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Autore: AkelasFlame    05/09/2015    2 recensioni
... Urie imparò una grande lezione.
Oppure:
La storia di come Saiko non voleva mangiare le verdure che Sassan aveva gentilmente cucinato.
***
«Mammina…»
«Cosa c’è che non va, Saiko?»
«. . . Non le voglio mangiare le verdure»

***
Sinceramente non so se qualcuno abbia avuto questa idea, almeno nel fandom italiano -in quello inglese di sicuro c'è qualcosa ma shh-, e quindi ho DOVUTO scriverci qualcosa.
Non volevo dirvi cosa c'è dentro ma probabilmente non la aprirà nessuno, quindi: Saiko fa i capricci, Urie fa lo stronzo, Sassan che al solito si sente male perché è un ghoul -'sta volta non dagli incubi di Shiro- ... - o forse si?- -Nah-, e un Urie che cambia idea sul nostro adorato Haise.
L'unica cosa che mi resta da fare è mettermi in ginocchio e pregarvi di leggerla, that's all.
Genere: Generale, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Mutsuki Tōru, Sasaki Haise, Shirazu Ginshi, Urie Kuki, Yonebayashi Saiko
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Quel giorno, Urie imparò una grande lezione.

Dettagli sul capitolo: Nessuna particolare OTP, niente di violento o di pornografico, solo una descrizione 'boh', ma nulla che possa urtare la sensibilità di qualcuno. (Particolare attenzione per gli emetofobici*, grazie)
*[Emetofobia: Paura del vomito]


Nell’aria aleggiava ancora il delizioso profumo della cena a base di bistecche, patate al forno e spinaci che Haise aveva cucinato quella sera e, ad uno ad uno, si erano alzati tutti dal tavolo e avevano portato il loro piatto nel lavandino.
Certo, tutti tranne Saiko. Lei infatti stava giocherellando con gli spinaci che aveva nel piatto.
Sasaki, nel notarla, prese un asciugamano e si diresse verso il tavolo, sedendosi affianco a lei.
«Mammina…»
«Cosa c’è che non va, Saiko?»
«. . . Non le voglio mangiare le verdure»
«Devi farlo, è piena di vitamine!» disse Haise togliendo la forchetta dalle piccole mani della ragazza e prendendo un paio di spinaci su di essa «Su, apri la bocca, che è buona!» e dirigendoli verso la sua bocca, ma si bloccò quando Saiko disse «Visto che è così buona, perché non la mangi tu?»
L’atmosfera nella stanza raggelò di colpo, come se un fulmine fosse appena piombato nel salotto dal nulla, pietrificando tutti. Persino Mutsuki si era fermato dal lavare i piatti per guardare la scena con gli occhi così spalancati che sarebbero potuti cadere da un momento all’altro.
Dopo qualche istante, a sbloccare quella situazione ci pensò Urie «Non può farlo, è un ghoul.»
In quel momento, se nella stanza ci fosse stato un termometro, la temperatura segnata probabilmente sarebbe stata di -20°C.
Gli occhi di Mutsuki si spostarono da Saiko a Urie, uno sguardo indignato e pieno di rabbia nei suoi confronti, ma nulla di esagerato come invece stava facendo Shirazu affettando Urie per il colletto e affibbiandogli insulti, prediche e ramanzine sul come dovrebbe rispettare un investigatore di rango più alto del suo.
Intanto, al tavolo, Haise era piombato in un silenzio tombale, perso in quella stanza immaginaria nel quale il ghoul che ogni notte infestava i suoi incubi sussurrava ininterrottamente “Vedi? Anche loro ti considerano un ghoul. Sono tuoi nemici. Nessuno ti ama, sei come me. Ridammi il mio corpo, su, Haise~”.
«Mammina?» A risvegliarlo da quell’incubo ad occhi aperti fu proprio Saiko, che ora lo stava guardando con evidente preoccupazione sul volto «Tutto bene?»
Haise scosse la testa un secondo, reindossando la solita espressione giocosa di sempre e prendendo un boccone di quel cibo che per lui sembrava erba insipida, ricoperta di urina di cane. Masticò il meno possibile e tenne il cibo più lontano dalla lingua che poté, per poi quasi vomitare nell’ingoiare quel miscuglio. Tenne a bada l’impulso di rigurgitare quello che aveva mangiato e forzò un sorriso, consapevole che tutti nella stanza lo stessero fissando.
«Visto? Sono buoni!» disse con un falso tono allegro, vedendo come gli occhi di Saiko si riempivano di lacrime. Prese un altro boccone e ingerì anche questo, prima di dire «Saiko, che dici, mangiamo metà spinaci tu e metà io?», sforzandosi per far mangiare la sua sottoposta.
Lei, sentendosi in colpa per l’aver fatto mangiare alla sua mammina un cibo che trovava disgustoso, quasi strappò la forchetta di mano ad Haise da quanta foga ci mise nel prenderla, e divorò completamente tutti gli spinaci rimasti nel piatto, sorridendo.
Haise prese il piatto dalle sue mani e tornò al lavandino e ricominciò a lavare i piatti, fingendo che nulla fosse avvenuto.

***

Urie si svegliò nel cuore della notte, allarmato da alcuni suoni inusuali, soffocati dalla porta della sua stanza.
Si alzò fluidamente, adocchiando l’orologio che aveva sul comodino, e spalancando la porta della sua camera per scendere al piano di sotto. “Certo che all’udito così sviluppato avrei fatto volentieri a meno durante l’aumento del potenziale della kagune… Ma chi diavolo è ancora sveglio alle 3:27 di notte?” si chiedeva mentre poggiava il piede sull’ultimo gradino, notando la luce del bagno accesa, e riconoscendo quei suoni come i versi di una persona che rigetta il pasto appena consumato.
Andò verso la cucina, prese una bottiglietta d’acqua e quattro o cinque fazzoletti, e si diresse verso il bagno, intento a fare una ramanzina a chiunque l’avesse svegliato.
Probabilmente non si sarebbe mai aspettato di vedere il suo superiore aggrappato alla tazza del gabinetto con una mano, l’altra in gola, tentando di procurarsi il rigetto. Era uno spettacolo disgustoso, dove il muco, le lacrime, e la saliva di Sasaki colavano nella tazza insieme all’acqua di quattro bottigliette d’acqua sparse per terra, e un mucchio di roba verde.
“Che schifo.” Urie si avvicinò al superiore e poggiò sul pavimento i fazzoletti e la bottiglietta d’acqua, per poi voltarsi.
«G-Grazie» disse Sasaki tra un inspirazione e l’altra
«…» Urie non rispose, per una volta incerto su cosa dire
 

Quella notte, Urie decise che Sasaki Haise era più umano di quanto credesse.

Le note conclusive:
Non è la mia prima "fanfic" scritta, ma è la prima ufficialmente pubblicata di un elenco di 23 di loro, alcune cominciate oltre un anno fa.
Non penso di essere brava a scrivere, infatti ho carenza nel descrivere e quando vedo che questa fanfic ha solo 768 parole mi piange il cuore.
Spero che qualcuno mi seguirà ancora, se mai pubblicherò altro, e spero anche che il mio stile di scrittura non vi abbia fatto cagare.
(Per favore, se notate errori coi tempi verbali o con qualsiasi cosa, fatemelo notare. A volte mi distraggo. (E sono le 2:52 di notte))
Piccolo 'disclaimer': Questa idea non è completamente mia, ma mia e di un amica. Il testo scritto lo è interamente.
 
  
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