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Autore: Threeara_Alex    04/09/2015    1 recensioni
"Questa storia è puramente inventata.
Escluso il pezzo apocalittico.
Quello è un fatto realmente successo."
Crossover All Time Low x Pierce The Veil nonsense e demenziale. Spero che vi divertiate tanto quanto noi ci siamo divertite a scriverla. Non risarcisco per danni ai polmoni.
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Altri, Jack Barakat, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia è puramente inventata.

Escluso il pezzo apocalittico.

Quello è un fatto realmente successo.




 
 

Jack stava a casa sua, la casa che condivideva con Alex. Non voleva neanche ammetterlo a se stesso ma si stava stancando della loro relazione monotona e piena di litigi. Alex era troppo appiccicoso, voleva sapere ogni singolo dettaglio di ciò che faceva e non faceva Jack quando non era con lui.

A Jack squillò il telefono.

- Ehilà Jackie vuoi venire a cena da me? Così stacchi un po’ da Alex.

- Grazie May. Mezz’ora e arrivo.- Jack rimase un attimo in silenzio riflettendo.

- Si vede così tanto che non lo sopporto più?

- Abbastanza.- Rise la sorella. – Dai quando vieni ne parliamo bene. A dopo.

- A dopo.

Jack si mise una camicia pulita e si sistemò i capelli ovvero se li sparò in aria come capitava.

- Alex io vado a cena da May, ci vediamo quando torno a casa.- Jack si avvicinò ad Alex come per dargli un bacio ma il più grande lo scostò e gli chiese con tono acido.

- A che ora pensi di tornare?

- Verso le undici e mezzo, minuto più minuto meno. Non mi aspettare sveglio.

Alex con uno sguardo freddo gli disse:

- Va bene

Jack andò dalla sorella e mentre cenavano parlarono del comportamento di Alex.

- Jack, forse Alex si comporta così perché è lui che nasconde qualcosa.

- Dici?- Chiede Jack prendendo il bicchiere di vino.

- Probabile... Le mie sono solo supposizioni. Comunque … Cosa mi dici della band? Come va il lavoro sul nuovo album?

- Una merda. - rise con tristezza Jack finendo il suo vino. – In studio c'è un'atmosfera cupa. È pesante lavorare tutti insieme.

Continuarono a parlare del più e del meno. Verso le dieci e quaranta Jack salutò la sorella e tornò a casa. Aveva detto ad Alex che sarebbe tornato alle undici e mezza ma se ne andò da casa di May prima per far contento il suo compagno. Tornando prima avrebbe evitato una scenata di Alex. Aprì la porta con stanchezza. Nell'ingresso gli cadde lo sguardo su un paio di scarpe destre. Erano fin troppo familiari. Si avviò verso il salotto da dove proveniva la luce della TV. Una scena orribile quanto inaspettata gli si parò davanti: il SUO Alex che limonava con Rian. Rimase con la bocca aperta senza sapere bene cosa dire.

- Alex… Cos… Perche?! - Riuscì a dire dopo aver balbettato frasi sconnesse e prive di senso.

- Jack… Ma non dovevi tornare alle undici e mezza?

Jack scosse la testa sconvolto.

- Non puoi liquidarmi così. Ti ho appena sorpreso appiccicato a quel batterista da strapazzo neanche capace di comprarsi un paio di scarpe indossabili! La tua fissazione per me, quando mi controllavi, quando mi chiedevi cosa avessi fatto … Per te la nostra storia è stata solo una finzione? Se amavi Rian invece che me potevi benissimo lasciarmi invece di farmi trovare uno spettacolo cosi patetico davanti.-

Senza neanche dare tempo ai due di replicare Jack si diresse verso la porta, afferrò al volo la sua chitarra, ruppe per sbaglio un vaso – meglio così, Alex lo adorava e avrebbe raccolto i cocci del vaso senza poterli mettere insieme, proprio come la loro relazione (muahahah)– e chiuse con forza la porta alle sue spalle.

Jack andò nel parco e piangendo in silenzio si mise a suonare ‘A Love Like War’. E pensare che quella canzone Alex l’aveva scritta per loro. (*)

Sentì un rumore provenire da un cespuglio, si spaventò e smise di suonare. Jack credeva che fosse un gatto radioattivo venuto dallo spazio per attaccarlo, sbranarlo e porre fine alla sua misera esistenza. Invece dal cespuglio non uscì un gatto radioattivo bensì il messicano più carino, dolce e coccoloso del mondo: Vic Fuentes.

