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Autore: verbascum    03/09/2015    2 recensioni
Cosa sarebbe successo a Sansa Stark se Joffrey non avesse avuto occasione di rompere il suo giuramento e l'avesse sposata prima della battaglia delle acque nere, e quindi, prima della proposta matrimoniale dei Tyrell?
Chi avrebbe protetto una fanciulla tanto fragile una volta nelle grinfie del giovane re, se non la persona più inaspettata e apparentemente crudele e sadica tanto quanto il suo padrone?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sandor Clegane, Sansa Stark
Note: What if? | Avvertimenti: Non-con
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Da quando era arrivata, al castello non si faceva altro che parlare di una festa in suo onore per festeggiare il suo ritorno. Era troppo felice per controbattere una simile cortesia,  e la morte di suo nonno Hoster aveva fatto sì che anche suo fratello Robb e il resto della sua compagnia si trovasse al castello proprio il giorno del suo arrivo.Le sembrava di avere tutta la famiglia riunita.
 «I sette dèi si sono presi mio padre, ma mi hanno riportato indietro la mia piccola.»
Fu questa la prima frase che disse Catelyn Stark non appena vide il volto di sua figlia giungere dalla entrata principale della fortezza, non diede neppure un'occhiata a chi era giunto insieme a lei e si diresse ad abbracciarla con il volto rigato dalle lacrime. Sembrava non volesse più lasciarla andare,  incurante di tutte quelle persone che la circondavano e osservavano la scena. Non riusciva a smettere di singhiozzare, e quando suo Robb realizzò l'arrivo di sua sorella, ignorò il suo titolo per lasciarsi andare completamente dalle emozioni. Nonostante tutti compresero che la perdita di Jaime Lannister poteva essere davvero evitata, fu na scena che fece commuovere i presenti. Probabilmente dei cantastorie ci avrebbero scritto delle canzoni in futuro. Nei giorni seguenti passava momenti talmente felici da sembrare avesse completamente rimosso dalla memoria la famiglia reale, le guardie reali, e la sua fuga col mastino.  Passava la maggior parte del tempo insieme a sua madre o con qualcun altro della sua famiglia, aveva persino fatto amicizia con Dacey Mormont, una ragazza poco più grande di lei, e con Jeyne, la moglie di suo fratello, che anche se raramente, le faceva compagnia. Non si trovava quasi mai da sola e riceveva tutte le attenzioni possibili. Tuttavia, non poteva continuare a dormire con sua madre per il resto della sua vita, e non poteva neppure girare libera per le terre dei fiumi senza qualcuno che la proteggesse, per cui suo fratello Robb, adesso re, si decise ad assegnarle una guardia personale. Inizialmente, la scelta ricadde su Donnel Locke, ma prima ancora che arrivassero ad una decisione conclusiva, Sansa propose a sua madre l'uomo che l'aveva condotta da lei, di assolverlo dal ruolo di semplice soldato e di assegnargli il compito di sorvegliarla. Ed anche se lady Catelyn provava ancora una certa diffidenza nei suoi confronti, riuscì a convincersi dopo aver ascoltato come sua figlia ci tenesse tanto alla sua protezione.Così iniziò ad abituarsi all'idea di averlo sempre fuori la porta della sua stanza quando andava a letto, e di avere la sua ombra ovunque andasse. E proprio come si erano promessi quella notte, tra loro ci furono solo silenzi. Lui si limitò soltanto a fare il suo dovere con obbedienza.


Per l'occasione aveva indossato un abito blu con ricami e sfumature azzurre, un modello nuovo per lei, diverso dai soliti abiti da bambina che indossava. Questo era abbastanza scollato e aderente alla vita tanto da attirare l'attenzione di Sandor Clegane, che quando arrivò alla porta della sua stanza per scortarla alla cena, non riusciva quasi a distogliere gli occhi da quel corpo che non aveva avuto modo di osservare per bene quando qualche settimana prima se l'era trovato nudo di fronte a lei, la notte in cui Joffrey gli impose di picchiarla. Sansa evitò il suo sguardo e calò il capo, e silenziosamente si avviò da sola ignorando la sua presenza e gli sguardi accusatori delle ancelle che avevano appena finito di acconciarle i capelli. Da quando suo fratello lo aveva nominato come la sua guardia personale, grato per averla sottratta ai Lannister,  escludendo comandi e accenni di conferma, non avevano scambiato neppure una parola. Anzi, in realtà, era dalla notte prima del loro arrivo che Sandor era tornato l'uomo ubbidiente e austero di un tempo, rude e diffidente che Sansa aveva visto al comando di Joffrey. Quella sarà stata anche la sua natura, ma lei sapeva che non era del tutto privo di sentimenti e  il suo comportamento nei suoi confronti ne era la prova.
