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Autore: Draconis_1229_    05/09/2015    0 recensioni
La guerra è finita ma molti mangiamorte sono ancora a piede libero, non avendo più un leader cercano un capro espiatorio e non gli importa se è solo un ragazzo che non aveva controllo della sua vita. Un continuo nascondersi e scappare renderà ancora più difficile la missione dei vecchi e nuovi salvatori del mondo magico. Per salvarsi dovranno abbattere forti pregiudizi e faide, alla ricerca di ricordi all'apparenza insignificanti. Ormai il famoso Trio si dovrà allargare ospitando un "nemico" forse mai stato tale.
Genere: Avventura, Drammatico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Il Secondo Trio (Neville, Ginny, Luna), Il trio protagonista | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny, Luna/Neville, Ron/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Hey!! Questa è la mia prima Fanfiction, spero vi piaccia! Vi prego di commentare così portò sapere cosa ne pensate e miglorerò i prossimi capitoli. oggi posto subito anche il secondo così magari avete un'idea più chiara (sì come no! Siamo solo all'inizio di questo brl casino XD) Lo so che è corto, perdonatemi, fatemici abituare e sarannopiù lunghi. devo prendere la mano ed entrare nell'ottica che (forse, speriamo!) qualcuno sta leggendo la mia storia ed è interessato al seguito. ripeto: perfavore commentate! ora vi lascio, perdonata gli eventuali errori, un bacio
Draconis :)

POV   NARR
Jane Granger era da poco tornata alla sua vita “originale”, circa due settimane prima la figlia aveva fatto tornare la memoria  a lei e a suo marito Scott.
All’inizio aveva tentato con un approccio psicologico, descrivendo loro dei momenti vissuti assieme. Erano molto dubbiosi, stavano per chiamare la polizia quando lei diede loro un orsetto di pezza ed un diario di scuola. Agitò nella loro direzione la bacchetta con movimenti fluidi accompagnati da una formula in latino. Una polvere dorata uscita dai due oggetti li avvolse e in pochi secondi i due si ricordavano tutto.
Hermione non le aveva voluto raccontare molto della guerra , ma capiva, era passato solo un mese e erano accadute cose terribili durante l’anno che loro avevano passato in Australia. Sapeva però che ora aveva il ragazzo, Ronald, lo aveva visto un paio di volte. Capelli rossi, alto, lentiggini, fisico da sportivo (non tutto muscoli ma neanche uno stecchino pelle e ossa) . Da un po’ di tempo litigavano sempre più spesso, da quanto diceva la ragazza lui era un idiota egocentrico che non vedeva le situazioni da un punto di vista differente. Quella sera era a cena da lui assieme ad altri amici. Sarebbe tornata di sicuro presto, alle 23.00 al massimo, e molto frustrata. Mentre era persa nella formulazione di queste sue conclusioni sentì delle urla farsi sempre più vicine. “I soliti ragazzini e le loro stupide feste” si ritrovò a dire tra se e se con uno sbuffo. Dopo poco si rese conto che non erano urla allegre di ragazzi starnazzanti: erano urla di terrore, urla che disperatamente chiedevano aiuto. Si alzò di scatto dalla poltrona di pelle e corse in direzione della porta. Non  appena posò la mano sulla maniglia sentì due esplosioni. Uscì giusto in tempo per vedere due nuvole nere volare via veloci. Quando esse si dissolsero completamente l’occhio le cadde su una figura stesa a terra priva di sensi, era avvolto in un mantello scuro, la pelle chiara era macchiata di sangue vecchio e nuovo come i pantaloni e la camicia. La manica sinistra era stata strappata con violenza per mostrare uno strano tatuaggio sull’interno dell’avanbraccio: un teschio dalla cui bocca usciva un serpente. Vicino all’altra mano giaceva una bacchetta di legno scuro. La recuperò e , con uno scatto di adrenalina, si caricò il corpo sulla schiena. Fortunatamente non erano lontani da casa e lei aveva lasciato sia il cancello che la porta aperti. Lo poggiò con più cautela possibile sul divano color panna. Si inginocchiò di fianco a lui, prese dal tavolino di quercia un fazzoletto e lo inumidì con dell’acqua. Glielo passo con lentezza sul viso, pulendolo. Con un nodo allo stomaco si accorse che era giovane, molto giovane, troppo giovane per subire quello che aveva subito quella sera. Con mani tremanti prese il cellulare dalla tasca posteriore dei jeans e digitò il numero della figlia, sperando vivamente che era la prima volta che gli facevano una cosa simile. Si dovette ricredere però quando, con la mano libera, gli tolse la camicia e trovò molte cicatrici sulla schiena chiara del ragazzo, erano probabilmente state provocate da delle frustate, ricevute più volte, visti i vari colori della pelle attorno ai segni.

