«A compromise is me driving you everywhere
because you refuse to learn how.»
«Oh, I learned how. Amy taught me. »
Lezioni di guida
«Amy.»
«Amy.»
«Amy.»
Il
consueto bussare di Sheldon Cooper aveva interrotto gli
esercizi di rilassamento con l’arpa di Amy Farrah Fowler, irritata per il ritardo del suo ragazzo al loro
settimanale appuntamento.
«Sei
in ritardo.» gli disse subito, incrociando le braccia. Non voleva iniziare la
loro serata già litigando, ma già quegli appuntamenti duravano troppo poco
senza che Sheldon arrivasse con un’ora e mezza di
ritardo.
«Non
è colpa mia.» rispose lui, alzando le mani ed entrando nell’appartamento. «Ho
dovuto aspettare tre autobus prima di poter salire.»
«Perché?»
«Beh,»
iniziò lui, poggiandosi sul divano. «stavo salendo sul primo quando una signora
ha starnutito per ben 3 volte a pochi metri da me, infestando con i suoi germi
tutto il veicolo. Non sarei mai potuto salire lì sopra.» concluse, con
un’espressione di puro ribrezzo nel volto.
«E
il secondo?» chiese Amy.
«Poco
prima di salire ho realizzato che non ci fossero posti a sedere poiché erano
già tutti occupati: ergo, sarei dovuto rimanere in piedi per chissà quanto
tempo, rischiando seriamente di morire se l’autobus avesse avuto un incidente.»
Amy
sospirò, consapevole che fosse inutile controbattere qualcosa in risposta.
«Per
tua fortuna, sono riuscito a salire sul terzo autobus.» finì Sheldon, sorridendole.
«Già,
sono la ragazza più fortunata di Pasadena!»
Sheldon rimase in
silenzio qualche secondo, per poi annuire.
«Molto
probabilmente hai ragione, Amy.»
La
ragazza gli lanciò uno sguardo infastidito, ma mettersi a discutere sulla
totale incapacità di Sheldon di cogliere il sarcasmo
avrebbe soltanto rovinato ulteriormente l’umore ad entrambi.
«Leonard
non poteva accompagnarti?»
«No,
è rimasto a lavoro. Tornerà in tarda serata.»
«E
chi ti ha riportato a casa oggi pomeriggio?»
«Koothrappali, ovviamente.»
«Ma
non sei stanco di dipendere da loro?» chiese lei, con una lieve nota di
frustrazione nella voce.
«Perché
dovrei privarli del piacere di accompagnarmi? È ingiusto dire un’affermazione
come questa.»
Ci
fu qualche minuto di silenzio, finché Amy non decise di rischiare, mettendo al
corrente Sheldon dell’idea che aveva nella mente.
«Sheldon, mi piacerebbe insegnarti a guidare.»
«Prego?»
chiese lo scienziato, assolutamente stupefatto dalle intenzioni espresse dalla
sua ragazza.
«Contratto
tra Fidanzati, Articolo 12, Doveri della Fidanzata: la fidanzata dovrà impegnarsi, al meglio delle sue possibilità, ad aiutare
il fidanzato nelle varie situazioni di necessità in cui potrebbe incorrere,
persino quelle dove il fidanzato stesso non ritiene di aver bisogno d’aiuto.»
citò Amy, sapendo bene che quello fosse l’unico modo per convincere il suo
metodico fidanzato.
Sheldon, infatti, aprì la bocca per controbattere qualcosa, ma
fu costretto a chiuderla ed assumere un’espressione infastidita e contrariata.
«E
sia.»
«Bene!»
gridò Amy, alzandosi dal divano, contentissima per averla spuntata. «Andiamo!»
«Ora?!»
urlò Sheldon scandalizzato. «È sera! Non si possono
fare esercitazioni di guida notturne, è vietato e pericoloso.»
«Infatti
non ci muoveremo con la macchina. Voglio soltanto mostrarti i pedali e darti le
prime nozioni.»
