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Autore: Ibber    04/09/2015    12 recensioni
«E se... ah... non passo?» geme, mordendosi incerto il labbro.
Sasuke si blocca, guardandolo dritto negli occhi. «Ti mollo.»
{Collegata a So won't you sing with me?}
[SasuNaru]
Genere: Comico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Alla mia persona speciale,
che mi tollera ad ogni ora senza aspettarsi nulla in cambio.







In quasi quattro anni di convivenza, Sasuke ha sviluppato una critica certezza circa due cose sul suo coinquilino: diventa irascibile se per pranzo — cena, colazione, merenda... — non c'è ramen e ha il sonno agitato quando è in tensione. Particolarmente agitato, sarebbe più corretto sottolineare; Naruto scalcia come uno stallone indomabile o una mucca restia a lasciarsi mungere anche quando è esonerato dalle lezioni.
Un esempio di suddetta crisi empirica.
Quando il biondo ha finalmente deciso di averne avuto abbastanza del suo tedioso ripasso d'istologia, sono le cinque scarse del mattino; Sasuke lo ha diligentemente calciato giù dal divano e trascinato per la collottola del pigiama fino al letto, dove altrettanto aggraziatamente lo ha scaraventato e coinvolto in un tentativo di soffocamento.
«Se russi» lo ha avvisato dopo aver sollevato il cuscino dal viso stravolto dalla di poco mancata asfissia. «finisco quello che ho cominciato.»
Adesso, quasi un'ora più tardi, Sasuke non può dire che Naruto non abbia accolto il suo velato suggerimento; della consueta cacofonia non c'è neppure l'accenno di un sibilo fra i denti. 
Il problema in questione è il pugno che Naruto, dalla sua comoda posizione con la faccia spiaccicata sul cuscino e il culo all'aria, gli ha inconsciamente tirato nel sonno.
Proprio lì, dritto sul suo nasino tenuto sano a fatica dopo tutte le risse liceali — sempre con lo stesso, imbecillissimo individuo.
Sasuke impreca serrando la mascella come un mastino, portando le mani sul punto dolorante. Rivolge un'occhiata assassina al suo compagno di letto, Se sanguino ti uccido, ma il danno pare solo percettivo; il setto è al suo posto e non c'è traccia del sapore ferroso in gola. Resta perlopiù lo spiacevole e alquanto persistente pulsare. 
Ma è appena l'inizio.
Sasuke ha giusto il tempo di azzardare un sospiro, massaggiandosi la molle cartilagine sulla punta, che si ritrova col respiro mozzato, piegato su se stesso; il maledetto, dall'alto del suo avviluppatissimo abbraccio con Morfeo, gli ha piantato una gomitata nello stomaco, così mirata che, se non  fosse sicuro del contrario, Sasuke ipocheterebbe la casa sulla certezza che la piaga è sveglia. 
Dunque urge verificare.
«Ho trovato le tue scorte limitate di gusti speciali di ramen» gli sussurra direttamente nell'orecchio. «E ho tutte le intenzioni di bruciarle per il cazzotto che mi hai dato.» 
...
Il fetente sta dormendo davvero!
Sicché si volta dall'altra parte con uno sbuffo irritato, dandogli le spalle. 
Pochi secondi dopo, letale e preciso come un cecchino elitario, un ginocchio più ossuto di quanto non ricordasse gli si pianta fra le vertebre lombari. Sasuke inarca la schiena e soffoca a stento un grido di pura agonia, iniziando a contorcersi sul letto con la stessa rigidità di un verme e l'incompetenza patologica a ribaltarsi di una tartaruga.     
Lo Sguardo Mortale che gli scocca col medesimo intento omicida di un'alabarda si perde nel fiume bavoso del suo sbrodoloso tormento notturno e nell'espressione d'immeritata pace del terrorista.
Che si pulisce incosciamente la bocca, asciugandosi il dorso sui suoi capelli. 
Che gli molla uno schiaffo in fronte, agitando le braccia come se stesse scacciando uno sciame di api assassine. 
Che per poco lo castra, calciando proprio fra le gambe che Sasuke sigilla col tempismo di Gandalf il Grigio.
Le vene sul collo e sulle tempie del ragazzo sfidano la grossezza delle varicose della madre di Chouji, pronte ad esplodere da un momento all'altro.
Basta solo una piccola sollecitazione.
Sasuke lo scruta con occhi sgranati, appiccicatissimo al volto di Naruto, in attesa del prossimo attacco. Sta quasi per illudersi di essere uscito dall'occhio del ciclone.
Poi Naruto gli starnutisce in faccia.
Il terrorista ha innescato la bomba.
Le spalle del moro tremano sotto una furia implacabile, le mani si stringono in pugni durissimi con le nocche che smaniano di colpire, e quando tocca l'agognato culmine la voce scoppia in un'unica, morte dichiarante, parola.
«UZUMAKI.»
Il biondo salta letteralmente sul letto, le molle sotto il materasso che cigolano implorando pietà. 
L'attimo dopo, ignorando l'anteprima del suo decesso nelle iridi scure, è il panico disconnesso.
«Che succede? Ci sono i ladri? Sono venuti per il Narutomaki? Sasuke passami la mazza da baseball! O c'è una perdita di gas? Un incendio? Teme dov'è l'estintore?!»
Un poderoso calcio negli stinchi lo fa ricascare con energico rimbalzo sul letto sfatto, interrompendo lo sconslusionato sbraitare fin troppo acceso. 
