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Autore: Kooskia    04/09/2015    0 recensioni
Una fanfiction ambientata nel mondo di Temeraire, saga letteraria di Naomi Novik. Un mondo dove l'uomo ha sempre coesistito coi draghi. Temeraire è ambientato durante le Guerre Napoleoniche, Vindex invece è ambientato durante e dopo la Spedizione dei Mille in Italia.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 17  -  Con un tow, row, row.

Il peso massimo che volava sotto Vindex era di una razza strana e curiosa alla vista.
Antica di molti secoli, essa era stata ideata con un chiaro intento di curare l'apparenza estetica: le scaglie erano candide, di un bianco perlaceo, venate di striature color oro.
La magnifica creatura esibiva sulla sua stessa pelle i colori bianco e oro dello Stato Pontificio per il quale serviva.
Vindex ruggì contro tale bellissimo nemico e scese di quota: raffiche di fucileria dal suo dorso falciarono i mercenari zuavi dalle uniformi sgargianti che affollavano la schiena e le reti ventrali del drago pontificio.
Molti di essi caddero, rimanendo appesi alle corde di sicurezza alla bardatura principale, in quello stesso momento anche Vindex calò su di essi.
Diede una rapida artigliata sui sopravvissuti, quindi chiuse le mascelle sul collo del drago rivale.
La grande bestia era leggermente più pesante di Vindex, ma era una razza selezionata per le cerimonie e le parate anziché per la guerra e benché dimenasse le ali cercando di allontanare il drago garibaldino, nulla poté fare per liberarsi da tale presa.
Vindex serrò le mascelle, assaporando il sangue del nemico e avvertendo la forza di quest'ultimo affievolirsi di botto quando gli torse il collo.
Il vincitore lasciò la presa e il grande drago bianco e oro precipitò rapidamente al suolo, con il suo carico di zuavi morti o urlanti.
-Ben fatto!- gridò la voce amplificata da megafono del suo capitano e Vindex si crogiolò brevemente nel macabro successo appena conseguito.
Libertaria e Puck lo raggiunsero, chiudendogli i fianchi, ma non sembrava esserci più tale bisogno.
Uno dei due pesi medi pontefici era stato ferito e il compagno si stava ritirando, dopo aver visto cadere il peso massimo, seguito a ruota da tre draghetti più piccoli.
In terra, come in cielo, la battaglia sembrava svolgersi in maniera simile e per un'istante Vindex si chiese se la strada per Roma fosse davvero aperta... se fosse davvero finita.
L'eco di un ruggito in avvicinamento sembrò spazzare via tali speranze.
-Come temevamo... - disse la voce di Libertaria, e Vindex non represse un proprio ruggito di rabbia e frustrazione.
La formazione de l'Armé de l'Air volava decisa verso di loro.
-S..sono più di noi! - disse Puck, con un gemito nella voce.
Ed era così: due pesi massimi, cinque pesi medi e una dozzina di draghi più piccoli.
La voce di Pietro giunse rapida alle orecchie del grande drago.
-Ci segnalano di tornare a terra! Torniamo indietro Vindex! -
Per un breve istante, il grande drago fu tentato dal disobbedire... quasi poteva sentire la voce di scherno del suo defunto cugino.
-Avevamo vinto! - pensò il grande drago.
Pochi minuti dopo, raggiunsero in fretta e furia il cuore di un accampamento fortificato, verso cui confluivano feriti e garibaldini in ritirata.
Nel volare fin lì Vindex osservò con un frustrante senso di impotenza diversi battaglioni di divise blu francesi spezzare i ranghi dei garibaldini: ricacciandoli lentamente indietro.
Vindex atterrò in un grande spiazzo centrale, dopo aver sorvolato una palizzata irta di uomini con baionette innestate e alcuni cannoncini anti-drago puntati verso il cielo.
La formazione francese ci avrebbe pensato due volte prima di tentare di assalirli in quel punto, ma era chiaro che non potevano stare lì in eterno.
L'equipaggio di Vindex scese a terra e, mentre alcuni feriti venivano portati via, Pietro andò a raggiugere altri ufficiali per fare il punto della situazione.
-Sapevamo che poteva succedere... che la Francia di Napoleone III scendesse in campo a difendere il Papato. - disse la sconsolata voce di Libertaria.
-Che ne sarà di noi adesso? - chiese Puck con tono preoccupato.
-Abbiamo ucciso un drago delle Forze Aeree e i suoi ufficiali... non... non credo che ci verrà data una seconda possibilità questa volta. - 
Vindex ruggì: rabbia e frustrazione sprizzavano da ogni squama del suo corpo.
-Forse… potremmo andarcene. - disse Libertaria, rispondendo all’inquieto sguardo di Puck.
-Potremmo andare in Africa e dichiarare lealtà al Regno di Tswana oppure cercare una nuova casa altrove, in terre ancora più lontane. -
Il possente peso massimo si lasciò cadere a terra, avvertendo con un barlume di coscienza come il suo capitano era tornato da lui.
Pietro non disse nulla, si limitò a controllare una ferita sulla zampa anteriore destra di Vindex, quindi prese una bandiera abbandonata in un angolo e la usò per tamponare l’uscita del sangue.

