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Autore: Fonissa    06/09/2015    0 recensioni
Passato quasi un anno dalla sconfitta di Gea, finalmente la serenità regna al Campo Mezzosangue.
Leo è riuscito a tornare insieme a Calypso.
Will e Nico stanno ufficialmente insieme.
Annabeth e Percy hanno finito il liceo.
Tutto sembra andare per il meglio, fino a quando una misteriosa ragazza non arriva al campo. Dai capelli e occhi blu, perennemente vestita di nero, acida, scontrosa e volgare, verrà riconosciuta a sorpresa di tutti come figlia di Apollo. Ma è davvero soltanto questo? O nasconde dei segreti? E come si comporteranno i semidei con lei?
ATTENZIONE!
Presenza di frasi e parole volgari.
Genere: Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest
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Chirone guardava ansiosamente la porta della Casa Grande aspettando l'arrivo di Annabeth. Vicino a lui Dionisio e un satiro guardavano attentamente una ragazza che se ne stava seduta annoiata. Era arrivata nel tardo pomeriggio al campo ed era stata subito accolta da Chirone, eppure in lei c'era qualcosa che non andava, qualcosa di preoccupante.

La porta si aprì, mostrando Annabeth che sorridendo salutò il centauro e il Signor D. Poi la nuova si alzò andando incontro alla figlia di Atena. Quest'ultima strabuzzo gli occhi alla vista della ragazza: dai lineamenti doveva avere massimo quattordici anni, eppure sembrava più grande. Lunghi capelli blu  le ricadevano fino a metà schiena, facendo risaltare gli occhi blu elettrico. Indossava un top stretto nero con una zip nel mezzo con le spalle e la parte di sopra scoperte, un pantaloncino nero con borchie dorate e Converse nere leggermente rovinate.  In entrambe le orecchie si vedevano dei dilatatori larghi 5 millimetri. Linee di Ayeliner le incorniciavano gli occhi e un rossetto nero opaco le stava sulle labbra. Al collo aveva un collarino di pelle nera. Dello stesso materiale del collarino era lo zaino che portava sulle spalle.

"Ehm ciao...io sono Annabeth Chase, figlia di Atena. Tu?"

"Xylia Ayala" rispose la ragazza duramente. Annabeth potè giurare di aver visto qualcosa brillare sulla lingua di Xylia. Guardò Chirone, ma questo si limitò ad alzare le spalle.

"Piacere di conoscerti Xylia. Che ne dici di fare un giro?"

"Come vuoi"

Leggermente confusa, Annabeth scortò Xylia fuori, iniziando a fare un tour dell'intero campo. Le mostrò la mensa, il muro dell'arrampicata e le stalle, ma la ragazza era indifferente a tutto e si limitava a rispondere con uno sbuffo o scrollando le spalle. Annabeth cercava di sopportarla. Infondo era il suo primo giorno al campo, magari doveva ancora abituarsi. 

Mentre stavano vedendo le case dei vari semidei, Annabeth ebbe un'idea per iniziare a chiaccherare.

"Chirone ti ha già spiegato tutta la faccenda dei semidei, giusto?"

"Si" rispose seccamente, guardando di traverso la bionda.

"Chi è il tuo genitore divino? Tua madre o tuo padre?"

"Mio padre"

"Oh...e quindi tua madre ti ha mai parlato di lui? Potrebbe esserci qualche indizio"

Xylia sbuffò.

"Diceva che me ne avrebbe parlato al momento giusto, ma è morta quattro anni fa prima di dirmi qualcosa, quando io ne avevo dieci. I miei nonni materni, con i quali vivo, dicono semplicemente che non gli piaceva per niente quel tipo"

Annabeth guardò Xylia per un bel pò, prima di deglutire a vuoto. Un dubbio si insinuò nella mente della bionda. Possibile che suo padre fosse proprio... no, non poteva essere.

Senza fare altre domande continuarono il loro giro. Non parlarono per il resto del tempo, tranne alla fine, quando per ultimo visitarono il deposito delle armi.

"Io ho già un'arma" dichiarò la ragazza dai capelli blu, ghignando.

"Davvero? Come hai fatto?"

