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Autore: Crisi morena    06/09/2015    1 recensioni
Jenny 16 anni , figlia di un noto impresario ha quella che in molti chiamano ' una vita perfetta' : ottimi voti, una casa enorme,l'amore di suo padre e di chi le sta intorno.
In questo connubio di perfezione pulsa l'infelicità di jenny, timida e impacciata non riesce mai a dire ciò che pensa.
nick è una bolla confusa in cerca di libertà, dolce e menefreghista ma l'incontro con jenni cambierà la sua vita, ridefinendo le sue priorità.
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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                          presentazione jenny
Alle 6.20 la sveglia suonò ma  questa volta non fu il chiassoso allarme a svegliare jenny ma dei passi provenienti dalla cucina che si avvicinavano alla porta della sua camera, la maniglia si mosse e si sentì un lieve cigolio.
"tesoro sei sveglia?" chiese la voce avvicinandosi al letto, jenny si giro verso suo padre: un uomo sorridente di 53 anni rigorosamente in giacca e cravatta. 
"Si, dimmi.."
"Piccola sto partendo"
"Quando torni papà?" 
"Tra una o due settimane massimo! Per tutto quello di cui hai bisogno chiedi a greta"
"Va bene" la ragazza sfoggiò uno dei suoi sorrisi piú falsi. Il padre si alzo dal letto e si dirisse verso la porta 
"non hai nient'altro da dirmi?" chiese la figlia
 "no, perchè?"  
"Amore il taxy è arrivato, se non ti muovi perdi il volo" urlo greta interrompendo la conversazione
Il padre di jenny scese le scale mentre in lei salì l'angoscia.
Si alzo dal letto trattenendo le lacrime, non era il momento di piangere ,aveva un discorso da fare davanti a tutta la scuola.
Era stata  nominata presidente del consiglio studentesco tre mesi fa per la felicità di suo padre che vedeva in lei il futuro della sua azienda di cibi bío.
Dopo essersi messa l'uniforme scese per fare colazione e approfittò del silenzio per ripetere il discorso un ultima volta. 
Casa sua era vuota, ma questa non era una novità ,suo padre non era il tipo che portava gli amici a casa  e jenny di amici non ne aveva proprio.
Prese i soldi del taxi lasciati da Greta per andare a scuola ma prima d'uscire fisso il muro davanti alla porta :la foto di sua madre non c'era piú.
Ogni 5 novembre Jenny veniva inghiottita in una nube grigia di cui nessuno conosceva l'esistenza, prima ne usciva con suo padre che era l'unico a capire l'importanza di quel giorno per lei, ma adesso anche lui faceva parte di quelli che non la capivano.
"Siamo arrivati signorina" fece notare il taxista
La ragazza scese lentamente dal taxi.
 un senso d'angoscia le percosse la schiena; Le venne in mente il muro vuoto davanti alla porta che un tempo custodiva la sua felicità.
Mille pensieri le passavano in mente ma erano in bianco e nero, sgualciti, la visione divenne sempre più opaca fino a perdersi del tutto...
 Si mise a correre, Voleva scappare da questa vita che pretendeva senza ridarle niente indietro, le sue gambe e il suo cervello erano fuori controllo a tal punto da non accorgersi del ragazzo che le veniva incontro. 
Lo scontro fu doloroso per entrambi ma liberatorio per jenny che scoppiò in un sonoro pianto.
"Ehi stai bene?" chiese il ragazzo avvicinando il suo viso a quello della ragazza in lacrime.
Jenny alzo la testa, erano uno davanti all'altro e nella sua mente risuanava una parola sola "azzurro"
 
                                presentazione nicholas
Nicholas non ho ancora finito di parlarti!" urlò il signor Benson mentre il suo interlocutore sbatteva la porta di casa.
"Cosa dobbiamo fare con il nostro bambino?" chiese la moglie
"Non é più un bambino Theresa... Io alla sua eta..."
Nick sposto l'orecchio dalla porta, non voleva riascoltarsi ancora una volta le storie fitizzie di suo padre sul duro lavoro.
 Scese le scale in tutta fretta, si tolse la giacca e allentò la cravatta : odiava quela stupida  uniforme!
"HEI  non pensi di dimenticarti qualcosa?" urlo suo padre dal balcone
"Eh si, ho dimenticato le sigarette" disse a bassa voce
"Come vai a scuola senza zaino? " continuò la voce dall'alto
Neanche il tempo di rispondere che si ritrovò lo zaino scaraventato ai suoi piedi.
"Vedi d'andarci a scuola! Sai quanto costa mandarti ad una privata?"
E ancora una volta il signor Benson finì per parlare da solo.
Nick sapeva che suo padre non era una cattiva persona.. solo che.. non lo capiva!
Tutto qua non si capivano! Per nick vivere ogni giorno la stessa vita monotona era peggio di una vita negli inferi mentre suo padre chiamava lo spirito rivoluzionario di nicholas "controproducente" e "veramente stupido"
Il ragazzo si mise le cuffie, si accese una sigaretta trovata nello zaino mentre pensava a cosa fare invece che andare a scuola. Ormai erano passati tre mesi dall'inizio dell'anno scolastico e lui c' era andato un paio di volte al massimo.
Immerso nei suoi pensieri non si rese conto di percorrere la strada verso il liceo e neanche che una ragazza gli stesse arrivando adosso .
L'impatto fu doloroso ma sopportabile, cerco di rialzarsi in cerca della sigarette perduta dimenticandosi della ragazza che in tanto era in lacrime.
   
 
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