«Teme ma che stai...» è il pronto ammonimento, finché gli occhi ancora assonnati di Naruto non hanno lo spiacevole scontro con quelli più indemoniati che mai di Sasuke.
«P... perché mi guardi così?» pigola il biondo, appallottolandosi contro la testiera del letto — il più lontano possibile da lui — «Ho... ho russato?»
L'altro ha ancora i tondeggianti bulbi oculari quasi fuori dalle orbite. 
«No, Naruto» sussurra gutturalmente Satana. «Non è stato il tuo russare, il problema
L'Uzumaki fa a quel punto sfoggio del suo miglior cipiglio inebetito, stringendo gli occhi come per mettere a fuoco.
«Ma che hai fatto al naso?» 
Pessima, peeeessima scelta.
«Cosa ho fatto al naso, dici?» reitera ridacchiando; come se il tic allo zigomo non fosse sufficiente per palesarne la schizofrenia.  
Lentamente si avvicina al suo ragazzo, che ha erroneamente abbassato la guardia.
«Vieni qui» lo invita, aprendo le braccia entusiaste dall'idea di accoglierlo.
Anche l'Inferno non vede l'ora...
Naruto, ingenuamente sorpreso e stupidamente fiducioso, gattona fino a sistemarsi in mezzo alle gambe di Sasuke.
O tra le fauci del mostro.  
«Vuoi sapere cos'ho fatto al naso, Naru
Diminuitivo, pensa terrorizzato il più piccolo tra sé, ommioddio ha usato il diminuitivo. Sono morto.
«Sai che alla fine non ha tutta questa importanza?» sorride nervosamente, giulivo, cercando impercettibilmente di sgusciare via dalla presa ferrea — mortale — delle braccia del moro su di sé. 
«Dobe» scuote la testa quello, accennando ad un sorriso compassionevole — e rafforzando la tentacolare morsa. «Sei tu quello che mi rompe le palle su quanto sia necessario raccontarsi tutto a vicenda» Ma mi sta rimproverando? «Perciò adesso te ne stai qui, tranquillo e immobile, e ascolti il mio resoconto. Va bene, Naru
E Naru, sotto quel tono che trasuda nevrotica smania omicida ad ogni sillaba, si consegna senza più l'ombra di speranza nelle mani del suo carnefice.
Dieci minuti dopo è più gonfio di Kiba quando è stato attaccato da un branco di meduse l'estate scorsa. Fortunatamente Akamaru gli ha prontamente pisciato addosso.
C'è qualcuno tra il pubblico che si presterebbe per siffatta gesta eroica?
«Mi spieghi perché mi hai picchiato?»  
«Credimi, non ho neanche cominciato a massacrarti di botte come vorrei.» 
«Mi hai svegliato per questo?!» 
«Dovrei essere io a chiederlo a te!» 
«Che stai dicendo? Pazzo!» 
«Testa quadra!» 
«Stronzo!» 
«Coglione!» 
E così continuano finché Sasuke, dopo averlo stordito con l'ennesima legnata, gli spiega la dinamica dei fatti dal suo giustificatissimo punto di vista di vittima principale.
Naruto si guarda le mani, roteando gli indici senza mai farli toccare, colpevole.
«Scusa» tossicchia. «è che sono nervoso per l'esame.»
Il più grande, a braccia e gambe incrociate, lo osserva, ora più calmo. Dopodiché, deciso a mettere da parte l'orgoglio ferito — letteralmente — dal sonno irruento del biondo, si concede un sospiro stanco ma, paradossalmente, più rilassato di prima.
«Hai... studiato molto» sciorina a fatica, domandandosi mentalmente se sia il caso di andarsi a confessare per una tale eresia. 
Naruto solleva di poco lo sguardo verso di lui, scettico. Probabilmente l'autoconsapevolezza tocca picchi inimmaginabili.
«Voglio dire che hai studiato e basta» si corregge; la dannazione appare già più lontana. «Cosa che di solito neanche ti sogni di fare» e quando quello pare ancora poco convinto, sbuffando esasperato gli preme le mani sulle guance, sollevandogli il viso sorpreso e confuso. E... schiacciato. 
«Ce la farai, usuratonkachi.» 
È la sincertà con cui lo dice, a disarmarlo. 
Naruto è sicuro che Sasuke non sappia dell'effetto benefico di quelle parole su di lui. Non ha nemmeno idea di quanto, lavorando così assiduamente, abbia sperato in cuor suo di sentirgliele pronunciare. Quando la fatica sembrava tanta e la gratificazione nulla. Gli sforzi vani e i risultati miseri. Ma ora, con quelle quattro, semplicissime parole pronunciate dalla sua persona, a meno di poche ore dall'esame, Naruto ha ritrovato l'amor proprio che i commenti di un professore inviperito come pochi avevano declassato malamente con la promessa bocciatura ad un ulteriore fallimento.
Perché adesso, finalmente, sa che Sasuke crede in lui. Per davvero.
«Grazie, teme» gli sorride riconoscente, socchiudendo gli occhi con dolcezza. 
Il più grande annuisce, sfiorandogli le labbra piegate felicemente all'insù con le proprie. Le mani corrono istintivamente sui fianchi del biondo quando questi schiude collaborativo le labbra sotto invito della sua lingua, mugolando appena i polpastrelli freschi di Sasuke gli sfiorano la pelle calda del ventre.
«Sasuke...» ansima quando la mano del moro gli tocca leggermente l'inguine, allontanandoglisi di poco; l'altro grugnisce qualcosa in rimando, passando al setaccio l'epidermide olivastra del collo con la bocca, superando l'elastico dei boxer. 
«E se... ah... non passo?» geme, mordendosi incerto il labbro. 
Sasuke si blocca, guardandolo dritto negli occhi. «Ti mollo.» 
Se Naruto ha di che indignarsi per quel commento, non gliene dà modo. 
 