A tavola sedeva tra Jeyne Westerling e Raynald Westerling, suo fratello maggiore e amico fidato di Robb, che sedeva alla destra di sua moglie.
Di fronte a lei, solo il caos. Non era neppure arrivata la seconda portata che iniziavano ad esserci i primi ubriachi impertinenti, con le guance rosse, un boccale di vino in una mano e il seno di una donna in un altra, un sorriso beffardo in volto. Grida e risate si ripercuotevano nella sala grande del castello, e gli unici uomini a mantenere un certo decoro erano le guardie posizionate un po' ovunque,  che per loro sfortuna erano di turno quella sera. Essendo Sandor l'unica guardia di Sansa, era inevitabile che non avesse di certo la serata libera, e collocato nell'angolo della sala più vicino alla postazione di Sansa, dietro il grande tavolo su cui sedeva l'intera nobile famiglia, controllava che tutto andasse liscio senza richiedere il suo intervento.
Jeyne le aveva fatto un'ottima impressione: era educata e gentile nei suoi confronti, ed anche se molto timida, spesso riusciva a concederle qualche breve conversazione. Era stata lei, a regalarle quel vestito blu che con tanta gratitudine aveva indossato.  Al contrario, trovava il resto della famiglia Westerling troppo misteriosa e poco affidabile. Col passare del tempo, la festa che in origine doveva essere solo una semplice cena, divenne sempre più animata e Sansa accettò cortesemente diversi balli da alcuni lord alfieri e compagni di battaglia di suo fratello, che ci tenevano a farle sapere quanto fossero felici del suo ritorno.
"Ed anche di una possibile unione matrimoniale, immagino."
Lord Jon Umber, Wendel Manderly e per ultimo Raynald, il fratello di Jeyne: tutti non poterono evitare di farle apprezzamenti  di cortesia e di scambiare con lei qualche falsa risata. Nonostante tutti si mostrassero cordiali, solo suo zio Edmure le fu di buona compagnia.
Ma proprio come le era stato insegnato, sorrideva e rispondeva gentilmente a chiunque le si ponesse di fronte. 
Arrivata la quarta portata, almeno una grande parte delle persone tornò a sedersi per mangiare, compresa lei, che sfinita ed esausta dovette subirsi ancora la sfacciataggine di Raynald, che al suo fianco, era ubriaco e per niente lucido.
 «Lady Sansa! Immagino sia stato terribile vivere ad Approdo Del Re, ancor peggio diventare l'ostaggio di quel cane! Ma per fortuna adesso sei tornata. Qui si è parlato molto di te, ma non pensavo fossi davvero tanto bella!»
Aveva il volto e i capelli sudati, le guance rosee e un sorriso da ebete che proprio non riusciva a togliersi. Diversamente dalla sorella, non aveva la stessa timidezza e neppure la stessa bellezza, Sansa non riuscì a non pensare a quanto fosse brutto. Ma proprio come aveva sempre fatto, indossò la sua solita maschera di cortesia e gentilmente gli sorrise.
«Ti ringrazio, ser.Anch'io sono felice di essere a casa.»
«Ma dimmi, è vero che il Mastino non ha combattuto durante la battaglia delle acque nere e si è rifugiato fino al suo termine? E che il nano ha perso totalmente il naso, diventando ancora più brutto? Ci sarà stato davvero da ridere!» 
Scoppiò in una fragorosa e ridicola risata, mentre continuava a bere boccali di vino che gli facevano perdere totalmente la lucidità.
Appena citò Sandor, si voltò verso di lui. Lo scoprì ad osservarli, ma appena sentì lo sguardo di Sansa, alzò il capo per guardare da un'altra parte.
«Scommetto che almeno una volta hai sorpreso i gemelli Lannister fornificare insieme! Lo sai vero che gira voce che il re non lo sia di diritto perché è solo frutto di un incesto?»
«Si, ero a conoscenza di questa voce, e no, ser, Jaime Lannister è stato qui in ostaggio per tutto il tempo della mia permanenza al castello, era lontano miglia dalla regina.»
«Ah! Si, lo sterminatore di Re, che schifoso essere senza onore!Sei stata fortunata a non doverlo conoscere!»
D'un tratto, il suo corpo si irrigidì totalmente non appena sentì una viscida e pesante mano posarsi sulla sua coscia. Il suo volto divenne rigido e il sorriso che prima si costringeva a portare scomparve, al contrario, quello di Raynald divenne più ampio del dovuto. Non potè fare a meno di notare i suoi denti, gialli, storti e alcuni anche rotti. Per non parlare di quei baffi neri sudici di vino e sudore, e il suo alito che le fu sempre più vicino per poco non la fece vomitare. 
«Ma sei stata fortunata a conoscere me, immagino tu non abbia ricevuto ancora un degno benvenuto da parte mia.» 
