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Autore: Edward_Son 2    04/09/2015    1 recensioni
Come avrei voluto si svolgessero i fatti dalla ritorno in vita di Rumplestiltskin.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Neal Cassidy/Baelfire, Signor Gold/Tremotino, Zelena
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Tutto era successo in un breve lasso di tempo. Una sostanza oscura, più della notte era fuoriuscita da quel cerchio in pietra, per poi espandersi e rendere materiale e vivo, soprattutto, colui che Bae e Belle volevano riportare indietro: Rumplestiltskin.
Il quale, guardava sorpreso i due. Come era giunto li? Erano stati loro a strapparlo alla morte?
Corrugò la fronte. Ci sarebbe stato un prezzo da pagare.
“Rumple!” si riscosse quando udì la voce di Belle. Sorrise appena per poi abbassare lo sguardo.
Baelfire, abbracciato a Belle era accasciato a terra. Stava soffrendo e poteva immaginare perché.

Si avvicinò ai due. Bae aveva gli occhi chiusi e una smorfia di dolore segnava il suo viso.
“Bae!....voi…mi avete riportato indietro?” chiese.
“E perché non avremmo dovuto?” rispose Belle con voce incrinata dalle lacrime pronte ad uscire.

“Bentornato Rumplestiltskin!”
Una voce di donna riscosse il DarkOne dall’immagine di suo figlio sofferente. Aveva notato il simbolo sulla sua mano. Era stato lui evidentemente ad azionare il meccanismo…e lui avrebbe pagato il prezzo.
Una vita per una vita, cosi esigeva la regola in quella stanza.
“TU!...tu li hai condotti qui!” disse con voce alterata.
L’altra sorrise.
“Maledetta Strega…” Si rialzò, non dopo aver dato ancora un’occhiata a Bae, che era riuscito a riaprire gli occhi e a guardarlo. Ce l’aveva fatta.
“Dovresti essermi grato…”
“Per la sofferenza che hai recato loro?...sei pazza!”
Zelena, la pelle verde, colore dell’invidia che l’aveva consumata lentamente fin da prima che incontrasse il DarkOne, si avvicinò al suo mentore.
“Ora sei potente…possiamo essere grandi noi due…”
L’altro non rispose, in compenso bastò un gesto rapido della mano perché la strega volasse dall’altra parte della stanza.
“Idiota!...” strillò l’altra.
Rumple si avvicinò minaccioso alla strega. Ora avrebbe fatto sul serio. Belle e Bae avrebbero visto? Non importava. Chi recava male a Bae o Belle doveva morire.
Ma non furono abbastanza attenti da udire il discorso dei due, pronunciato sottovoce.


“B…Belle…?” la donna abbassò il viso.
“Bae, non sforzarti, ora…”
“No ascolta. Non ho intenzione di morire. Non ora che papà sembra aver trovato la felicità, grazie anche a te.”
Belle ascoltava commossa.
“Il merito non è mio…tuo padre aveva solo bisogno di qualcuno che vedesse oltre la maschera che ha deciso di indossare.”
Neal annuì quasi troppo stanco per pronunciare parola. Poi, davanti a lui, vide nitida una porta, in legno scuro, incorniciata da un pesante arco di pietra.
Belle notò dove lo sguardo di Bae era rivolto.
“Oltre quella porta…c’è la soluzione al nostro problema.” Disse con fatica, mentre la mano sembrava dolere sempre più.
La donna capì al volo.
“La conosci la storia di Han e Lena? Racconta di due giovani che uccidono una strega.”
Bae sorrise. “Sembra una delle tante storie che mi raccontava papà. Molto tempo fa.”


Un’altra sfera di fuoco si infranse a poca distanza della strega in verde, quando una giovane voce di donna interruppe lo scontro tra i due.
“Basta così! Non c’è ragione di combattere…” disse Belle. Rumple corrugò le soppracciglia.
Cosa stava dicendo…era impazzita? Notò che i due erano vicini, pericolosamente vicini a quell’orribile porta. Come erano giunti li?
“Ah no…e perché mai?”
“Perché abbiamo deciso di pagare il prezzo che questa stanza vuole.” La voce di Belle era ferma. Il viso di Bae, nascosto, si contrasse in una smorfia di dolore. E di soddisfazione.
Seminascosto dal mantello, Bae stringeva con la mano sana una bastone, recuperato a suo tempo nel salone del maniero. Doveva essere un’azione rapida. Non avrebbero avuto una seconda occasione.
“NO!” strillò Rumplestiltskin, prima di accorgersi di essere stato immobilizzato da un incanto. Era furioso.
“Ottimo…” Belle si alzò, non prima di aver fatto l’occhiolino a Bae, e si avvicinò alla porta.
La aprì.
“Bene, direi che iniziamo a ragionare. Come mai questa decisione?”
“Perché per amore si fa anche questo. Ma tu non l’hai mai conosciuto, vero?”
Rumple allibì. Ma che stava facendo? Perché stava deliberatamente insultando la strega che sarebbe stata la sua carnefice? Poi notò un movimento alla sua destra.
Era Bae.
Combattendo contro il dolore, non indifferente, si alzò. Poi stringendo i denti, strinse con forza le mani intorno al bastone…e colpì con insolita forza la schiena della Perfida Strega dell’Ovest.
Le mancò il fiato per qualche secondo, e per dei brevi attimi non capì quello che era successo. Poi, senza tanti complimenti, si sentì strattonare e…finire oltre l’arco senza avere la possibilità di fare alcunchè ormai quasi svenuta.
Era stata Belle.
“Chiudi, ORA!” Gridò Bae, e all’ordine Belle scattò insieme al giovane. Mentre quest’ultimo faceva peso contro l’uscio, Belle lo sigillava con un lucchetto  magico, posto in un vano nascosto dell’arco.


