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Autore: Shainareth    07/09/2015    3 recensioni
Raven alzò lo sguardo verso la piccola porzione di cielo scuro che riusciva a vedere dal punto in cui si trovava, in cerca di una luna che non c’era. Si strinse nel mantello e tornò a volgere la propria attenzione alla bestia che trotterellava allegramente al suo fianco. Aggrottò ancora una volta la fronte.
«Ehi.» L’animale si girò subito nella sua direzione, tendendo le orecchie e iniziando a scodinzolare, la lingua penzoloni. Raven sospirò. «Perché proprio un cane?»
«I cani sono intelligenti», si sentì rispondere.
«Quelli veri di sicuro.»
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beast Boy, Raven
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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HALLOWEEN




C’era parecchia umidità, quella notte. Due figure si aggiravano per i vicoli deserti di un’anonima cittadina i cui abitanti avevano deciso di infischiarsene della pioggia che era caduta fino a poche ore prima e di riversarsi nelle strade principali per rispettare la tradizione della loro cultura. Raven alzò lo sguardo verso la piccola porzione di cielo scuro che riusciva a vedere dal punto in cui si trovava, in cerca di una luna che non c’era. Si strinse nel mantello e tornò a volgere la propria attenzione alla bestia che trotterellava allegramente al suo fianco. Aggrottò ancora una volta la fronte.
   «Ehi.» L’animale si girò subito nella sua direzione, tendendo le orecchie e iniziando a scodinzolare, la lingua penzoloni. Raven sospirò. «Perché proprio un cane?»
   «I cani sono intelligenti», si sentì rispondere.
   «Quelli veri di sicuro.»
   La bestiola non si lasciò abbattere dal pungente sarcasmo dell’amica. «Dovremmo ritenerci fortunati ad essere capitati in coppia insieme», osservò invece, convinto di ciò che diceva. Al di là di tutti i loro dissapori, Raven gli piaceva. Molto. Anzi, forse non si era ancora ben reso conto di quanto.
   Lei inarcò un sopracciglio. «In realtà stavo proprio pensando che la sfortuna mi perseguita.»
   Due zampe sporche di fango andarono a posarsi sul suo mantello, imbrattandoglielo tutto. Imprecò e alzò una mano per schiaffeggiare la bestia sul muso, ma quella, tutta scodinzolante, disse: «Se sei triste, non c’è niente di meglio della pet therapy!» Raven fermò il braccio a mezz’aria, incredula per la faccia tosta del suo compagno e questi ne approfittò. «E poi è un’occasione troppo ghiotta per non sfruttarla fino in fondo», proseguì difatti, guardandola dritta negli occhi violetti. Erano bellissimi e magnetici, e ogni volta che li fissava, il suo cuore sembrava vibrare per delle emozioni che ancora non era riuscito a comprendere del tutto. «Ogni strega ha un famiglio, no?»
   «Una strega con un cane non l’avevo ancora sentita», obiettò Raven, cercando di mantenere la calma come tutte le volte che intraprendeva un discorso con lui. Le faceva venire spesso il mal di testa, lo trovava chiassoso ed irritante, immaturo e stupido, ed era per questo che non era stata contenta di quella scelta: trovarsi da sola con Beast Boy in una missione, sia pure di poco conto, era un supplizio.
   Il cane, dal pelo arruffato e verde, piegò la testa di lato. «Ah, no?»
   «No.»
   Tornò a posare le zampe per terra e si sedette su quelle posteriori, fissando l’amica da sotto in su. «Allora che ne dici di una marmotta?» Il verso roco e spazientito che udì provenire dalle profondità della gola di lei lo indussero a sospettare che forse neanche quella era una buona idea. «Ehm… un gatto?»
   Raven, che aveva già aperto la bocca per insultarlo, tacque per un attimo, ma poi annuì. «Andrebbe decisamente meglio. Anzi, sarebbe l’ideale.»
   «Basta chiederlo!» esclamò contento Beast Boy, le cui sembianze presero immediatamente a mutare sotto al suo sguardo attento. Il folto pelo del cane svanì per lasciare posto a quello più corto, ma comunque arruffato, di un bel gattino verde, che subito balzò verso l’alto e affondò le unghiette nella trama del mantello della strega, risalendo lungo la sua figura slanciata per andare ad accoccolarsi in cima alla sua spalla. «Miao~» soffiò soddisfatto.