 
 
 
 
 
 
«Sas'ke?» 
«Mh?» 
«Hai detto qualcosa circa il ramen?» 
«No ma figurati...» 





 
Non è strettamente necessario conoscere/aver letto So won't you sing with me? (che linko, nel caso a qualcuno invece interessasse), anche perché credo di aver reso la storia tutto sommato indipendente. Giudicate voi! Secondo poi, il titolo è stato un parto. prima era Right Beside You, come il titolo di un CMV (cosplayer music video) NaruSasu che ho visto qualche mese fa su youtube. Poi è diventato Notte prima degli esami, con questo triste e scadentissimo titolo, che grazie al cielo ho avuto il senno di cambiare. E poi m'è venuto fuori questo, che mi sembra cretino e azzeccato. Voi che dite? Si accettano suggerimenti. u_u
L'OOC mh... è AU, con un tema prestabilito dove poteva risultare necessario, quindi non me ne lamento. Spero nemmeno voi!
La fanfiction è posta al fine di far sorridere, generalmente, ma anche e soprattutto chi soffre (in maniera ovviamente non così grossolana, spero! XD) di quest'ansia che immettono scuola e lavoro. È dedicata ad una persona che ha questo ruolo, quello qui di Sasuke, nella mia vita, per esprimere quanto per me contino quelle poche parole d'incoraggiamento. Anche se il tratto sentimentale è breve, è un po' il fulcro della oneshot: il sostengo di Sasuke, per Naruto, è fondamentale. Le cose si affrontano meglio in due, no?
Avevo messo lime, ma poi a conti fatti non combinano niente, è arancione per precauzione, dato che sono pure un po' sboccati. o: -ah, in So won't...? non c'è nulla di sconcio, dopo. Succede che Sasuke lo interroga davvero e basta, la preslash l'ho spostata qui, perché boh, chi non vuole fare le cosacce prima di salire al patibolo? 
Ora, tornando ai disclaimer.
► “La mia persona” è tratto da una cosa che dice Meredith (©Grey's Anatomy) a Christina. Non sto a spiegarvi il contesto. La frase originale è: "Io sono la tua persona." Ed è bellissima, a mio avviso. Ha tanto di quel significato, nella sua semplicità, che fa tremare il cuore.
Gandalf il Grigio (©J. R. R. Tolkien) lo devo a Quando la guerra ti dà alla testa facendoti sbagliare saga di ametsuki. 
► Sasuke e Naruto (
dNaruto ©Masashi Kishimoto).
► L'istologia 
è la disciplina scientifica che studia i tessuti vegetali e animali. È un'importante branca della medicina e della biologia, essenziale anche per le analisi pre- e post-operatorie in ambito medico e chirurgico (Wikipedia, perché sennò mi spiego come un muro). Sì, riguarda anatomia.
► Lo Sguardo Mortale è una perla di @Wikihow.

Naru è un nomignolo che che qualcuno si ostina ad affibbiare a quel povero cristo; l'ho adottato nella circostanza, conscia del mio disprezzo per esso, per evidenziare fino all'epilessia il fastidio che prova Sasuke in quel momento.
► Il Narutomaki è questa bellissima cosa qui, ovvero un salame di pesce; la rotellina tanto amata da Naruto, che qui ne ha addirittura le scorte. XD
(Naruto Uzumaki, vi rendete conto che l'ho notato solo ora?!)
Questa cosa la dedico anche a lemonguess, sperando che l'esame di oggi sia andato bene, e per infonderle tutto il mio sostegno solidale.
Ho finito? Sì, ho finito. :D Gioite! (?)
Praticamente sto pubblicando una cosa al giorno. Meno male che avevo detto non solo SasuNaru. .___.
Un baciosssss!





 
   
 
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