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Autore: TimeStrangerRey    06/09/2015    2 recensioni
Sebbene vi siano presente 50 sfumature di perversione di Ikuto Tsukiyomi, questa storia parlerà di una guerra che avverà a causa di un fatto accaduto nel 1500 d.C.
Tadase Hotori, il "piccolo re" infernale, nonostante abbia vinto il Bene, non è riuscito a prendere il lucchetto ad Amu ed ora la poveretta, dovrà affrontarlo nuovamente. Di nuovo si affronteranno il Bene e il Male, per stabilire chi dovrà regnare una volta per tutte.
Chi vincerà? Quante sfumature riuscirete a leggere di Ikuto? Ce la farà la povera disgraziata di Amu, questa volta, a vincere?
Siccome sono stanca di porvi queste domande, entrate e leggete! xD
Genere: Avventura, Comico, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amu Hinamori, Ikuto Tsukiyomi, Tadase Hotori, Un po' tutti, Utau Hoshina
Note: OOC | Avvertimenti: Violenza
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Il 1500 d. C.

[POV Amu]

Mi sveglio con i caldi raggi del sole e metto i cuscini poggiati sulla testiera del letto e a fatica riesco a mettermi seduta.

“Cavolo che dolore!” penso mentre cerco di sollevarmi e provo a togliere la vestaglia, ma le braccia indolenzite me lo impedivano.

L’altra soluzione era usare la magia: fastidioso, ma era da fare, così con il pensiero mi sfilo la camicia scoprendo il corpo ricoperto da dei lividi violacei ed escoriazioni che percorrono l’addome graffiato. Dallo specchio vedo la schiena deturpata da leggeri graffi e da una grossa abrasione che forse deve essere stata causata dall’impatto con la corteccia dell’albero.
Mi vesto con una maglietta bianca e a fatica riesco a indossare una gonna e copro le gambe con delle calze scure per evitare che le varie escoriazioni si vedano, suscitando curiosità non richieste da parte delle persone.

-Amu come stai? Non sembra che tu abbia una bella cera! – mi dice mia madre fissandomi con quegli occhi materni.

-Niente, credo che un angelo caduto mi stia cercando. Ieri ci siamo scontrati e con questo dico che ci siamo presi a botte… con i poteri. – le dico distogliendo lo sguardo.

A tavola nessuno parla: la mia affermazione li lascia senza parole e in fondo non può che essere così.

-Ami vai di là. – le ordina mio padre con un tono troppo serio, fin troppo per i miei gusti.

Mia sorella non osa discutere e si rifugia nella sua stanza e i miei genitori passano con la prima analisi.

-Allora perché non ce lo hai detto subito? – mi rimprovera papà.

-Perché non potevo farlo, vi impiccereste nei miei affari. So che può risultare fastidiosa la cosa, ma non potete affrontare creature che vengono da lì. – sbraito a mia volta.

-Non abbiamo poteri, ma siamo i tuoi genitori e come tali, se dovesse succedere qualcosa di brutto a te o ad Ami, ne soffriremmo. E comunque ti abbiamo detto un miliardo di volte che i poteri fuori casa non li devi usare! – mi risponde mio padre.

-Amu so che non è facile avere la vita che conduci: spettri che ti parlano giorno e notte, che ti fanno vedere come sono stati uccisi, che ti fanno stare nel loro corpo affinché tu possa provare ciò che hanno provato loro prima della fine della loro esistenza, ma noi, come tuoi genitori, abbiamo il compito di proteggervi e guidarvi. Con quello che hai, abbiamo paura che tu possa sparire dall’oggi al domani. – mormora la mamma allungando il palmo della sua mano per accarezzarmi la guancia.

