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Autore: mydearcastiel    05/09/2015    2 recensioni
Dopo tre anni dalla caduta, John non c'è la fa più a portare dentro di se il dolore per la perdita della persona più importane della sua vita, perché si John aveva capito che amava, ama e amerà per sempre Sherlock. Per questo parte per andare a ritrovare un vecchio compagno d'armi, con cui aveva legato durante la guerra, ma chi è questo amico? E come più aiutare John?
Johnlock. Crossover. The Vampire Diaries.
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Tre anni sono passati dalla caduta e John non riesce a dimenticare quel giorno, ci ha provato con Ella durante le loro sedute ma non aveva funzionato, aveva provato a cambiare appartamento perché i ricordo delle giornate passate con Sherlock lì dentro facevano troppo male, ma dopo due settimane era ritorno al 221B, troppo nostalgico per abbandonarlo, si era steso sul letto del consulente investigativo e aveva premuto la faccia sul suo cuscino, per ritrovare almeno una debole traccia del suo odore, ma niente, era scomparso del tutto. Aveva provato ad uscire per incontrare gente nuova, ma neanche quello aveva funzionato, ormai usciva solo per andare al lavoro, in ambulatorio o a fare la spesa, il resto del giorno lo passava a ignorare le telefonate di Lestrade, che sicuramente voleva invitarlo in qualche bar, per bere qualcosa insieme, e quelle che odiava di più, cioè quelle di Mycroft, che non capiva perché lo chiamasse ancora, dopo che tre anni fa ha venduto suo fratello a quel pazzo terrorista, causando la sua morte. Ma dopo tre anni di dolore e sofferenza per la perdita della persona più importante della sua vita, perché si, John finalmente aveva ammesso a se stesso che amava, ama e amerà Sherlock Holmes per sempre, aveva preso una decisione, un'enorme decisione che avrebbe finalmente posto fine al suo dolore.

Aveva messo tutto in valigia, un maglione -quello con le righe bianche e nere, il suo preferito-, una maglietta leggera, due paia di pantaloni e due cambi di biancheria, non gli serviva molto doveva stare via solo 3 giorni. Aveva chiamato un taxi e ora lo stava aspettando fuori dal portone del 221B di Baker Street. Quando il taxi arrivò, caricò la valigia nel bagagliaio e chiese al tassista di portarlo al London City Airport. Dopo 43 minuti di viaggio in taxi, finalmente erano arrivati all'aeroporto, ma quando John scese si trovò una spiacevole sorpresa. Appoggiato al suo fidato ombrello faceva bella mostra di se, niente poco di meno che Mycroft Holmes, non che il Governo Britannico in persona. John provò a superare Holmes senza degnarlo di uno sguardo, ma questi non era venuto li per un rifiuto del dottore. Si senti afferrare per un braccio e fermato da Mycroft "Parte per un viaggio dottor Watson?" domandò adocchiando la valigia, "Non pensavo che agli Holmes piacesse constatare l'ovvio?", John cercava di rimuovere il braccio dalla presa di Mycroft, dopo il quinto strattone questi lo mollò. "Posso chiedere come mai, partire proprio questo giorno?" John non voleva rispondere, non si sentiva in dovere di dare alcuna spiegazione a lui,dei suoi affari e del perché faceva alcune scelte, di sicuro non era sua madre, "Affari miei, e ora devo andare o farò in ritardo per il mio volo" detto questo afferrò più saldamente la valigia e si avviò dentro l'aeroporto. Mycroft rimase a osservare la schiena del dottore finché non usci dal suo campo visivo, da quando Sherlock aveva finto il suo suicidio tre anni prima, aveva tenuto sotto controllo il dottore, con le telecamere ancora nascoste nell'appartamento, mettendo sotto sorveglianza il cellulare e il computer del dottore, ma non aveva ancora capito la motivazione di quel viaggio, di cui la meta non riusciva a ricollegare con il dottore, aveva fatto controllare se avesse parenti o conoscenti, ma niente, era sospettoso al riguarda ma di certo non poteva obbligare il dottore a rivelargli qualcosa, dopo la "morte" di Sherlock i rapporti con il dottor Watson, sono diventati molto burrascosi e di certo non voleva renderli ancora più peggiori, aspetterà il suo ritorno e poi lo rifarà seguire, purtroppo dove sta andando il dottore lui non aveva potere, e questo lo infastidiva molto, nonché avrebbe reso suo fratello intrattabile finché il dottore non sarebbe rientrato i patria e sotto la supervisione di Mycroft.

John ci mise poco ad arrivare al gate 12, pronto per l'imbarco, lo aspettava un lungo viaggio in aereo bene 19 ore di volo e due scali, ma se questo gli avrebbe fatto dimenticare quel dolore assordante che aveva nel cuore lo avrebbe fatto volentieri.

Il primo scalo era avvivato dopo 2 ore e mezzo di volo, a Madrid, per far salire i passeggeri spagnoli, erano restati fermi per 4 ore, nelle quali John aveva avuto una video chiamata con il suo contatto all'arrivo, che gli aveva assicurato che sarebbe arrivato puntuale al loro incontro. Erano ripartiti per altre 8 ore e mezzo, che lo portarono al JFK di New york, dove da li prese l'ultimo aereo per Washington. Arrivò al Ronald Reagan Washington National Airport alle tre del mattino – invece a Londra erano le otto del mattino- con un jet lag pazzesco, andò a pendere la sua valigia e si diresse fuori dall'aeroporto.