   Soffiò anche Raven, ma per ben altro motivo, le pupille scure rivolte di nuovo al cielo. «Mi domando sul serio perché devo sopportarti», borbottò, riprendendo a camminare lungo il vicolo.
   Il micio strusciò la testolina e il morbido orecchio a punta contro la sua mandibola, producendo un suono inequivocabile. «Perché sono carino?» ebbe il coraggio di chiederle.
   Lei tornò ad alzare la mano, pronta di nuovo a colpirlo. Si fermò ancora una volta, perché Beast Boy persistette nelle sue fusa che nel giro di un battito di ciglia riuscirono ad avere la meglio e a far svanire tutta la rabbia repressa di Raven. Con un sospiro, la ragazza affondò la punta delle dita nel suo pelo arruffato. «Non sei carino», volle comunque precisare, tanto per fargliela pagare. «Sei verde.»
   «Il verde è un bel colore», fu la convinta affermazione con cui la smentì l’altro, godendosi pigramente i grattini che lei aveva deciso di concedergli, nonostante tutto. Sapeva che Raven era orgogliosa e che probabilmente non avrebbe mai ammesso di volergli bene – e Beast Boy sapeva che lei gliene voleva molto.
   «Mi è venuta un’idea!» esclamò, così di colpo da indurla a rallentare l’andatura. «Anche i corvi sono adatti a una strega?» s’interessò di sapere, mentre nella sua testolina da gatto si andava formando un’immagine ben precisa. L’aveva vista su un libro. Sì, beh, uno di quelli di Raven, dato che lui, a differenza sua, odiava leggere.
   La ragazza non rispose e, anzi, rimase in silenzio per un bel pezzo, come se stesse riflettendo su qualcosa. Dotato di poca pazienza, Beast Boy strusciò con maggior vigore la testolina contro di lei. «Allora?» la incitò a parlare. «Non dici niente? Eh? Eh?»
   Le candide dita della strega affondarono con altrettanta energia nel suo pelo arruffato e lui si sentì sollevare dalla sua spalla. Lasciandosi sfuggire un miagolio di protesta, s’aggrappò con le unghiette al suo mantello, ma Raven fu più lesta e, tenendolo per la collottola, se lo portò davanti al viso. «Mi sorprende, lo confesso», esordì. Dal modo penetrante in cui lo stava fissando, Beast Boy comprese che non era infastidita nei suoi confronti, per cui si permise di tirare un sospiro di sollievo. Sapeva bene quanto potesse essere pericolosa la rabbia della compagna e sapeva anche che era meglio non stuzzicarla troppo. «Voler tenere d’occhio la zona circostante dall’alto, grazie alle tue capacità… e senza attirare troppo l’attenzione», stava continuando a ragionare la ragazza, la cui espressione facciale non esprimeva alcuna reale emozione. Conoscendola come le sue tasche, però, a Beast Boy parve di scorgervi una leggera ammirazione e ciò lo inorgoglì molto. «Chi ti ha suggerito l’idea?»
   «Nessuno», ribatté, indispettito per quella mancanza di fiducia. D’accordo, forse non era il più intelligente del gruppo, ma non c’era bisogno di trattarlo come un idiota vero e proprio. «Stavo solo pensando che sei Raven e che un corvo sarebbe il tuo famiglio ideale.» Le dita di lei mollarono di colpo la presa e solo l’istinto felino di Beast Boy lo salvò da una rovinosa caduta. I cuscinetti delle sue zampine attutirono l’impatto con il suolo e lui sbottò: «Sei impazzita?!»
   «Togliti di torno», rimbeccò la strega, avanzando per la sua strada.
   L’altro non si perse d’animo e un momento dopo tornò sulla spalla della ragazza, poggiandovi su le sue zampette da volatile. «Così sei perfetta», affermò soddisfatto, scrutando con i suoi piccoli occhi scuri il profilo diafano dell’amica. «Sembri più temeraria. Una strega fatta e finita. Anzi, la regina delle streghe. Maestosa come Boudicca guidata dalla Morrigan.»
