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Autore: lastnight_    03/09/2015    0 recensioni
Airbagging,ovvero rischiare la vita lanciandosi a folle velocità contro un muro con potenti auto rubate per fare esplodere l'airbag. E' questo il passatempo preferito di una banda di giovani capeggiata da un delinquente totalmente privo di scrupoli che si circonda di sinistri personaggi.Della banda fanno parte Alex, uno studente tutto muscoli e poco cervello, e una biondina tormentata dai dubbi,Biene,la sua ragazza. Ma ancora per poco..C'è il cadavere di un membro della banda che ha osato troppo,c'è un giornalista che indaga su questa morte misteriosa, c'è un ragazzo coraggioso e innamorato..In una fan fiction mozzafiato,la storia sconvolgente di ragazzi a cui la morte,malauguratamente,non fa paura.
ATTENZIONE TEMPO FA HO PUBBLICATO QUESTA STORIA, SULL'ACCOUNT DELLA MIA AMICA WHENTHEDAY,http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2564163&i=1, PURTROPPO LE SUE STORIE SONO STATE PLAGIATE..E IL SUO ACCOUNT QUINDI BLOCCATO, E DATO CHE QUESTO SCRITTO E' MIO E MI SAREBBE DISPIACIUTO ABBANDONARLO HO DECISO DI INIZIARE A SCRIVERLO QUI.
Genere: Azione, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chapter four.


Il parco dove dovevano incontrarsi era pieno di sole,ma nell'aria c'era già sapore d'autunno: gli alberi erano ancora molto verdi, ma per terra già indugiabano le prime foglie color cioccolata e i passanti non avevano più voglia di stare seduti a lungo sulle panchine. Biene sentiva gli sguardi maschili posarsi su di lei e seguirla mentre si affrettava verso il caffè al centro del parco, un bell'edificio ocra dalle finestre verdi ombreggiato da antichi alberi di castagno. Entrò e vide con sollievo che Messner era già arrivato. Vestito con i jeans e una giacca di pelle, era seduto in un anfolo e la salutò con la mano quando la vide entrare. Biene si affrettò a raggiungerlo e si sedette accanto a lui. «Grazie per essere venuto.»gli disse.Adesso che aveva raggiunto il suo scopo si sentì imporvvisamente smarrita. Probabilmente il giornalista si aspettava che lei gli raccontasse qualche storia interessante o,quanto meno, che  avesse qualcosa di importante da riferirgli. Ma che cosa poteva dirgli? Doveva pur trovare una ragione per giustificare quell'incontro.
«Vuoi anche tu un caffè?»le domandò lui interrompendo i suoi pensieri.«o preferisci una cocacola?»
«Vorrei sia il caffè che la coca.»
«anche una fetta di torta?»
e indicò la vetrinetta che ruotava lentamente sul suo asse,mettendo in bella mostra tutto il suo appettitoso contenuto.«offro io, in fin dei conti si tratta di un incontro di lavoro,no?»
Biene sorrise imbarazzata.
Lui aspettò che il cameriere portasse quanto avevano ordinasto e poi si chinò con la faccia curiosa verso di lei chiedendole: «Allora?Cos'hai da raccontarmi?»
Biene si sorprese della facilità con cui le venne l'idea fiusto. Ma sicuro,aveva una storia da raccontare. In fin dei conti Kai Greder era scomparso nel nulla e questo genere di cose interessano sempre un giornalista.