-So che non potete capire e che ci state provando. Mi avete permesso di aiutare le presenze e di portarle nella Luce anche se alcune di esse hanno scelto il Buio. Ma adesso c’è qualcos’altro, non so che cosa sia, ma so che due forze stanno per scontrarsi. Una presenza femminile invade le mie notti da un po’ di tempo e mi sussurra cose incomprensibili che non capisco e il demone che mi ha attaccata vuole portarmi al limite delle forze per poi trasportarmi davanti al loro re. – ammetto con tono apatico.
Loro si limitano a rimanere di sasso: muti come delle statue.

-Tesoro, i demoni hanno un re?  - chiede mia madre incredula; credo che sia arrivato il momento di spiegare loro un po’ di cose che mi hanno detto le anime dei defunti.

-Allora… solitamente le anime dei morti che hanno ancora un conto in sospeso nella terra dei vivi, vengono da me per aiutarli in questa loro impresa e quando sono in Pace vengono purificati e mandati sulla Luce. C’è anche la possibilità che alcune di queste anime decidano il Male e il loro spirito si infetta condannandoli. Ci sono due distinzioni: Luce e Buio. Le anime che sono passate nella prima fazione, mi hanno descritto che in quel posto vi sono canti, luce abbagliante, calore e tutto ciò che possa essere definito “Paradiso”. Quelli che scelgono l’oblio, me lo hanno descritto come un luogo tetro, freddo, tentatore… vi è odore di putrefazione e le anime non sono più recuperabili. Loro servono un capo, che chiamano re. Lui è il più freddo di tutte le creature: comanda un esercito di demoni o angeli caduti e nessuno l’ha mai visto in faccia. Le anime cadute, quelle che sono oscure, mi sono state mandate da lui per terrorizzarmi, per dirmi che l’oblio è una scelta da prendere in considerazione, ma non ho dato credito alle loro parole. Una di loro diceva che il suo potere è stato sufficiente per estinguere nel 1500 la Luce. – silenzio.

Nell’aria c’era quel fottutissimo silenzio. Lo odio, non lo sopporto.

-Quindi che intendi fare? – chiese a quel punto mio padre.

-Aiuterò le anime buone? – gli risposi sarcastica. – Non lo so, papà, non so che cosa vogliono da me quindi non muoverò un dito! – dissi infine.

-No, mia cara. Tu lo muoverai! Se ti vengono a cercare per passare al lato oscuro vuol dire che vogliono qualcosa da te. Se quella donna pronuncia cose incomprensibili cerca di saperne di più! Se bramano la supremazia, indaga su fatti epici e storici avvenuti nel 1500! –

Ve l’ho mai detto che mia madre è un fottuto genio?

-Si lo farò. Ora devo scappare, ciao! – così esco fuori di casa con la stessa velocità della luce.

-Non stiamo facendo una maratona, Hinamori! – quella cazzo di voce squillante.

-Kukai! Utau! – esclamo rallentando la marcia.

-Perché corri? – mi chiede la mia amica.

-Niente, ho raccontato dello scontro che ho avuto con quel demone ai miei e loro mi hanno fatto il terzo grado. Ho le braccia completamente a pezzi, la schiena non la sento più e ho lividi viola su tutto il corpo! Ma può stare così male? – mi chiedo sospirando.

-Si cara. Sei svenuta a casa mia accasciandoti come un sacco di patate e mi hai detto che non era la prima volta! Non sarà che qualche spirito attiri l’attenzione di tu sai chi? – mi chiede Utau alludendo che la persona in questione è la sottoscritta.

-Ma quello deve essere stato lo stress a cui mi avete posta tu e tuo fratello e comunque le emicranie sono nate quando una donna dagli occhi vitrei viene tutte le notti a tormentarmi. Ragazzi sto male dico sul serio, mi muovo a fatica, per cui oggi niente poteri! Stamane li ho usati a fatica. Voglio poggiare questa carcassa del mio corpo su qualcosa di morbido! – annuncio loro camminando a stento.