   Raven arrestò il passo all’istante, voltandosi a guardarlo così di scatto che lui gracchiò goffamente, sollevandosi in volo di quel tanto che gli consentisse di fissarla, sorpreso, nelle belle iridi violette. «Beast Boy…» la sentì mormorare quasi con un filo di voce. Sembrava rapita dalla maestosità delle sue belle ali verdi. O forse era il suo becco forte e robusto ad affascinarla tanto? Qualunque fosse la ragione, Beast Boy avvertì un gorgoglio strano allo stomaco, qualcosa che stranamente non aveva niente a che vedere con la fame. «Conosci la Morrigan?»
   Atterrando accanto a lei e riacquistando le proprie sembianze umane, il giovane si puntellò le mani sui fianchi e alzò il mento con orgoglio. «Ho letto di lei in uno dei tuoi libri, quello sulle leggende celtiche», spiegò, sfidandola con lo sguardo. E ora come l’avrebbe messa, Raven? Si sarebbe ricreduta sulla sua ignoranza? Sulla sua scarsa intelligenza? Dall’evidente stupore con cui continuava a fissarlo, Beast Boy scommise di sì.
   «Quindi sai leggere?» fu smentito un attimo dopo dalla compagna.
   L’istinto guidò le sue successive azioni ed un enorme gorilla rabbioso si batté i pugni sul petto, urlando per lo sdegno. Quando fu sul punto di ribattere, ogni traccia di collera svanì nel momento in cui si rese conto che gli occhi di Raven stavano brillando e che la sua bocca era inarcata verso l’alto, trattenendo a stento un risolino divertito. Il grosso dito dalla pelle spessa del primate puntò contro di lei con fare accusatorio. «Ehi! Sono io quello che fa le batt…»
   Si bloccò ancora una volta, quando lei gli sfiorò con tenerezza la mano con la propria. Oltre a perdere la parola, con quel contatto Beast Boy perse anche la lucidità mentale: andò completamente in tilt e non riuscì più a controllare i propri poteri, finendo col tramutarsi in un polipo. Raven sgranò gli occhi e gridò per lo spavento, spaurendo a sua volta il compagno; il quale subito attorcigliò i tentacoli attorno al suo arto teso e, poco dopo, anche attorno al suo corpo.
   «Beast Boy!» urlò la ragazza, sentendosi strizzata nel suo abbraccio a otto zampe. «Toglimi subito queste luride ventose di dosso!» Era assurdo. Aveva passato anni – anni! – della propria vita nel tentativo di dominare le emozioni affinché esse non prendessero il sopravvento sul suo animo, assecondando la sua natura di mezzo demone e rendendola così troppo pericolosa. E poi? E poi era spuntato lui, l’unico, il solo in grado di fare il buono e il cattivo tempo con i suoi stati umorali e con tutto ciò che lei metteva a tacere ogni giorno dentro di sé. Come poteva sopportarlo? Come poteva permettergli di fare quello che più gli pareva con il suo povero cuore?
   «Non sono luride!» si risentì il giovane, riprendendo le proprie sembianze giusto in tempo per schivare un ceffone. Si abbassò sulle agili gambe e rotolò all’indietro, finendo in una pozzanghera e sporcandosi di fango. Tornato in equilibrio sui piedi, si guardò le mani e, con sommo disappunto, dovette riconoscere: «Beh… forse un pochino…»
   Alzò lo sguardo verso Raven, trovandola spettinata e inzaccherata a causa dell’acqua che lui le aveva schizzato addosso. Attraverso i suoi capelli lisci e scuri, che ora le ricadevano a lunghe ciocche davanti al viso candido, Beast Boy scorse due occhi dardeggianti d’ira. Ingollò un bel po’ di saliva, che gli andò persino di traverso, e tossì, cercando di riacquistare un minimo di contegno.
   «Dammi una buona ragione per non bandirti definitivamente da questo mondo», ruggì la strega, fissandolo con aria minacciosa.
   «Abbiamo una missione da compiere!» azzardò l’altro, ergendosi di nuovo sulle gambe e ringalluzzendosi all’istante. Se l’avesse buttata su quel piano, pensò fra sé, di sicuro lei lo avrebbe perdonato. O, nella peggiore delle ipotesi, avrebbe rimandato a dopo la sua vendetta. «Ricordi? Siamo qui per cercare indizi», spiegò con piglio sicuro e determinato che indusse Raven a portarsi una ciocca di capelli corvini dietro a un orecchio. Persino in quelle condizioni, si sorprese a riflettere Beast Boy, la sua compagna riusciva ad essere bella e altera, tanto che, pur nella sua oscurità, sapeva abbagliarlo più di qualunque luce esistente al mondo.
