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Autore: Astral    06/09/2015    1 recensioni
Il suono cadenzato della linea telefonica assomigliava al rumore di un rubinetto che singhiozza nel lavabo vuoto. Attese qualche minuto col fiato sospeso, con il presentimento spiacevole che si sarebbe spezzata anche quell’eco, cedendo di nuovo il posto all’odiosa voce metallica della segreteria telefonica.
«I Signori Dursley non sono in casa. Siete pregati di lasciare un messaggio dopo il bip».
Impersonale e asettica come quella di uno studio medico. Dal piano di sotto udì il suono di risate e di un capitombolo. Si augurò non avesse nulla a che fare con il box del suo piccolo, ma con Peter nei paraggi non si poteva mai sapere, impacciato com’era.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, I Malandrini, James Potter, Lily Evans, Sirius Black | Coppie: Arthur/Molly, James/Lily
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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23 ottobre 1981
 
 
 
Le dita sottili composero il numero per la terza volta consecutiva. Tre era il numero perfetto, il suo numero fortunato. Lo sentì squillare, mentre teneva la cornetta così forte che le dita iniziavano a essere indolenzite.
Il suono cadenzato  della linea telefonica assomigliava al rumore di un rubinetto che singhiozza nel lavabo vuoto. Attese qualche minuto col fiato sospeso, con il presentimento spiacevole che si sarebbe spezzata anche quell’eco, cedendo di nuovo il posto all’odiosa voce metallica della segreteria telefonica.
«I Signori Dursley non sono in casa. Siete pregati di lasciare un messaggio dopo il bip».
Impersonale e asettica come quella di uno studio medico.  Dal piano di sotto udì  il suono di risate e di un capitombolo. Si augurò non avesse nulla a che fare con il box del suo piccolo, ma con Peter nei paraggi non si poteva mai sapere, impacciato com’era.
Sentì bussare delicatamente sull’uscio semiaperto.
«Tesoro, sono tutti giù che ti aspettano». Le riservò quel sorriso speciale che era sempre stato solo suo, come se dovesse sempre scusarsi di qualche guaio. Il che la maggior parte delle volte era vero.
Lily ricambiò quel sorriso e mise giù la cornetta del telefono. I numeri fortunati non sempre funzionavano.
«A volte credo che abbia impostato quella segreteria per me. Per farmi il dispetto di non poter nemmeno sentire la sua voce registrata». Si sentiva stupida a dirlo ad alta voce, ma quando l’ascoltava le sembrava solo un altro modo che sua sorella Petunia aveva trovato per punirla ed escluderla dalla sua vita. Da quella con Vernon e quel nipote che non le aveva permesso di abbracciare o almeno vedere. Petunia era diventata mamma e non l’aveva voluta con sé. Lei invece non aveva smesso di pensare un attimo alla sorella quando al San Mungo aveva passato le prime ore con il piccolo Harry.
«Lily, sai com’è Petunia».
«Sì, lo so, ma non significa che mi ci rassegnerò mai. È mia sorella». Piegò la testa sulla spalla di James che l’aveva raggiunta sul letto.
«Se ti rassegnassi, non saresti la Lily Evans di cui mi sono innamorato. Testarda come un mulo e buona come il pane». Le baciò la guancia, asciugando una lacrima solitaria che era sfuggita alle ciglia chiare di sua moglie.
«Io sarei testarda» rise Lily con la voce ancora rotta per il pianto vicino «Potter, hai provato a scaldare il biberon di nostro figlio in forno, nonostante ti avessi detto di non farlo, solo per dimostrarmi che avevo torto».
«Le persone geniali hanno bisogno di sperimentare per apprendere»
Lily alzò gli occhi al cielo rassegnata. Rimasero abbracciati in silenzio per qualche minuto.
«Mi piacerebbe immaginare insieme a lei in cosa Harry assomigli ai nonni. Scherzare su come la mamma avrebbe viziato i piccoli dando loro caramelle di nascosto mentre a noi le proibiva perché cariavano i denti o parlare di papà che li avrebbe portati a pesca». Tirò su col naso, nascondendo il volto nell’incavo del collo di James.
«Io non lo so cosa vuol dire avere una sorella, amore, ma so che non puoi obbligare qualcuno a volerti bene e se Petunia non capisce che persona fantastica ha avuto la fortuna di avere come sorella, poco male. Il nostro pianoterra è pieno di persone che non ti vorrebbero fuori dalle loro vite per nulla al mondo». Lily uscì dalla tana che si era creata tra le braccia del marito e si asciugò gli occhi con la manica della sua camicia a fiori.
«Ti amo» sussurrò sfiorandogli le labbra con un bacio.
Mano nella mano scesero le scale della loro casa che odorava della torta al cioccolato preparata da Molly ed era piena di risate, di versi giocosi per divertire il piccolo. Non li avevano visti ancora e Lily poté godersi quella vista indisturbata, come in una bella foto da ricordare nei momenti bui che diventavano ogni giorno più vicini a loro. Forse non li avrebbe nemmeno più rivisti tutti insieme. Le ultime 24 ore prima di trasferirsi a Godric’s Hollow, in una nuova casa, dove per un po’ sarebbero stati al sicuro. Guardò con apprensione Arthur maneggiare il tostapane attaccato alla presa, ma si rese conto che c’era già Molly a tenerlo d’occhio mentre versava da bere a Remus e contemporaneamente sgridava Peter, sotterrato dai giocattoli in cui era inciampato. E in fondo a tutti, vicino alla finestra, Sirius Black con il braccio il piccolo Harry aggrappato dispettosamente ai suoi capelli. Fu il primo ad accorgersi di Lily e James.
Le sorrise.
Per l’ultima volta.
   
 
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