-Puoi appoggiarti a me, confettino! –

Dio no!
Quella voce sensuale la riconoscerei anche se mi avessero investita con un bus! Ma di tutte le battutine poco caste che sapeva, doveva rifilarne una normale, ma con voce sensuale e maledettamente sexy? Ma allora mi volete fuori dal giro.

-No grazie, gattaccio pervertito. Non mi fido delle tue mani… non so dove potrebbero intrufolarsi! Preferisco strisciare verso scuola o lasciare che mi raccattino con una barella i paramedici e che mi portino lontano dalla tua perversione! – gli annuncio sbadigliando bellamente con una mano che copre la bocca.

Quello se la ride e mi depone un piccolo bacio sull’orecchio già molestato in precedenza – che secondo me dev’essere il suo orecchio preferito- e mi sussurra, lasciando che il suo respiro caldo mi facesse rabbrividire:
-Le mie mani non hanno niente di perverso. Se pensi che lo siano, allora dovresti temere per ciò che penso. E anche senza avvertirti, potrei afferrarti e portarti dentro in classe… se non sbaglio, non ti sei ripresa e ho sentito che i tuoi poteri sono off limits, per cui vedi un po’ tu! –

Avevo detto di amarlo? Mi sa che ero ubriaca quando glielo ho detto!
Le mie gote sono due semafori e mentre lui ride per la mia espressione totalmente distrutta dalla stanchezza e dall’imbarazzo, corro verso la mia classe.

-Amu perché non ci hai aspettati? – chiede Utau con una vocina subdola.

-Perché il tuo fratellino mi fa saltare i nervi! – ringhio facendo in modo che i miei poteri si sentissero.

-Sei stupida! Ritirali! – esclama il moro tirandomi dei sonori ceffoni.

-Cretino colpiscimi la decima volta e ti giuro che ti polverizzo! – lo minaccio.

-In realtà gli schiaffi erano undici. – mi corregge lui.

Sbuffo e in quel momento entra il professore di storia. Non c’è lezione più bella di quella, è il mio amore segreto. Tranquillo Ikuto, intendo la materia, non il professore: io ammiro quell’uomo, ma non c’è altro.
Meglio precisare…non si sa mai con un gatto come lui, sono imprevedibili.
Sto per fare una domanda, ma la campanella della seconda ora suona e così, fermo il prof davanti al corridoio: devo sapere dei fatti storici avvenuti nel 1500.

-Prof, mi scusi. Devo farle una domanda.... – gli dico correndogli a presso.

-Dimmi tutto, cara! – mi fa lui sorridendo.

Non sono arrossita! Ho solo il fard!

-Vorrei sapere, anche se so di essere fuori dal programma del mio anno, cosa è successo nel 1500 di così tanto importante nella Storia dell’umanità? – chiedo sperando che mi desse qualche indizio.

Chi meglio di un prof di storia sa di alcuni fatti storici?
Lui mi osserva perplesso e poi si affretta a rispondermi:
-Fammici pensare, vediamo un po’… un fatto importante in quel periodo storico è di sicuro il Periodo della Controriforma del 1500, in Europa. Perché? – mi chiede lui.

-Semplice curiosità! Leggendo un libro mi sono imbattuta in questa cosa e ho voluto informami di più. La ringrazio! – e così rientro in classe sotto lo sguardo stupito dei miei due amici.

-Ragazzi non distoglierete lo sguardo da me se non vi dico che succede, non è vero? – chiedo loro pur sapendo la risposta.

Loro annuiscono e sospiro, mai trovati dei curiosoni come loro. Dieci minuti della lezioni di arte passano solo per spiegare che cosa ho chiesto al prof di così urgente da corrergli dietro. Di certo, non una dichiarazione d’amore!
All’improvviso sento una vibrazione, una scarica di energia; un pensiero che fin troppo bene so a chi appartiene mi chiede di uscire e con il permesso del prof esco dalla classe.

-Finalmente, credevo non funzionasse! – si affretta a dire Ikuto.

-Ma come cavolo hai fatto? – chiedo totalmente scioccata.