   «Già», convenne lei di malavoglia, scuotendo il mantello nel tentativo di scrollarsi acqua e fango di dosso. «Ringrazia quello scemo di Robin, altrimenti a quest’ora…»
   «Senti…» la interruppe l’amico, inducendola di nuovo a spostare la propria attenzione su di lui. «Visto che sei tutta sporca, perché non approfittiamo dei festeggiamenti di Halloween per riportare in vita il ricordo di quell’altra tipa…»
   Le sopracciglia scure di Raven si aggrottarono, facendole assumere un’espressione vagamente perplessa. «Quale tipa?»
   «Una di quelle del tuo libro», insistette il giovane, portandosi le dita davanti alla bocca con aria riflessiva e sforzandosi di ricordarne il nome. «Sai, quella che se ne andava in giro nuda sul cavallo.»
   «Parli di Lady Godiva?»
   «Oh, sì! Proprio lei!» esclamò Beast Boy, battendosi il pugno sul palmo dell’altra mano con fare allegro. «Ti faccio da cavallo, se vuoi!»
   Quasi non finì di dirlo che un grosso tentacolo scuro lo schiaffeggiò e rischiaffeggiò in volto, rischiando di fargli volare via un paio di denti. Riuscì perlomeno a farlo tacere per qualche istante, mentre Raven, col passo autoritario di una vera regina, tornava ad avanzare nel vicolo senza più degnarlo della propria attenzione.
   Il sibilo di qualcosa di strisciante la inseguì, raggiungendola in breve e sfiorandole il piede. La ragazza ebbe a malapena il tempo di abbassare lo sguardo, che già il serpente le si era attorcigliato attorno alla caviglia, risalendo per tutta la gamba ed insinuandosi sotto al suo mantello. «Beast Boy!» gridò, agguantandolo poco sotto la testa e tirandolo via senza però riuscire a staccarlo del tutto da sé.
   «Giuro che non avevo fatto caso all’equivocità della mia frase!» si giustificò il rettile, facendo vibrare la lingua biforcuta sulle s. A Raven parve buffo con quel suo strambo modo di parlare, perciò allentò la presa per non soffocarlo. «Volevo solo fare qualcosa che poteva piacerti…» svelò a quel punto lui, fissandola con le sue inquietanti iridi verticali. «Sai… per farti felice…»
   La strega inarcò un sopracciglio con aria sorniona. «Sto davvero ricevendo una dichiarazione d’amore da un serpente?»
   Quello parve assumere un’espressione fin troppo umana per essere un semplice animale. «Non sono un serpente!» protestò indignato. Poi le sue sinapsi funzionarono meglio. «Voglio dire, non lo sono realmente!» si corresse. Ragionò ulteriormente. «E quella non era una dichiarazione d’amore!»
   Se doveva essere onesto con se stesso, con tutta probabilità lo era stata davvero; tuttavia, ben sapeva quanto poco l’amica lo avesse in considerazione da un punto di vista romantico, per cui il suo orgoglio aveva deciso di ricorrere a quel genere di autodifesa, facendogli negare quanto in realtà quella donna lo coinvolgesse sentimentalmente nonostante l’enorme divario caratteriale che li separava.
   Le labbra di Raven si schiusero appena. «Oh», mormorò. «Che peccato…» aggiunse con un sospiro, lasciandolo andare e facendolo di nuovo cascare a peso morto verso il terreno. «Sarebbe stato un risvolto interessante e raccapricciante al tempo stesso», iniziò a spiegare. «L’ideale per Halloween.»
   Venendo fuori dal guscio di tartaruga in cui si era tramutato d’istinto quando si era sentito cadere nel vuoto, Beast Boy rimase a fissarla dal basso con fare letteralmente allibito. Quindi, armandosi di tutta la propria baldanza, compì l’ennesima trasformazione della serata, tornando ad assumere ancora una volta le proprie sembianze naturali. Si massaggiò la nuca, non sapendo bene dove posare lo sguardo e pensando alle parole adatte con cui intavolare un discorso di senso compiuto. Gli occhi di Raven, però, lo stavano scrutando da capo a piedi con fare critico, come se lei lo stesse studiando e valutando.
