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Autore: Kia_Dream19    07/09/2015    2 recensioni
Dal testo ''...lei rise di gusto e lui si perse nella sua risata. Una delle cose che più amava era essere la ragione del suo sorriso. ''No, solo che ho tante cose per la testa e non riesco a dormire'' ''Oh mi amor, vuoi che ti canti una ninna nanna?'' disse Jorge scherzando. Ogni tanto facevano finta di essere ancora sul set, di essere ancora Leon e Violetta. ''Hay Amor en el aire...acercate a mi, apuesta por lo que siento...'' si mise a canticchiare lei. Lui si mise a ridere, per poi continuare ''Hay amor en el aire...tu confia en mi, ya ves que no existe el tiempo...'' Si misero a ridere entrambi per poi specchiarsi l'uno negli occhi dell'altro, il tempo si era fermato, adesso la luce della luna e delle stelle non poteva minimamente competere con le scintille nei loro sguardi...''
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jorge Blanco, Violetta
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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The Hell 

''Ehy amico, sono serio, dovresti parlarle'' lo incitò Diego prima di allontanarsi al bancone del buffet. Il diretto interessato era Jorge, il quale era rimasto tutta la sera a pensare a Martina. Ultimamente il loro rapporto era diventato più forte del solito, passavano intere sere a parlare, a giocare a carte e a ridere come bambini, non che la cosa gli dispiacesse, anzi. Era solo spaventato, più passavano del tempo insieme e più si rendeva conto di come Tini fosse cresciuta. E non solo a livello fisico ma anche mentale. Non era più la bambina di prima, ora era diventata una donna, una di quelle donne tentatrici, che ti mandano all'inferno solo con uno sguardo, che ti promettono piaceri innimmaginabili solo con un sorriso. Jorge era terrorizzato proprio da questo, era attratto da Martina follemente, in una maniera carnale e passionale, che ti prende corpo, anima e cuore. Erano passati già diversi giorni da quando se ne rese conto la prima volta, quando negli occhi di Tini non vide più quell'innocenza che vedeva qualche anno fa, ma un fuoco pronto ad ardere. Ne stava diventando pazzo. ''Ehy ehy ehy, come va il mio messicano preferito?'' ad interromperlo da i suoi pensieri fu la stridula voce di Cande, sorridente come non mai. ''Bene bene, tu?'' rispose al raggiante sorriso dell'amica con una calda risata. Doveva distrarsi dal suo vero problema. Martina. ''Mmm, ultimamente sei strano Jorgito...sei, come dire, più taciturno'' Jorge si limitò a guardare il suo sguardo indagatore ''Niente Cande, davvero...sono solo un po' stanco'' ''Ok, se lo dici tu, io vado a cercare Alba, ciao'' Non riuscì neanche a salutare Cande che le parole gli morirono in gola. Dall'entrata principale del ristorante del hotel aveva fatto il suo ingresso Tini, bella più che mai. Indossava un abito semplice, nero, che metteva a risalto le sue curve. I capelli sciolti, mossi appena, che le donavano quel tocco selvaggio. E quelle labbra carnose, tinte di un rosso fuoco, il colore delle fiamme dell'inferno. Jorge la guardò da capo a piede, soffermandosi a mirare ogni sigolo angolo della figura di Tini, che ora si stava dirigendo al tavolo, di fianco a Mechi. Si riprese quando vide una mano vagante davanti a sè, di Diego per la precisione. ''Dovresti provare questo capriolo. E' fantastico!'' disse azzannando un pezzo di carne ''No grazie Diego, non ho molta fame stasera'' rispose Jorge ancora mezzo incantato ''Cavolo amico è una cosa seria allora! Se il leggendario Jorge Blanco Guerena rifiuta anche del cibo c'è da temere la fine del mondo'' Jorge si mise a ridere con l'amico, che ritornò serio di colpo ''Dico seriamente però Jorge, devi fare qualcosa...questa storia sta andando avanti da una settimana ormai e non voglio vederti ridotto in chissà quale stato alla fine del tour'' ''Diego...'' stava per attaccare Jorge ''No no aspetta, adesso non ricominciare con la storia di Stephie, che tu le devi rispetto perchè la ami e bla bla bla...dimmi cosa vuoi davvero'' gli rispose secco Diego. Si guardarono per secondi interminabili. Lo sguardo freddo e penetrante di Diego lo mise spalle contro al muro, lo sapeva. Stanco di fingere decise di ammeterlo una volta per tutte . ''Voglio Tini''