Sentiva il suo fiato pesante sul suo collo e la sua voce sussurrata le fece venire i brividi, la sua mano prese a salire lungo la sua gamba e la presa diventava sempre più forte, fin quando Sansa non reagì divincolandosi e alzandosi di scatto. La sedia cadde a terra per il movimento improvviso. 
Si rivolse a Jeyne, a Robb, a sua madre e al resto del tavolo, che nel sentire il frastuono si erano voltati verso di lei.
«Dovete scusarmi, ho bisogno di un po' d'aria fresca.»
In mezzo a quella confusione, solo chi le sedeva accanto avrebbe notato la sua assenza, il resto della sala era talmente occupata a divertirsi che se fossero stati attaccanti se ne sarebbero accorti soltanto al momento della loro morte. Per quanto riguardava ser Raynald, sembrava talmente offeso dal suo rifiuto e imbarazzato per il suo atteggiamento da essere felice del suo allontanamento. 
Fece un breve inchino prima di voltarsi velocemente, per trovare lo sguardo severo e inespressivo di Sandor Clegane, che aveva osservato la scena fin dall'inizio e che completamente sobrio era stato in grado di mantenere la calma, anche se traspariva una certa irritazione.  
Mantennero lo sguardo per vari secondi, finché Sansa si diresse all'uscita della sala a passo svelto. Appena si trovò tra i corridoi bui e deserti del castello, si fermò per prendere fiato e lentamente riprese a camminare verso il corridoio che portava alla sua stanza.Pensava di essere totalmente sola, ma riconobbe il rumore dei suoi passi, e qualcosa di inspiegabile le fece capire immediatamente chi fosse.


Si accostò alla finestra del corridoio, di fronte alla porta della sua camera da letto. Non c'era nessuna candela, e appena la aprì fu l'unica fonte di luce. Vi si affacciò, godendo del vento fresco che le scompigliò i lunghi capelli sciolti e le fece venire la pelle d'oca.
«Non c'è bisogno che mi segui ovunque vada.»
Gli disse senza neanche voltarsi, lo sguardo fisso sulle donzelle che si divertivano con alcuni cavalieri nel cortile. Non era il tono di voce che Sansa avrebbe voluto usare, seccato e irritato.
«Vengo pagato per questo.»
Il suo tono era superbo come al solito, percepì la sua voce, le era tanto vicina da non potersi trovare troppo lontano dietro di lei. Al suono di quelle parole, si voltò istantaneamente verso di lui, ma si trovava in una zona troppo buia  e l'unica cosa che riuscì a vedere fu la sua grossa sagoma nera. 
«Sei pagato anche per far sì che nessuno mi dia fastidio!» Questa volta le uscì un urlo. Anche se era abituata a molestie ben peggiori e quella di Raynald era praticamente nulla a confronto, non potè evitare di mostrare la propria irritazione dovuta alla risposta seccata di Sandor.
«Non mi sembrava che qualcuno ti stesse infastidendo.» Il ringhio di Sandor era pacato ma ugualmente arrogante. 
«Evidentemente questo non è il lavoro giusto per te se non sei neppure in grado di capire chi mi importuna! Eri dietro di noi, vuoi farmi credere di non aver visto cosa faceva Ser Raynald Westerling?»
Sorprendentemente Sandor iniziò a sghignazzare, era la prima volta che lo sentiva ridere e non sapeva se essere indignata, sorpresa oppure offesa.
«Aye, ti ha solo toccato la coscia!Mi sembrava aveste ancora i vestiti addosso, o sbaglio?Oppure qui nelle terre dei fiumi si usa scopare in altro modo?»
Anche se non lo vedeva, riusciva a percepire il ghigno arrogante e presuntuoso sul suo volto che non riusciva a spegnersi.Anche se era la prima vera conversazione che avveniva tra di loro dopo quella notte in mezzo ai boschi, avrebbe voluto che non avvenisse. Quel suo tono di voce le ricordava quando aveva più paura di lui che di Joffrey, quando per lei era solo una guardia spaventosa e senza scrupoli.
Tuttavia questa volta qualcosa era cambiato: era completamente lucido, e adesso lei conosceva la causa della sua rabbia. Adesso sapeva che non era il vino a parlare, ma la sua gelosia. 
"Pensa che sia così stupida da non capirlo?"
Sansa si scostò dalla finestra per fare dei piccoli passi nella sua direzione, lasciò andare la tensione dal suo corpo e si calmò, prendendo a respirare regolarmente. Non poteva giocare con le emozioni degli altri e ricevere in cambio baci e gratitudine. Dopo tanto tempo in sua compagnia, aveva imparato che con lui non c'era da aver paura, sentiva quanto era legato a lei e al tempo trascorso insieme. E quanto avrebbe voluto averla tutta per sè.