-Ho letto che le persone sensibili, dotate di un sesto senso riescono a percepire leggermente i pensieri. Vengono chiamati, se non sbaglio, “ascoltatori”! – mi dice con un tono da saputello.

-Non sono proprio una ascoltatrice, ma, comunque, il tuo pensiero si è sentito benissimo. Pervertito! – ed ecco che si rimette a ridere.

-Volevo provare se quello che dicevano fosse una cazzata, ma a quanto pare non lo è. –

-Deficiente. – gli dico fredda.

Lui passa un braccio intorno alla mia vita e mi avvicina a sé schiacciando il suo copro con il mio, facendomi sussultare.
L’altra mano, quella non impegnata a stringere possessivamente il mio fianco, passa delicatamente lungo l’addome e si ferma ad accarezzare il collo e ad arrivare a sfiorare delicatamente il capo.
Beh, non che io sia da meno, cioè fatemi spiegare: sono rossissima e sto cercando di controllare i battiti, ma non ce la faccio proprio.
Timidamente poggio le mani sul suo petto e le faccio scorrere fino ad aggrapparmi alla schiena. Lascio che la mia testa si appoggi sul petto; la sua mano che mi cinge la vita, stringe la sua morsa lasciando che un gemito di dolore uscisse a tradimento dalle mie labbra.

-Ikuto mi fai male! Sono ferita. – gli ricordo.

Allenta la presa e l’altra mano mi fa sollevare il volto e me lo ritrovo a pochi centimetri dal suo.
Cavolo mi sta per baciare! E se qualcuno ci vede? Oh, ma che cazzo io adoro quelle sue labbra e nessuno mi impedirà di annullare quella distanza!
No, io ho davvero detto questo? Non sono mai stata così audace!
Il mio combattimento interiore finisce quando il gattaccio poggia delicatamente le sue labbra sulle mie e non mi capacito di come faccia uno come lui ad avermi sedotto in così poco tempo!
 

[POV Ikuto]

E’ bellissima come sempre, non posso fare a meno di notare il suo rossore che sulle gote si eleva senza remore.
Sento che ha ancora delle sottili bendature sull’addome, ciò significa che le ferite non sono rimarginate del tutto.
Il suo profumo di fragola invade tutta l’aria circostante e non mi fa capire più niente: avvicino le mie labbra alle sue catturandole in un casto e dolce bacio. Allento la presa, per via delle ferite e non mi faccio scrupoli a continuare.
Siamo così presi che non sentiamo la campanella suonare dando inizio alla ricreazione, quando ci stacchiamo tutti gli studenti ci osservano con la bocca aperta pronta a toccare terra.
Amu diventa subito fredda, guarda tutti con gli occhi omicidi e alcune delle ragazze della mia classe si avvicinano a lei con fare minaccioso. Le ragazze sanno essere terribili quando sono gelose! Io mi godo la scena.

-Ehi, tu che stai facendo a Tsukiyomi? – chiede Mandy con la voce piuttosto alterata.

Ahahah ora mi diverto. E’ meglio che se ne vada… Amu non ci va per niente leggera.

-L’hai ascoltata ragazzina? – eccone un’altra.

-L’ho sentita, ma ho preferito non rispondere ad un’oca come quella. Evito le possibili discussioni perché la gente senza cervello si arrabbia e si offende subito. In ogni caso, quello che faccio con Ikuto non è affare vostro! –

Acida come sempre.

-Non ti permetto di parlarmi così! Sei solo una mocciosa, va a fare cose della tua età e lascia in pace i ragazzi più grandi. Tanto sei solo il giocattolino del momento: credi di essere diversa solo perché sei una bulletta o hai degli stupidi capelli rosa? – le risponde a tono Mandy.