Dall'altra parte della sala Martina stava messaggiando con Peter. ''Ooh, ancora lui'' notò con un tono decisamente seccato Mechi. Tini chiuse velocemente la conversazione per dedicarsi all'amica. ''Cosa c'è che non va scusa? Quando tu stavi con Xabi chattavi con lui in continuazione, eravate sempre uno addosso all'altro'' ''Ed infatti poi è finita..'' Martina fulminò Mechi con uno sguardo freddo. ''Ehy non voglio dire che non puoi parlarci, ma che faresti meglio a goderti la serata. Siamo in questa magnifica città, vedrai domani il tuo Peter sta tranquilla'' sorrise a Tini. In fondo aveva ragione, perchè non godersi la serata? ''A proposito...hai visto quanti ragazzi carini ci sono?'' disse Mechi maliziosa. Tini rise ''Ma possibile che pensi solo a quello?'' ''Ehy io sono single, e poi anche se sei fidanzata non vuol dire che non puoi apprezzare il fascino di altri esemplari del mondo maschile'' ammiccò Mercedes ''Ok adesso mi inquieti, quanto vino hai bevuto stasera?'' scherzò Tini ridendo di gusto ''Ma guarda che sono assolutamente lucida, non vedi quanti bei ragazzi castani, Jorge, occhi verdi, Jorge, muscolosi, Jorge, affascinanti, Jor..'' non finì la frase che Tini la interruppe ''Perchè continui a dire 'Jorge'?'' ''Ah mia cara perchè credi che non mi sia accorta di come lo continui a guardare? Te lo spogli con gli occhi'' incitò Mechi ''Ma che? Ti giuro che non ho neanche notato come si è vestito stasera'' disse Tini chiaramente scoperta dall'amica ''Ovvio, lo preferiresti senza niente addosso'' rincarò la dose ''Stupida, lo sai che la cotta che avevo per lui mi è passata ormai, adesso sento che tra noi c'è una forte amicizia'' disse sicura Martina. Mechi scoppiò a ridere '''Violetta and Leon Friends Forever' parte seconda'' continuò a ridere di gusto ''Ok, adesso ti vado davvero a prendere qualcosa, questo vino ti fa male'' detto ciò si allontanò dal tavolo per raggiungere il bancone. E' vero quella sera non riusciva a togliere gli occhi di dosso a Jorge ma non voleva dire nulla. L'aveva sempre trovato affascinante, insomma, come non innamorarsi almeno una volta di quei luminosi occhi verde smeraldo, di quel suo sorriso da bambino che ti fa perdere la cognizione del tempo, di quelle braccia forti, che ti stringono e che ti scaldano il cuore. Ok, magari non era del tutto uscita da questa cotta ma ci stava facendo l'abitudine. C'era sempre stata chimica tra loro, ma aveva deciso di fermarsi all'amicizia, di trasformare quell'amore che provava per lui in un rapporto quasi fraterno. Lui la considerava una sorella minore. Dopo aver preso una scodella di zuppa per Mechi, ritornò al tavolo. ''Sai, credo di aver capito qual è il tuo vero problema...'' disse Mechi con l'aria di un detective che ha appena scoperto il colpevole di un delitto ''Prego?'' disse una Tini alquanto confusa ''Tu hai paura di ammetterlo a te stessa, hai paura che dicendolo potrebbe diventare più reale di quello che già è'' disse per poi mandare giù una cucchiaiata del brodo ''Continuo a non capire a cosa ti stia riferendo'' Mechi posò delicatamente il cucchiaio, voltandosi verso l'amica con una lentezza snervante ''Mi sto riferendo a te e Jorge, tu hai paura di dirlo, perchè non vuoi ammetterlo a te stessa'' Tini inghiottì sonoramente. Aveva centrato il punto. ''Tu hai paura'' ''Non è vero, io amo Peter Mechi, lo amo tantissimo'' lo disse quasi titubante ''Dillo Tini, cosa vuoi? Cosa vuoi davvero?'' Dopo attimi di silenzio, Tini trovò la forza di liberare quelle parole represse da tempo ormai. ''Voglio Jorge''

