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Autore: Jack_Zero    07/09/2015    1 recensioni
Questa famosa leggenda giapponese parla di Okiku, una bambina morta alla tenera età di tre anni.
Dopo la sua morte prematura, lo spirito della bambina continua a vivere nella sua adorata bambola di porcellana, un dono di suo fratello maggiore, Eikichi.
Ho voluto riproporre questa storia sotto forma di diario scritto dallo stesso Eikichi nel corso degli anni.
Genere: Horror, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Aomori, 17.03.1918
Mi chiamo Eikichi Suzuki e ho 17 anni.
Vivo ad Aomori, nella prefettura  di Tōhoku, con la mia famiglia: mia madre, mio padre e la mia sorellina di due anni, Okiku, a cui sono molto legato.
Il mese prossimo partirò con la scuola per Sapporo, in Hokkaido, per una mostra nautica. So già che mancherò molto a Okiku, ma sono sicuro che troverò qualche bella cosina da portarle a casa per farmi perdonare.
Per ora è tutto, devo andare.
Sapporo, 15.04.1918
Finalmente! Sapporo!
Sono così felice, aspettavo questa mostra da diverse settimane. È tutto così interessante, io e i miei compagni stiamo imparando un sacco di cose.
La mattina seguiamo alcune lezioni presso la scuola nautica di Sapporo, mentre il pomeriggio ci è permesso di visitare la città.
Ieri io e Yuki-chan siamo capitati in un vicoletto pieno di negozietti d’antiquariato di diverso genere.
C’era anche una piccola bottega di bambole di porcellana. Okiku adora le bambole!
Mi sono ripromesso di comprargliene una prima di ripartire.
Sapporo, 18.04.1918
Siamo sul traghetto diretto a Tōhoku. Posata accanto a me c’è la bambola che ho comprato alla mia sorellina.
Sono sicuro che l’adorerà! È veramente ben fatta, con quel bellissimo kimono realizzato dalla moglie dell’artigiano e quel grande fiocco giallo sulla schiena.
Devo però ammettere che quella coppia di anziani erano davvero.. inquietanti. A dire il vero l’intero negozio aveva un non so che di malinconico e strano.
Anche la bambola è piuttosto bizzarra: i capelli sembrano veri  e i suoi lucidi occhi di vetro nero sembrano scrutarti fin dentro l’anima.
È tardi, credo che andrò a letto. Prima, però, voglio mettere il regalo per Okiku nella mia borsa. Non voglio dormire con quella bambola che mi osserva durante la notte.
Aomori, 19.04.1918
Sono infine tornato a casa. La mia famiglia è stata felice di riabbracciarmi e, se devo essere onesto, anche io lo sono stato!
Ma la gioia più grande è stata quando ho consegnato la bambola ad Okiku: non l’ho mai vista così contenta!
Mi ha abbracciato le gambe e minacciava di non lasciarmi più. Quando finalmente si è decisa a lasciarmi, ha stretto a sé la bambola di porcellana ed è corsa nella sua cameretta a giocare. Ha passato ore a parlare con lei , a pettinarle quegli strani capelli neri e a cercarle un nome. Alla fine l’ha chiamata Megumi, cioè “benedizione”.
 Okiku mi ha anche invitato a prendere un tè con lei e la sua nuova amica. Ho accettato da bravo fratello maggiore anche se, lo ammetto, mi sono sentito un po’ sciocco a bere dell’infuso finto con una bambola di porcellana e una bambina di due anni.
Aomori, 15.01.1919
Okiku ha compiuto da poco tre anni e, nonostante i nuovi regali ricevuti, continua a giocare tutti i giorni con la bambola che le comprai a Sapporo. Mi sento così onorato che il mio dono le piaccia ancora così tanto!
Sono però un po’ preoccupato.. la salute della mia sorellina ha iniziato a peggiorare da quando le ho donato la bambola. Magari è solo una coincidenza. Probabilmente Okiku si riprenderà presto.
Aomori, 25.01.1919
Una terribile disgrazia si è abbattuta sulla mia famiglia.
Ieri, la mia adorata sorellina Okiku è morta improvvisamente per una strana influenza.
Sono troppo distrutto per scrivere altro.
Aomori, 14.02.1919
È passato quasi un mese dalla morte di Okiku e nessuno in casa è riuscito ancora a metabolizzare completamente la cosa.
Mamma e papà hanno realizzato un piccolo altare in suo onore, al cui centro hanno posto l’adorata bambola di porcellana di mia sorella. Ogni giorno, mattina e sera, ci riuniamo per pregare in memoria di Okiku.
Ci manchi tanto, piccolina.
Aomori, 27.04.1919
Quella mattina abbiamo fatto una scoperta raccapricciante.
Come ogni giorno ci siamo riuniti davanti all’altare di Okiku e abbiamo notato, non senza una buona dose di paura, che i capelli della bambola di porcellana erano cresciuti.
Siamo una famiglia molto religiosa e abbiamo interpretato quel segno in un’unica maniera: lo spirito inquieto della mia dolce sorellina si è rifugiato nella bambola.
La cosa mi spaventa e mi emoziona.
Aomori, 02.11.1920
I capelli di Megumi  continuano a crescere, giorno dopo giorno.
Quella bambola dev’essere maledetta.
Karafuto, 29.08.1938
A causa della guerra sino-giapponese, il 16 Agosto la mia famiglia si è trasferita a Chiba, nel Kantō, mentre io sono partito come militare a Karafuto.
Recentemente mi è arrivata una lettera dai miei genitori: non sapendo cosa fare della bambola di Okiku, l’hanno affidata ai sacerdoti del tempio di Mannenji, nella prefettura di Hokkaidō, a nord-est di Sapporo.
Tempio di Mannenji, 16.09.1945
La guerra è finalmente giunta al termine, sono così sollevato!
Ora mi trovo al tempio di Mannenji, per una cerimonia funebre in onore di Okiku. Non puoi immaginare il mio stupore quando ho visto la bambola dopo tanti anni: i capelli le erano arrivati fino alle ginocchia! Incredibile!
I sacerdoti mi hanno svelato che, anche tagliandoli periodicamente, i capelli crescono comunque fino a raggiungere una lunghezza di 25cm.
Tempio di Mannenji, 07.10.1958
Sono tornato al tempio. Ora anche i lineamenti della bambola sono visibilmente cambiati: assomiglia in tutto e per tutto ad Okiku quando aveva tre anni. Ha le labbra leggermente socchiuse, come se volesse dire qualcosa.
Le sua bocca, però, sorride. Spero significhi che Okiku sia in un bel posto.
Credo che non visiterò più il tempio di Mannenji, voglio che l’ultimo ricordo della bambola, che l’ultimo ricordo di Okiku, siano le sue labbra sorridenti.
   
 
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