Sì, questa era piuttosto cattiva. No, adesso mi sono stufato. Va bene che può difendersi da sola, ma quando è troppo è troppo.
Lei è diversa perché è Amu! I suoi capelli, per quanto strani possano essere agli occhi degli altri, per me sono bellissimi, ma soprattutto non è il mio giocattolino temporaneo: io amo questo confettino gigante.
Proprio quando Amu sta per risponderle, mi paro davanti e le metto un braccio davanti a lei come a volerla proteggere e urlando davanti a metà delle classi della scuola dico a quelle galline senza cervello:
-Adesso smettila! E non solo tu, anche tutte voi. Ficcatevi in quella testa ossigenata che io sono impegnato con lei. – dico portando Amu di fianco a me.

-Detesto chi vuole controllare la mia vita e ancora di più chi non si fa i cazzi suoi! Chiarite questo concetto: se toccherete Amu nessuno mi fermerà dallo spaccarvi la faccia. –

Il mio tono è sadico… non mi riconosco a momenti!

Il confettino sadico afferra la mia mano e gliela stringo e così, la trascino fuori da quella mischia.
Per la prima volta gli sguardi di tutti puntati su di noi mi dà una sonora noia, mi infastidisce e porto Amu in un posto isolato per poter finire il lavoro che avevo iniziato.
E’ con le spalle al muro, nel vero senso della parola, e la costringo a baciarmi.
La mia lingua assapora la sua bocca, cerca di dimenarsi poiché probabilmente è in imbarazzo, ma poi si decide a lasciarsi andare.
L’avvicino al mio petto continuando a baciarla: questo momento è uno dei pochi che mi piace, non c’è nessuno che mi interrompe, nessuno che mi dice niente e sono con la persona che ha cambiato i miei connotati.
Amu ha cambiato il mio modo di essere: stimola il mio lato perverso e per la prima volta ho trovato uno scopo nella vita.
Faccio di tutto per la felicità della persona a cui tengo più di me stesso, farei qualsiasi cosa per vedere il suo sorriso per qualcosa che ho fatto e so che lei, anche se il mio carattere perverso prende il sopravvento, mi apprezza per quello che sono realmente.


***Angolo dell’autrice che se non rimedia subito s’ammazza***

Si lo so, dovevo aggiornare il 4, ma questi cavolo di esami sono delle rogne!
Allora che ne pensate di questo capitolo? Lo so, anzi non lo so. Non sono una telepate o una ascoltatrice! XD
Comunque…

Jlo: Ma scusa non vedi che rompi un pochino?
Bebe: Senti tornatene da dove sei venuta, non dovevi andare a mangiare il barattolo di marshmellow?
Jlo:
Bebe: Ecco vedi? Nessuno ti ascolta quindi per me puoi anche filare!
Jlo: Sei cattiva! Non si tratta così la tua gemellina preferita! Mi offendi.
Bebe: Ma se stamane mi hai incenerita con lo sguardo! Quella offesa dovrei essere io! E poi di gemella ci sei solo tu, potessi cambiarti…
Jlo: Alle volte mi chiedo come tu possa dire certe cose.
Bebe: Siamo gemelle, avresti dovuto capire già da tempo che io al posto del cuore ho un buco nero!
Jlo: *ha in mano un vasetto di Nutella e lo agita davanti alla sorella*
Bebe: Bau, bau!!!!
 
E dopo questo fantastico dialogo tra sorelle ci vediamo nel prossimo capitolo… mi sento come i personaggi degli anime che presentano il prossimo episodio delle loro odissee!!!
Mitico!
 
# Hakuna Matata
Baci, Bebe <3
 
P.S.: Una cosetta… Ikuto, qui, non sembra molto pervertito. Vi avverto: nell’intro, ho scritto che avrei presentato anche 50 sfumature del nostro gattaccio pervertito, ma non è solo malizioso. Ci tenevo a farvi notare che comunque Ikuto ha un cuore ed è innamorato di Amu, per questo, in questo capitolo, è uno smielato di prim’ordine! (Diciamo verso la fine).
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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