La serata stava volgendo al termine, dopo una chiacchierata di gruppo tutti si diressero alle rispettive camere. Il cielo quella sera era meraviglioso, le stelle brillavano luminose nel manto corvino della notte, pareva quasi volessero sfidare l'oscurità di questa. La luna piena faceva invidia ai lampioni nelle strade, ormai deserte e c'era una brezza fredda, quella brezza d'aria che ti fa gelare la pelle e tremare. Jorge si era perso a guardare questo panorama mozzafiato, non era mai stato un tipo profondo, ma adesso doveva distrarsi e non pensare. ''Bello il cielo stanotte, non è vero?'' Quella voce. Quella voce calda e sensuale lo stava facendo impazzire. Si beò di quel dolce suono che gli rapì l'anima. ''Non pensavo fossi sveglia a quest'ora'' sussurrò piano Jorge. Erano sul balcone della sala principale. Solo loro. Tini, Jorge e le stelle. ''Non ho sonno'' disse Martina appoggiando i gomiti sulla grata. ''Tu? Tu che non hai sonno? Siamo in una Candid Camera vero?'' disse Jorge sorpreso dalla risposta di Tini. Lei rise di gusto e lui si perse nella sua risata. Una delle cose che più amava era essere la ragione del suo sorriso. ''No, solo che ho tante cose per la testa e non riesco a dormire'' ''Oh mi amor, vuoi che ti canti una ninna nanna?'' disse Jorge scherzando. Ogni tanto facevano finta di essere ancora sul set, di essere ancora Leon e Violetta. ''Hay Amor en el aire...acercate a mi, apuesta por lo que siento...'' si mise a canticchiare lei. Lui si mise a ridere, per poi continuare ''Hay amor en el aire...tu confia en mi, ya ves que no existe el tiempo...'' Si misero a ridere entrambi per poi specchiarsi l'uno negli occhi dell'altro, il tempo si era fermato, adesso la luce della luna e delle stelle non poteva minimamente competere con le scintille nei loro sguardi. Ad interrumpere quel momento fu Jorge ''Credo sia meglio se andiamo a dormire entrambi, è tardi e domani sarà una giornata impegnativa'' abbassò lo sguardo, non avrebbe resistito oltre. ''Sì hai ragione, mi accompagni in camera?'' chiese Tini con tono timido e malizioso allo stesso tempo. Non era la prima volta che gli chiedeva di accompagnarla, ma questa volta sentiva un fremito incontenibile dentro di lui che gli implorava di stare con lei tutta la notte, di varcare finalmente la soglia della follia. ''Si, certo'' rispose nel modo più controllato possibile.  Camminarono insieme vagando nei corridoi, nessuno dei due proferiva parola, si limitavano a lanciarsi sguardi incomprensibili. Quando raggiunsero finalmente la camera di Tini il silenzio non fu più sovrano ''Allora...buonanotte'' disse Tini con lo sguardo basso, si porse verso di lui per dargli un bacio sulla guancia. Le intenzioni di Jorge per quella notte però erano diverse, catturò le sue labbra tra le sue, muovendosi sicuro e passionale e sorrise quando sentì Tini rispondere al bacio, fiondandosi letteralmente nella sua bocca. Nessuno dei due capiva cosa stava succedendo, i loro corpi si muovevano bisognosi di unirsi all'altro, di bruciare d'amore per l'altro. E per un attimo scomparirono tutti, Stephie, Peter, c'erano solo loro e quel desiderio carnale che cresceva sempre di più. Lentamente si immersero nel buio della camera, reclamando il bisogno del corpo dell'altro. ''Fammi tua'' mormorò Tini con voce roca, chinandosi verso di lui e lasciandogli una serie di baci sul collo. Lentamente Jorge gli calò una spallina e cominciò a dedicare attenzioni alla sua spalla, facendo ardere ogni lembo di pelle che sfiorava. Mentre tentava di sfilarle il vestito, potè finalmente ammirare il corpo nudo di Tini che lo fece eccitare più di prima. Si buttarono sul letto, continuando a  baciarsi insaziabili e affamati. Jorge si stese sopra di lei, apoggiandosi sul materasso con i gomiti, sentendo il corpo andare in fiamme. Lei cominciò a sbottonargli la camicia, mentre gli accarezzava il petto con delicatezza ma passione allo stesso tempo. Quando lo liberò anche di quell'indumento scomodo gli  artigliò piano la schiena, avvertendo un piccolo gemito uscire dalle labbra di Jorge. In men che non si dica si ritrovarono nudi in quel caldo groviglio di lenzuola, il loro antrio d'amore. Jorge non riusciva più a controllarsi, baciava avidamente il collo di Tini per poi scenere lentamente verso il seno, dove alternava baci appassionati e morsi desiderosi. Il corpo di Tini tremava sotto le sue attenzioni, mentre dalle sue labbra uscivano sospiri sempre più intensi. ''Jorge'' sussurrò piano, interrompendolo da ciò che stava facendo. Risalì lentamente il suo corpo,strusciandovi con ardore e tornò a baciarla, con una voglia incontenibile. Tini percorse la schiena di Jorge sfiorando le sue spalle forti, e lo sentì ansimare mentre si dedicava ancora una volta al suo collo. Fuori si sentiva un vento impetuoso scagliarsi contro gli alberi, far tremare ogni foglia, ma loro non sembravano neppure curarsi di questo. Bastava il fuoco dei loro cuori a scaldarli tutta la notte. Tini gli circondò la vita tra le gambe, mentre continuavano a baciarsi e accarezzarsi, bisognosi. ''Ho bisogno di te'' sussurrò dolcemente Tini all’orecchio di Jorge, mordendolo con delicatezza. Inarcò leggermente la schiena, mentre Jorge decise finalmente di unire i loro corpi, entrò piano ma impaziente, gustando ogni singolo sospiro liberato dalle labbra di Tini. Si mosse dentro di lei, e le dita di Tini finirono per stringergli la schiena. Entrambi sentivano il corpo tremare, non dal freddo della notte, ma dalle dolci carezze dell'altro. Strinse nuovamente le gambe intorno alla vita di Jorge, gemendo quando vide la fiamma viva dell'amore bruciare nei suoi occhi. Continuava a spingere, sempre con maggiore intensità, lasciandosi guidare dai continui gemiti e sospiri di Tini, che presto raggiunsero anche lui. Lei lo sentì accompagnarla in quel complesso di follia, mentre i loro corpi  si sfregavano sempre più ardenti. E lo sentì arrivare, Jorge, quel caldo atroce. Il caldo dell' inferno. Continuando a spingere con sempre più vigore, cominciarono a scambiarsi sguardi di fuoco, sguardi supplichevoli che tacitamente imploravano che quell'unione non finisse mai. Jorge la guardava negli occhi, fiammante di passione, mentre spingeva sempre più forte. Il suo corpo era ormai sudato, ma Tini continuava a stringerlo, alternando baci infuocati a gemiti incontrollati. Jorge affondava le mani sul materasso, gemendo come un matto. L'inferno aveva l'odore del peccato, e il verso delle grida. Quella notte si cercarono più di una volta, incapaci di stare lontano dal corpo dell'altro, di non poter più amarsi, di non poter più sentire il caldo soffocante della passione.

