14 febbraio, uno dei giorni più magici dell'anno.
Coppie felici che festeggiano scambiandosi pegni d'amore come scatole di cioccolatini o mazzi di rose. Parole dolci che si librano alte nel cielo rendendo zucchero l'aria circostante. Ovunque ti giri, si sentono pronunciare con leggerezza le parole "ti amo" e i colori che predominano questa fantastica giornata, sono il rosso e il rosa dei fiori e delle scatole con piccoli tesori all'interno dal valore affettivo inestimabile. Il rumore dei baci ti accompagna ovunque tu vada e il cinguettare degli uccellini sembra farsi più allegro e presente.
La gente è felice in quel giorno e Hogwarts non era da meno. Anche durante le lezioni si poteva percepire la stessa aria di festa che aleggiava in qualunque parte del mondo e cuori di varie dimensioni e colori, fluttuavano di aula in aula diffondendo aria di serenità e felicità.
Chiunque sembrava prendere coraggio pensando che la propria amata, o il proprio amato, ricambiasse l'amore provato e la maggior parte delle volte i fidanzamenti andavano a buon fine e ogni studente trovava qualcuno con cui condividere gioie e dolori, ma non sempre tutto andava liscio come l'olio.
Nell'angolo più buio della scuola, nei sotterranei, un ragazzino singhiozzava disperato rannicchiato su se stesso. In mano stringeva una scatola di cioccolatini a forma di cuore rosa chiusa da un nastro in raso rosso. Attaccata con un filo di scotch, vi era una busta bianca di piccole dimensioni e con una scritta in bella calligrafia: "Per Lily".
Il ragazzo continuava a piangere nascondendo il suo volto con i capelli lunghi e corvini sperando di non essere notato da nessuno.
Aveva perso la sua occasione, aveva cercato di dichiararsi all'amore della sua vita ma non ci era riuscito, voleva regalarle quella scatola in segno d'affetto e sperava che la ragazza ricambiasse i suoi sentimenti. Sperava in un futuro felice insieme a lei perché l'amava con tutto il cuore, ma invece aveva combinato un disastro. Doveva solo darle la scatola e scappare sperando che Lily non lo deridesse di fronte a tutti, ma invece riuscì soltanto a litigare con lei per un motivo stupidissimo, uno di quelli che si dimenticano dopo poco, ma che comunque gli avevano fatto perdere l'occasione di confessarsi e rimanere per sempre con lei. "Molti sanno discutere, pochi conversare." e lui di certo non era per niente bravo nelle conversazioni, sapeva soltanto scavarsi la fossa con le sue stesse parole dette nel modo sbagliato al momento sbagliato.
Lentamente si alzò dal suo nascondiglio strappando la lettera e gettando con rabbia la scatola di cioccolatini per terra pestandola ripetutamente mentre lacrime amare continuavano il loro percorso rigandogli le guance.
Severus voleva soltanto dimostrare il suo affetto a Lily e voleva urlare al mondo il suo amore per lei. Era ben più degno di quell'idiota di James Potter! Quel ragazzo era soltanto un inetto, uno stupido, un maiale. Perché Lily era così innamorata di lui? Non poteva innamorarsi di Severus, invece di un bullo dai modi bruschi e violenti?
Uscì dai sotterranei più furioso che mai e decise di andare da Lily per chiederle scusa, dirle che non avrebbero più discusso e, magari, confessarle il suo amore.
Salì le scale di fretta, ansioso di trovarla, rivedere i suoi capelli ramati e il suo dolce sorriso dipinto nel suo volto, aveva deciso di dirle che l'amava e correva nella speranza di incontrarla un'altra volta, ma ormai era troppo tardi.
In cima alle scale, una piccola folla di curiosi si era riunita intorno a due persone. Severus si fece strada tra la calca che man mano andava crescendo finché non si trovò in prima fila per assistere al più orrendo spettacolo che avesse mai visto.
«Lily, vuoi essere la mia ragazza? » James le porgeva un mazzo di rose rosse rivolgendole il più amorevole degli sguardi.
«Sì, James!»
La ragazza gli saltò in braccio e i due si baciarono intensamente accompagnati da uno scroscio di applausi talmente tanto forte da coprire un altro rumore che, tremendo e assordante, si scagliava contro le orecchie di Severus: il suo cuore era in frantumi, rotto in mille pezzi dall'uomo che ormai gli aveva rovinato l'esistenza e che gli aveva portato via la sua unica ragione di vita.