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Autore: Edelweissnera    06/09/2015    1 recensioni
Scopriamo come furono gli anni di Hogwarts per i giovani malandrini,per Lily e gli studenti della vecchia generazione,tra scherzi,sentiementi e quella che sarà la scelta tra luce ed oscuritá.
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: James/Lily, Sirius Black/Marlene McKinnon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Diagon Alley,1971

Dalle vetrine di quel negozio cosi' apparentemente piccolo,  s'intravedeva la figura di un uomo, che si muoveva agilmente,la ragazza guardò la scritta sullo stipite vi era inciso "Olivander", sulla lista che stringeva in mano, era indicato come il luogo in cui avrebbe potuto prendere la sua bacchetta, non era piu' un sogno, tutto stava prendendo forma e la ragione lasciava spazio alla magia.
Entrata nel negozio percepì subito l'odore del legno, che le ricordava quello del negozio in cui sua madre le comprò una piccola borsetta in cuoio,
di fronte alla porta principale vi erano posizionati enormi scaffali, in cui erano riposte scatolette rettangolari.
"Scu-u-si?" Disse entrando la streghetta, con tono curioso e gentile, non vedendo piu' l'uomo intravisto da fuori..All'improvviso a tutta velocita' una scala aveva fatto capolino da un lungo corridoio di destra, in cima vi era un signore con i capelli legermente ingrigiti, la guardò da sotto gli occhiali e rapidamente scese, "Buongiorno", disse il signor Olivander.
L' uomo noto' che la giovane era con il naso in sù, non lo aveva sentito, fissava preoccupata tutte quelle bacchette. "Non si preoccupi,sono le bacchette a scegliere il mago o la strega,lei deve solo provarle signorina", il volto della ragazza si rasserenò dopo un breve sussulto. Olivander era un uomo non molto socievole preferiva le bacchette alle persone, eppure si sforzò di essere rassicurante con lei.
"Non abbia paura suvvia,qualsiasi danno verra' riparato", le diede una scatoletta con dentro una fodera di raso rossa scarlatta, delicatamente la giovane sollevò il bastoncino laccato in nero e lo agito'..CRACK! una vetrina andò in frantumi, Olivander per un attimo fu scosso, dopo tutti questi anni non si era abituato a vedere il suo adorato negozio che andava in pezzi sotto l'effetto di 11enni tremanti, la ragazza fece una smorfia dispiaciuta arricciando la bocca, mentre i suoi occhi color smeraldo chiedevano scusa, "Fa nulla,fa nulla..aspetti,mh..vediamo se il mio intuito mi guida bene", sparì ancora su quella scala scorrevole e torno' veloce come un lampo con in mano una nuova scatoletta, le porse la bacchetta che sotto la piccola mano bianca, fece fluttuare una piuma.
"10 pollici e 1/4, Salice, qualcosa mi dice che sarà una grande strega, è ottimo per incantesimi complessi", disse con una punta d'ammirazione nella voce, la ragazza la stringeva tra le mani come fosse l'oggetto piu' prezioso dell'universo guardando l'uomo con il sorriso più sincero che lui avesse mai visto.
"Arrivederci e grazie di tutto!" Accennò dirigendosi verso la porta, "Aspetti signorina,non mi ha detto il suo nome!" la fermò il vecchio negoziante,
"Mi scusi che sbadata,sono Lily,Lily Evans" stringendo la mano al venditore di bacchette, "buona fortuna Lily Evans"le augurò con un sorriso paterno, in quei momenti Olivander era davvero fiero del suo lavoro, e con spirito di rassagnazione aggiustò la millesima vetrina rotta mentre la guardava uscire dal suo negozio, andava verso l'avventura che le avrebbe cambiato la vita.


