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Autore: RobertaShaira    07/09/2015    3 recensioni
Gli ultimi momenti della storia tra Walter e Jesse, dal punto di vista del ragazzo che ha avuto e perso tutto da quando Walter White è entrato nella sua vita.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jesse Pinkman, Walter White
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Erano successe troppe cose, troppe cose che li avevano cambiati, che li avevano distrutti, che li avevano rotti trasformandoli in qualcosa dal quale non si poteva più tornare indietro. 
Jesse era legato a quella trappola che non lo lasciava fuggire, costretto a fabbricare quella famosa metamfetamina che ormai solo lui sapeva cucinare come l’avrebbe cucinata il grande Heisenberg. Da quando aveva conosciuto Walter White la sua vita era irrimediabilmente cambiata. Non era mai stato un asso in niente ma una cosa sapeva farla. Era un ottimo spacciatore di strada, di quelli che si fanno la loro carriera tranquilla e portano a casa il lavoro giorno dopo giorno senza dover pensare troppo a niente.
Quell’uomo di mezza età arrivò a scombussolare tutto. Un uomo morente, a detta sua, ma che in poco meno di due anni era riuscito a far morire tutto quello che c’era attorno a lui. La relazione con la moglie, con il figlio, il lavoro, e lui, Jesse, che aveva avuto la sfortuna di ritrovarselo come insegnante di chimica ai tempi della scuola. 
Walter White uccise se stesso ancor prima di essere ucciso dalla malattia. Rimase solo Heisenberg, col tempo, a guardasi allo specchio e riconoscersi come un uomo morente ma potente, proprio perché morente. Non aveva più nulla da perdere, aveva già perso se stesso, il suo nome, la sua identità, la sua famiglia, gli rimanevano solo un mucchio di soldi nascosti in un magazzino e la sua fama. Aveva perso anche Jesse, quel ragazzo che lo aveva amato come fosse un padre, quel ragazzo che lo aveva creduto sempre, che si era fatto rigirare come un calzino più e più volte. Quel ragazzo che ora era lì, legato a delle catene dopo aver visto uccidere Andrea, la madre del povero bambino che il famoso Heisenberg aveva avvelenato per i propri sudici, infimi scopi. 
Aveva provato a scappare ed il risultato era stato quello. Una morte, sulla sua coscienza. Una vita da vivere senza una madre, su quello che rimaneva della sua coscienza. Ormai sbiadita, fatta a pezzi, come tutto il resto. Jesse stava lì rinchiuso quando sentì una macchina arrivare ma non se ne stupì, lì c’era sempre un via vai di gente, luridi bastardi che lucravano sulla sua schiavitù. 
Si stupì, invece, quando vide uno di quei brutti ceffi arrivare verso di lui, era strano a quell’ora, di solito si presentavano solo per tre motivi: dargli da mangiare, svuotare il secchio che gli avevano lasciato per i bisogni e per prendere quella robaccia blu. 
Questo tizio lo aveva addirittura sganciato dalla trappola infernale che lo teneva legato e lo stava portando altrove. Non si chiedeva neanche dove. Non si chiedeva neanche perché. Non aveva voglia, non aveva bisogno, sapeva che ormai in quel posto ci sarebbe marcito. 
La vera sorpresa, qualcosa che finalmente lo svegliò dal torpore in cui si era rifugiato, fu vedere Heisenberg lì di fronte a lui. Credeva che Jesse stesse lavorando con quelle fecce, credeva che stesse facendo la bella vita. Jesse si stupì a trovare lo stupore negli occhi di un Heisenberg malaticcio e trasandato. Nessuno dei due si sarebbe aspettato di rivedere l’altro, non in quelle condizioni, sicuramente. 
Jesse non sapeva cosa fare, teneva lo sguardo basso per tutto il tempo tranne quando trovava il coraggio di alzare gli occhi e guardare in quelli di Heisenberg rifiutandosi di vedere che lì dentro c’era rimasto qualcosa di Walter White. Per riuscire in quel momento a continuare ad odiare un uomo che gli aveva portato via tutto, gli aveva portato via la vita semplice, Jane, l’amor proprio, quell’uomo che lo aveva trasformato in un cuoco di metamfetamina, in un assassino, in un burattino nelle sue mani, in un niente che cammina. Doveva convincersi a non vedere Walter dietro Heisenberg perché in quel momento, dopo tutto quel tempo, le sue emozioni erano talmente confuse da rendere l’incontro con quell’uomo odiato uno dei più bei momenti della sua vita. Voleva odiarlo, lo odiava con tutto sé stesso. Odiava ancora di più il fatto di doversi far vedere in quelle condizioni, sporco e trattato come un cane rabbioso e abbandonato. Aveva perso tutto, anche se stesso, eppure riusciva a trovare Walter in quegli occhi, nonostante gli sforzi, nonostante facesse di tutto per non vederlo. 
Capì poco di quello che successe dopo, Walter gli saltò addosso e gli si parò d’avanti come uno scudo mentre la stanza veniva distrutta da colpi su colpi ininterrotti. Quelle che fino a poco tempo addietro erano state le sue guardie, i suoi padroni, erano diventati carne da macello agonizzante a terra. 
Erano rimasti solo loro due. Jesse con una pistola in mano puntata su quell’Heisenberg di cui rimaneva ormai solo Walter White. Lo stava supplicando, Walter, di porre fine alla sua vita. Era il modo giusto di andarsene, secondo lui. Ma Jesse non voleva dargli anche questo, non poteva. Semplicemente non poteva. Uscì e scappò da quel buco infernale ma prima di andarsene, si girò nuovamente verso un Walter ferito dai proiettili volanti di poco prima. 
Un ultimo sguardo bastò, bastò per portare una pace che non avrebbero immaginato di poter provare. Si stavano perdonando, senza parole, per tutto quello che era successo in quei pochi ma intensi anni in cui le loro vite si erano intrecciate. Si stavano liberando, a vicenda, da quelle catene quasi più forti di quelle che prima tenevano Jesse in quella stanza, catene che li avevano tenuti legati l’uno all’altro indissolubilmente fino a quel momento. Si stavano dicendo addio, stavolta per sempre. Jesse se ne andò da lì con la consapevolezza che Walter, e non Heisenberg, l’aveva salvato non solo da quella gabbia, ma da morte certa parando i colpi con il suo corpo. Corse nella prima macchina che trovò e sfrecciò via piangendo e ridendo perché finalmente libero, finalmente in pace con sé stesso, finalmente in pace con Walter White.
   
 
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