Fu in quel momento che udirono il suono dei flauti.
La nebbia era calata sul campo di battaglia, sia quella naturale sia quella prodotta dall’addensarsi del fumo e della polvere da sparo: i Garibaldini a difesa della palizzata avevano una visuale di appena un centinaio di metri oltre lo spiazzo d’erba che circondava la collina e lo stesso Vindex riusciva a vedere poco oltre.
Il drago alzò il muso, concentrando lo sguardo e scorgendo una colonna di figure marciare nella nebbia.

Presto al suono dei flauti si aggiunse il riecheggiare dei tamburi e il coro delle voci.
Intonavano un canto che era risuonato nei campi di battaglia di tutto il mondo: un canto che Vindex stesso aveva udito in Crimea anni or sono.


    Some talk of Alexander, and some of Hercules
    Of Hector and Lysander, and such great names as these.
    But of all the world's great heroes, there's none that can compare.
    With a tow, row, row, row, row, row, to the British Grenadiers.



Il grande drago si alzò e sporse il collo oltre la palizzata per vedere meglio.
Le uniformi rosse dei soldati in marcia erano così diverse da quelle dei Garibaldini.
-Ma come? Come è possibile? - chiese la voce di Libertaria dietro di lui.
Dalla colonna in avvicinamento si staccò una figura a cavallo, che cavalcò dritta verso la palizzata sventolando il cappello a mo’ di saluto. Vindex riconobbe all’istante l’ufficiale della Royal Navy che avevano incontrato durante lo sbarco in Sicilia.
-My friends…-  disse quest’ultimo, una volta che si fu avvicinato a sufficienza alla palizzata.
-Sembra che siamo arrivati right in time! - il suo sorriso, benché strano come tutti i sorrisi umani, fu una delle cose che Vindex non si sarebbe mai scordato di quel giorno fatidico.
Un altro uomo a cavallo si accostò a Vindex, dal lato interno della barricata: il volto di Garibaldi esprimeva solo determinazione e ritrovata speranza in aggiunta a qualcosa di nuovo.
-Dammi quella bandiera, Capitano. - disse a Pietro.
II ragazzo porse a Garibaldi il tricolore, ma il vessillo era stato completamente arrossato dal sangue del drago.
-Il destino sembra aver voluto giocarci uno scherzo, ma forse tale scherzo non è altro che la realizzazione delle nostre speranze. - disse il condottiero ad alta voce, per tutti i presenti.
-Traditi da un Re al quale avevamo prestato giuramento, soccorsi da alleati inaspettati: oggi vi chiedo di seguirmi un’ultima volta. Ma non sarà più il tricolore dei Savoia a condurci verso Roma. -
Egli levò il braccio, mostrando a tutti la bandiera color rosso sangue.
-Oggi combatteremo per qualcosa di diverso, per liberarci da un giogo secolare di oscurantismo e barbarie. Ricordate i nostri fratelli caduti della Repubblica Romana, ricordate i combattenti che hanno dato la vita per abbattere i Borbone. Sotto questa nuova bandiera rossa, tinta dal sangue di un drago, io vi chiedo di seguirmi nel lottare per realizzare qualcosa di nuovo! Avrebbe potuto essere Parigi tra una manciata di anni, ma il destino ha voluto che fosse qui ed oggi. Domani sorgerà un nuovo giorno per tutti noi: Roma sarà una Comune e quanti hanno combattuto qui vedranno un nuovo mondo in cui non vi sarà differenza tra uomo e uomo…- i suoi occhi incrociarono quelli di Vindex.
