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Autore: KiarettaScrittrice92    03/09/2015    4 recensioni
- Buona notte fanciulla...
- Buona notte mio Angelo...
- Ladri per sempre...
- ...bianchi e liberi!
- We can...
- ...do magic!
Questa storia è molto importante per me, ci ho messo tutta me stessa a scriverla parecchio tempo fa ed ho deciso solo ora di pubblicarla qui, per questo motivo sarà strutturata in modo diverso dalle mie altre fanfiction.
Innanzi tutto sarà divisa in tre parti (ossia tre grandi storie) che ovviamente avranno un filo conduttore che le unisce come se fossero una il sequel dell'altra.
Poi per ogni capitolo metterò l'angolo dell'autore (di solito non lo faccio con le long, ma con questa ci tengo a farlo) e lo metterò ad inizio capitolo non alla fine, pregherei tutti di leggerlo (ma se non volete pazienza).
P.S. Tutto quello che leggerete qui è strettamente collegato alle trame di Gosho, ma non sempre le seguirà alla lettera. Quindi se vedete delle incongruenze sono volute apposta (soprattutto nella storia del passato di Kaito), inoltre tutti gli spoiler della saga di Bourbon non esistono.
Per concludere il raiting giallo è messo solo per un singolo capitolo, quasi alla fine della storia, ma è tranquillamente raiting verde.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaito Kuroba/Kaito Kid, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Kaito & Kiaretta'
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Angolo dell'autrice:
Finalmente i nostri eroi sono dentro il Giardino di Sidney. Riusciranno a far rinsavire Kaito e a uscirne tutti sani e salvi? Ve lo lascio scoprire, anche se ce ne vuole prima della fine di questa saga, sappiatelo.
Ancora grazie mille per le recensioni!
Buona lettura ^-^

Magic Xmas



Topi da laboratorio

Iniziammo a percorrere il corridoio, io avevo lasciato la mano del mio amico e mi guardavo attorno nervosa, era molto più ampio di quanto ci era sembrato all’inizio, era così largo e alto che addirittura ci si affacciavano dei balconcini.
Arrivati a metà del corridoio, come era ovvio, ci trovammo davanti a un incrocio. Ci fermammo per cercare di decidere che strada prendere.
«E se ci dividiamo?» propose Koriko.
«Assolutamente no! Almeno non per ora che non sappiamo cosa ci aspetta. Già sono preoccupato per Kikuito, che abbiamo lasciato fuori alle auto.» disse Shinichi guardando alternatamente le tre possibilità di scelta.
Successe tutto in un brevissimo lasso di tempo, tanto breve da farmi impallidire al pensiero di perdere due delle persone più care che avevo al mondo.
Lo vidi affacciarsi da uno dei balconcini, ma non ebbi il tempo di proferire parola, che in pochi secondi alzò la mano destra, puntò la pistola verso di noi e premette il grilletto.
«Giù!» gridai, poco prima che il boato dello sparo inondasse il corridoio.
Il proiettile schizzò verso Shinichi e, con uno spintone, lo spostai appena in tempo. Subito dopo, con un gesto automatico, Heiji si voltò puntando la pistola verso l’alto.
«No!» urlai di nuovo, buttandomi su di lui mentre premeva il grilletto.
Il colpo partì a vuoto, colpendo la parete di fronte. Alzai lo sguardo per vedere se stava bene, con un movimento agile ed elegante lo vidi saltare dal balcone al corridoio dove ci trovavamo noi e, senza esitazione, mi avvicinai a lui.
«Kiaretta, che fai?» urlò Shinichi.
«Voi andate!» dissi.
«Stai scherzando?» chiese il mio amico italiano.
«Kudo, ricordati la promessa che mi hai fatto!» dissi, usando il suo cognome per fargli capire che non scherzavo e senza calcolare per niente il mio povero collega.
«Sei sicura?» sospirò lui.
«È sempre Kaito e quando rinsavisce vi raggiungiamo.» risposi con un sorriso.
«Va bene... Mi raccomando però...» dopodiché li vidi scegliere il corridoio di destra e prima di voltare l’angolo Lodovico si girò verso di me.
Vidi i suoi occhi verdi guardarmi preoccupati e per rassicurarlo, come aveva fatto lui con me poco prima, gli feci l’occhiolino, lui sorrise e girò l’angolo assieme agli altri.

