Anime & Manga > Pretty Cure
Segui la storia  |      
Autore: WhiteMistake    03/09/2015    3 recensioni
ATTENZIONE: POSSONO ESSERCI CONTENUTI FORTI.
Il regno di Vaaran è da tempo sotto il gioco tirannico del monarca Alexander Bedhen IV.
Sotto il nome di una giustizia falsata vengono commessi crimini indicibili contro chiunque si opponga al suo regno, siano essi umani o non.
Gli unici che hanno avuto il coraggio di opporsi sono stati i ribelli appartenenti al gruppo dei Falchi Viola, capitanati dal carismatico Joel Barton.
Essi combattono per la libertà, cercando di spodestare il Tiranno.
I Falchi Viola si sono trovati a lottare per riportare l'equilibrio nel regno, in modo da poter scrivere un futuro diverso.
Tuttavia queste premesse verranno completamente stravolte quando una misteriosa ragazza si unirà ai Falchi, informandoli di qualcosa più grande di tutti loro.
Di qualcosa che potrebbe cambiare le sorti non solo del regno ma del mondo intero.
STORIA A STAMPO FANTASY.
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Miki Aono/Cure Berry, Nuovo personaggio, Setsuna Higashi/Cure Passion/Eas
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
The Purple Hawk
 
Prologo:
 
La sua vita era ormai sul punto di finire, Zen poteva percepirlo nell’aria.
Non che ci volesse poi molto a capirlo, a dir la verità, il cappio che aveva legato attorno al collo lasciava trasparire pochi dubbi.
“… E quindi, in virtù del potere conferitomi da sua maestà, Alexander Bedhen IV, ed in qualità di giudice supremo, sommo delegato della divina Giustizia, proclamo la condanna a morte dell’elfo Zen Cyprus, il qui presente sopra il patibolo.” Il giudice fece una pausa, srotolò una pergamena ed iniziò a leggere “Egli è condannato per omicidio ai danni di un pubblico ufficiale, tentato omicidio di un aristocratico, diffamazione nei confronti del sovrano, sabotaggio, frode, bracconaggio, estorsione, rapina…” Il sommo delegato fece nuovamente una pausa riprendendo fiato “… Ed è inoltre condannato per atti di terrorismo nei confronti del monarcato di Vaaran. Sono pochi, infatti, coloro che non sanno della tua attiva partecipazione all’interno dei Falchi Viola, lo spregiudicato gruppo di ribelli che da diverso tempo, sotto la guida del diabolico Joel Barton, sta cercando di compiere un colpo di stato, in modo da accaparrarsi il potere.”
“Col cazzo!” Esclamò Zen, rosso in volto per la rabbia “Noi Falchi non vogliamo il potere! Il nostro obiettivo primario è quello di combattere per la libertà, morire per lei, se necessario, in modo da poter avere un futuro! Un futuro che, di questi tempi, si preannuncia grigio a causa della guida del vostro fottutissimo Tiranno!”
Il giudice sbiancò in volto “Hai osato dare del tiranno a sua maestà, elfo? Eri già stato condannato a morte certa! Questo intervento non migliorerà di certo la tua posizione!”
Zen Cyprus sputò sulla folla sottostante, intenta nell’aspettare che l’esecuzione avesse luogo “Me ne fotto della morte, e soprattutto me ne fotto di quell’usurpatore di Alexander Bedhen! Noi elfi avevamo una vita tutto sommato tranquilla prima che quel sadico prendesse il potere con la forza! Nessuna persona del basso ceto, senza distinzione di razze, ha avuto vita facile per via delle sue follie!”
“Ne ho abbastanza dei tuoi deliri!” Disse iracondo il giudice, poi fece un cenno al boia “Tu, svelto, aziona la leva. Facciamola finita con questo orecchie a punta, lasciamo che siano i corvi ad occuparsi di lui!”
Il boia, un omaccione pelato e grosso quanto una montagna, si tirò su lentamente dallo sgabello su cui era seduto e si avvicinò alla leva.
“Hai qualcosa da dire, elfo?” Grugnì il boia.
Zen sputò, nuovamente “Fanculo.”
Il pelato lo fissò in cagnesco per qualche secondo, poi scrollò le spalle ed azionò con violenza la leva.
La botola sotto ai piedi di Zen si aprì e l’elfo finì a penzoloni, le mani legate dietro la schiena.
La morte gli sopraggiunse in poco tempo.
 
