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Autore: ProngsPadfoot    05/09/2015    2 recensioni
L'amore tira fuori il meglio di noi.
"Cosa ci potrebbe essere di peggio di una persona che parla senza una pausa, Prongs?"
"Brutto cagnaccio, non capirai mai l'amore."
Una One-Shot senza pretese. Perdonatemi il carattere del testo, ho il computer rotto. Recensite in tanti, un bacio virtuale, Prongs.
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Quello era uno strano giorno e James si augurava che tutto sarebbe andato per il verso giusto.
James ne era quasi sicuro, nulla poteva andare storto.
Perfino Sirius lo avrebbe dovuto ammettere. Quello sarebbe stato il giorno, e non di certo uno qualsiasi. Quasi avesse ricevuto una rivelazione, James aveva l'aria di uno che la sapeva lunga.
Aveva stampato sul volto un sorriso idiota e continuava a blaterare sulla sua vita, sbuffando di tanto in tanto.
Pensava a lei, il caro vecchio James, incapace di tener le sue considerazioni per sé.
Era steso malamente sul suo letto, in posizione supina e muoveva a ritmo le braccia, parlando e canticchiando di tanto in tanto.
Aveva la testa da tutt'altra parte, James. Pensava e ripensava alla festicciola del vecchio professore di Pozioni a cui aveva partecipato pochi giorni prima. A come la Evans lo avesse salutato chiamandolo per nome, e come si fosse lasciata scappare un risolino alla sua battuta.
Mai come allora James si era sentito più orgoglioso della propria simpatia, e questo, gente, è tutto dire.
Erano cambiate le cose tra i due, in effetti anche lei se ne era resa conto e i loro rapporti erano se non amichevoli, quasi.
James era cambiato, era diventato più maturo nel corso dell'ultimo anno, aveva messo finalmente la testa sulle spalle, ed era stato difatti ricompensato dal preside con la carica di Caposcuola.
Sirius non era molto incline a prender parte dei pensieri dell'amico , nè tantomeno a dover commentare i suoi atteggiamenti in quel momento, sebbene di solito fosse l'unico che li trovasse davvero esilaranti e divertenti.
Al contrario, continuava a sbuffare, continuando a dondolarsi sui talloni, roteando gli occhi. Non ne poteva più, e non era di certo da biasimare.
Erano ore che quel cornuto del suo amico se ne stava a borbottare, sospirare, sbuffare e dire parole sconnesse.
E fu quando James sbuffò per l'ennesima volta che si rese conto di stare ringhiando.
James si girò a fissarlo con tanto d'occhi, incredulo, e mormorò mestamente: «Non mi amerà mai, andrà tutto storto, me la sento.»
Detto ciò, chiuse le tende del baldacchino e convenne saggio non uscirne più.
«Per tutte le mutande di Morgana, sia ringraziato Godric!» ululò Sirius, alzando il pugno al cielo, vittorioso.
Possibile che non stesse mai zitto?
Il bello era che non se ne rendeva conto, poverino. James Potter era un ragazzo loquace, a suo dire. Nulla di più errato, ad onore del vero.
Era logorroico; ripeteva fino all' esasperazione altrui le stesse medesime cose noiose e prive di importanza, vedisi Lily Evans, l'argomento che privilegiava e di cui discuteva più amabilmente.
Fu all' esclamazione dell' amico che tirò via le tende e mormorò: «Cosa ci trova Lily in quel Michael? Insomma, hai visto che capelli ha?- Sirius dovette sforzarsi per non ridere, "proprio lui si permetteva di parlare con quella esplosione di peli che si ritrovava in testa"?- e, e, hai visto come gioca a Quidditch?
Poi è stupido, sembra un pallone gonfiato. Insomma cosa ha lui che io non ho?»
«Amico, quello ha il cervello nel culo, lo ha perso alla prima scorreggia.»
Remus tossì parecchio imbarazzato e sussurrò un appena udibile «sempre delicato, Sirius.»
James, d'altro canto, parve rincuorato e stava già per parlare... di nuovo, quando Sirius lo interruppe, battendogli una pacca sulla spalla: «Prongs, puoi dire di aver concluso brillantemente la seconda fase. Basta fare la parte dell'amico, adesso.
Alzati da quel letto e lotta per il tuo amore, su và!»