   Si sentì quasi una cavia da laboratorio e ciò lo innervosì. Decise di chiederle di smetterla, ma lei lo anticipò. «Dopotutto, anche come goblin potresti accompagnarti ad una strega…» prese a dire, mortalmente seria. «Le tue orecchie a punta fanno davvero al caso. Peccato solo per la pelle verde: se fosse stata marroncina sarebbe stata perfetta.»
   Calò il silenzio per qualche attimo. Infine, dopo un lungo scambio di sguardi, Beast Boy si puntò la punta del pollice contro il petto e ritorse: «Va bene, ma al sabba ci vieni solo con me.» Raven sgranò gli occhi e arrossì, facendolo sorridere soddisfatto per aver avuto finalmente l’ultima parola. «Dopo aver compiuto la nostra missione, si intende», puntualizzò poi, riprendendo a camminare con incedere baldanzoso e lasciandola indietro di proposito.
   Non fece che pochi passi, però, che qualcosa di potente e incorporeo lo avvinghiò per le caviglie, scaraventandolo malamente al suolo e poi in aria, così in alto che quasi sparì alla vista. Con un urlo strozzato, per puro istinto di sopravvivenza Beast Boy tornò a tramutarsi in un corvo che sorvolò l’area circostante prima di tornare giù in picchiata. Infine, planò fino ad appollaiarsi di nuovo sulla spalla della sua compagna, che questa volta gli diede un leggero buffetto sulla testolina con la punta delle dita. «Missione compiuta?»
   Il corvo gracchiò di sdegno. «Avresti potuto usare metodi meno rudi, per arrivare allo stesso risultato!»
   Raven ridacchiò. «Hai ragione, scusa», disse con voce suadente, allisciandogli le belle penne verdi e lucenti per farsi perdonare. «È solo che odio le perdite di tempo», si giustificò, lasciandogli intendere che, dopotutto, non le sarebbe dispiaciuto passare una serata tranquilla insieme a lui, senza dover pensare ad altro. «Scoperto niente?»
   «Te lo dirò quando saremo al nostro sabba personale», si sentì rispondere con dispetto.












Ehm... Non so esattamente da che parte cominciare, se non dal fatto che mi vergogno profondamente per essermi azzardata a scrivere (e soprattutto a postare) su questo fandom. A scanso di equivoci, preferisco precisare che non è del fandom in sé che mi vergogno (anzi), soprattutto se tengo conto di ciò che ho scritto/postato negli ultimi tempi. Più che altro, mi sento scema per la ragione che mi ha portata a questo punto. Ma va beh, non starò qui ad annoiarvi con tutta la storia.
A proposito di storie, questa shot è un omaggio ad una coppia (canon, yeah!) che amo molto, ma ho il timore di essermi incartata fra le varie versioni dei due protagonisti: quella dei comics (che ammetto di conoscere assai poco, ma dai quali ho mutuato le trasformazioni parlanti di Beast Boy), quella della serie animata e... quella della parodia di quest'ultima (Teen Titans Go!). Spero di non ricevere troppi insulti per questo (per i Teen Titans Go!, intendo) o per aver interpretato Raven/Corvina e Beast Boy/B.B. secondo un mio arbitrario punto di vista.
Confesso di essere rimasta spiazzata da me stessa, perché se c'è una cosa che odio (anche se mai quanto il bashing) è proprio l'OOC. Tuttavia, avendo tre versioni differenti (sia pure in parte simili) degli stessi personaggi, non ho potuto fare a meno di assemblarle insieme a mio piacimento. Ewww, avrò di sicuro creato due ibridi illegibili per i veri fan dei Titans... chiedo venia e, se volete, fatemi pure sapere in cosa, a vostro avviso, avrei toppato alla grande.
Concludo ringraziando chi ha avuto il fegato di leggere questa storia, ma anche e soprattutto Marina Swift per avermi incoraggiata a postarla. ♥
Buona giornata a tutti!
Shainareth





  
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