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Autore: Sam27    06/09/2015    3 recensioni
“Le cose si rompono in continuazione.
Bicchieri, piatti, unghie.
Le promesse.
I cuori”
Questo non è l’inizio di un best seller né il racconto che vi cambierà la vita è semplicemente la storia di un matrimonio
Di come due persone inizino ad amarsi e poi continuino semplicemente a farlo per colpa dell’abitudine
Di come l’amore si trasformi in sesso
Di come gli impegni siano una scusa per non parlare e i piatti rotti un pretesto per non piangere
Di come sarebbe tutto più facile se smettessimo di rompere le cose ed iniziassimo a mantenere le promesse
Di come nessuno si accorga di quanto sia fragile e precario l’amore
Questa storia partecipa al contest "Sperimentiamo sulla struttura" indetto da Marge86
Genere: Drammatico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Le cose si rompono in continuazione
 “Le cose si rompono in continuazione.
Bicchieri, piatti, unghie.
Le promesse.
I cuori”
Jodi Picoult

 
 
La ragazza tirò su con il naso, teneva la testa bassa,aveva  fili di grano in testa, il mare negli occhi ed una salopette sbiadita a coprire il corpo magro e snello. Si dondolava tristemente sull’altalena, in quel parco giochi popolato per lo più da bambini vivaci che correvano veloci, per sfuggire al tempo ed alle madri ansiose di andare a preparare la cena.
-Ciao- disse un ragazzo avvicinandosi all’altalena solitaria ed alla sua occupante.
Non ottenne risposta, perciò si passò una mano tra i capelli arruffati e continuò: -Mi dispiace per prima, okay? Non volevo che piangevi, era solo per scherzare. Gli altri ci sono andati giù pesanti, lo so, ma…-
-Piangessi- mormorò lei senza alzare lo sguardo, continuando a studiarsi le scarpe.
-Come?- le fece eco lui, perplesso, guardandola con attenti occhi nocciola screziati di verde.
-Si dice: “Non volevo che piangessi”- lo corresse piantando i propri occhi nei suoi.
Erano rossi di pianto ma il ragazzo pensò che fossero bellissimi e, in un attimo, decise che sarebbero stati suoi.
-Non avrei dovuto dirti quelle cose, davvero, lo so che sei molto più intelligente di tutti gli altri messi insieme-
-Di te no?- chiese lei senza ombra di malizia nella voce.
-Io sono perfetto-
La ragazza scoppiò a ridere e lui sorrise mentre il suo cuore aveva intercettato il ritmo di quella risata e già ne seguiva il tempo.
-Stefano- le disse  sorridendo sghembo.
-Aurora- disse a sua volta la ragazza stringendo con decisione  la mano che le veniva porta.
Aurora fece per lasciare la presa ma Stefano strinse con maggiore enfasi e l’aiutò ad alzarsi.
-Vuoi venire al ballo di fine anno con me, Aurora?-
-Davvero ci andresti con una brutta secchiona come me?- chiese lei ammiccando e squadrandolo.
-Dovrò farmi perdonare in qualche modo, no?-
Aurora lo studiò ancora, indecisa.
-E poi, ora che ti ho vista da più vicino, mi sono accorto di quanto tu sei bella-
Aurora rise di nuovo.
-Sia- lo corresse senza smettere di sorridere –Facciamo così: io vengo al ballo con te e tu ti fai dare qualche ripetizione di italiano-
Stefano, per la prima volta nella sua lunga vita da play-boy, arrossì.
Si guardarono negli occhi per un lungo istante e, anche se non lo sapevano ancora, avevano già vinto senza aver ancora iniziato a giocare.
-Non posso uscire con un ragazzo che non sa usare i congiuntivi- continuò Aurora –Rovinerei la mia fama di secchiona sciattona-
-Questa me la sono cercata- si arrese Stefano alzando le mani in segno di resa e, questa volta, fu il suo turno di scoppiare a ridere.
-Ora devo andare- disse Aurora nervosamente, controllando l’orologio.
-Sabato alle otto e mezza, okay?-
Aurora annuì e gli voltò le spalle, correndo verso la bicicletta con il sorriso più ampio che avesse mai avuto.
Stefano, vedendo quelle trecce bionde sparire dietro l’angolo, si promise che mai più quegli occhi azzurri avrebbero versato una lacrima per colpa sua.
Poi si diede dell’idiota: non le aveva chiesto dove abitava abitasse abitava … oh, al diavolo! Aveva dannatamente bisogno di alcune ripetizioni di italiano.
 

