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Autore: Flarin    04/09/2015    0 recensioni
[Zero Escape]
[Contesto: 9 Hours 9 Persons 9 Doors] [Snake/Clover centric] [SPOILER! Consigliamo la lettura a chi ha finito completamente il gioco.]
Fanfiction in cui approfondiremo il rapporto e i pensieri della coppia di fratelli nei diversi ending del gioco e non solo. Buona lettura!
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments, Otherverse, Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Violenza
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Endings and Beginnings

1. Axe ending

L’odore di sangue aveva pervaso l’aria, rendendola quasi irrespirabile. Era un odore nauseabondo, ed era riuscito ad espandersi in modo incredibilmente veloce.
Nonostante questo, a Clover quell’odore non pareva per niente un problema. Era riuscita ad abituarcisi velocemente.
L’ascia che portava in mano, le sue stessi mani, anche alcuni schizzi sul suo volto… era tutto ricoperto di sangue.
L’ascia era più pesante di quando potesse sembrare, e la ragazza la trascinava facendole toccare terra, e formando, irrimediabilmente, una lunga scia di sangue.
Cosa ne era stato dell’energica, solare, ma anche triste Clover di qualche ora prima?
Anche in quelle circostanze, anche con quel massacro, era impossibile creder che fosse sparita per sempre.
Anche con quel sorriso inquietante sul volto, anche con quegli occhi vuoti e morti, il cuore di Clover era pesante.
Urlava vendetta, urlava tutta la sua rabbia, ma urlava anche di far smettere tutto ciò…
e di riavere Snake indietro.
A quel pensiero, sentì una stretta al cuore forte e soffocante.
Snake. Snake.
Tutti dovevano pagare. Tutti. Era colpa loro se Snake era morto. E loro… loro non ci avevano dato neanche troppo peso!
Non lo sapevano, non potevano sapere che persona meravigliosa fosse suo fratello…
E non sapevano… non sapevano neanche quanto si meritasse di uscire da quel sadico gioco vivo.
Molto più di quanto se lo meritassero loro!
Una lacrima fugace percorse il volto di Clover, ma la sua espressione non mutò.
Doveva farlo. Per suo fratello.
Si era diretta nella direzione indicata da Junpei prima che morisse – prima che lei lo uccidesse – e non trovò altro che il corpo insanguinato di Lotus poggiato contro al muro.
Spalancò gli occhi.
Lentamente, inesorabilmente, capì.
Ma quando sentì il fiato di Ace sul collo, era troppo tardi.
Sentì la lama fredda del coltello trafiggerla dietro le spalle, e il sangue velocemente risalire su per l’esofago, e poi fuori dalle labbra.
La sua vista si appannò, e gli occhi si chiusero.
Sentì il battito del suo cuore rallentare, e riempirle le orecchie, insieme alla risata roca di un uomo sulla cinquantina.
Non avrebbe mai potuto immaginare che Ace stesse programmando una cosa del genere...
Stava morendo, ma non riusciva a pensare a quello che stava succedendo.
Rivide le candide mani diafane di Snake che la accoglievano tra le sue braccia, nove anni prima.
Rivide il suo sorriso accogliente e sereno passarle davanti agli occhi come il resto dei suoi ricordi con lui.
Le parve di sentire la mano del maggiore posarsi sulla sua mentre chiudeva gli occhi.
Un innaturale, sorriso tranquillo le sbocciò tra le labbra mentre esalava i suoi ultimi respiri.

No. Andava… andava bene così.
Non aveva mai voluto davvero vivere dopo la morte del fratello, in fondo.
Nessuno avrebbe mai meritato di vivere più di lui. Nemmeno lei.
La sua vita stessa, non la doveva ad altri che al maggiore.
Riunirsi nell’aldilà con Snake… non poteva chiedere di meglio.

A… aspettami… Snake…




Quanto tempo era passato da quando si era risvegliato in quel sarcofago? Snake non ne aveva la minima idea.

L'unica spiegazione possibile su come fosse finito in quella situazione era piuttosto ovvia: era diventato una parte dell'ennesimo puzzle di Zero, letteralmente.
Dopo diversi tentativi  in cui cercò di uscire dalla sua “prigione”, futili sin dall'inizio, Snake aveva capito che c'era solo un modo per uscire da lì:

Grazie all'intervento dei suoi compagni, sperando che l'enigma per aprire la cassa non fosse troppo difficile.