Stazione di King's Cross,

I babbani a causa di un incantesimo non sono in grado di arrivare al binario 9 e 3/4, per andare bisogna con passo deciso dirigersi verso una parete, sbucando così davanti al quel grande treno rosso, prima che i ragazzi partano si può sentire l'eco dei saluti, le raccomandazioni dei genitori e vedere gli abbracci degli amici ritrovati.
"Tranquilla Mamma,non potevi avere figlio migliore,sarò un agnellino giuro" disse incrociando le dita dietro la schiena il giovane ragazzo dai capelli arruffati, aggiustandosi gli occhiali, "ne sono certa James"Dorea Potter alzò il sopracciglio e fece un sorriso dolce, quando James lo vedeva si sentiva amato, il sorriso di sua madre lo faceva sentire a casa. Dorea Potter era una donna di media altezza ,capelli castani, dei vivaci occhi color nocciola, la sua eleganza si percepiva in ogni piccolo movimento o gesto, non era una bellezza giovane e fiorente, ma non vi erano dubbi che lo fosse stata, suo marito Charlus, rimase affascinato dalla donna fin dal primo istante, si erano incontrati a Diagon Alley, molti anni prima in libreria, dopo essere scivolato su una scopa incantata per guardarla, Dorea lo aveva aiutato a rialzarsi trovandosi faccia a faccia. Il colore nero corvino dei capelli di Charlus era ormai spezzato da qualche capello bianco,portava gli occhiali come quelli di James,grandi e rotondi, ma questo non aveva mai scalfito la sua sicurezza o fierezza. I due amavano il principe di casa a cui non era mai mancato nulla, prima che andasse, si raccolsero in un abbraccio tutti e tre.

A pochi passi da loro, un curioso ragazzo osservava con malinconia quella scena, quella famiglia, sembrava così felice, i suoi occhi si persero nell'abbraccio che si stavano dando, ma fu riportato brutalmente alla realtà sentendo il bastone di suo padre sulla spalla, non era una mano calda ed affettuosa, era freddo e grigio ferro, così come lo era tutta la sua famiglia.
"Sirius,muoviti il treno sta partendo"furono le gelide parole di sua madre, Walburga Black, all'apparenza elegante, ma scostante e altezzosa, capelli neri quasi tendenti al viola, un cappello con la retina che le copriva il viso ed un vestito lungo con dettagli blu notte, indossava una collana in cui vi era incastonato un rubino rosso sangue, l'espressione della donna era un misto di disgusto e superbia di fronte a ciò che aveva intorno, sembrava non vedesse l'ora di andar via. Walburga aveva un cuore avvolto da spine, non sapeva cosa fosse l'amore, tutto aveva un prezzo, che Sirius non era disposto a pagare. Suo padre fu in grado di dire solo due parole "Torna Serpeverde" e sua madre aggiunse "non deluderci almeno in questo", entrambi i sui genitori era come incatenati a quelle parole che apparivano sotto lo stemma di famiglia "Toujours Pur", ovvero "Sempre Puro", parole che per il ragazzo erano vuote. Sirius roteò gli occhi,si convinceva che gli sguardi gelidi di sua madre e suo padre non potessero scalfirlo, ma fecevano male, facevano male come lame di fuoco, così si avviò al treno, indugiando per un attimo sulla soglia e tornando con lo sguardo verso quella famiglia così affettuosa, il ragazzo con i grandi occhiali si voltò verso di lui e gli accennò un sorriso, Sirius si sentì come quando rubava la marmellata alla nonna e veniva sorpreso, era stato scoperto a guardarli, ma vedendo quel sorriso, capì che non si sarebbe preso un ceffone come sarebbe accaduto a casa e ricambiò.

