-Mi dispiace-
Aomine ringhia, contrariato, ma si risparmia di rispondere. Gli stringe invece le mani attorno ai fianchi, più forte, tirandoselo in grembo quasi brutalmente; e quando Sakurai strilla, con quella voce acuta che stride sui timpani, affonda il viso a mordergli il collo –e il grido si trasforma in un ansito e poi in un gemito.
Sa di sale, la pelle di Sakurai; di sudore e di fatica. È un sapore forte, meno aspro delle fette di limone che gli prepara, più amaro dei polipetti o dei manicaretti che gli ruba ai pasti; non è dolce, ma ha scoperto che ne è più assuefatto, ne ha bisogno quasi fosse una droga: lo marchia, gli lecca la pelle, succhia piano la carne, e quel nugolo di ansia e frustrazione che gli si agitava irrequieto tra il cuore e il cervello si spegne per lasciar posto a una fame diversa, che non gli brucia acida lo stomaco ma gli scalda placida l’addome, la pancia, l’inguine.
Quando le sue mani si stringono all’elastico dei pantaloncini, Sakurai si lascia sfuggire un suono soffocato, che è a metà un miagolio e metà un singhiozzo.
-Scusa- gorgoglia, e intanto le sue gambe si allargano, il bacino che s’inarca quando le mani di Aomine gli stringono le natiche, con forza. Il contrasto tra il pigolare della sua voce, mesto e innocente, e la lascivia con cui si lascia spogliare è talmente forte che Aomine non riesce più a trattenersi: gli toglie i vestiti quasi con rabbia, gettandoli a terra e non curandosi affatto se per caso finiscono tra i resti del pranzo che Ryou con la sua goffaggine ha rovesciato a terra; lo sveste e lo graffia, lo morde, lo bacia, riempiendo la sua pelle pallida di una fiera scia di segni rossi e vividi, lucidi di saliva. E quando arriva al suo sesso, gonfio e eretto e imperlato delle prime gocce di piacere, la fame si fa violenta, irresistibile.
-Itadakimasu- sibila, gli occhi che saettano appena verso il volto sfatto e ansante della sua preda. E prima che Sakurai possa scusarti ancora una volta, lo prende tra le labbra, ingoiando vorace il suo sapore e il vagito di piacere che gli scuote i polmoni.