THERE'S NO TURNING BACK


L’amore che Sansa cercava, quando era ancora una fanciulla innocente e pura come la neve, era quel genere di sentimento nobile ed altruista di un cavaliere per la sua dama. Quel genere d’amore che sopravvive a tutto e che quando ti trova ti eleva ad uno stato di eterea grazia. Un amore da invidiare che non è invidioso. 
Quante notti aveva passato alla finestra della sua stanza a sospirare alle stelle in attesa (e speranza) che il suo cavaliere in smagliante armatura arrivasse per portarla via, verso il suo “Per sempre felici e contenti”. 
Come una sciocca aveva creduto di aver trovato il suo Grande ed Unico Amore nella regalità di Joffrey Lannister-Baratheon. Che uccelletto ingenuo era stata! In breve aveva visto la bestia dietro all’uomo. L’aveva vista nel sangue di suo padre. Quanto aveva pianto quella volta. 
Era certa di stare per morire sommersa dalle proprie lacrime, quando ecco che un fazzoletto era comparso ad asciugargliele. Un piccolo pezzo di stoffa quadrato di un bianco scialbo e se possibile anche un po’ sbiadito. 
Il Mastino certo non era il bellissimo uomo di cui le favole narravano, ma già una volta la beltà l’aveva accecata, così aveva deciso di tentare. Se dietro l’uomo c’era la bestia, perché dietro la bestia non doveva esserci l’uomo? 
E così aveva scoperto la gentilezza di un lord nel corpo di un bruto. Gentilezza che presto era sfumata, bruciata con il suo coraggio. “Un vero cavaliere non scappa mai” questa era una regola tassativa che Sansa conosceva bene. 
Dopo la fuga di Sandor, Sansa aveva pensato di essere maledetta. Stava ormai perdendo le speranze, quando era comparso Loras. Il Cavaliere di Fiori era perfetto. L’incarnazione degli eroi della sua ballata. 
Se n’era invaghita immediatamente. 
Nella rosa che lui le donò, aveva pensato di aver trovato le risposte alle sue preghiere. Ma come succede per le ballate, le cose belle prima o poi finiscono. 
Loras fu promesso sposo a Cersei ed a Sansa non rimase niente di lui, se non quella vecchia rosa ormai morta. 

L’amore che Sansa trovò, di fiabesco non aveva niente. 
L’amore che trovò era un amore avaro, un amore corrotto e corruttore. Un sentimento fatto di odio, dolore, inganni e tradimenti; dove tutto era concesso e chi giocava pulito non sopravviveva. L'amore che Sansa trovò aveva il sorriso di un ladro e la parlantina di un chierico o di un assassino. 
Quel nuovo sentimento l’aveva cambiata, l’aveva costretta a dimenticare le favole, a prendersi ciò che voleva con le unghie e con i denti, incurante del sangue e delle morti che ciò implicava. Incurante di tutto. 
Vi era solo l’amore. 
Vi era solo Lei. 
Poiché Sansa aveva imparato qualcosa di nuovo grazie a Lei: l’amore è potere almeno quanto l’amare è debolezza. Ed il potere era tutto.
Grazie a Lei era diventata una donna sicura, una lupa del Nord. Aveva accantonato principi e ballate, poiché cos’è un principe in confronto ad una regina? 
L’amore che Sansa trovò era un amore esigente, ingordo. “Prendi tutto ed altro ancora” le aveva insegnato. 
L’amore che Sansa trovò aveva il nome di Petra Baelish.