«Perché?»
«Perché
no, Sheldon? Anticipiamo i tempi e domani potremo
direttamente farti accendere la macchina.»
Lo
scienziato fu nuovamente costretto a darle ragione e, insieme, scesero
nell’auto di Amy.
Lei
notò quasi immediatamente che il problema di Sheldon,
come aveva già intuito, era soltanto emotivo: la sua paura gli impediva di
familiarizzare con il veicolo e ciò lo portava a sentirsi insicuro e a
commettere gli errori più banali, come il non riuscire a ricordarsi che la
frizione fosse a sinistra.
Amy,
tuttavia, non si desse assolutamente per vinta e incoraggiò a Sheldon a credere in se stesso.
«Io
so di essere in grado, Amy. È l’automobile che va contro di me.»
«Sheldon, è una macchina! Non può pensare di andarti contro!»
Lui
la guardò con sguardo contrariato: «Se ci sarà la rivolta delle macchine e dei
robot, ti pentirai di aver detto ciò.»
«Certo,
Sheldon. Ora preparo da mangiare.»
«È
tardi per la cena. Preferirei che mi accompagnassi a casa.»
«Ma
non hai mangiato nulla.»
«Molti
studi scientifici sostengono che, occasionalmente, un digiuno serale aiuti
l’organismo, quindi non c’è nessun problema.»
Amy
avrebbe anche potuto accettare la decisione del fidanzato, ma non aveva ancora
voglia di vederlo andare via e soprattutto si rendeva conto che per lui era
stato un ‘appuntamento’ faticoso e snervante.
«Non
cambieresti idea neanche se cucinassi gli spaghetti?»
«Con
i pezzettini di wurstel?» chiese lui, già emozionato.
«Certo.»
rispose lei, con un grande sorriso.
Sheldon, già pronto per
andarsene, guardò Amy e tolse la borsa dalla sua spalla, con estrema lentezza.
«Altri
numerosi studi però dicono che non fa bene dormire senza aver cenato, quindi
accetterò la tua offerta.»
La
ragazza aveva già messo la pentola sul fuoco, consapevole di avere la vittoria
in mano e aveva annuito sorridente, felice per l’andamento della serata.
Dopo
la cena e le espressioni gioiose di Sheldon nel
mangiare quel piatto così importante per lui, erano rimasti un po’ a discutere
sulla giornata lavorativa di entrambi, finché lo scienziato aveva decretato la
fine dell’appuntamento. Normalmente, prendeva l’autobus per tornare, ma giacché
aveva già dovuto usarlo all’andata, Amy si era offerta di riaccompagnarlo a
casa.
Arrivati
sotto il condominio, Sheldon l’aveva prontamente
ringraziata ed aveva aperto già la portiera, quando si ricordò di un importante
dettaglio.
Amy,
in sovrappensiero per la lezione che avrebbero dovuto fare il giorno dopo, non
ci aveva minimamente pensato finché non sentì le labbra di Sheldon
premere sulle sue.
Il bacio di fine
appuntamento.
Amy
aveva faticosamente lottato, dopo quel loro primo bacio a San Valentino, per
introdurre un bacio fisso alla fine del loro appuntamento settimanale e, benché
Sheldon inizialmente si era dimostrato contrariato,
ormai accettava di buon grado e, dopo la richiesta di Amy, la salutava con un
bacio.
Erano
più uniche che rare quelle volte che si ricordava o decideva di farlo di sua
spontanea volontà, senza sollecitazioni da parte sua, ed era proprio in quelle
volte che Amy sentiva chiaramente quanto lo amasse.
Sapeva
benissimo che per Sheldon portare la loro relazione
ad un livello fisico era difficile, quasi impossibile date le sue fobie e i
suoi timori, ma vedeva chiaramente come avesse fatto degli sforzi per lei e
come, lentamente, stessero iniziando ad essere momenti che piacevano anche a
lui, che ricercava lui, senza che gli
fossero imposti.