''No aspetta, fammi capire...ci sei andato a letto?'' chiese Diego sconvolto. Jorge si limitò ad acconsentire, la sua fantasia vagava ancora a quella notte, a quei baci infuocati, a quelle braccia calde e a quegli insaziabili gemiti di desiderio. ''Mmm, e questa mattina vi siete detti qualcosa su quello che è successo, voglio dire...avete chiarito?'' Jorge si riscosse dai suoi pensieri ''Emh...a dire la verità no, me ne sono andato prima che si svegliasse'' ammise colpevole ''Ma sei matto?! Una donna ha sempre bisogno di chiarimenti la mattina dopo, non puoi fare una botta e via'' lo rimproverò Diego ''Lo so ma era già tardi ed era così bella mentre dormiva che non sono riuscito a svegliarla'' ''E adesso che le dirai appena la vedi? 'Ehy ciao Tini, ce la siamo spassata la scorsa notte eh, cosa vuoi per colazione?''' Jorge non riuscì a trattenere una risata ''Dai scherzo, però voglio sapere, è stato bello per te?'' ''Oddio Diego, vuoi i dettagli?!'' rise forzatamente un Jorge leggermente teso ''No ma dico, ti è piaciuto?'' disse tranquillo ''Si, è stato diverso da come immaginavo..'' sospirò Jorge pensieroso ''Che vuoi dire?'' ''Voglio dire, pensavo si trattasse di una questione fisica, invece mi sono sentito collegato a lei non solo con il corpo, ma anche con la mente e...non so spiegarlo, mi prendeva completamente l'anima'' disse Jorge con lo sguardo perso nel vuoto ''...credo di aver capito cosa ti sta succedendo amico'' rispose Diego, al quale seguì uno sguardo confuso da parte di Jorge ''...ti sei innamorato'' pronunciò quelle parole quasi come fosse la cosa più ovvia del mondo, per poi lasciarlo da solo. Era qualcosa a cui non aveva mai pensato, la sua non era attrazione o meglio, quella c'era, ma non si limitava al contatto carnale di cui immaginava.                                                                                                                                                                                                        
Rimase tutta la mattina chiuso in camera a pensare, Martina era in viaggio per Venezia, e avrebbe rivisto Peter, la cosa gli creava parecchio fastidio, e non capiva bene perchè. Possibile che Diego avesse ragione? Doveva vedere la cosa anche dal suo punto di vista però, aveva tradito Stephie, dopo quasi otto anni che stavano insieme. Eppure era sicuro, era sicuro che avrebbe rifatto quell'errore cento, mille volte. Per lui non era stato solo uno sfogo a tutta quell'attrazione passata negli ultimi tempi, no. Adesso aveva finalmente capito, lui non voleva Tini, non l'aveva mai voluta. Lui ne aveva bisogno, aveva bisogno di lei, e da una parte si arrabbiava con sè stesso, non poteva avere bisogno di lei, non potere essere dipendente dalla sua voce, dalle sue labbra, dai suoi occhi, e invece ogni singola cellula del suo corpo gridava che si trovava di fronte alla verità. ''Ho bisogno di Tini''

