03/09/2015
1 recensioniLe urla degli abitanti riecheggiavano nella grande piazza della città principale. Una catasta di legna era stata messa al centro e su di essa vi giaceva una bandiera, su cui erano poggiati i piedi del prussiano. Stavolta l’avevano legato in modo da non potersi muovere. Avevano strappato un pezzo della sua bandiera per imbavagliarlo. Una torcia fu buttata ai piedi del rogo e pian piano cominciò a bruciare altra legna.
Viveva nel terrore. Gli avevano fatto calpestare la sua stessa bandiera –che disonore-, l’avevano strappata –che vergogna-, l’avevano incenerita –quale tortura-. Delle lacrime scivolarono dai suoi occhi rosso carminio, rendendo sfocata la vista delle persone che lo guardavano con disprezzo. Che gioia mai proveranno nel bruciare un bambino?
Tuttavia, lui amava vivere.
Quando videro che non moriva col fuoco, lo gettarono in acqua con dei macigni ai polsi ed alle caviglie.
Quando videro che non moriva con l’acqua, lo pugnalarono.
Quando videro che non moriva dissanguato, gli tagliarono la gola.
Una Nazione non può morire, ma può scomparire.
Caro diario,
gli abitanti provano ogni giorno ad uccidermi, ma io non posso morire. Cosa dovrei fare? Solo le altre Nazioni mi accettano per ciò che sono, ma continuano comunque a combattere contro di me.
Perché Dio mi ha maledetto? Mi sento ogni giorno più debole, e credo di star cominciando a scomparire. C’è molto che ancora non ho fatto. E’ così ingiusto!
Non sono un demonio, sono solo ancora un bambino. Voglio giocare con tutti esattamente come fanno gli altri bambini. Quando cammino per le strade della città corrono in casa e, poco dopo, arriva una folla con torce e forconi.
Fa così male. I miei capelli sono più corti e mi fa male il corpo. La mia bandiera è rovinata: strappata, in alcuni punti bruciata e bucata.
Merito veramente di morire?
Königreich Preußen.
*Gott mit uns: motto prussiano, "Dio è con noi."