Tuttavia, lei doveva mostrargli una sfrontatezza che sarebbe stata in grado di spegnere almeno un po' ciò che provava per lei, o almeno, ci provò:
decise di provocarlo e di mettere da parte la sua insicurezza e le sue buone maniere. Lo conosceva troppo bene per farsi ancora prendere dalla paura, e di rivolgersi a lui con quella timidezza che le apparteneva. Per la prima volta da quando lo conosceva, non puzzava nè di sudore, di vino o di sangue. Questo forse, era il suo primo lavoro che gli permetteva di avere del tempo per lavarsi.
Gli mise una mano sulla spalla, coperta da una spessa armatura, e avvicinando il suo corpo al suo, insieme alle sue labbra che si diressero verso l'unico orecchio che gli era rimasto, sussurrò, con un sorriso divertito:
«Sì...sì, hai ragione. La mia stanza non è molto lontana dalla sala grande, non dovresti metterci molto se ti mandassi a condurlo fin qui per porgergli le mie scuse. Sono sicura che per quanto questo vestito sia succinto, lasci ancora molto all'immaginazione, non credi?Non dev'essere stato facile per lui stare accanto a me per tutto quel tempo.»
Sansa non potè credere a ciò che aveva appena detto, e soprattutto, il modo in cui aveva pronunciato quelle parole che mai si sarebbe aspettata di dire. Ma come erano arrivati a discutere di un tale tabù, per lei? Le sue uniche esperienze con l'amore erano soltanto colme di violenza e maltrattamenti, figurarsi il sesso.
"Non ha nessun rispetto per quello che ho dovuto passare.Gli importa solo di ciò che sente suo di diritto."
I suoi occhi si erano abituati al buio e riusciva a distinguere vagamente la sua espressione, sentiva la sua rabbia trapelare dal suo sguardo. Iniziò a sentirsi tremendamente in colpa, ma fin quando lui non avesse imparato ad essere meno presuntuoso, anche Sansa non avrebbe dovuto farsi scrupoli.
Si era alzata sulle punte dei piedi per raggiungere il suo volto, e appena finì di parlare, si abbassò per allontanarsi ma venne fermata bruscamente dalla presa di Sandor sul suo braccio, quel vizio non lo perdeva mai. Questa volta era talmente forte da farle male, non lo aveva mai visto così furioso.
«Non sei più ad Approdo Del Re! Se informassi mio fratello di un atto simile ti rinchiuderebbe nelle segrete!»
Gradualmente la sua presa divenne sempre più debole, fino a farle scivolare via il braccio, prendendola alla sprovvista.
«Ma forse è proprio quello che vuoi, non è vero?»
Gli occhi di Sansa erano diventati lucidi, stava trattenendo le lacrime mentre gli urlava contro le ennesime parole non voleva dirgli.
«Ero soltanto un tuo ostaggio, giusto? Ti servivano soltanto dei soldi per lasciare il servizio dai Lannister! E allora vattene, prendi il tuo stupido cavallo e va via di qui!»
Sandor invece, non riusciva a trapelare nessuna emozione, le sembrava totalmente indifferente a ciò che aveva detto.
«Non mi hai sentito!?Vattene!»
Adesso si sentiva talmente umiliata da desiderare davvero che andasse via. Piangeva, disperandosi, e continuando ad urlare.
Invece, l'unico suono che uscì dalle labbra di Sandor fu un sussurro talmente sottile da sentirsi a malapena, se non fosse stato per la voce greve che gli apparteneva, Sansa non sarebbe stata in grado di ascoltare le parole che aveva da dire. 
«Tu riusciresti ad andare via dall'unica persona che tu abbia mai amato
"Mai.. non ci riuscirei mai.."






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Sì, insomma ragazze, chi non vorrebbe avere un Sandor geloso tutto per sé?
Sta di fatto che, sto iniziando a pensare ad una fine per questa storia. Non è certo ma probabilmente il prossimo capitolo potrebbe essere anche l'ultimo, magari un riferimento alle nozze rosse, anche se una parte di me vorrebbe continuare all'infinito. Ma non vorrei rendere la storia troppo ripetitiva e noiosa, per cui, non so, datemi un parere! Magari scriverò ancora altri capitoli, devo pensarci bene perché non voglio dare soltanto l'idea di "allungare il brodo", anche se di idee ce ne sono, come ho già detto, non vorrei renderla troppo lunga e noiosa. Sarà che io sono molto sintetica. ç_ç
Escludendo ciò, spero  davvero che questo capitolo vi piaccia. A me non soddisfa pienamente, come tutti del resto (soprattutto i primi capitoli).
Sarei felicissima come sempre di leggere delle vostre opinioni a riguardo, fatemi sapere se vi è piaciuto e se avete consigli non esitate.
Alla prossima!
   
 
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