Detto ciò, Sirius prese dalla tasca della sua divisa il pacchetto di sigarette babbane e cominciò a fumarne una.
«Ti pare facile?» gli chiese allora James con uno strano sguardo negli occhi, prendendo a sua volta la sigaretta che l'amico gli stava offrendo.
«Beh, sì, o almeno è quello che dici sempre tu, no? Lottare per i propri sogni, amare, essere felici. Ed adesso và, anche perché se rimani questa camera si trasformerà in cappa e non voglio dover odorare di Eau di Lupaccio Abbrustolito.» risolse Sirius, ammiccando verso Remus con un amabile sorriso.

Dieci minuti e una discussione dopo, James era intento a scendere i gradini del dormitorio, facendosi strada per la Sala Comune.
Lily Evans era seduta su una poltrona e sfogliava distrattamente le pagine di un libro, sbadigliando di tanto in tanto. James si diresse a passo insicuro verso di lei.
Mille pensieri tormentavano la sua mente e stava già ritornando verso il dormitorio, essendosi improvvisamente ricordato di fare qualcosa di importante, quando una vocetta fastidiosa e maledettamente nota si insinuò nel suo cervello: "Codardo, cosa ci sarebbe di più importante, sentiamo?"
Insopportabile cagnaccio, lo doveva anche sopportare telepaticamente.
Improvvisamente Lily, accortasi di lui, lo prese delicatamente per un braccio e lo costrinse a guardarla. «Potter, si può sapere perché stai blaterando da solo ? Misericordia, mi hai spaventato.»
A quella stretta lo stomaco di James si contrasse.
La faccia di Evans era imparagonabile. Se ne stava ancora seduta, ma aveva stretto le braccia al petto e guardava con preoccupazione il sorriso inebetito e le gote infuocate del compagno.
"Era quasi tenero", si ritrovò a pensare lei, mentre James tentava di parlare, aprendo e chiudendo la bocca meccanicamente.
«Potter, se è per l'invito ad Hogsmead, sappi che io avevo pensato...»
Ma le parole di Lily si esaurirono presto per far largo a quelle di James che parvero uscire dalla bocca, quasi rompendo una diga per quanto fossero dirompenti.
«Evans, tu mi piaci tantissimo, mi piaci dal primo anno, e per me non è una stupida sfida, non sei una delle tante, ed io posso giurarti una cosa: non sono innamorato di te, e di questo ne sono sicuro. E lo sai perché? Perché ti amo.
Ti amo tanto l'autunno che sembra essere la tua stagione quando le foglie rosse che cadono mi ricordano tanti i tuoi capelli, ma ti amo anche l'inverno, quando la neve mi fa pensare alla tua pelle nivea e delicata.
Ti amo soprattutto in primavera perché c'è tanto di quel verde ed è un verde talmente bello da farlo associare al colore dei tuoi occhi. Ma ti amo in modo completo in estate, perché il sole crea dei giochi di colore coi tuoi capelli e sembra che tu abbia delle isole negli occhi.»
Lily gli catturò una mano e cercò di far azzittire il ragazzo, il quale però aveva appena iniziato il proprio discorso: «No, aspetta, Evans, fammi finire, perché io non ti amo solo per questo.
Io ti amo anche quando la mattina entri in Sala Grande strascicando i piedi, coi capelli spettinati; io ti amo quando ti trovo in Biblioteca, quando sei china sui libri e ti mangiucchi le unghie smaltate.
Lils, io ti amo tanto, nessuno ti amerà più di me, lo so, perché sono io ad amarti. E Michael non ti merita, e non lo dico perché io ci riesca, ma perché meriti qualcuno che ti guardi sempre come se fosse la prima volta, e non si stanchi mai. E io... non riesco a credere che ti stia dicendo veramente queste cose, anche perché se non fosse stato per Sirius...»
"Possibile che quell'altro c'entrasse anche quando si trattava della sua dichiarazione d'amore?" si chiese Lily, mentre emetteva uno sbuffo divertito.
James la guardò interrogativo e la rossa alzò le spalle in segno di resa, scuotendo il capo, ridendo.
«Potter, ma te l'hanno mai detto che sei logorroico? Forza baciami, o potrei anche pentirm...»
James non la fece finir di parlare, mai quella parte di sé l'aveva più aiutato.
   
 
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