WE ARE OUT FOR PROMPT - WINTER IS COMING WEEK 31 AGOSTO - 6 SETTEMBRE
Titolo: every blessing ignored becomes a curse
Personaggi: Male!Catherine; Heathcliff; Female!Edgar; Isabella. Male!CatherineHeathcliff; Male!CatherineFemale!Edgar; Heathcliff Isabella.
Prompt © Hiromi Chan: Male!Cath/Heathcliff. "Ti maledico."
Note: Il titolo è una citazione da Paulo Coelho.
Per quanto riguarda i nomi, mi sono regolata scegliendo quelli che più suonavano simili agli originali, e dunque Catherine è diventata Keith e Edgar, Helga.
[Per correttezza, scrivo che è un poco riveduta dall'originale, nonostante sia rimasta perlopiù identica. Ho solo cambiato qualche parola e l'ordine di un passaggio o due, per rendere il tutto più scorrevole.]
OoOoOoOoOoO
Difficile dire chi, delle donne della sua casa, sia più
felice.
Helga, la pancia che si arrotonda ogni giorno di più, pur
provata dal flagello delle nausee mattutine, pare risplendere dall’interno.
Isabella, da parte sua, sembra avere l’amore negli occhi, quasi li tenesse continuamente
fissi sul sole, strizzati per i
gran sorrisi che fatica a tenere segreti.
Keith guarda il ventre di Helga diventare evidente sotto
gli abiti, le guance di Isabella sempre più rosse, gli sciocchi sospiri sempre
più profondi, e gli pare di soffocare.
Di notte, sotto le lenzuola, con Helga drappeggiata sul
petto, respirare diventa difficile, e il panico gli scorre nelle vene come
sabbia, rendendo pesanti membra e pensieri nella mente che lavora febbrile.
Prendere fiato appena sufficiente per portare aria ai polmoni, rimanere immobile senza urlare è un conato che succhia via le energie rimaste, e, ogni giorno, Keith affronta il risveglio da quelle poche ore di sonno concessegli sempre più pallido e sempre più magro.
(Keith mangia poco, e quel misero cibo sulla lingua sa di cenere).
Il suo letto
è di spine. Si tormenta, sognando Heathcliff da addormentato e
da sveglio, quell'espressione di fame implacabile, cangiante tra
desiderio e
funesta ira.
Avvolte nella coltre dorata della loro felicità, Helga e
Isabella sono acciecate di fronte al suo disagio.
Per contro, Heathcliff ha occhi acuti, che lo
trapassano come lo trapassa il suo sorriso - la lama affilata di un coltello
che indugia sulla pelle, graffiando a poco a poco, senza affrettarsi ad
affondare in profondità.
Si osservano, Heathcliff sul divanetto al fianco di Isabella
–una mano di lei tra le sue, bianco contro le dita scure che Keith ha
disprezzato in gioventù, bramando e aborrendo il loro tocco su di sé.
Ora, le desidera.
Desidera
baciare i fantasmi dei calli da lavoratore su quelle dita, desidera su
di sé l’odore penetrante di stalla e sudore di un tempo,
desidera
correre per la brughiera, togliere ogni abito e sentire le sue mani
percorrere il proprio
corpo smagrito, mangiato vivo dalla vendetta di Heathcliff.
Keith guarda quella creatura d’Inferno elevatasi
dal nulla, quello zingaro divenuto demonio, colui che non vuole ma non può
smettere di volere.
Heathcliff sfiora l'interno del pollice di Isabella col proprio indice in una lenta carezza da amanti.
Keith affonda i polpastrelli nel sedile morbido del
divano e in silenzio lo maledice.