Fuori dall'aeroporto ad aspettarlo, c'era un un ragazzo appoggiato ad una Porsche rossa del 1963, indossava dei jeans con una maglietta nera, giacca in pelle nera, i capelli castani portati a spazzola e ingellati e a coprire gli occhi verdi un paio di occhiali dalle lenti nere, John con passo sicuro gli andò in contro e lo stritolò in un'abbraccio fraterno, che questi gli restituì con ancora più forza. "John, finalmente c'è l'hai fatta, ma guardati sei cosi cambiato, da quanti anni è che non ci vediamo, saranno almeno cinque. Come stai?", finalmente l'altro lasciò andare John, in modo che riprendesse fiato e potesse parlare, "Invece tu non sei cambiato affatto, Stefan, il solito ventitreenne di un tempo, ma guardati neanche una ruga, mi fai proprio schifo, ragazzo mio" scoppiarono a ridere entrambi, quando smisero, John si rese conto che non rideva così sinceramente dal ormai tre lunghi anni e che gli era mancato farlo, aveva riso come una persona senza pensieri e drammi, che si ripresentarono nella sua testa appena finito quel momento di spensieratezza, "Forza super uomo, aiutami a caricare la valigia in auto, e poi ti racconto tutto." Solo in quel momento si rese conto dell'auto che aveva davanti "A però Stefan, che bell'auto, immagino che le ragazze fanno la file per salirci" John lanciò un'occhiata come per dire, chissà quante ne hai combinate qui dentro, mentre saliva dalla parte del passeggero. Stefan dopo essere salito e aver messo in moto, fece un faccia delusa "In realtà questo gioiellino vede poco la luce del sole, alla mia ragazza non piacciono molto le auto di questo tipo, le trova vecchie e scomode" "Stefan ha la ragazza! Insomma hai conquistato la bella Elena di cui mi parlavi tanto per e-mail" "Oh, no no, lei ora sta con mio fratello, a dire il vero si sono sposati una settimana fa, ora sono in luna di miele ai Caraibi se non sbaglio. Io è da ormai due anni che sono fidanzato con Caroline, appena arriveremo te la faccio conoscere, non è potuta venire perché doveva andare a fare shopping con una sua amica, Bonnie, poi ti presenterò anche lei" a Stefan gli si erano illuminati gli occhi solo a nominare il nome della sua fidanzata, John ne era segretamente geloso, Stefan aveva ciò che John non avrebbe mai potuto provare dato che la persona che amava, si era gettata da un fottuto tetto, "Tutto bene John, sento il tuo cuore andare a mille, non è che ti sta venendo un'infarto, data la tua età non si più mai sapere?" Stefan stava cercando mi minimizzare la cosa, ma in verità era stato deconcentrato dalla guida, per l'aumento dei battiti del cuore del suo amico, lui aveva un pieno controllo della sua fame, non era per quello che si era preoccupato, ma il cambio repentino della frequenza cardiaca, da prima calma normale con una media di 70 battiti al minuto ad ora con quasi 90 battiti al minuto, "Sta zitto, io non sono vecchio, mi pare che tra i due, quello che ha 169 anni, sia tuo, e ora smettila di contare i miei battiti cardiaci e concentrati nella guida, non vorrei mai che facessimo un'incidente. Comunque era solo un brutto ricordo è passato ora. A proposito, dov'è che stiamo andando di preciso?" "Mystic Fall mio caro dottore, la mia casa. Mettiti comodo, il viaggio è un po lungo" Stefan fece un sorriso smagliante nominando la sua città, anche se era stato il centro di molto disavventure, non era ancora crollata del tutto e i suoi abitanti non si arrendevano mai, era fiero di abitarci. John invece appoggiò la testa contro il finestrino, per provare a fare un piccolo riposino, soprattutto per cercare un modo efficace per fa si che Stefan gli dia quello per qui è venuto fin qui, una fialetta con del sangue vampiro dentro, gli bastava solo quella per poter finalmente affievolire il dolore che portava dentro di se, ma era sicuro che Stefan non avrebbe ceduto così facilmente. Con questi pensieri in testa John si addormento per tutto il viaggio che andava da Washington a Mystic Fall.

 

 

N.d.a.

Salve a tutte quante, ho vuluto provare a vedere se ero in grado di proporre una long, era da un po' di tempo che mi frullava in mente questo crossover, perciò TADAAA, eccolo qui il primo capitolo, il secondo è già in lavorazione, spero che non sia una schifezza colossale, fatemi sapere cosa ne pensate, insomma bastano solo pochi secondi, sempre se vi va.

Sicuramente ci saranno molti errori, sia con le parole che con i verbi, il fatto è che non ho una beta, perciò ho cercato di trovare più errori possibili da sola.

Ok, ora mi dileguo, alla prossima (speriamo).

   
 
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