«C'è una storia che vorrei raccontarle,»rispose.«Lei ci ha intervistati sulla faccenda dell'airbagging,ricorda? Ebbene..è successo qualcosa.»
«Un uncidente?»
domandò lui,alzando le sopracciglia.
«Non lo so..Kai Greder,uno dei ragazzi della banda,è scomparso. Mercoledi notte era li con gli altri,ma poi non è tornato a casa e il fiorno dopo non è venuto a scuola. Nessuno lo ha più visto e i suoi genitori hanno avvisato la polizia.»
Messner riaggiustò sul naso gli occhiali con la montatura metallica rossa e la guardò interessato.«E tu credi che la sua scomparsa possa avere qualcosa a che fare con le vostre imprese notturne?Che possa aver avuto un incidente?»
«Non so cosa pensare.» Improvvisamente si rese conto che Messner avrebbe scritto ogni cosa sul suo giornale. Arrossi violentemente e il suo cuore fece un balzo. Balbettò: «Non scriva che sono stata io a raccontarglielo. Alex mi ammazzerebbe!»
«Alex è il giovane che era con te quando ci siamo incontrati la prima volta?»
«si»
poi aggiunse con un sorriso orgoglioso:«è il mio ragazzo.»
Messner la guardò con attenzione da sopra le lenti. «Come sarebbe che hai paura che ti ammazzi? E' il tuo ragazzo no?»
Biene lo fissò stupita. Per un istante si mordicchiò il labbro inferiore e poi cercò di ridimensionare: «Era solo un modo di dire. Il fatto è che ne sarebbe assai seccato.»Cosa importava a lui che Alex l'avrebbe certamente menata se avesse saputo di questa conversazione? Non sarebbe stata neanche la prima volta. Alex alzava le mani facilmente.
«Ti picchia,forse?»chiese Dominik Messner come se le avesse letto nel pensiero. 
Punta sul vivo,Biene esitò.«Bè,non proprio. E' solo molto irrascibile e cosi è gia successo che abbia perso le staffe. Ma,»si affrettò ad aggiungere,«la colpa è solo mia che lo faccio innervosire troppo..Bè,in fondo è un uomo.»
«Secondo me chi picchia una donna non è affatto un uomo. E' uno stronzo,»ringhiò il giornalista. Biene lo guardò,sconcertata da quell'espressione volfare che non si sarebbe mai aspettata. Lui le restituì lo sguardo,poi fece un gesto con la mano come per mettere da parte l'argomento e le promise; «Non temere. Questo discorso restra tra noi due. Se scriverò qualcosa sul giornale,nessuno verrà mai a sapere che sei stata tu a raccontarmela.»
Biene respirò sollevata come se le fosse stato tolto un grosso peso dal cuore. «Grazie infinite. Le sono davvero molto grata.»
«Raccontami tutta la storia dall'inizio.»
Ora che non aveva più timore che Alex potesse venirlo a sapere,Biene fini per raccontargli tutto:dei fratelli Priebecke,di Jimbo,dei furti d'auto,delle avventure notturne nella vecchia fabbrica. Esitò solo un attimo chiedendosi se fosse il caso di parlare anche di Harry , ma poi decise di si. Messner la guardò incredulo. «Vuoi dire che dovresti andarci a letto solo perchè quello se l'è messo in testa?»
Biene si strinse nelle spalle con fare rassegnato: «E' il fratello di Misha.»
«E chi divialo è questo Mischa Priebecke,per costringerti ad andare a letto con Harry?.»
    
