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Autore: Flitwick    03/09/2015    5 recensioni
Gary Oak è famoso per essere un grande scienziato ed un eccellente allenatore, niente farebbe pensare che anche lui abbia dei punti deboli che Misty dovrà rafforzare con un duro allenamento.
«Vedi di scendere dalle nuvole, Gary, o finirai di nuovo di faccia per terra.» Un sorriso perverso dipinto in volto. «E questa volta ti fotografo.»
Sbuffò, cercando, goffamente, di staccarsi dalla ringhiera del ponte. I pattini ai suoi piedi erano instabili, facendolo traballare a ogni singolo movimento. Era caduto già cinque volte sotto gli occhi soddisfatti di Misty, non ci sarebbe stata una sesta.
Genere: Comico, Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gary, Misty
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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Rollerblade
 


Si era sentito un cretino, e lui odiava sentirsi così. Gli aveva tirato un tiro mancino in un momento in cui non aveva potuto nemmeno difendersi adeguatamente.
Lo aveva coccolato a lungo, lasciandogli diversi baci umidi sulla pelle, inducendolo a rilassarsi e abbassare la guardia, in fin dei conti, sembrava una serata come tutte le altre, ma non fu così.
Le sue mani erano scese lentamente , accarezzandogli il petto nudo con malizia mentre i suoi sospiri si perdevano nei lunghi capelli di lei. Stava già armeggiando con il suo reggiseno, quando una domanda al suo orecchio l’aveva fatto bloccare.
Deficiente lui che aveva risposto e malefica lei che lo aveva chiesto.
«Vedi di scendere dalle nuvole, Gary, o finirai di nuovo di faccia per terra.» Un sorriso perverso dipinto in volto. «E questa volta ti fotografo.»
Sbuffò, cercando, goffamente, di staccarsi dalla ringhiera del ponte. I pattini ai suoi piedi erano instabili, facendolo traballare a ogni singolo movimento. Era caduto già cinque volte sotto gli occhi soddisfatti di Misty, non ci sarebbe stata una sesta.
«Io ti odio, Misty. Ti detesto, sul serio. A quest’ora avrei dovuto essere da mio nonno a studiare un magnifico esemplare di Chansey.» La guardò di traverso, mentre le ginocchia tremavano e le gambe si agitavano. «E invece sono qui mentre tu ridi delle mie disgrazie, che Arceus ti maledica.» Borbottò, dondolando come una paperella zoppa.
Inarcò un sopracciglio, osservando il grande Gary Oak in quella situazione patetica, era davvero esilarante. Chi avrebbe mai immaginato che quello sbruffone non fosse capace di andare sui pattini, qualunque bambino sarebbe stato più bravo di lui, come se ci volesse tanto.
Se ne stava rigido sul parapetto, incapace di muovere un muscolo per la paura. I pattini rossi, appena comprati, si muovevano irrequieti, come se volessero subito essere utilizzati, mentre lui, con il fiatone, la guardava con astio.
«Non è colpa mia se tu sei un ritardato e non sai andare sui rollerblade. Io ho imparato a cinque anni.» Incrociò le braccia muovendosi leggiadra sui suoi pattini azzurro cielo. Gli si avvicinò, sorridendogli incoraggiante.
«Coraggio, staccati.»
Scosse la testa, immusonito, ma non si oppose quando lo prese per mano, obbligandolo a mantenersi in piedi da solo. Stava sudando e la sua stretta sembrava una morsa di acciaio mentre le gambe, immobili e rigide, scivolavano sul pavimento.
«Rilassati, Gary, sembra che tu abbia ingoiato una scopa.»  Ridacchiò, mentre lui le stringeva l’altro braccio convulsamente, avrebbe tanto voluto fargli un video.
«So io dove mettertela la scopa, Waterflower. Questi cosi sono infernali.» Bofonchiò, senza lasciare la presa sulle sue braccia.
«Idiota, non stare fermo! Devi alzare le gambe e darti lo slancio, altrimenti continuerai a cadere.» Mimò in fretta il gesto che avrebbe dovuto fare, ma lui deglutì, ancora per niente convinto. Era assolutamente adorabile e irriconoscibile dal solito Gary Oak, solitamente così irritante e odioso.
«Non avere paura, ti sostengo io.» Sorrise sincera mentre mugugnava qualcosa intento a fissare i suoi piedi instabili.
Mosse lentamente la gamba, alzandola di poco da terra, per poi riportarla al suo posto alla velocità della luce. Continuò per diverso tempo, inizialmente con molta calma, finché non ebbe preso sicurezza. Lasciò la mano della ragazza cercando di mantenere il precario equilibrio che aveva trovato aprendo le braccia e agitandole con forza.
«Molto bene, adesso prova a venire verso di me nel modo in cui ti ho detto prima.» Ordinò Misty, distanziandosi di poco da lui per permettergli di fare un breve tratto completamente da solo.
Il ragazzo annuì, ormai sicuro di sé, prendendo velocità innalzando le gambe agili e pattinando verso di lei.
«Sì, ok, Gary... Fermati! Gary! Gary Frena!» Urlò poco prima di finire per terra con lui. Quell’idiota non era riuscito a fermarsi, cadendo su di lei a peso morto. Sospirò chiudendo gli occhi; si era dimenticata di insegnargli che per frenare doveva semplicemente piegare il piede sinistro. Gary si alzò di poco, levando buona parte del suo peso dal suo corpo, ma portando il suo viso all’altezza di quello della sua istruttrice.
«Fai schifo come insegnante.» Sibilò a pochi centimetri dalle sue labbra.
«E tu sei un pessimo allievo.» Rispose piccata mentre un sorrisetto malizioso nasceva sulle sue labbra. «Ora levati di dosso, non sei una piuma.»
Sghignazzò, giocherellando con un ciuffo dei suoi capelli rossi. «Ieri non te ne lamentavi mentre miagolavi come...» Non riuscì a terminare la frase quando il ginocchio di Misty gli colpì con forza lo stomaco, facendolo ansimare. Aveva una forza inaudita e lui si era chiesto più volte da dove diavolo derivasse. Probabilmente Ketchum era stato un ottimo allenamento per i suoi muscoli visto quante botte gli aveva rifilato negli anni.
La soddisfazione nei suoi occhi verdi era lampante e non mosse un dito per aiutarlo. «Ops, non volevo farti male, scusami.» Si scusò, cercando di trattenere una risata malvagia. Quella ragazza gli avrebbe impedito di avere una prole, poco ma sicuro, i suoi calci erano temibili quasi quanto i pugni.
«Strega.» Boccheggiò, rialzandosi lentamente e tornando verso alla sua fida balaustrata. Almeno lei l’avrebbe salvato da qualche osso rotto per colpa dei pattini o di Misty. Sarebbe stato un brutto pomeriggio e con molte probabilità quella sera sarebbe stramazzato al suolo per la fatica, con lei non si scherzava.
«Non ti ho mica detto che puoi rilassarti, Oak.» Ghignò la rossa, pattinando verso di lui per poi afferrare con forza la sua mano bollente. «L’allenamento non è nemmeno iniziato.»
 

 
  
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