“Come ti è sembrata l’esecuzione?” Chiese amabilmente il giudice.
“Uno schifo, come al solito del resto.” Rispose la ragazza continuando a camminare, il sommo difensore della Giustizia di fianco a lei.
“Perché dite così capitano? Quell’elfo era un ribelle, e come tale meritava di morire!”
“Sarà… Ad ogni modo su una cosa aveva ragione, i metodi di giustizia del re sono diventati, negli ultimi tempi, molto più bruschi rispetto al passato… Ho visto umani, condannati di presunto tradimento, venire squartati, ed i loro resti dati in pasto ai cani. Ho visto elfi e nani, talvolta pure tritonidi, venire appesi ovunque ci fosse un albero sufficientemente robusto, così, senza nessun motivo. Solo perché non erano umani.” La ragazza si fermò e girò lo sguardo verso il giudice “Ho visto una giovane fanciulla che faceva l’erborista essere additata come strega, picchiata, torturata ed infine arsa viva sul rogo! Questa non è giustizia! Questa è solamente una carneficina insensata!”
“La maggior parte dei giustiziati erano traditori del regno, quindi capitano, non faccia la moralista… E non inizi con le accuse di razzismo. Sono molti i non umani che decidono di entrare nelle file dei Falchi Viola, questo è un dato di fatto, ma sono molti anche gli umani che decidono volontariamente di unirsi ad essi. Non importa la razza, sono comunque tutti traditori e nemici del regno. E, come ben saprà, la politica del re è stata chiara riguardo ai ribelli: devono essere estirpati. Ah, e la testa di Joel Barton essere esposta su una picca lungo i merli del castello reale, ma questo è un altro discorso… Riguardo alla strega invece…”
La giovane lo interruppe “Non era una strega signor giudice. Era un’erborista. Aveva il compito di curare gli abitanti dai loro malanni, non di praticare sabba, accoppiarsi con i demoni e stronzate varie.”
“Ad ogni modo…” Riprese con tono stizzito il giudice “La politica del nostro sovrano è stata chiara anche su questo argomento: chiunque pratichi arti occulte, quali magia, erboristeria, divinazione, cartomanzia...” Si leccò le labbra, ormai secche “Deve essere bruciato vivo sul rogo. Fine, non c’è molto da discutere… Capitano Miki.”
Miki lo guardò disgustata, provava una sorta di repulsione nei confronti del giudice.
Non le era mai piaciuto, lo considerava una persona viscida, superba, che provava gioia nel vedere persone, soprattutto non umane, massacrate. Era un parassita del regno, un macellaio travestito da funzionario pubblico.
Uno stronzo, insomma.
“Non condivido il suo pensiero signor giudice, e neppure quello del re. Ma d’altronde ubbidire agli ordini è il mio compito.” La ragazza voltò lo sguardo focalizzandosi sull’orologio del campanile, il quale, imponente, si trovava poco distante da loro, attaccato al palazzo di giustizia. Le lancette dell'orologio segnavano le sei e mezza di sera.
“In ogni caso, se mi è permesso, gradirei congedarmi, il mio turno di pattuglia è finito.”
Il giudice annuì, fece quello che parve essere un sorriso, la ragazza non era sicura di cosa fosse con precisione, e proseguì per la sua strada.
“Maledetto bastardo…” Disse sottovoce Miki.
 
