Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: MissJB2501    04/09/2015    1 recensioni
"Ci ripetono che l'amore è il sentimento più forte e puro che un essere umano possa provare in tutta la sua esistenza. Non ci credevo, o almeno è quello che mi imponevo di credere. Dopo le mie storielle da quattro soldi ero arrivata a pensare che forse non avrei mai provato amore per qualcuno, che non avrei provato tutte quelle sensazioni che erano scritte nei libri. Adesso posso garantire che mi sbagliavo perchè l'amore, quello vero, è anche meglio di come viene descritto , va oltre l'immaginario. Ma dobbiamo anche ricordare che l'amore è sofferenza e che amare vuol dire distruggere e che essere amati vuol dire essere distrutti."
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeremy Bieber, Justin Bieber, Nuovo personaggio, Pattie Malette
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Mi paralizzai, mi sembrò come se ogni mio arto fosse bloccato.

Riuscì a girarmi verso Justin, avendo nello sguardo un misto di rabbia, disgusto e orrore.

Volevo allontanarmi da quel posto , da lui, volevo andare a casa e dimenticarmi dell'intero mondo.

Sentii l'impulso di scappare, così cercai di alzarmi.

Justin mi bloccò stringendo ancora di più la presa sul mio fianco, ero in trappola e mi sentivo sconfitta.

Cercai di ripetermi più volte che tutto sarebbe andato bene, ma non serviva a nulla. Avevo paura, paura di finire nelle mani di uno di quei uomini viscidi e di finire sotto terra.

Cercai ancora di alzarmi, ma lui mi fece aderire contro il suo petto e mi sussurrò all'orecchio "Smettila di muoverti."

La sua voce era bassa e mi fece accapponare la pelle.

Sapevo che sul mio viso si leggesse il panico, e ne ebbi la conferma.

"Bieber la tua bambolina qui è agitata. Ma lo sarei anche io sapendo che tra un po' finirà nelle mie mani." disse l'uomo di fronte.

Uno dei suoi denti era d'oro e mi venne un conato di vomito.

Notai la mano di Justin stringere forte le ultime carte che aveva in mano e pensai che le avrebbe polverizzate, se solo avesse potuto.

La partita era quasi terminata, e lo capii dal fatto che rimaneva una sola carta a giocatore.

Non sapevo che significato avesse la carta di Justin, la vedevo inutile.

"Sapete che questa e l'ultima carta, se è quella giusta, vinco." Justin aveva un'aria sicura, e sapevo che sul viso aveva un sorrisetto, lo percepivo.

Lanció la carta e trattenni un respiro.

Vidi gli altri lanciare furiosi le loro carte sul tavolo, e capii che aveva vinto.

Il sollivo mi invase e gli fui grata mentalmente.

"Grazie per i vostri soldi, perdenti." disse facendomi alzare e ritirando tutti i soldi.

"Bieber possiamo scendere a compromessi, dammi la ragazza e chiudiamo l'argomento." propose l'uomo di prima.

Justin mi mise una mano intorno alle spalle e con aria superiore, rispose "Mi dispiace , ma hai perso e non scendo a compromessi al di fuori del gioco."

Fui grata di quello che aveva detto, volevo andare subito via.

"Scelta stupida." Commentó l'uomo, ma Justin lo ignoró.

Dopo aver preso la mia mano, Justin mi condusse fuori.

L'aria fu la cosa più bella che potesse esserci, ma custodivo ancora tanta rabbia.

Spinsi Justin lontano da me ed urlai a gran voce "Ma cosa cazzo ti salta in mente, non sono merce di scambio, ti rendi conto di quello che sarebbe potuto succedermi se fossi finita nelle mani di quel tizio? Sarei morta, e solo a causa tua."

Ero fuori di me, e finalmente tutto quello che avevo trattenuto in quei dieci minuti, era venuto fuori.

"Calmati." disse avvicinandosi piano.

"Calmarmi ?" chiesi sconvolta. Era una delle persone più pazze che avessi mai incontrato in tutta la mia vita.

"Si." commentò alzando le spalle.

"Sei un grandissimo stronzo." Sbraitai avvicinandomi con l'intento di colpirlo.

Justin bloccó la mia mano a mezz'aria,  e mi spinse contro una macchina parcheggiata lungo il marciapiede.

"Non saresti mai andata con qualcun'altro, ero sicuro di vincere." confessò ad un centimetro dal mio viso. "Faccio questo da tanto tempo, sono imbattibile." Concluse.

"E se qualcosa fosse andato storto?" Domandai sostenendo il suo sguardo.

"Allora avrei dovuto prendere a pugni quel bastardo." disse sorridendo.

"Sei fuori di testa." Esclamai stizzita per poi strattonarlo e allontanarlo.

"Ti sei cacciata nei guai da sola quando hai deciso di cercarmi, non sono tanto buono come il mio aspetto può far credere." Mormorò accendendosi una sigaretta.

"Non tu stavo cercando." Ribadii per l'ennesima volta, sbuffando.

Justin rise e cacció dalle labbra una nuvoletta di fumo.

Si mise una mano in tasca e prese le chiavi della macchina. Camminó fino a raggiungerla e poi ci salì.

"Allora vuoi andare a casa?" Domandó abbassando il finestrino.

Ancora arrabbiata entrai in macchina e sbattei lo sportello.

"Okay, ho capito che sei arrabbiata, ma non distruggermi la macchina" mi rimproveró mettendosi in trada.

"Uomini" borbottai sottovoce "Tutti uguali" 

Mi guardò per un secondo con un sopracciglio sollevato, ma lo ignorai.

Gli diedi indicazione per raggiungere casa mia fino a quando il mio telefono non squillò.

Lo presi e lessi Mamma.

Imprecai, ma mi decisi a rispondere.

"Mamma sto arrivando, lo so che è tardi. Non preoccuparti è tutto a posto." iniziai rassicurandola. "Sto arrivando." Conclusi staccando.

Quando dissi a Justin di essere arrivata, lo guardai per qualche istante.

"Grazie per il passaggio, ma non grazie per quello che hai fatto prima."

Aprii lo sportello e misi un piede fuori.

Justin mi afferró per il vestito e stampò le sue  labbra sulle mie.

Erano morbide, calde e del tutto inaspettate. Mi lasciai andare e lo baciai piano, seguendolo.

Quando si ritrasse mi sorrise, poi disse solo "Buonanotte."

   
 
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