- … né tra uomo e drago!-
Vindex sentì Libertaria trattenere il respiro: ciò che la dragonessa (e che in cuor suo anche Vindex) aveva sperato poteva essere realizzato. Una società nuova, dove non vi sarebbe stata differenza alcuna tra cittadini e compagni.
 -Avanti adesso! A conquistare la nostra libertà! - spronò Garibaldi, prima di dare di speroni al cavallo e dirigere verso l’ingresso della palizzata: una folta schiera di combattenti lo seguì, inneggiando alla futura Comune di Roma che sorgerà l’indomani.
Vindex avvertì il suo corpo come scosso da vibranti fremiti: improvvisamente si era sentito riscuotere e riscaldare, con un nuovo fuoco a dargli energia. Riuscì a pazientare solo con difficoltà, nell’attendere che Pietro e il suo equipaggio si inerpicassero sul suo dorso.
-Ma… come hai potuto fare tutto questo? Come hai fatto a convincere i tuoi ad aiutarci? - la domanda di Puck giunse inaspettata, rivolta all’ufficiale britannico.
Quest’ultimo trattenne una risata.
-Oh my little friend. Sometimes you draghi siete molto… come dite voi? A bit impulsive, let’s say.-
E mentre l’inglese pronunciò quelle parole, Vindex avvertì dei ruggiti all’orizzonte.
Chi li emetteva volava alto in cielo, all’inizio poco più che dei puntini in avvicinamento, ma divennero via via sempre più visibili.
Libertaria si accostò a Vindex.
-Sono… credi che siano loro? - chiese quest’ultima, non trattenendo l’emozione nella voce.
Il grande peso massimo color della notte che guidava la formazione emise un ruggito possente, qualcosa di inusuale e con un timbro di voce che Vindex non aveva mai sentito prima.
-Andiamo… - disse quest’ultimo.
Il peso massimo si levò in volo, seguito dai suoi compagni, ruggendo un benvenuto alla formazione di Temeraire e dei suoi compagni.

Sotto di loro, le formazioni di Inglesi e Garibaldini che marciavano insieme si aprirono un varco tra le linee dei Francesi e degli Zuavi. Il suono dei flauti e degli uomini che marciavano rimase per sempre scolpito nei ricordi dei presenti.


Then let us fill a bumper, and drink a health to those
Who carry caps and pouches, and wear the loupèd clothes.
May they and their commanders live happy all their years.
With a tow, row, row, row, row, row, for the British Grenadiers."


 


FINE



NOTE: Ed eccoci al gran finale! Scriverò una sorta di capitolo postfazione comunque, per spiegare alcune mie scelte e decisioni o opzioni che alla fine ho scartato riguardo la trama e i personaggi.
 
Ecco comunque un link per chi fosse interessato alla famosissima nonché iconica marcia dei granatieri inglesi, spesso sentita in moltissimi film dove le giubbe rosse marciano contro il nemico:
https://www.youtube.com/watch?v=OIVSpY8xY9I

 
  
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