POV HERMIONE
Stavamo mangiando in un silenzio imbarazzante interrotto solo da alcuni “Mi passi l’acqua?” o “Ottimo pollo Signora Weasley” . Se non si contavano il masticare rumoroso di Ronald e i grugniti del piccolo Teddy ovviamente. Arthur ad un tratto tossichiò e chiese e Harry della casa a Godric’s Hollow, che stava cercando di ristrutturare.
<< Oh, bene direi. Ho finito di aggiustare il pavimento e il tetto. Ora almeno si capisce che è un abitazione>> concluse con una risata nervosa. Il clima era un po’ rigido negli ultimi tempi. Con la morte di Fred, George si era del tutto spento, fin i capelli stavano perdendo di colore. Ginny quell’inverno doveva fare i M.A.G.O, che per ovvi motivi erano stati sospesi, e poi si sarebbe trasferita da Harry, parlavano già di sposarsi ma lo sapevano in pochi. I Signori Weasley  non l’avevano presa poi così bene, visto che avevano solo 18 e 19 anni (quasi). Io e Ron poi, non eravamo ciò che si può definire una coppietta felice.
 
 Dopo questo brevissimo dialogo ricalò il più totale silenzio, a ripensarci non era poi così brutto in confronto a ciò che successe poco dopo:
<< Ronald, potresti mangiare con la bocca chiusa? Ti cadono pezzi di cibo sul piatto>> dissi con espressione schifata.
<< E allora? Il piatto è mio. E anche se fosse nostro non è niente di che sono il tuo ragazzo, dobbiamo condividere e sopportare i nostri difetti>>
<< Uno: è disgustoso. Due: Non ritirare in ballo il discorso! Ne abbiamo già parlato! La mia risposta è ancora: NO, NON SONO PRONTA!>>
Lui sbuffò e uscì dalla stanza sbattendo la porta. Tutti si voltarono verso di me incuriositi e increduli. Persino Teddy rimase sconcertato e interruppe la sua esibizione di “canto”. In quello la suoneria del mio cellulare partì a tutto volume. “Salvata dal telefono” pensai dopo aver sibilato un timido: <> ed essere andata in cortile. La voce di mamma era bassa e spaventata:<> e dopo ciò mi mise giù. Entrai ad avvisare che dovevo andarmene, stavo per dire il motivo quando mi ricordai: è molto giovane, ha uno strano tatuaggio sul braccio sinistro. Non aggiunsi altro, non accennai al ragazzo neanche per sbaglio durante la mia bugia inventata su due piedi. Un sospetto mi attanagliava: era lui?
Mi smaterializzai pochi minuti dopo la telefonata di mia madre e riapparvi davanti a casa mia nel giro di una manciata di secondi. Aprii la porta con molta foga e corsi verso il salotto. Mi bloccai però sulla soglia, il corpo era scosso da violenti spasmi durante uno dei quali alzo la testa per mostrare dei folti capelli biondo platino. Nei sette anni precedenti avrei tanto voluto poter assistere a questa scena, ma ora mi ritrovavo a pensare: no, non lui, non Draco Malfoy.

POV  RON
“Arhg! Sempre la stessa storia:   Non sono pronta! Non stressarmi!  Ma fammi il piacere! Qua tutti si sbrigano a far diventare più serie le loro relazioni e noi? NO, perché lei non è pronta! Penseranno che non sia in grado di renderla felice, ma lei è così egoista che non pensa che non pensa mai a quello che voglio io!! Insomma! Mi rovina la reputazione! Perché io HO una reputazione, vero?! Con Lavanda sono diventato famoso!! Vero?! Arhg!!”  Entrai in camera mia come una furia e tirai un pugno al muro. Risultato? Muro rotto e mano insanguinata. Riparai il muro con la magia ma per la mano ho bisogno del disinfettante. Il bagno era un piano sotto di me quindi rinunciai e mi sedetti per terra con la testa appoggiata ai piedi del letto. Rimasi lì un po’, non saprei dire quando: forse ore, forse pochi secondi. Comunque avevo capito che se volevo stare con Hermione dovevo aspettare, non che avessi una grande pazienza ma almeno provare a non tirar fuori quell’argomento in continuo. Decisi che dovevo comunicarle questa mia decisione, quindi tornai in sala da pranzo ma di lei non c’era traccia. Chiesi dove fosse andata e mi dissero che Jane l’aveva chiamata perché suo padre era convinto di trovarsi a Sidney e voleva fare un giro in barca. “Sì sì, come no! Fa pure l’offesa ora!” pensai digrignando i denti.
   
 
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