"Un regalo da parte di mio nonno"

"Posso vederla?"

Xylia fece un sorrisetto, poi estrasse una frusta completamente nera col manico in oro.

"Ehm...particolare come arma..." balbettò Annabeth a disagio.

"Lo so" rispose semplicemente l'altra, per poi rimetterla a posto.

Stavano per andare alla casa di Ermes, dove Xylia sarebbe dovuta stare fino a quella sera al falò, quando sicuramente sarebbe stata riconosciuta, ma mentre camminavano incontrarono Hazel e Percy.

"Ehy Annabeth! Hazel ti stava cercando!"  disse Percy andando incontro alla ragazza.

"Ciao Annabeth!" la salutò la figlia di Plutone. Annabeth fece un grosso sorriso ai due, poi li prese in disparte facendo attenzione a non farsi sentire da Xylia.

"Vedete quella ragazza? E' una nuova"

Hazel e percy si sporsero entrambi un pò, guardando attentamente Xylia.

"E' leggermente...strana" disse Percy.

"Non ho mai visto una così a dire il vero" esclamò Hazel a occhi sbarrati.

"E dovreste vedere quant'è acida...ma andiamo al punto: mi ha detto che il suo genitore divino è sicuramente suo padre, i suoi nonni non lo hanno mai accettato e sua madre è morta quando lei aveva dieci anni. E poi guardatela bene: chi vi sembra?"

Percy sembrò ragionare un pò sulla cosa, mentre Hazel spalancò occhi e bocca.

"Mi stai dicendo che potrebbe essere una figlia di Ade?"

Percy assunse la stessa espressione di Hazel.

"E dove sarebbe stata per tutto questo tempo? Insomma, quanti anni avrà? Diciassette o diciotto?"

"Percy, ne ha quattordici" rispose Annabeth alzando gli occhi al cielo.

"SEI SERIA?!" 

"Si. E non urlare!"

"Annabeth -intervenne Hazel- personalmente io non avverto niente ora. Ma terremo gli occhi aperti, sia io sia Nico. A proposito, ora devo andare, ancora non l'ho visto. Ci vediamo!" e con questo, Hazel corse via.

"Vado anche io, Jason mi sta aspettando"

"Ho paura quando voi due siete insieme..."

I due risero, per poi salutarsi con un bacio.

Annabeth ritornò da Xylia.

"E' il tuo ragazzo quello?" chiese lei.

"Già"

"Carino. Scommetto che non è niente male a letto, vero?" esclamò con un sorrisetto.

Annabeth sbiancò per poi arrossire subito dopo.

"Come ti vengono in mente certe cose?!"

"Non l'avete ancora fatto? Ma quanti anni avete?"

"Diciotto..."

"E siete ancora vergini? Seriamente? Dovreste darvi una mossa..."

"Andiamo che è meglio!"

Annabeth si avviò completamente rossa e imbarazzata, domandandosi cosa diavolo avesse intesta quella ragazza.

 

Quella sera al falò Xylia sarebbe voluta rimanere nella casa di Ermes dove era stata per il resto del pomeriggio, ma visto che rimanendo li rischiava di non essere riconosciuta, si trascinò fuori. Se ne stette in disparte per tutto il tempo, guardando con disgusto quei ragazzi che ridevano e cantavano. Altri semidei furono riconosciuti e iniziarono a festeggiare, mentre Xylia rimaneva li sbuffando. Cosa ci faceva lei in quel posto? Prima che la trovasse quello stupido satiro, se ne stava tranquillamente con il suo gruppo a bighellonare in giro. Era in quel campo da solo qualche ora e già desiderava andarsene. Prese il suo zaino, decisa a ritornare dentro, quando all'improvviso la sua pelle sembrò illuminarsi. 

Leggermente stupita si fermò, guardandosi intorno. Tutti i semidei la guardavano a bocca spalancata, soprattutto Annabeth, che sembrava sul punto di svenire. Molti indicavano un punto sulla sua testa. Cercò di guardare e riuscì ad intravedere un piccolo sole lampeggiare sopra di lei. Quando tutto finì e la luce si spense, Chirone disse qualcosa balbettando:

"F-figlia di Apollo?!"

  
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