Aurora e Stefano
Ti aspettano il 07/10/1998, dopo la cerimonia,
Presso il ristorante
“Lucciola”
Via Roma 77, Milano
Per il pranzo di nozze con amici e parenti
E’ gradita la conferma, grazie

 
 
Lista della spesa 30-12-1999:
  • 2/3 (o meglio 4) bottiglie di Vodka
  • 10 pesche
  • 12 birre in bottiglia (no lattina, Stefano odia le lattine)
  • Tovaglia di carta
  • Tovaglioli q.b.
  • 1 kg di pesce fresco
  • Biscotti della fortuna:
  • 60 g burro
  • 3 uova
  • 60 g zucchero a velo
  • 100 g farina
  • 1 bustina di vanillina
  • Foglietti colorati
 
Aurora si chiuse la porta alle spalle e tirò un sospiro di sollievo, appoggiandosi ad essa.
-Pensavo non se ne sarebbero più andati- sbuffò lanciando un’occhiata serena al marito.
Stefano appoggiò le mani ai lati della sua testa bionda e sorrise: -E’ stato divertente, no?-
Aurora annuì e sgattaiolò via,non tanto perché non volesse quel contatto ma solo per farsi inseguire da lui. Stefano stette al gioco: le andò dietro e la rincorse fino alla grande camera da letto, lì riuscì ad acciuffarla e la prese in braccio, buttandola nel letto matrimoniale e lasciandosi cadere al suo fianco.
Lei rise, socchiudendo gli occhi e lasciandosi baciare dolcemente ed ovunque.
-E’ tardi, amore- disse poi scrutando l’orologio sulla parete.
-Non hai mai sentito il detto: “Quello che fai il primo dell’anno lo fai tutto l’anno?- le sussurrò lui all’orecchio, provocandole piccoli brividi su tutto il corpo.
-Qualche volta- sussurrò Aurora ridacchiando mentre lui le solleticava il collo con la barba curata.
-Sai che ti dico? Ho una voglia matta di fare l’amore con  te tutto l’anno-
Aurora gli sollevò il mento e lo baciò con foga, si rotolarono nel letto come due amanti, facendo cadere a terra i cuscini ai quali, ben presto, andarono a fare compagnia un vestito blu, una camicia ed un paio di jeans.
Stefano la baciava, facendo correre le mani su quel corpo nudo e familiare, ogni tanto le lasciava piccoli baci in posti proibiti, lì dove sapeva che le sarebbe piaciuto di più. Aurora affondava le mani nei suoi capelli mentre sentiva che quei piccoli ma intensi contatti la stavano facendo impazzire. Presto si fusero in un’unica cosa sussurrandosi parole già dette ma sempre dolcissime.
Infine rimasero abbracciati in un groviglio di gambe e braccia, accarezzandosi senza più alcuna malizia sotto le coperte.
-Buonanotte- disse Stefano sorridendo nel buio.
-Buonanotte- rispose Aurora in un sussurro, stringendosi a lui.
 
 
Lista della spesa 10-07-2004
  • Omogenizzati
  • 4 confezioni di pannolini Panpers
  • zati vari per il resto della settimana
  • Batterie mini-stilo
  • Nuovo frullatore (quello che costa meno)
  • Pasta
  • Pomodori
  • Insalata
  • Banane
  • Ciliegie
  • Latte
  • Liquido per piatti
  • Pastiglia lavastoviglie
  • Preparato per torte
 
Aurora era distesa sul letto, già in pigiama, intenta a leggere uno dei suoi libri preferiti, era così immersa nella lettura che non sentì il marito arrivare.
Stefano la vide lì, bella come sempre e vestita solo con una maglia troppo larga. La raggiunse e la abbracciò, trascinandola via dal libro e posandole un lungo bacio sul collo, assaporando il suo profumo.
-Sono sfinito, al lavoro è andato tutto storto… l’azienda non sta attraversando uno dei suoi periodi migliori- sussurrò Stefano.
-Rimpiangi il calcio?- domandò lei stringendosi a lui.
-Un po’- rispose lui, cauto.
Stefano la girò lentamente verso di sé poi si abbassò e le fece il solletico. Aurora prese a strillare e a ridere e Stefano dovette baciarla per zittirla.
-Shhh, sveglieremo il bambino- disse lei lanciando una rapida occhiata alla culla mentre lui le toglieva la maglia.
-Non si accorgerà di nulla- sussurrò Stefano in risposta, rimanendo nudo a sua volta ed affrettandosi a spegnere la luce.
Si amarono con gesti lenti e studiati, ripetendo ciò che ormai sapevano a memoria ma che non volevano stancarsi di fare. Quando entrambi raggiunsero l’apice del piacere si rivestirono sempre in completo silenzio, Aurora fece per dire qualcosa ma Stefano si era già addormentato: le labbra carnose semiaperte, il petto piatto anche se privo dei muscoli di un tempo, i capelli corti ed in ordine.
Gli posò un rapido bacio sulle labbra poi restò a guardarlo fino a che non scivolò anche lei nel mondo dei sogni.
 