Tini passò l'intera serata in compagnia del suo fidanzato, Peter. Era felice di averlo rivisto, gli voleva bene ed era da tanto che non passavano del tempo insieme. Nel profondo però sentì che non era ciò che voleva, di cui aveva bisogno, che non la baciava come voleva, che non la accarezzava come voleva, insomma, che non era Jorge. Appena lo vide, si aspettava un forte senso di colpa, l'aveva tradito la scorsa notte, eppure non riusciva a pentirsene, aveva seguito il cuore e non si era mai sentita tanto amata. Durante tutta la festa cercò di sorridere, anche se dentro aveva paura, paura che Peter sapesse la verità, paura che sua madre si sarebbe vergognata di una figlia come lei e paura di Jorge, paura che tutto ciò che era successo la scorsa notte finisse dove era iniziato. Terminata la serata Tini e Peter tornarono al hotel, era una costruzione molto carina, che si affacciava sul fiume principale della città. Tini si perse ad osservare l'intero paesaggio, l'Italia era forse il paese più bello ed interessante che aveva visitato durante il tour ed ora che era a Venezia amava ogni singolo dettaglio di questo picolo angolo magico. ''Non vieni?'' chiese Peter sull'uscio della porta, vedendo la fidanzata ancora sul ponte, intenta a guardare il panorama. ''Si arrivo, tu entra pure, io ti raggiungo fra poco'' disse con lo sguardo rivolto al cielo. ''Ok'' si limitò Peter, per poi entrare nel hotel. Era proprio ciò di cui aveva bisogno, pensare. Pensare a tutto quello che era sucesso in questi due giorni, pensare a Peter, Mechi, sua mamma e...Jorge. Si sentiva così sola, anche quando intorno a lei c'era tanta gente, dentro era vuota, e solo una cosa poteva colmare il suo vuoto. ''Ciao'' sussurrò una voce dietro di lei. ''Jorge'' usò il suo stesso tono delicato ''Cosa ci fai qui?'' ''Sei bellissima'' Tini sospirò ''non hai risposto alla mia domanda'' ''e tu non hai risposto al mio complimento'' si sorrisero. Martina però voleva chiarire le cose ''Riguardo l'altra sera...'' ''ehy no aspetta, hai visto il cielo stasera?'' chiese Jorge con gli occhi che brillavano ''Si'' ammise lei, tra il confuso e il meravigliato. ''Questa città è qualcosa di magico, hai visto come brillano le stelle riflesse sull'acqua?'' Martina rise tra sè. Non c'era anima viva per le strade, ancora una volta erano solo loro, Jorge, Tini e le stelle. ''La senti questa musica?'' chiese Jorge sentendo una canzone provenire da un punto indefinito dell'altra sponda. A Tini cominciò a battere forte il cuore. ''Magic'', dei Coldplay. Lentamente il ragazzo fece scivolare la mano su quella della ragazza. ''Mi concedi questo ballo?'' disse con lo sguardo incantato. ''...si'' ammise piano la ragazza. Le loro mani si intrecciarono lentamente, un dito alla volta, come l'intrecciarsi delle loro anime quella notte. I loro petti si incontrarono velocemente e i loro sguardi, pieni di fuoco si cercavano nel buio della notte.           