Messner la guardò con un 'espressione cosi furrente che Biene si ritrasse un poco. Poi rispose con  voce fioca: «Tutti fanno quello che dice Misha.»
«Se sono cosi stupidi è affar loro. Questo non significa che devi farlo anche tu.»

Lei ci pensò su un momento e poi scosse il capo. «E' per via di Alex.Andrebbe fuori dai gangheri se facessi la difficile. Se io mi impunto, Misha non lo lascerà più guidare e Alex questo non lo accetterà mai.»
«E tu naturalmente faresti qualsiasi cosa per lui,vero?»
«Sicuro!»
rispose Biene mentre un sorriso sognante le si dipingeva sul volto e gli occhi le si animavano di un guizzo gioioso. 
«E cosa fa lui per te?»
Biene non se lo era mai chiesto. Guardò l'uomo stupita. Che cosa faceva Alex per lei? D'accordo era il suo ragazzo. E allora? Usciva con lei,faceva l'amore con lei e la portava con sè alla fabbrica. Che altro avrebbe dovuto fare?
Messner non sembrava aspettarsi una risposta. Cambiò argomento e le chiese della sua vita privata. Era una gran bella cosa poter parlare cosi con qualcuno. Dominik Messner sapeva davvero ascoltare! Si sentì di nuovo una bambina,come quando, deduta sulle ginocchia di papà,gli raccontava della sua giornata.Erano i momenti più belli,quelli con lui,dopo cena,la tirava a sè e le chiedeva: «Allora,tesoro,cosa hai fatto oggi di bello?»
Restarono due ore nel caffè e,quando se ne rese conto, Biene disse imbarazzata: «L'ho tenuta davvero tanto!»
«Niente affatto,è stato molto interessante non mi dispiacerebbe incontrarti di nuovo mi daresti il tuo numero di telefono?»
«Dice sul serio?»
Il cuore di Biene si mosse a galoppare di gioia.
«Assolutamente.»rispose lui sorridendo.
Mentre attraversava il parco per tornare a casa, Biene si sentiva molto strana. Da un lato provava un senso di benessere che da lunfo tempo non conosceva,dall'altro però si senti in qualche modo in colpa nei confronti di Alex. In fin dei conti gli aveva mancato di parola. D'accordo, con il giornalista aveva solo fatto quatteo chiacchiere,ma erano pur sempre chiacchiere su un argomento di cui Alex le aveva proibito di parlare! Lei gli aveva raccontato cosi tante cose..e solo perchè aveva bisogno di qualcuno che le ricordasse il padre. Solo perchè era stato gentile e l'aveva ascoltata con attenzione.
Biene sentì un'improvvisa fitta di rabbia. Perchè non c'era mai nessuno disposto ad ascortarla? Alex la trattava sempre come se non sapesse dire altro che stupidaggini. E la mamma? Quella faceva brevissime soste a casa, come un treno che si ferma in stazione, e subito ripartiva di gran carriera per rituffarsi nel vortice della vita. Appena il tempo di dire ''Ciao mamma'' o ''Com'è andata ieri??''..Le altre ragazze avevano un'amica. Biene invece non ne aveva mai avuta una. Con le ragazze non si capiva un granchè. Piuttosto con i ragazzi, ma anche tra questi non c'era nessuno con il quale potesse fare un discorso serio.
Biene si fermò di colpo. Con il volto teso a riflettere, fissò il vialetto ghiaioso sul quale si andavano accumulando le foglie secche. Alex la sfruttava ampiamente approfittando dei sentimenti che provava per lui. Non c'era ombra di dubbio. Era sempre lei quella che cedeva, adeguandosi. E sotto sotto Biene sapeva fin troppo beme, anche se tentava ogni volta di ricacciare indietro il pensiero,che se Harry l'avesse voluta, Alex non avrebbe affatto tentato di impedirlo,anzi avrebbbe fatto dinta di niente, guardando dall'altra parte mentre quello si dava da fare con lei.
Aveva ragione Dominil. La cosa era veramente di una sfacciataggine inaudita. Chi era Mischa Priebecke per pretendere che lei si mettesse con quello sballato di Harry? E chi era Alex per spingerla a dire: 'si caro subito?'
Sospirò profonfamente. La risposta era semplice:Alex era l'uomo di cui si era innamorata follemente. Non poteva vivere senza di lui. Non riusciva a immaginare di potersi svegliare un giorno senza pensare a lui. Forse con Harry  non sarebbe stato poi tanto penoso. Forse si sarebbe accontentato di una volta sola e lei avrebbe potuto metterci una pietra dopra e fingere che non dosse successo niente, che fosse solo un brutto sogno, di quelli che ci si scuote di dosso al risveglio.
«Ha perso forse qualcosa?»le chiese una donna con voce amichevole.
Biene sussultò spaventata: «Cosa?..cosa ha detto?»
La donna la guardò sorridendo: «Pensavo che avesse perso qualcosa..Dal modo con cui guardava fissa per terra!»
«No,no. Ero solo immersa nei miei pensieri.»
Biene si allontanò in fretta e la donna rimase a guardarla scuotendo lievemente il capo.
Quando rientrò,sua madre era in casa. Biene la sentì canticchiare da dietro la porta chiusa del bagno e sbirciò dentro. L'ambiente era pieno di vapore e la mamma era sdraiata nella vasca,immersa fino al collo in una schiuma verde,nella quale si stava piacevolmente stiracchiando. «Ciao tesoro,»le gridò.«Eri a fare una passeggiata?»
«Si,volevo approfittare del bel tempo.»Le lanciò un sorriso radioso, di quelli che Caroline Neuhold voleva vedere stampato sul volto della figlia. Biene sapeva bene che alla mamma doveva esibire sempre la facciata di una ragazza serena e felice. Dopo la morte del padre,sua madre aveva il timor panico di qualsiasi cosa che potesse sembrare un problema. 
Biene aveva la sensazione opprimente che se le avesse parlato delle sue difficoltà,avrebbe portato in casa odore di morte. Carolin viveva nel costante terrore dell'ombra buia che qualsiasi problema avrebbe gettato sulla sua vita.
«Come va con il tuo ragazzo?»le chiese la mamma mentre si insaponava i capelli. Era anche lei molto attraente, con una bella figura piena, gli occhi castani e capelli nioni che portava corti e sbarazzini.«Siete sempre insieme,vero?»
«Ma sicuro,»rispose Biene.«Io vado a fare i compiti,mamma.»
Sollevò da terra Armani,che si era infilato nel bagno a curiosare, se lo strinse come un bambolotto contro la guancia e lo porò nella sua stanza. Qui si sedette sul letto e cominciò  a disfare lo zainetto. Visto che c'era,poteva davvero mettersi a fare i compiti. Tanto,con la mamma non poteva certo parlare.