Per qualche secondo non si sentì nulla. Poi si avvertirono distinte le urla disperate della Strega mischiate a versi cavernosi e inquietanti. Il tutto durò pochissimi minuti, ma ai due novelli eroi sembrò durare parecchio di più.
Poi tutt’ad un tratto torno il silenzio. Era finita.
I due si lasciarono scivolare a terra.
Era tutto finito cosi rapidamente, che Bae non si era nemmeno accorto che il dolore alla mano era sparito. La guardò…il marchio era sparito e con esse le tremende fitte di dolore che lo avevano avvolto.
“Questa…è da raccontare…” commentò Belle ancora senza fiato.
Nello stesso momento, la magia che permeava Rumple, si sciolse e andò verso i due.
“Siete…degli incoscienti! …vi ha dato di volta il cervello?” poi senza aggiungere altro abbracciò le uniche due persone che per lui contassero più della sua vita, più della sua magia.
I due, ricambiarono la stretta, con forza.
“Però…ora, ce ne andiamo eh?” chiese Bae,  quasi soffocato dall’abbraccio paterno.
“Eh…certo certo…” prima di essere zittito dal bacio di Belle.
“Ogni tanto dovresti darci fiducia. Visto? Siamo una squadra davvero ben consolidata!” disse sorridendo.
“Vi è andata bene, si. Molto bene…di lusso. Fossi ancora la mia cameriera ti farei pulire le segrete!” disse quasi isterico il mago.
“Un’altra cameriera? Davvero?”
“Si…certo. Il Castello era impresentabile...polvere ovunque…”
Bae rise.
“Certo papà.” Disse prima di accettare la mano del padre per aiutarlo ad alzarsi

“Ora però ce ne andiamo. Questo posto non mi piace per niente…”
“Solo una domanda: cosa c’è dietro quella porta?” chiese Bae curioso, anche Belle ascoltava, attenta.
“Le cose peggiori che possiate mai immaginare. Non scherzo.”  concluse.  Bae e Belle si guardarono.
“Ok andiamocene…questa stanza  è anche troppo per me, che adoro le avventure.”
Rumple ghignò.
Poi, entrambi si aggrapparono al braccio del Mago, e in un guizzo viola abbandonarono quel luogo.
Si materializzarono nel Salone a pianterreno del castello.
Rumple si guardò attorno.
“L’hanno davvero saccheggiato”
“Si…ho scoperto Robin Hood e la sua banda qua. Una volta.”
“Sono stati loro?”
“No. E Robin Hood è una persona sincera. Penso sia successo dopo il lancio della maledizione di Regina.”


“Però molte cose sono rimaste intatte.” Aggiunse Belle. Si spostò e, levato un pesante telo, rivelò l’arcolaio.
Rumple sorrise, malinconico, e si sedette sullo sgabello posto vicino all’utensile.
 
Sfiorò la ruota e subito gli sembrò di sentirsi meglio. Aveva mentito quando aveva detto che filare lo aiutava a dimenticare. Lo aiutava a sentirsi a casa. A sentirsi ancora umano e non il mostro che era.
“Bè sapete che vi dico…” Era stata Belle a parlare.
Rumple si voltò verso la donna. Colei che insieme al figlio lo avevano riportato indietro, rischiando in due la vita.
“Che ho fame…” Disse tutta seria.
“Bè allora vai nelle cucine e preparaci qualcosa no?” Disse Rumple , ghignando.
 
“Papà!”


“Rumplestiltskin!”
L’altro rise, una risata acuta dai toni nervosi.
 
“Oh giusto…non c’è ne sarà bisogno! “ schioccò le dita e sul grande tavolo apparirono ogni sorta di pietanze, cucinate alla perfezione.
 
“Però…devo dire che in questi casi, la magia fa davvero comodo!” disse Bae.
“Manca una sola cosa però…” disse Belle.
“Sarebbe?” Disse Rumple.
“Dobbiamo trovare il modo di tornare a Storybrooke.”


“Belle ha ragione.” Annuì convinto.


Rumple li guardò.
“Non preoccupatevi…troverò una soluzione anche a questo!” Disse convinto.
“Se vuoi posso aiutarti…”gli disse Belle, prendendogli la mano.
Bae notò il gesto.
“Bene…vi lascio soli” intervenne.
“No, aspetta…perché?”


Bae sorrise.
 
“Ci vediamo più tardi. Vado in biblioteca.” Disse prima di uscire dal Salone e dirigersi verso dove aveva detto.
 
“Bè ora siamo davvero soli.” Disse Rumple malizioso.
“Che ne dici di discuterne da un’altra parte? Di tornare a Storybrooke intendo…”
“Sono perfettamente d’accordo Dearie!”


 
Qualche giorno dopo, riuscirono ad aprire un portale che li riportò nella cittadina creata dalla prima maledizione. Belle tornò a lavorare come Bibliotecaria, Rumple, pardon, il Signor Gold riprese possesso del suo negozio di Pegni, e Bae, o Neal che dir si voglia, si riunì alla sua famiglia.

Ora andava davvero tutto bene.
 
 
 
 
Rieccomi qua! Dopo tanto tempo con la versione di come avrei voluto si svolgessero i fatti che hanno visto la morte di Baelfire, impedendone l’avvenire.
Che ve ne pare? Spero vi piaccia.
Sono gradite recensione anche negative, seppure siano utili a farmi crescere come scrittore.
Ah…come al solito trovare il titolo è stato come scalare L’Everest durante una tormenta…
 
Bene…detto questo…
Alla prossima!!! Ciao!!!
  
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