''Call it magic, call it true'' (''Chiamala magia, chiamala verità'')                                                                                                
''I call it magic, when I’m with you'' (''Io la chiamo magia, quando sono con te'')      
                                             
Si muovevano lentamente, sotto le stelle, incapaci di dirsi anche solo una parola. Si sorridevano come bambini innamorati, si guardavano come due amanti passionali e si toccavano come il fuoco brucia tutto ciò che trova.                                                                                
''And I just got broken, broken into two'' (''E anche se sono rotto, spezzato in due'')                        
''Still I call it magic, when I’m next to you'' (''Io continuo a chiamarla magia, quando sono al tuo fianco'')  
                                                                     
Anche se dentro erano anime rotte, che nascondevano lacrime e dolore, a entrambi bastava guardarsi per non arrendersi, per credere ancora in qualcosa, per credere all'amore.                                      
''And I don't, no I don't, no I 'don't, no I don't, No I don't, it's true'' (''e no, io no, io no, io no, non lo so, non lo so se è vero'')                                              
''And I don't, no I don't, no I 'don't, no I don't, want anybody else but you'' (''e non lo so, non lo so, non lo so, non voglio nessun altro tranne te'')      
     
Avevano cercato di colmare il vuoto con altre persone, ma non si rendevano mai conto, che ciò di cui avevevano davvero bisogno era la presenza dell'altro. E quella sera si muovevano lenti, lì, sotto la luna, così maledettamente felici.                                                                        
''And I don't, no I don't, no I 'don't, no I don't, No I don't, it's true'' (''e no, io no, io no, io no, non lo so, non lo so se è vero'')                                                
''And I don't, no I don't, no I 'don't, no I don't, want anybody else but you'' (''e non lo so, non lo so, non lo so, non voglio nessun altro tranne te'')      
           
Jorge rafforzò la presa intorno alla sua vita, come per comunicarle ciò che prima non aveva il coraggio di dire. La musica li stava accompagnando ancora, quel paradiso chiamato inferno. Tini si strinse ancora più a lui, il suo cuore ormai batteva come un tamburo impazzito, quando si ritrovarono ad un centimetro dalle labbra dell'altro.                                      
''Call it Magic, cut me into two'' (''Chiamala magia, rompimi in due'')                                                                                              
''I’ma fold your magic, I disappear from view'' ('' Mi hai piegato con la tua magia, scomparirò'')
                                                                                         
Non avevano paura a promettersi l'infinito, perchè sapevano che si sarebbero amati fino allo stremo delle forze, fino a morire per amore. Donavano tutto sè stesso all'altro, che non importava se ne uscivano feriti, ricevevano tanto quanto davano.                                                                                              
''And I can't get over, can't get over you'' (''E io non riesco a dimenticare, non riesco a dimenticarti'')                                                                                
''Still I call it Magic, It’s such a passion doom (''Io continuo a chiamarla magia, sono destinato a questa passione'')  
                                                     