- Heart on fir… Perché hai smesso di suonare?- Chiede Vic

Jack si asciugò le lacrime dalle guance.

- Oh Vic, sei tu. - Jack riprese a suonare.- Vic si sedette accanto a lui e si mise a cantare.

- Jack,cosa ti succede?

- Oh, niente. Ho solo visto Alex baciare Rian le-foreste-si-estingueranno-per-tutte-le-mie-bacchette-rotte-e-non-sono-neanche-capace-di-comprarmi-un-paio-di-scarpe-decenti Dawson.

- Just wait things out. Things won't be bad forever. I promise you. I love you.- Vic cita se stesso togliendo una ciglia dalla guancia di Jack.

- Fuentes ci stai per caso provando con me?

- Forse.- Vic sorrise.

- Guarda che vado subito a dirlo a Jaime.- Disse Jack ridendo.

- Peccato che mi abbia appena lasciato per Tony.- Disse con amarezza Vic.

- Cazzo! Era meglio che stavo zitto.- Sussurrò Jack.

- Non ti preoccupare.- Rispose Vic.

Si sentì un borbottio provenire dalla pancia di Vic che rise imbarazzato.

- Hai fame?

- Si, è da oggi a pranzo che non mangio.- Disse Vic.

- Ti va un buon gelato?

- Come rifiutare!

Andarono a prendere il gelato. Jack rimase in silenzio per un po’.

- Cosa succede Jack? Sei molto silenzioso, tutto okay?- Chiese Vic .

- Stavo riflettendo su dove potevo andare a dormire. Vorrei andare da mia sorella May, ma non voglio che mi veda così.

- Puoi venire da me, se vuoi.- Lo rassicurò Vic.

Jack annui. Dopo una lunga passeggiata arrivarono a casa di Vic.

Entrarono nella casa. Jack rimase sbalordito per la quantità di cappelli che Vic aveva.

-Ti regalano solo cappelli per Natale?- Chiese Jack divertito.

- Non scherzare sui miei cappelli. - Disse Vic con uno sguardo omicida.

- Okay, ci tengo  alla mia vita! - Annui Jack spaventato. Non sapeva quanto i messicani fossero pericolosi e non era sicuro di volerlo sapere.

- Scusa ...- rispose Vic -... ma la maggior parte me li ha regalati Mike e ci tengo molto.

Jack sbadigliò mentre annuiva. Vic guardò il suo orologio e realizzo era quasi l’una di notte.

- Andiamo a dormire, sarai stanco.

Vic fece segno a Jack di seguirlo, ma lui non si mosse dal salotto.

- Ehi Jack, andiamo! - Disse Vic

- Non ti preoccupare Vic dormo sul divano.

- Jack! - Vic si avvicinò a Jack. - Non ti preoccupare, io non sono come Alex. Sei mio ospite voglio che sia a tuo agio

-Vic davv-

Vic prese per il polso Jack e con forza lo trascinò in camera da letto.

- Dormi con me okay? Non voglio sentire storie.

- Okay mamma.- rise Jack.

Si spogliarono, Vic prestò a Jack una vecchia maglia di Mike e si misero sotto le coperte.

- Grazie Vic. Buonanotte.

Jack si addormenta coccolato dalle carezze di Vic tra i capelli.

***

- VICTOR VINCENT FUENTES E’ DA DIECI MINUTI CHE SIAMO QUI FUORI. APRI LA PORTA PRIMA CHE TRE MESSICANI AFFAMATI TE LA BUTTINO GIU’!

- Oh porca miseria è Mike con i ragazzi. Jack vestiti.- Vic si vestì al volo e lanciò al ragazzo steso nel suo letto dei vestiti prima di correre in cucina. Jack si prese il tempo che voleva per lavarsi il viso e sistemarsi i capelli poi andò nel salotto dove trovò i Pierce The Veil al completo che lo fissavano con aria tra il perplesso e il perverso.

- Ciao ragazzi.- Jack li salutò con un gesto della mano imbarazzato.

I Pierce The Veil lo salutarono a loro volta.

- Volete un caffè? - chiese Vic per smorzare la tensione.

I ragazzi annuirono. Quando Vic lasciò il salone Jaime guardò male Jack mentre Mike gli chiese con sguardo malizioso:

- Allora tra te e mio fratello… ?

- Oh no non c’è niente, ho dormito da lui perché ieri sera ho beccato Alex e Rian insieme e me ne sono andato di casa. Tutto qui.- Jack si strinse nelle spalle ritrovandosi a pregare un dio qualunque delle macchinette del caffè affinchè Vic tornasse in fretta.