Lily salutava con la mano sua madre e suo padre, felici e fieri della loro figlia minore, Petunia sua sorella invece, si nascondeva dietro una colonna, singhiozzante e invidiosa di non poter andare con lei ad Hogwarts, stringeva i pugni così forte che erano diventati viola, rivolse un ultimo sguardo al finestrino dello scompartimento di Lily, dopo aver incontrato gli occhi dispiaciuti di lei, si voltò.
"Lily non fare così, vedrai che se ne farà una ragione"disse il piccolo pallido Severus Piton cercando di consolare la ragazza i cui occhi ora erano gonfi di lacrime, Lily lo guardò, era contenta di averlo al suo fianco, le ricordava la sua famiglia.
"Spero che staremo nella stessa casa, mi dispiacerebbe doverci separare.."mugolò il ragazzo,"non sarebbe un problema Severus, noi saremo sempre amici"ribattè sorridendo.
Passando di lì James Potter notò distrattamente una figura che guardava fuori dal vetro, ma poi fece un passo indietro e la osservò, la creatura più bella che avesse mai visto, il suo sorriso illuminava tutto, sentì uno strano brontolio, il suo stomaco?forse aveva fame?, la sua pelle bianca era ricoperta da efelidi sul naso, gli occhi erano verdi, verdi smeraldo, incorniciati da una cascata di capelli rossi ondulati, che raccoglieva dietro l'orecchio, decise di entrare non curante del ragazzo di fronte a lei.
"Mi chiamo James Potter"disse con lo sguardo ammiccante ed il sorriso piu' malandrino che riuscì a fare. Facendo così ci aveva conquistato molte ragazzine, anche lei sarebbe caduta ai piedi del grande James Potter.
Lily lo guardò un po torva, magari il ragazzo voleva solo fare amicizia, così gli rispose pacatamente "ehm..Ciao James,io sono Lily e..lui e' Severus".
"Severus..."disse James induguiando un attimo e guardando quel malconcio ragazzo.."Ma che razza di nome e'!"scoppiando in una fragorosa risata, Lily lo guardò digrignando i denti e diventando paonazza, nessuno poteva offendere il suo migliore amico, tanto meno un piccolo, beffardo, borioso ragazzino di nome James Potter.
"Io lo trovo un nome bellissimo e particolare.."Severus arrossì"..lo preferisco ad un comunissimo nome come James,andiamo Sev,cerchiamo gente piu' simpatica" disse Lily spostando con un gesto della mano i capelli, entrambi si alzarono lasciando lì James come uno stoccafisso.
Non poteva crederci, quella ragazzina, lo aveva non solo snobbato ma gli aveva anche detto che il suo nome era banale..come poteva preferire quel..quel Mocciosus a lui, si sedettè contrariato.
Sirius si aggirava per il treno in cerca di uno scompartimento adatto, una ragazzina che stava correndo lo urtò,"guarda dova vai la prossima volta" abbaiò Sirius, lei gli lanciò un'occhiataccia e sparì.
"Bhá queste donne mi uccideranno"disse guardando per aria, gli ricordò quella volta che Emily Burges lo spinse a terra quasi facendolo cadere sugli intrugli di sua nonna,dopotutto le aveva solo rasato il gatto.
Entrò in uno scompartimento in cui sembrava non vi fosse nessuno si guardò intorno, non era vuoto c'era seduto il ragazzino della stazione assorto nei sui pensieri che alla vista di Sirius urlò, "AHHHH","AHHHHH", strillò Sirius pensando che stesse accadendo qualcosa di pericoloso, una caccabomba bolide, un'invasione di folletti della Cornovaglia, o peggio un'altra ragazza.
"Ma sei scemo?mi hai spaventato!",disse James.
"Ei amico datti una calmata e smettila di urlare come le femmine", si guardarono per un attimo e scoppiarono in una fragorosa risata, "piacere James", "Sirius"ricambiò il giovane Black. Si stavano entrambi studiando.
Sirius aveva i capelli lunghi e ricci fino alle spalle, stampato in faccia vi era un sorriso sarcastico, gli occhi erano di un grigio perlato, ma qualcosa nella sua figura di sofferente lo tradiva, James appariva sicuro di sè e fiero, forse anche troppo, si toccava continuamente i capelli arruffandoli,ma a Sirus non dispiaceva.
"Sai credo che potremmo diventare amici, mi sembri sufficentemente fico, meno di me,ma ti accetto" disse scherzosamente James, "ma grazie TESORO". In quello scompartimento con sedili rivestiti di un tessuto rosso i due ragazzi passarono il tempo scherzando e raccontandosi delle loro vite, gli sembrava di conoscersi da sempre, quasi come fossero fratelli, James gli raccontò dell'episodio accaduto poco prima la risposta di Sirus fu "ma lasciale staro le femmine amico mio,nemmeno con un incantesimo riusciremmo a capirle" mentre s'ingozzava di gelatine, sua madre gli aveva detto di non mangiare quelle schifezze, un motivo in più per farlo.

Il treno andava veloce senza fermarsi, un grigio fumo si levava al suo passaggio, James, Sirius, Lily, Severus, guardavano tutti avvicinarsi quell'enorme castello, che sotto la cascate di stelle sembrava ancora piu' magico, immerso in quella radura verde.
   
 
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