Erano legati in qualche modo, due spiriti nati per stare insieme, destinati a vivere per l'altro, e adesso  lo sentivano ancora quel fuoco, quella fiamma viva pronta ad ardere di nuovo. Ma era qualcosa di diverso questa volta. Non lo facevano perchè volevano, lo facevano perchè ne avevano bisogno.                
''And I don't, no I don't, no I 'don't, no I don't, No I don't, it's true''  (''e no, io no, io no, io no, non lo so, non lo so se è vero'')                                              
''And I don't, no I don't, no I 'don't, no I don't, want anybody else but you'' (''e non lo so, non lo so, non lo so, non voglio nessun altro tranne te'')    
               
Tini gli diede un bacio sulla guancia, quel bacio dimenticato la notte precedente. E Jorge si perse dopo quel gesto, le labbra di Tini si erano posate così delicatamente sulla sua guancia, che lasciarono un segno indelebile, qualcosa di scritto nei cuori di entrambi.                                                          
''And I don't, no I don't, no I 'don't, no I don't, No I don't, it's true'' (''e no, io no, io no, io no, non lo so, non lo so se è vero'')                                                
''And I don't, no I don't, no I 'don't, no I don't, want anybody else but you'' (''e non lo so, non lo so, non lo so, non voglio nessun altro tranne te'')
                   
Le loro labbra si sfiorarono appena, come per rendersi conto di non stare sognando, di come anche la realtà può essere così meravigliosa. Ma non avevano idea di quanto si desiseravano a vicenda, avrebbero pregato, donato tutto ciò che avevano pur di sapere cosa l'altro stava pensando.                                  
''I wanna fall, fal so far'' (''e voglio  cadere, cadere così lontano'')                                                            
''I wanna fall, fall so hard'' (''e voglio cadere, cadere così duramente'')                                                      
''And I call it Magic, oh I call it true'' (''Ed io la chiamo magia, la chiamo verità'')                                                                                              
''I call it Magic'' (''Io la chiamo magia'')            
                                                                                             
Il battito dei loro cuori stava aumentando sempre di più, seguiva il fruscio dell'acqua, la luce delle stelle, il ritmo della musica. E si baciarono, un bacio per ricordare, per perdonare e si, per amare. Si stringevano come la scorsa notte, come il vento avvolgeva gli alberi, come il fuoco dei loro respiri li scaldava. Rimasero a baciarsi per un tempo interminabile, si perdevano nel tempo che passava, erano sempre stati tutto ciò di cui avevano bisogno.    
''And if you were to ask me, after all that we’ve been through'' (''E se vuoi chiedermi, dopo tutto quello che abbiamo passato'')                                        
''Still believe in magic'' (''Se continuo a credere nella magia'')    
''Why, yes I do, yes I do, oh yes I do, of course I do'' (''Perchè si, ci credo, ci credo, oh si, ci credo'')    
                                                                           
La musica stava piano piano sfumando, ma a loro non importava, continuavano a baciarsi, sempre più affamati, con il corpo rotto ma il sorriso intatto. Adesso sentivano la musica, la musica dei loro cuori battere d'amore, e ancora una volta si stavano chiamando, chiamando all'inferno. 

ANGOLO DELLA AUTRICE                                                                                                                              
Okey, sono seria...non so cosa sia questa roba, mi sono messa ieri a mezzanotte su twitter e fra un po' scatenavo la terza guerra mondiale, contro Tini, Peter e soprattutto Mariana, non so come fa ad essere acora tutto integro il mio computer XD Vabbè allora per distrarmi mi sono messa a scrivere e questo è diciamo il frutto del mio sclero. Non ho idea se più avanti pubblicherò altre storie, fra un po' comincio la scuola, ed intendo proprio comincio...sono al primo anno dell'artistico u.u Questa è la prima volta che pubblico quindi accetto commenti e consigli :D Vi lascio la canzone finale, Magic, my favourite *^* https://www.youtube.com/watch?v=1PvBc2TOpE4          
Happy...ultimolunedìdirelax(?) <3
Kia_Dream19
                                                               
   
 
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