godrai nel provare quella senzazione di onnipotenza sulla vita.


Eppure era stata Reis a trattenerli dentro di lei ed oramai anche lei era morta. Allora perchè continuavano a perseguitarla dopo secoli di morte apparente? 
Sennar, Tarik, Laio, Ido, Soana, Fen.
Scosse la testa, come a scacciare quelle voci che la tormentavano. Nei pressi di Serefedi si erano intensificate. Ma, d'altronde, sapeva cosa l'aspettava ormai.

 
Vendicati consacrata a Sherva. 
Vendicaci e sarai vendicata.
 Fai soccombere chi ha deciso per noi una sorte così crudele. 
Vendicaci.


"Basta!" gridò al nulla, quando le ginocchia le cedettero.
"Basta vi prego!"
Tappò le orecchie a punta con le mani, spingendo i palmi fino a che non sentì la testa dolerle fisicamente.
Sei nata per questo Sheireen. 
Vendicaci.
Vendicaci.

I sussurri, ormai divenuti urla, rimbombavano nel suo cranio. Non accennavano a diminuire ed anzi, aumentavano ad ogni passo. 
Si trascinò davanti a sé, alla cieca. La vista offuscata dal buio e dalle lacrime.
Quanto aveva camminato? Dov'erano l'accampamento e Ren? Doveva essersi inoltrata per chilometri, se lui non aveva udito le sue suppliche.

 
Vendicaci. 
Non puoi scappare dal tuo destino.
Vendicaci.
E' già scritto come finirà.
Vendicaci.


No. Non poteva aver camminato per molto. Carponi, riprese coraggio e si rimise in posizione eretta.
Le iridi viola scrutarono l'oscurità senza trovare punti di riferimento o indizzi che potessero aiutarla. Solo una perpetua, asfissiante distesa di sabbia.
Vendicaci.
Vendicaci.


Si voltò verso destra e intraprese una corsa folle.
'E' la direzione giusta, me lo sento. L'istinto non mi ha mai tradito.'
Incespicò e cadde faccia avanti nei granelli di terra.
Improvvisamente la sabbia si tramutò in un liquido denso e viscoso.
Sentiva il suo sapore di ruggine in bocca, vedeva il suo colore cremesi nelle orbite. Lo aveva nel naso, nelle orecchie, le inondava i vestiti ed il viso.
Si guardò le mani, anch'esse macchiate e le sfregò diperatamente, cercando di lavar via l'odore del peccato, dell' omicidio.
Improvvisamente un vortice si aprì dal basso e la tirò al suo interno.
Si aggrappò ad una duna, ma tutto lì scivolava via come fumo nell' aria.
Improvvisamente ricordò i camini di Salazar. Il fumo fuori uscire dalla taverna di Livon, il pane fresco appena sfornato che lei e i suoi compagni di giochi portavano via come un prezioso bottino, giocando ai pirati e alla guerra.
Spade di legno.
Un pugnale.
Non sapevano davvero cosa fosse la guerra.
Dopo pochi secondi finì nel baratro e poi fu buio.










Angolo dell'autrice: Ehy ciao gente che ha avuto il coraggio di aver letto fin qui. Vi stimo rega^^
Questa storiella è nata subito dopo "AlnyFMillen show:Mondo Emerso time" (sospesa a vita probabilmente, ma, tranquilli, con questa non succederà). So che il primo capitolo fa un po' schifo ma prometto che rimedierò :) Qui non aspettatevi "Nihal torna da Thoolan e vive felice e contenta con la sua famiglia". NO. Gli eventi prenderanno una piega imprevedibile che nemmeno io potrò gestire. Muahahaha. Scusate per eventuali errori.
Fatemi sapere un po' cosa ne pensate.
Salutoni,
AlnyFMillen
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Cronache del mondo emerso / Vai alla pagina dell'autore: AlnyFMillen