...***...

Stavamo proseguendo ormai da qualche minuto, quando mi accorsi che c’era qualcosa che non andava.
«Kudo... Dov’è Lodovico?» chiesi, non vedendo più il ragazzo italiano.
«Accidenti! Dev’essere tornato indietro per Kiaretta.»
«Dai torno indietro per...» non riuscii a finire la frase, perché si sentì un rombo assordante e subito dopo una parete d’acciaio calò di colpo sul corridoio, separando me e Kazuha dagli altri.
Sentii il mio amico detective, raggiungere con tre o quattro passi la parete.
«Hattori... State bene?» chiese.
«Sì tranquillo... Noi cerchiamo Lodovico e poi troviamo un’altra via, voi andate avanti.»
«Va bene! – rispose – Fate attenzione.» poi lo sentii allontanarsi assieme agli altri.

...***...

Avevamo da poco lasciato il detective di Osaka e la sua compagna, quando qualcosa attirò la mia attenzione.
«Shiho, perché ti sei fermata?» fu Ran a chiedermelo, facendo voltare tutti gli altri.
«Guardate!» dissi indicando ciò che aveva attirato la mia attenzione.
Era una semplice porta in legno scuro come le altre che percorrevano i vari corridoio dell’edificio, ma la targhetta su di essa indicava “LABORATORY”.
«Pensi di poter scoprire qualcosa?» fu la domanda di Shinichi a quel mio gesto.
«È possibile...»
«Bene, allora ci separiamo. Tieni sempre la pistola a portata di mano, chiaro?»
«So cavarmela benissimo, Kudo...» lo rimproverai, dopodiché entrai nella stanza chiudendomi la porta alle spalle, mentre sentivo i passi dei miei compagni andare avanti.

...***...

«E adesso?» chiesi rivolto a mio fratello, quando arrivammo a un nuovo incrocio.
«Non lo so... Questo posto è peggio di un labirinto.»
«Ci stanno trattando come topi da laboratorio.» disse Alice che si trovava di fianco a me.
Ad un tratto da uno dei corridoi, irruppe una voce.
«Koriko!»
Mi voltai verso la persona che mi aveva chiamato e lo vidi. La divisa arancione, nel suo elegante completo, e all’occhiello una sterlizia dello stesso colore. Sulla testa una zazzera rossa e il volto coperto di lentiggini.
«Kain...» dissi stupito di vederlo.
«Come hai potuto? Come hai potuto tradirci?»
«Kain non avevo scelta... mio fratello era...» non mi lasciò finire.
«Io ho dovuto uccidere mia sorella per il Giardino! L’hai forse dimenticato?» urlò puntandomi la pistola addosso.
«Koriko!» sentire la voce preoccupata di Shinichi, mi fece capire nuovamente quanto ci tenevo a lui.
«No Kain... Non l’ho dimenticato! Ma io non tradirò mai mio fratello.»
Quello che una volta era il mio migliore amico, caricò la pistola, ma Alice fu più veloce e alzò la sua Beretta.
«Non ti azzardare Kain! – disse decisa, senza neanche una nota di esitazione o di rabbia nella voce, poi si rivolse a Ran e mio fratello – Voi andate avanti... Dovete trovare Giada!»
«Scordatelo! Io non lascio mio fratello qui...»
«Ran!» feci io, lanciandole un’occhiata.
Lei capì e con un cenno di testa, prese Shinichi per il braccio e lo portò via.

  
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