In compenso,l'indomani le rivolse la parola qualcun'altro: Justin Bieber,un giovane biondo e slanciato di seconda. Fino all'anno prima,anche Justin aveva fatto parte della banda della fabbrica;poi però se ne era tirato fuori ed allora i suoi ex compari lo tracciavano di essere uno smidollato cocco di mamma.Perciò,quando lui le si avvicinò,Biene si sentì improvvisamente imbarazzata anche se nel compenso non lo trovava niente male.Con la zazzera arruffata, lo sguardo schivo e vagamente triste,assomigliava- anche un poco nel carattere- a Kurt Cobain e amava starsene sulle sue o tutt'al più in compagnia di altri due ragazzi con i quali aveva formato una piccola banda.
Dopo aver appurato che Alex era assente da scuola(e da quando Kai era scomparso,lo era sempre),Justin la avvicinò durante l'intervallo.
«Ciao Biene.»Poi la pilotò verso un angolo tranquillo del cortile,dove nessuno avrebbe potuto ascoltarli.«Non sai nulla di più preciso a proposito di Kai?»
«Non so proprio niente,»rispose lei sgarbatamente.Perchè non la lasciava in pace?Se gli altri la vedevano parlare con lui,lo avrebbero sicuramente raccontato ad Alex e quello le avrebbe piantato il muso. Non vedeva affatto di buonocchio che Biene si intrattenesse con  altri ragazzi,figuriamoci poi con le mezzecartucce!
«Eppure tu sei sempre presente,»insistette Justin.«E sai anche di che cosa parlo.»
Ovvio che lo sapeva. Il tono di Biene si fece ancora meno gentile. «Insomma,si può sapere cosa vuoi da me?»
Justin non si lasciò sviare. La guardò con quei suoi occhi castano chiari che avevano un'espressione assai più matura di quella della maggior parte dei ragazzi. «Perchè non li lasci perdere?Con loro rischi solo di finire male. Prima o poi succederà qualcosa, se non è già successo,e allora tutta la faccenda verrà a galla e tu ci sarai dentro fino al collo!»
«E che te ne importa?»
«Tu mi piaci,»
ammise Justin cambiando impercettibilmente espressione.«Mi dispiacerebbe molto se avessi delle frane.»
«Sono affari miei se ho delle grane!»

Justin alzò le spalle.«Mi dispica che la pensi così. Sei una ragazza a posto..troppo a posto per quel balorodo. Alex ti sta soltanto sfruttando,non te ne sei accorta?»
Imbronciata Biene fece per andarsene, ma lui le afferrò la spalla e l'attirò verso di se e le disse serio:«Se posso aiutarti,Biene..»
«Non so di cosa farmene di un cacasotto.»
Spostò la sua mano e girò bruscamente sui tacchi.Perchè ficcava il naso negli affari suoi?Sapeva di ferirlo con quell'espressione, ma se l'era proprio cercata!Quella faccenda non lo riguardava minimamente.
«Non sono affatto un cacasotto Biene,»rispose Justin con voce ferma e sicura.«Semplicemente sono cresciuto quel tanto che basta per non voler rischiare la mia vita inutilmente.Non ho mica voglia,sai,di passare il resto della mia esistenza su una sedia a rotelle come un rottame umano senza cervello!»
Biene se ne andò senza dire più nulla. Le parole di Justin avevano risvegliato le sue paure. Alex non ci pensava mai ma lei non poteva fare a meno di ricordare quello che era successo ad Harry,a quella cicatrice lustra rossa che gli deturpava il volto,e sapeva bene che poteva succedere anche di peggio.Apparte Harry,nessuno della banda aveva ancora avuto sfortuna,ma Biene pensò agli articoli che leggeva occasionalmente nei giornali,in cui si parlava di traumi cranici,gravi lesioni vertebrali e paralisi. Vi dava una rapida scorsa controvoglia ,per evitare di pensare che anche ad Alex potesse succedere qualcosa di simile,al suo Alex,pieno di gioia di vivere,con quel sorriso radioso e il bel fisico forte!
Silvia, che frequentava la sua stessa classe,le si avvicinò come per caso.«Che voleva da te quella mezzasega?»le chiese,pronta naturalmente a raccontare tutto ad Alex.Provava davvero una gioia sadica a mettere gli altri nei guai.
Biene alzò le spalle.«Mi ha chiesto che cosa era successo a Kai e gli ho detto che non ne so niente.»
«Ne hai messo di tempo,però»fece lei con tono saputo.«Era cosi difficile farglielo capire?»
Biene avanzò di un passo verso di lei con aria aggressiva. «Ehi,cosa vuoi dire?»
«Niente,niente,»
sibilò la magra biondina, e se ne andò scrollando esageratamente le spalle.«Era solo una domanda.»



 
 





meow.❤️
hello people,spero davvero con tutto il cuore,
che questo capitolo sia stato di vostro gradimento,
perchè davvero ci ho messo l'anima nel scriverlo..
vorrei essere a conoscenza delle vostre opinioni
su questa storia, per cosi decidere se continuare o 
meno questo mio scritto. Aspetto una tua recensione,
caro lettore,ti lascio con questa foto
dei nostri potragonisti, 
un abbraccio,lastnight_
❤️


   
 
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