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Autore: LJR    08/09/2015    1 recensioni
Quel pomeriggio di febbraio eravamo perfette. Quel pomeriggio di febbraio è il mio più grande rimpianto.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sto provando a scriverti non so bene neppure io per quale motivo. Sono qui a fissare il soffitto, stesa sul letto. I miei zii si son scordati di rifarlo, ma è tardi e svegliarli adesso significherebbe non farli più dormire.
Non so perchè sto scrivendo proprio a te. Sinceramente non c'è un motivo preciso. Oggi mi è capitato sott'occhio un messaggio che ti ho inviato dopo un litigio. Ero dolce. Ero diversa. Non mi riconosco più in quelle parole. Non mi riconosco più in nulla che ti riguardi sinceramente.
Guardo i messaggi. Guardo le conversazioni con i miei amici in cui parlavo di te. Ripenso alla prima volta in cui ti ho scritto. Mi hai risposto dopo un paio di giorni. Poi hai insistito per avere il mio numero e conoscerci bene. La prima volta che mia hai chiesto di uscire credo di aver fatto saltare un embolo a Greta. Le ho rotto i coglioni tantissimo. Le chiedevo come vestirmi. Cosa dovevo fare. Cosa dovevo dirti.
Il giorno stesso stavo per morire. Mi sei venuta a prendere dalla parrocchia dove facevo scout. Mentre ti aspettavo avrò fumato una decina di sigarette. Ero esagitata. Quando poi ti ho vista avrei voluto stringerti a me e tenerti li.
Dopo ore intere passate al telefono a parlare di stronzate. Dopo giorni in cui andavo a letto all'1 pur di continuare a parlare con te, sapendo che il giorno seguente sarei stata stanchissima. Averti li davanti, poterti finalmente vedere per me era bellissimo. Eri bellissima. Siamo andati in piazza. Ci siam sedute sull'erba e abbiamo cominciato a parlare. Avevo paura, come detto prima, che mi mancassero le parole. Eppure con te uscivano tranquillamente. Ad un certo punto ti sei appoggiata a me, avevi freddo. Ti ho abbracciata. È passata una mamma in quel momento. Ha coperto gli occhi al figlio vedendoci. Come se fossimo diverse da due migliori amiche. Fosse stata un'altra situazione probabilmente avrei risposto e anche bruscamente. Ma in quel momento me ne poteva fregare di meno. C'eri tu e c'ero io. Tutto il resto non contava.
Iniziava a fare scuro. Eravamo a febbraio a già alle sei non si vedeva nulla. Ci siamo spostate in uno dei miei bar preferiti. Abbiamo parlato anche li. La cameriera mi ha presa in giro quando sono uscita, ricordi? Perchè volevo ascoltare dell'ennesimo rinvio della partita del Genoa. La settimana dopo son tornata nel bar, a far colazione con Alex, e la barista mi ha chiesto se poi la serata si era conclusa nel migliore dei modi.
Si perchè poi ci siamo spostate a mangiare al Pub. La tua gelosia verso la cameriera mi ha fatto morire dal ridere. Quel pub lo frequento da sempre e le cameriere le conoscevo tutte. Era normale mi salutassero e parlassero. Abbiamo incontrato il mondo intero credo quella sera e la tua amica continuava a chiamarti. Sinceramente le avrei volentieri staccato la testa. Non credo di aver mai odiato tanto una persona. Li mi raccontasti di un episodio con una ragazza che non ti piaceva. E di come ti avesse mandato un messaggio, chiedendoti di baciarti e di come tu l'avessi brutalmente rifiutata.
La voglia di baciarti in me però saliva. Volevo sentire le tue labbra sulle mie più di qualunque altra cosa.
Ti ho scritto anche io un messaggio, chiedendoti se, nel caso lo avessi fatto io, tu mi avresti risposto come avevi risposto a lei. Mi dissi un semplice vedremo.
Non ricordo neppure come siamo arrivate a quel punto. So che è successo. È stato tutto tremendamente naturale. È stato tutto fottutamente perfetto. Eravamo perfette.
Ci siamo spostate in piazza dopo, passando da mia nonna per recuperare la roba. Li abbiamo preso due cornetti e li abbiamo mangiati sedute sul muretto affianco al duomo. Ovviamente abbiamo incontrato praticamente tutte le mie conoscenze e, ovviamente tutte ad interromperci. Sembrava diventata una moda quella sera.
Abbiamo poi deciso di tornare a casa. Si era fatto tardino. Arrivate da me peró la voglia di separarci era troppa poca. Abbiamo passato due ore nella tua macchina, parcheggiate davanti a casa mia. Credo ci abbiamo pure scambiato per ladre i miei vicini. Il modo in cui mi perdevo nel marrone dei tuoi occhi peró non mi faceva pensare ad altro che a te.
Quando poi dovemmo separarci sentii un nodo tremendo allo stomaco. Sciolto nel momento in cui ho letto il tuo messaggio, quando sei arrivata a casa, in cui mi dicevi che ti mancavo, nonostante le 11 ore passate assieme.
Beh a quella barista dovetti rispondere di si. La serata di era conclusa in modo perfetto. Sembrava quasi un film. Tutto sembra quasi un film. Eppure non lo è. Vorrei davvero lo fosse ma non è così. Sofia mi dice di non leggere i tuoi messaggi. In realtà lo faccio poco. Ma non ne ho bisogno. Ricordo tutto ciò che ci siamo dette, tutte le tue risposte, tutti i tuoi lunghi messaggi diventare monosillabi. Sai delle volte mi torna in mente questa giornata. La sensazione di totalità e di perfezione che avevo nello stare con te, sedute sull'erba, quel pomeriggio di febbraio. Perché davvero potevamo essere perfette, se solo non fossimo riuscite a rovinare anche questa cosa.


Angolo autrice:
Non so cosa sia. Non so come sia uscita e sinceramente non so neanche perchè è uscita. È qui. C'è. Ora provo a dormire. Domani ho un esame. Notte bellezze. Alla prossima. P.S L'ho modificata un minimo. L'avevo pubblicata senza minimamente rileggerla.
  
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