“Joel… Ehi, Joel, stai dormendo?”
Joel Barton fu svegliato da una voce cavernosa.
“No, ora non più.” Disse, ancora stravaccato sul suo giaciglio, la testa immersa in un cuscino, le palpebre ancora chiuse.
“Devo parlarti… Qualche minuto fa è arrivata una notizia…”
“… Muoviti a dirmela allora!” Esclamò Joel facendo un gesto secco con la mano.
“Forse dovresti alzarti, è una cosa seria… Dobbiamo parlarne a quattr’occhi.” Rispose Reden grattandosi nervosamente la barba.
Joel sbadigliò, si stiracchiò per bene e, finalmente, decise di alzarsi.
Indossava solo un paio di mutande; il petto virile era coperto di cicatrici, ematomi e altre ferite da guerra.
Il capo dei Falchi Viola si diresse verso il tavolo, si sedette e riempì una tazza con del sidro.
“Vuoi qualcosa da bere?” Domandò Joel, afferrando la tazza di latta.
“Hai un goccio d’idromele decente? Quello della mensa del campo sa di piscio di cavallo.”
Joel bevve un lungo sorso di sidro, poi appoggiò la tazza, prese senza guardare una bottiglia da sotto il tavolo e la lanciò al suo interlocutore.
“Anche questo sa di piscio. Guarda che le bottiglie che sono nella mia tenda sono le stesse che avete in mensa. Non ho mica privilegi, eh.”
“… Immagino che dovrò accontentarmi allora.” Constatò Reden stappando l’idromele ed attaccandosi, bevendo rumorosamente.
Joel Barton si mise quindi ad osservare Reden Manhart, il primo nano ad essere entrato nei Falchi Viola, era da molto che non lo scrutava dettagliatamente in volto: era solito portare capelli corti, al contrario della barba, lunga, folta e scura; aveva sopracciglia spugnose che facevano risaltare ancora di più le pupille chiare; sul naso, leggermente aquilino, scorreva orizzontalmente una piccola cicatrice, un’altra era invece situata lungo il sopracciglio destro, lasciando di fatto uno spazio dove il pelo spugnoso non cresceva.
“Dunque…” Cominciò il nano pulendosi la bocca con la manica della tunica di cuoio “… Purtroppo Zen… Purtroppo Zen è stato giustiziato.” Concluse infine abbassando il capo e scuotendolo leggermente.
Joel stette zitto un attimo, intento nel fissare il vuoto.
“Verrà vendicato.” Disse infine, rompendo il silenzio “Di questo puoi starne certo.”
“Lo sono infatti, Joel. Il problema però è un altro, ormai i soldati reali si sono fatti furbi, è difficile compiere incursioni contro le carovane del Tiranno, sanno come ci muoviamo, hanno informazioni sulle armi che abbiamo... Sembra addirittura che conoscano le nostre imboscate meglio delle mutande delle loro mogli! Ogni volta qualcuno muore oppure viene catturato e poi giustiziato. Non si può andare avanti così…”
“Lo so Reden. Lo so…” Rispose Joel, ancora intento nel guardare il nulla, bevve un altro sorso di sidro ed infine si girò verso il nano “… C’è altro?”
Reden stette un momento in silenzio, intento a pensare, poi, di punto in bianco, schioccò le dita della mano sinistra. “A dir la verità sì. Qualche ora fa, mentre dormivi, è giunta al campo una ragazza. Inizialmente le abbiamo puntato contro le balestre e gli archi, non sapendo come avesse fatto a trovarci, e le abbiamo chiesto chi fosse e perché fosse venuta da noi. Ha risposto dicendo che era una maga e che stava cercando te.” Il nano bevve un altro goccio di idromele e poi sputò “Che piscio schifoso… Ad ogni modo le abbiamo chiesto come si chiamasse.”
“E lei?” Domandò Joel guardando negli occhi il suo interlocutore.
“Ha detto di chiamarsi Setsuna.”


Note di White:
Ebbene sì, White is back con una nuova storia!
Innanzitutto premetto col dire che mi scuso per il ( solito ) ritardo con "Nebulosa di Cristallo", sono giunto ad un punto parecchio complicato e mi sono bloccato, ma rimedierò, non temete... in ogni caso don't worry, ecco qui un nuovo esperimento, il quale probabilmente, a mio parere, risulterà essere una mezza schifezza ma vabbè... era da tanto che volevo provare una storia di stampo fantasy, essendo amante del genere, e allora mi son detto: "Perchè non inserirci le Fresh?"
Comunque era dai tempi della, purtroppo, incompiuta "Dead Memories" che volevo scrivere qualcosa incentrato su di loro... in particolare su Miki e Setsuna, e finalmente sono riuscito a buttare giù qualcosa!
Dunque... la storia può avere contenuti forti, mi piacciono i fantasy crudi, ma non voglio neppure esagerare... ad ogni modo ho messo tutti gli avvertimenti nell'introduzione! ( Probabile anche qualche OOC ).

Che dire? Prologo con tre diversi punti di vista: vediamo la morte di un ribelle, siamo partecipi delle sensazioni della nostra Miki ( che riveste il ruolo di capitano delle guardie reali ) ed infine osserviamo il capo dei Falchi Viola ricevere una visita inaspettata... che ruolo avrà Setsuna?
Vedremo, vedremo...
Questo è quanto! Ringrazio in anticipo chiunque leggerà, commenterà, eccetera, eccetera, e niente... spero che vi sia piaciuta questa pazza idea!
Alla prossima dunque!
White

 
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Pretty Cure / Vai alla pagina dell'autore: WhiteMistake