Lista della spesa 05-09-2010
  • Cartella dei Pokemon
  • Quaderni
  • Penne
  • Gomme
  • Righello
  • Astuccio
  • Carta igienica
  • Carne
  • Mele
  • Uva
  • Zucchini
  • Insalata
  • Spumante (promozione Stefano)
N.B.= passare in pasticceria a ritirare la torta
 
Aurora giaceva con la faccia rivolta verso il muro, aveva un mal di testa atroce e stava aspettando che l’aspirina facesse effetto.
-Che cosa ci fai ancora sveglia?- le chiese Stefano a mo’ di saluto, entrando nella stanza.
-Ho mal di testa- rispose Aurora socchiudendo gli occhi mentre lui le posava un bacio sulle tempie.
-Vedrai che se provi a dormire ti passa, io mi faccio una doccia veloce e arrivo-
Aurora annuì e socchiuse gli occhi.
“Il sesso è il miglior rimedio per il mal di testa, sai?”
Questo si aspettava che dicesse.
Questo le avrebbe detto solo qualche anno indietro.
Che cos’era cambiato?
Ascoltò sempre con gli occhi socchiusi l’acqua scorrere nella doccia, poi il phon ed infine il rumore di suo marito che faceva la pipì. Erano gesti normali, che aveva ascoltato moltissime volte eppure, adesso, le trasmettevano malinconia e tristezza.
Stefano entrò in stanza e trovò Aurora girata di schiena, così come l’aveva lasciata,si stese accanto a lei e per un momento immaginò di abbracciarla ed affondare il viso nei suoi capelli dorati ma, per qualche strano motivo, non lo fece; si girò invece dall’altra parte, dandole la schiena.
Nessuno dei due poteva saperlo ma rimasero così per un tempo indefinito, ad osservare il muro mentre i pensieri correvano veloci.
Dopo qualche ora si addormentarono nel medesimo istante.
 
Lista della spesa 25-06-2014
  • Pizza surgelata
  • Bon Roll
  • 4 salti in padella
  • Servizio piatti (il meno caro, tanto finirà nella spazzatura tra una settimana)
  • Libro “Come riaccendere la scintilla”
  • Cereali
  • Brioches
  • Schiacciatine
  • Patatine
  • Pista delle macchinine (promozione Ivan)
  • Torta Mulino Bianco
 
 
Aurora affondò nuovamente il cucchiaino mentre Federica la guardava accorata.
-Fidati: ti sentirai meglio- le disse l’amica sorridendo compassionevole –Te lo dice una che ha sopportato ben quattro divorzi-
Aurora annuì, per niente convinta. Non riusciva più a distinguere le lacrime dal gelato: le sembrava che i gusti amaro, salato e dolce si confondessero nel suo palato creando un miscuglio di tristezza, rabbia e malinconia.
-Ora basta però!- esclamò Federica parecchi quarti d’ora dopo.
Le tolse la vaschetta dalle mani e le porse un fazzoletto.
-Ora vai a prendere Ivan a scuola e decidete insieme la prossima vacanza, lì incontrerai un uomo fighissimo con tanti soldi ed i capelli di un modello-
Il tentativo dell’amica di farla ridere cadde nel vuoto.
Federica le riprese il fazzoletto dalle mani e le asciugò le lacrime poi la spedì in camera a cambiarsi.
Il campanello ruppe l’atmosfera tesa e Federica si offrì di andare ad aprire, quello che trovò sulla soglia la lasciò allibita: c’era Stefano con aria imbarazzata, la barba sfatta ed un accenno di pancia da birra (lui che andava a correre almeno due volte al giorno e passava metà della sua vita in palestra).
-Cosa vuoi?- gli chiese in malo modo.
Stefano cercò nei meandri del suo cervello la scusa che aveva formulato in macchina.
-Io…- ma la voce gli morì in gola mentre il suo sguardo veniva attirato da Aurora che era appena apparsa nel corridoio.
Gli occhi di Stefano corsero subito a quelli di lei: il mare in tempesta era circondato dall’alone rosso del pianto. Stefano sentì lo stomaco che si contorceva mentre borbottava, spaesato, che aveva solo dimenticato una cosa. Afferrò la prima cianfrusaglia che trovò e si diede alla fuga. Una volta in macchina batté con forza le mani sul volante e scoppiò in un pianto dirotto.
Che cos’era cambiato?
Che cosa li aveva portati a quello?
Come erano potuti finire così?
Quando l’amore si era trasformato in sesso?
Che cosa diavolo aveva combinato?
Oltre alla rabbia nel suo cuore c’era un muto senso di colpa che cercava di farsi spazio a gomitate: aveva infranto la promessa, l’aveva fatta piangere di nuovo.
 
Post-it del 20-09-2015:
09.30 passare dall’avvocato per le ultime pratiche
10:30 arrivo idraulico
14:00 passare in agenzia à 2 biglietti Gardaland prox weekend
17:00 primi colloqui medie Ivan
18:00 salto al supermercato: solite cose + tanta Nutella (Fede dice che aiuta) e il libro “Come metabolizzare la parola Fine

 
 
  
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