«Buonanotte,
Amy.» disse poi, scendendo dall’auto e lasciando un’Amy Farrah
Fowler sempre più innamorata.
Sheldon non aveva detto
a Leonard, né agli altri suoi amici, dell’intenzione di imparare a guidare,
consapevole che fosse meglio dare quell’informazione se avesse voluto davvero
iniziare ad usare un’auto.
Amy
era andato a prenderlo dopo il lavoro, portandolo poi in un grande spiazzo
isolato, dove era impossibile causare o avere incidenti.
Osservava
con curiosità ed entusiasmo le espressioni di Sheldon
mentre stava davvero imparando qualcosa
che non sapesse fare, sentiva i suoi assurdi timori e guardava la sua espressione
stizzita quando sbagliava e non riusciva ad accendere la macchina o a cambiare
marcia.
Dopo
un’oretta, aveva preso abbastanza familiarità con i comandi ed Amy propose di
fare un giro lungo tutta la piazza, che Sheldon
riuscì a fare cambiando marcia e senza mai spegnere la macchina.
«Bene,
direi che per oggi possa bastare, continuiamo domani.» disse lei, soddisfatta.
«Dobbiamo
farlo di nuovo?»
«Certo
Sheldon, non si impara in una lezione.»
«E
in quante?»
«Dipende
da te, ma in ogni caso dopo dovresti iniziare ad uscire quotidianamente con la
macchina, altrimenti non imparerai mai.»
«Ricordarmi
ancora perché dovrei togliere a tutti il piacere di accompagnarmi in giro per
la città e a lavoro.»
«Perché
così potresti essere indipendente.»
Sheldon non rispose,
riflettendo per poi negare col capo.
«Continuo
a non vedere i vantaggi.»
Amy
sospirò rassegnata, conscia che fosse un discorso inutile e rimanendo
determinata nelle sue intenzioni.
Le
lezioni proseguirono per tutta la settimana, dove Sheldon
aveva ormai raggiunto una piccola padronanza e una ferma memoria delle
posizioni dei vari pedali.
Amy
stentava a credere come un genio come lui, che ricordava quasi tutto lo scibile
culturale e scientifico, si continuasse a confondere tra freno e acceleratore.
Nei
momenti in cui sbagliava l’inserimento della marcia, Amy posava delicatamente
la mano sulla sua, gioendo interiormente di quel piccolo contatto, e lo guidava
per posizionarla correttamente, rallegrandosi dei suoi progressi.
Sheldon, prima di una
settimana, non aveva assolutamente voluto provare ad andare in strada,
nonostante le sollecitazioni di Amy che era anche stufa di girare in tondo
sempre nello stesso spiazzo, ma il Lunedì della settimana successiva Amy lo
aveva convinto a fare un giro, portandolo in zone relativamente isolate.
Se
la scienziata avesse dovuto descriverlo, avrebbe detto che era stato come
salire sulle montagne russe, per via degli urli e delle continue frenate che
faceva Sheldon, ma incredibilmente lente visto che il
suo fidanzato non era mai andato oltre i 40 km/h.
«È
andata bene, direi.» annunciò con un sorriso stentato, dopo averlo fatto
scendere dal posto di guida e aver ripreso il volante.
«Non
credo che dovremmo continuare.»
«Sheldon…»
«Apprezzo
ciò che hai fatto Amy e posso dire che, ormai, in casi di strettissima
necessità saprei guidare una macchina senza investire e conoscendo il pedale
per frenare, ma non ho intenzione di usarne una quotidianamente.»
«Lo
dici soltanto perché ancora ti fa paura.» disse lei, poggiando una mano sulla
sua. «Ed è normalissimo, ma perseverando la vedresti lentamente svanire.»
«Non
fa per me. Ti ho dimostrato che ho tutte le capacità per imparare.»
«Ma
io sapevo già che tu le avessi!»
Lui
le rifilò un’occhiata di sottecchi, come se non fosse realmente convinto delle
sue parole.