Altrimenti, possibilità a cui non voleva pensare, sarebbe probabilmente morto una volta che le scorte di ossigeno a sua disposizione si sarebbero esaurite, lasciandolo per sempre all'interno di quella nave maledetta mentre questa affonda sempre di più nell'oceano.
Non era la morte a spaventarlo, in fondo aveva passato gran parte della sua vita immerso nell'oscurità, ma c'era qualcosa, anzi, qualcuno che non poteva assolutamente rischiare di abbandonare: la sua sorellina, Clover.
Nel lasso di tempo in cui aveva ripreso i sensi, non sapeva quante volte aveva pensato a sua sorella, sperando con tutto il cuore che stesse bene e che non le fosse accaduto nulla di male. Sperava, seppur consapevole di sbagliarsi, che la sua improvvisa sparizione non l'avesse scossa troppo, che nonostante la paura fosse in grado di continuare ad aiutare il resto del gruppo.
Se significava salvare la vita di sua sorella minore, allora Snake non aveva rimorsi nell'essere stato “lasciato indietro”.
Non era colpa di nessuno se per qualche assurdo motivo era stato scelto come pezzo di quel gioco malato.

Chissà, magari Zero aveva fatto credere a tutti che era lui  l'artefice di tutto attraverso qualche trucco, o peggio, che fosse morto.
Mentre rimaneva in silenzio, il suono del suo respiro unico rumore udibile, la voce di Clover gli risuonò in mente: sua sorella era sempre stata una ragazza energica, premurosa e sagace.
In sua assenza, le cose saranno sicuramente difficili per lei inizialmente, ma c'era una cosa che gli scaldava il cuore: ora era consapevole che Clover aveva nuovi amici, persone con cui aveva stretto un forte legame a causa dell'esperienza traumatica all'interno della nave, compagni che l'avrebbero confortata e sostenuta nei momenti di bisogno.
Snake sperò che il futuro di sua sorella fosse splendente, come il significato del suo soprannome: una vita piena di speranza, augurandosi che questa non svanisca mai, piena di amore e fede verso le persone care e infine colma di tanta, tanta fortuna.
Una vita totalmente diversa da quella che aveva vissuto finora, infanzia segnata irrimediabilmente dal gioco malato di qualche individuo e anche da lui, in un certo senso.

Dopo l'incidente che gli aveva portato via la vista, Snake sapeva quanto Clover fosse triste nonostante il suo modo di fare sempre allegro e solare.
La sua sorellina era la cosa più bella che gli fosse mai capitata nella vita, l'unica cosa che rimpiange alla sua cecità: il suo viso sorridente, le lentiggini appena accennate, gli ammalianti occhi smeraldo e i suoi stupendi capelli rosei.
Chiuse gli occhi, un sorriso sulle labbra, in attesa che il fato decidesse la sua sorte.





Note autrici: Salve a tutti e grazie per aver letto il primo capitolo della nostra prima fanfiction a quattro mani!
Qui è Saw (Flame Ettard)!
Io ho scritto la parte di Clover, mentre Macchi ha scritto quella di Snake, in questo capitolo.
Ci tenevamo particolarmente a pubblicarla oggi visto che siamo nella 999 Week, ed oggi è il Clover Day! E beh, l’Axe è piuttosto incentrato su di lei, no?
Vorrei fare delle precisazione sulla parte che ho scritto.
Molti di voi mi diranno “Che ne sai se Ace ha ucciso Clover?” E beh--- molta gente dice “Ci pensi che dopo l’Axe Clover non è riuscita ad aprire la porta Q ed è stata bruciata?”
In realtà è poco probabile che ce l’abbia fatta fin lì---
Alla fine dell’Axe Ace porta Lotus in disparte, no? E dal Knife sappiamo benissimo che voleva farne….
Quindi probabilmente quando Clover ha finito con Junpei, Ace avrà sicuramente già ucciso Lotus, e dal Safe sappiamo bene che non avrebbe esitato ad ucciderla.
Quindi ho sempre creduto fosse MOLTO più probabile questa fine per lei ;w;
Detto questo, spero vi sia piaciuta! Non scordatevi di recensire!
Ci vediamo presto (?) con il Safe Ending!
Ciao!

-Saw

   
 
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