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Autore: Lory221B    05/09/2015    8 recensioni
Sherlock e John vivono nello stesso appartamento ma non si sono mai incontrati. Il solo mezzo per comunicare è la cassetta delle lettere del 221b di Baker Street. Com'è possibile? Sherlock vive nel 2008 e John nel 2010 e incontrarsi non sarà così facile.
Liberamente ispirato dal film "La casa sul lago del tempo"
Genere: Fantasy, Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di sir A.C.Doyle, Moffatt Gatiss BBC ecc.; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro per il mio puro divertimento


Prologo

John era seduto su una panchina, con il suo bicchiere starbucks fumante in mano. L'aria frizzante dell'autunno aveva sostituito il caldo di una delle più torride estati degli ultimi anni.

Seduto al suo fianco, il collega Mike Stamford, era intento a leggere il giornale. I due stavano trascorrendo la loro pausa pranzo in silenzio, lontano dalla piccola clinica Londinese dove lavoravano.

John non era mai riuscito ad abituarsi a quel tipo di vita, dopo il periodo militare in Afghanistan non aveva trovato nulla che lo soddisfacesse e il lavoro di medico era solo una pezza in una vita piuttosto piatta.


- Quando mi hai detto che ti trasferisci? - chiese Mike distrattamente.

- Mi sono già trasferito. Oggi abbiamo appuntamento con l'arredatrice della casa per le ultime modifiche - rispose John, continuando a soffiare sul suo caffè bollente.

- Mary sarà contenta no? Aveva sempre voluto abitare in periferia -

- Già - rispose con una leggera punta di malinconia il dottore.

- Con la posta come fai? -

- Ho lasciato nella cassetta delle lettere del mio vecchio appartamento una comunicazione per il nuovo inquilino. Spero sia così gentile da inoltrarmi l'eventuale posta indirizzata a me -



***** ******


25 settembre 2010

Gentile nuovo inquilino del 221b,

Le sarei grato se mi facesse la cortesia di inoltrare la posta a me indirizzata al mio nuovo indirizzo indicato sul frontespizio della busta.

Spero si troverà bene in Baker St., io l'ho trovata una zona molto tranquilla e piacevole.

Cordiali saluti,

Dr. John Watson

ps in soffitta ci sono degli scatoloni con provette e altra attrezzatura scientifica, erano lì già da prima che mi trasferissi. Anche le impronte di cane sul tappeto del soggiorno erano già presenti.


Sherlock Holmes guardò più volte la lettera, non riusciva davvero a capirne il significato. La cosa era assurda, non sembrava avesse a che fare con un pazzo o un mitomane ma il senso della lettera era inspiegabile. La rilesse più volte, controllando il tipo di carta, la calligrafia e l'inchiostro usato.

Questo Dr. Watson, che sosteneva di abitare prima di lui al 221b di Baker Street, prima cosa assurda, asseriva inoltre che sul tappeto c'erano delle impronte di cane, che in realtà non erano presenti e degli scatoloni in soffitta. Peccato che nella soffitta della signora Hudson non vi fossero nemmeno i ragni.

Non aveva però tempo di soffermarsi su quella lettera, per quanto strana gli sembrasse, per cui la appoggiò sopra le bollette e uscì in direzione Scotland Yard, l'Ispettore Lestrade l'aveva chiamato per un nuovo caso.

Qualche  giorno dopo, il detective era più annoiato che mai. Aveva risolto velocemente il caso e non c'erano nuovi clienti all'orizzonte. Si trovò seduto sul divano, circondato da scatoloni.

Si era trasferito da poco in Baker St. e la casa era ancora sottosopra. Essendo stufo di sentire le lamentele della signora Hudson decise che quel pomeriggio avrebbe fatto ordine e tutto quello che risultava superfluo, l'avrebbe buttato o sistemato da qualche altra parte.

Togliendo le varie boccette e le altre attrezzature scientifiche dagli scatoloni, si rese conto che aveva portato troppe cose con sé e, a meno di non occupare ogni superficie della cucina con i suoi esperimenti, pavimento compreso, non sarebbe mai riuscito a utilizzarle tutte. Per cui parte dell'attrezzatura ritornò negli scatoloni che successivamente avrebbe trasportato in soffitta.

Continuò il trasloco pigramente, quando qualcuno bussò alla porta.

Sherlock andò ad aprire quando venne letteralmente travolto da un cane di grossa taglia. Dietro di lui il proprietario, un cliente che aveva bisogno dell'unico consulente investigativo al mondo, che subito si scusò dell'accaduto.

Quando il cliente, peraltro molto noioso, andò via Sherlock rimase a fissare il tappeto. Erano rimaste le impronte delle zampe sporche del cane. Sbatté più volte le palpebre e poi si girò a guardare le scatole che aveva ammucchiato e che avrebbe portato in soffitta.

La cosa stava diventando troppo strana, quello che lo sconosciuto aveva scritto nella lettera si era avverato; incuriosito a quel punto riprese in mano lettera del dr. Watson e decise di rispondere.


1 ottobre 2008

Caro dr. Watson,

non capisco davvero a cosa faccia riferimento. La signora Hudon mi ha informato che l'appartamento è vuoto da anni.

Quello che più mi stupisce è come facesse a sapere degli scatoloni e delle impronte del cane sul tappeto.

All'inizio leggendo la lettera credevo lei avesse un disturbo post traumatico, che ancora non escludo. Ma la successiva presenza delle impronte e degli scatoloni mi ha alquanto confuso. Odio non sapere, pertanto La prego di riscontrare questa mia.

Cordialmente,

Sherlock Holmes

ps Dovrebbe guardare il calendario ogni tanto, siamo nel 2008, non nel 2010.



Angolo autrice:

Eccomi qui, di nuovo, con l'aria frizzante dell'autunno.

Spero vi piaccia l'idea ispirata dal film "La casa sul lago del tempo", al prossimo aggiornamento, un bacione!
   
 
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