«Oh
Sheldon, l’hai fatto per questo? Per dimostrarmi che
avresti potuto imparare?» chiese Amy, con voce dolce, stupendosi sempre per i
gesti di Sheldon.
Lei
credeva di averlo realmente convinto, ma lui invece si era sottoposto a una
settimana di pratica soltanto per dimostrarle che poteva farlo, se voleva.
Per
non sminuirsi di fronte ai suoi occhi, come quando non aveva chiamato lei, ma
Leonard per tornare a casa dopo il suo viaggio nelle varie stazioni americane.
«Andiamo
a casa. Stasera non iniziano a rimandare l’intera serie di Star Trek?»
«Sì,
proprio stasera, ma Leonard sarà impegnato con Penny, Howard è a cena con i genitori
di Bernadette e Raj deve uscire con la sua “lei”,
come l’ha definita stamattina.»
«Intendeva
Cannella o Emily?»
«Sai
che non l’ho ben capito, non è stato chiaro.» rispose Sheldon,
dopo averci seriamente pensato.
«Beh,
potremmo vederla insieme.»
«Dici
sul serio?» chiese lui, stupito dalla proposta. Aveva faticosamente convinto
Amy a vedersi Doctor Who,
ma lei aveva sempre rifiutato di rivedersi Star Trek
con lui.
«Sono
serissima!» rispose allegra e alzando la mano nella posa tipica di Spock.
Sheldon la guardò per un
breve istante, per poi iniziare a diniegare con il capo.
«Non
sei degna di fare quel gesto.»
«Okay,
scusa.»
La
serata trascorse abbastanza tranquillamente ed Amy aveva guardato la puntata
con tutto l’entusiasmo di cui disponeva, sapendo che Sheldon
ne sarebbe stato contento.
Finita
la puntata, parlarono un’altra mezz’ora finché Amy non decise che fosse ora di
tornare a casa.
«Forse
un giorno, Amy, potrei decidere di comprare una macchina.» disse sull’uscio
della porta, con espressione seria.
«Forse.
Fino ad allora, potrai sempre contare sulla mia, di guida.» le rispose
sorridendo, consapevole che quello fosse un ulteriore passo avanti da parte di Sheldon.
«Buonanotte,
allora.»
«Sheldon?»
«Dimmi.»
«So
che non è la serata dell’appuntamento e sarebbe un’eccezione alle nostre
regole, ma…»
Amy
non ebbe il tempo di concludere la frase che Sheldon le stava già dando un bacio, avendo già
intuito la richiesta della sua fidanzata.
La
scienziata arrossì e sorrise nel loro bacio, cingendo leggermente i suoi
fianchi.
«Buonanotte
Sheldon.» gli disse poi, scendendo le scale e
gongolando sul fatto che quella settimana, oltre ai baci che le spettavano per contratto, era riuscita ad ottenere non
solo le impagabili visioni del fidanzato che arrivava a un incrocio e non
ricordava da quale lato andasse messa la freccia, ma persino un bacio in più
dal suo adorabile e amato Sheldon Cooper.
Fine!
È
la prima volta che mi cimento in una fic su Big Bang Theory, telefilm che ho visto interamente nell’estate e di
cui mi sono irrimediabilmente innamorata.
Come
si noterà dalla fic, adoro Sheldon
ed Amy ♥
Mi
piacciono molto anche le altre coppie del telefilm, ma gli Shamy
sono assolutamente adorabili e il loro rapporto è di una profondità e di un
amore che raramente si vedono.
L’idea
l’ho presa da quel dialogo che ho riportato in alto, che avviene nella 8x12,
quando Leonard e Sheldon stanno discutendo. Mi sono
chiesta come fossero state le lezioni di Amy e ho voluto provare a scriverle.
Mi
piacerebbe tantissimo una vostra opinione, specie sull’IC dei personaggi che
non è affatto semplice x°D.
Che
altro dire, spero vi sia piaciuta e vi mando un bacione!
EclipseOfHeart