- Oh, e questo è successo perchè?- chiese Jaime con un tono sfacciato.

Jack abbassò lo sguardo. Quando sentì la voce calda del messicano più grande entrare nelle sue orecchie fu grato a quel dio del caffè inesistente.

Passarono la mattinata tra frecciatine e sguardi di fuoco, per fortuna che i due fratelli Fuentes sapevano abbassare la tensione

 

Uscirono per andare a pranzo. Quando stavano camminando per strada incontrarono, o per meglio dire si scontrarono con gli All Time Low. Ci fu una vampata di calore e una nuvola di fumo li circondò. Appena si ripresero videro davanti a loro un enorme pandoro con tanto di zucchero a velo sopra. Questo si alzò in piedi - si okay è un pandoro con piedi, braccia e faccia, forse anche un cervello ma questo non è certo- e si diresse verso la folla.

- IL PANDORO CI ANNIENTA!

Tutte le persone intorno ai ragazzi cominciarono a scappare dovunque. Le due band rimasero imbambolate davanti a quello strano essere solo per qualche secondo poi Vic urlò:

- Ragazzi, modalità Pierce The Pandoro! Pronti?

I messicani urlarono in segno di assenso, Tony fece un accordo di chitarra - aspettate da dove era spuntata quella chitarra?- e BUM.

- Ma che? Le Tartarughe Ninja?!- Jack era alquanto sconvolto, come il resto degli All Time Low.

Mike prese le bacchette e diede il ritmo.

1...2...3...4… Raggi laser dovunque.

Gli All Time Low cercarono di scappare e nascondersi ma il pandoro afferrò Zack e lo soffocò nello zucchero a velo poi lo gettò nel fiume. Il resto degli All Time Low fissò sconvolto il punto in cui Zack era affogato però il pandoro li costrinse a scappare. I Pierce The Pandoro iniziarono ad attaccare il pandoro con i loro strumenti laser in modo da attirare l’attenzione dell’essere su di loro. Obiettivo riuscito. Il pandoro lasciò perdere gli All Time Low e si concentrò sui messicani. Ci fu una battaglia a colpi di zucchero a velo e plettri esplosivi. I Pierce The Pandoro erano in netto vantaggio quando sentirono un sonoro SPLASH e si voltarono verso la fonte del rumore. Un Zack Merrick piuttosto fradicio e malconcio corse incontro al pandoro enorme e gli tirò addosso una povera e innocente trota.

- Cosa fai tu qui? Non è la tua storia!

Grazie a quella distrazione i Pierce The Pandoro riuscirono a colpire con un potente attacco; Vic cantò accompagnato dalla band l’ultimo verso

- We’d rather die than live in rust on the ground. SHIIT.-

Infine lanciò il microfono contro il pandoro che esplose in una nuvola di zucchero e farina.

Tutti e otto i ragazzi esultarono.

- Siete stati grandi ragazzi!- esclama Jack abbracciando Vic.

Si congratularono un altro po’ quando vennero interrotti da Alex che esclamò:

- Ragazzi noi stavamo andando a pranzo, ora io ho un po’ di fame.

- Potremo farci una trota alla griglia.- esclamò Zack scuotendo il pesce che ha in mano.

Tutti i musicisti annuirono e si diressero verso casa di Alex.

Alla fine ognuno riuscì a trovare la propria fiamma: Jack e Vic, Alex e Rian, Jaime e Tony, Zack e la trota e Mike…? Mike fu l’unico povero ciccino senza nessuno ma Zack fu così gentile da dividere la sua trota con lui.

Fiiine







Note autrici.
(Scritta in collaborazione con mia sorella.)
Okay se siete arrivati qui giù con entrambi i polmoni e una sanità mentale rispettabile vi meritate una medaglia biscotto. *lancia biscotti al cioccolato*
Vi starete chiedendo "Come possono due poracce scrivere robe così dementi ?". Spiegazioni: ascoltando il k-pop su YouTube ci sono comparse le canzoni coreane italianizzate e c'era questo 'Il pandoro ci annienta.' Da lì è nata tutta la storia.
Spero che vi sia piaciuta e vi abbia fatto ridere.
Threeara-Alex

(*) La canzone 'A Love Like War' ho scoperto che Alex l'ha scritta usando un tweet che Jack gli ha dedicato nel 2010. 
Ho la prova qui.

 

 



 

 

 









 
   
 
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